giovedì 31 dicembre 2009

Buoni propositi per il 2010

Lavorare meno
Creare di più
Lavorare meno
Bagordare di più
Lavorare meno
Fremere di più
Lavorare meno
Vedere/guardare di più
Lavorare meno
Suonare di più
Lavorare meno
Suonare di più
Spacccare di più
Sudare di più

E poi c'è sempre il mangiare carne umana che ormai rimando da anni.

lunedì 28 dicembre 2009

La posta di Felix Lalù #5: Love

Caro Felix Lalù,
ho sempre considerato le ballate dei metallari e le canzoni melense del pop italiano (da Bobby Solo a Tiziano Ferro) delle tamarrate inascoltabili fatte solo per rimorchiare donnine i cui umori sono suscettibili alle melodie. Ma dopo anni della più bieca e orgogliosa militanza rock mi sono innamorato e ora tutto pare avere un senso. Ora capisco Gino Paoli, gli Incubus, Michael Bolton e Laura Pausini e ne comprendo finalmente il valore emotivo. Tutto ciò è stato scritto non da me ma per la mia amata e sono grato a questi buzzurri per il servizio reso ma mi rendo conto che dovrebbero ancora morire, proprio come prima. Mi consiglieresti una canzone d'amore che non sia la solita minchiata melensa?
Con affetto
F.

Caro F
Quindi se ho ben capito, dopo aver sfregiato quori con nonchalanza da rocker ora sei soggiogato da quella CLTcalledLove. Congratulazioni, sei entrato nel livello più interessante del videogioco, quello in cui uccidi il mostro più grosso, quello verde con tante braccia e una linea della vita mooolto più lunga della tua.
Improvvisamente ti fanno battere il cuore le ballate dei metallari, le canzoni romantiche merda. Non preoccuparti, questa non è un'onta, è una benedizione. Devi solo stare attento a chi dai fede. Quelli che scrivono solo canzoni d'amore mentono. Come fai ad essere così sempre innamorato da scrivere continuamente canzoni d'amore? Quella è gente che mente, che ama per business. Certo c'hanno il mutuo da pagare, certo anche loro amano a volte o per un po', ma sono degli impostori ed è certo - anzi cosa buona e giusta - che debbano morire. Sono come i preti pedofili, abusano della tua situazione di debolezza per mettertelo in der posto. Lo fanno pure col sorriso sulle labbra e con l'aria di chi ti fa un favore.
L'unica cosa che ti posso dire è (occhio questa è altrettanto becera e banale ma la realtà non è becera e banale, diolai?) fidati solo di quelli che scrivono poche canzoni d'amore ma buone. Questa da un po' è la mia preferita. Ce ne sono tante altre, ma questa vale di più perché lui è più appèzzi di altri. E in certi frangenti ti puoi fidare solo di loro, degli appèzzi (infatti le canzoni d'amore di Vasco quando era appèzzi erano quanto di meglio).
In bocca al lupo.
Felix Lalù

Paolo Benvegnù - La schiena

giovedì 24 dicembre 2009

Superclassifica 2009 (Consenso in miniatura)

Dopo la misera seppur apprezzabile Superclassifica 2008 (droga in cambio di sesso), considerando che tu, o discreto pubblico, c'hai molto tempo da perde dietro a stronzate del genere, e che tutti fanno classifiche di quest'anno (e di questo decennio), anche qui si tirano le fila, ma solo dell'anno, che il decennio è roba di troppa memoria.
Siccome sono uno che arriva tardi alle cose qui non ci sono le cose di quest'anno che più mi son piaciute ma le cose che quest'anno son piaciute a me. Quindi i dischi e le canzoni e il resto che più ho ascoltato blablabla quest'anno. Quindi c'è anche roba vecchia, cazzi vostri.

DISCHI
1. The Dead Weather - Horehound
2. Zu - Carboniferus ||leggasi||
3. The Squirties - Gangbangers from Planet X ||leggasi||
4. Them Crooked Vultures - S/T ||leggasi||
5. I Tavernicoli - La Mammutanza

CANZONI
1. Oltre (Kepsah) ||leggasi||
2. Frantumi (Fango)
3. Thomas Turbato (Anacroma)
4. I cut like a buffalo (The Dead Weather)
5. Wild International (One day as a lion) ||leggasi||

FILM
1. The Wrestler ||leggasi||
2. Il vento fa il suo giro ||leggasi||
3. Gran Torino
4. The prestige
5. Videocracy

FATTI
1. Berlusconi sfregiato ||leggasi||
2. Florian Egger evade, fa rapine che lo sgamano subito e poi lo ribeccano a Ostia, ostia. ||leggasi||
3. Mike Bongiorno morto ||leggasi||
Mino Reitano morto ||leggasi||
Fernanda Pivano morta ||leggasi||
Michael Jackson morto ||leggasi||
Jim Carroll morto ||leggasi||
4. Andre Agassi confessa che portava la parrucca ||leggasi||
5. Josh Homme (QOTSA), Dave Grohl (Nirvana) e John Paul Jones (Led Zeppelin) metton su un gruppo. ||leggasi||

MIGLIORI POST DI QUESTO BLOG

I MIGLIORI CONSIGLI DEL FIGA (FelixLalù Institute of Giving Advices)

martedì 22 dicembre 2009

Le Origini del Rumorismo è OGGI

Per la gioia dei turisti e degli snowboarder (non certo per chi deve prendere in mano una macchina per fare due chilometri) anche quest'anno è arrivata la neve, col suo suono ovattato che par di farsi una rimpatriata nell'utero che tanto caro ci fu.
Che vi piaccia o no c'è solo un modo per combattere la neve: il RUMORISMO.
Discreto pubblico, sfida la maledetta e intervieni anche tu al concerto numero zero del Partito Rumorista Italiano Bar 70 a Trento alle 18.30.
Ci saranno chitarrine e strumenti a percussione per un concerto che ancora nessuno sa come sarà, men che meno i musicisti.
Non puoi mancar.



lunedì 21 dicembre 2009

E' la Santa Sede

Quanto ci mancava l'omofobia becera di Mortecattiva.
E i cazzi figa tette culo.
E lo sberleffo gratuito alla chiesa.
E i video girati in cinque minuti e montati in due.
Bentornato MC.

Per trovare la foto originale su internet cercare "frocio". Davvero

lunedì 14 dicembre 2009

Momenti che non si dimenticano

Io non mi ricordo mai un cazzo, c'ho la dimenticanza che funziona a manetta. Della mia infanzia ricordo quando giocavamo con mio cugino alle biglie o ai trasportatori di vacche, le bestemmie del nonno Bepi e l'odore di freddo della casa dei bisnonni di Malè.
Tutti gli altri ricordi sono racconti di altri, ricordi per interposta persona. In fondo tutti i ricordi sono così. Non mi ricordo quando è caduto il muro di Berlino ma mi ricordo quando è morto Senna perché ho pianto.
Tre cose mi ricordo bene degli ultimi dieci anni, il luogo preciso in cui è successo con tutti i particolari, quello che ho fatto dopo e con chi ho parlato.
Uno è quando sono cadute le torri gemelle. Eravamo in un pub in mezzo a Dublino, ubriachi alle 3 del pomeriggio. Fuori il sole, stranamente, e noi dentro al scuro con le scure come la gente che al sole è abituata. C'era il tg mondiale e vedevamo senza audio che una torre era caduta. Non capivamo bene ma era un affronto alla Merica che in fondo ci piaceva. Eravamo un po' come gli italiani degli anni trenta che godevano una rivalsa di seconda mano con le stangate di Carnera, o i negri che si vedono nel film di Malcolm X che ascoltano la radio l'incontro di Sugar Ray Robinson. Certo altri soffrivano, ma un momento di gioia collettiva vale la pena e ripiana per un attimo le vessazioni di anni e secoli. L'abbiamo vista cadere in diretta, la seconda torre, e fu più o meno come col gol di Del Piero contro la Germania nella semifinale dei mondiali (vinti poi con disonore difensivo). Insomma quel momento lì per me è in centro a Dublino con Roberto e Simone e Irene.
La seconda cosa che mi ricordo è quando la mia migliore amica Irene mi ha detto che era incinta. La stavo aspettando per cantare con me a un concerto e m'ha chiamato all'ultimo dicendo che non se la sentiva e che doveva dirmi una cosa. Allora le ho chiesto es plena?. C'ho beccato, forse me lo sentivo. Ho cominciato a girare per il locale e a raccontarlo a tutti, per poi rendermi conto che forse ero ancora uno dei pochi a saperlo e son cose che si dicono con calma. Comunque quel momento lì per me è il Paradise di Cles coi Damsel.
Ieri quando hanno colpito Berlusconi io probabilmente stavo bevendo il pirlo bresciano preparato dalle abili mani delle Tits col set pronto all'azione. Le notizie non è che arrivano subito, c'è chi lo scoprirà domani, ma alla fine del concerto vedo tutti che si accalcano a internet dove stava collegato il tipo in India di Annalisa. Hanno sfregiato Berlusconi. Erano le 9 ma youtube era già pieno di servizi. Si stappa la bottiglia, tutti che esultano. Ho abbracciato tutti i 130 chili di Sandrouno degli artisti con un gusto che solo una donna avrebbe potuto darmi, poi ho chiamato tutti i più cari per dargli la lieta novella, solo che tutti lo sapevano già. Vabbè. Carnera stavolta si chiama Tartaglia, e mo son cazzi. E ora Silvio ci diventa un martire e nessuno può più dire niente che ti vien anche da pensare che se l'è studiata da solo sta roba del sangue come quella delle torri e che ora è in arrivo una nuova ondata di restrizioni limiti e che comunque sempre lo piglieremo in der posto, ma che soddisfazione. Ah, quel momento lì. Pensa al tipo dei Pooh che ha fatto djFrancesco. Poi c'hai djFrancesco come figlio, ma quel momento lì se lo sarà pure goduto, sant'iddio.
Ecco, per me la goduria di Berlusconi sanguinante sarà sempre l'atelier L'Ozio di Brescia con Sandro, Biro, la Lù, Michela e Annalisa. Sconosciuti fino a due ore prima che ricorderò sempre. Grazie a Silvio, per gli amici scarface.

domenica 13 dicembre 2009

Amiconi X l'Italia

Un mio amico di cui non divulgherò il nome ma molto affidabile l'altra sera stava ad una conferenza. Il suo vicino di sedia comoda in prima fila era nientemeno che Lorenzo Dellai, il nostro governatore del suolo autonomo nonchè ex grande capo della Margherita nonchè grande propugnatore del nuovo soggetto politico che ha preso l'ultimo nome disponibile tra i nomi senza senso ma buoni per tutto, Alleanza X l'Italia (il tocco della X fa molto bimbominkia, ma in fondo è a loro che puntano forse).
I politici, si sa, partecipano alle conferenze per dovere di carica, in rappresentanza di quello che rappresentano. In questo caso noi. Ma siccome sono uomini suppongo che ne abbiano ben pieni i zebedi perché tutti sappiamo che una conferenza è molto più di quanto un uomo possa sopportare. Allora uno nel 2009 ha il mezzo per uscire dall'impaccio, che si chiama sms silenziato con vibro.
Io che baso sempre le mie supposizioni su cosa farei io invece che su cosa farebbero gli altri supponevo che Dellai scrivesse messaggetti, chenesò, alla moglie, all'amante, all'amico al bar che gli fa invidia con un rosso in mano, a una sedicenne conosciuta il giorno prima in facebook. Invece no. Il mio amico seduto vicino Dellai può confermare che il destinatario (o mandante) del messaggetto era Rutelli. Veramente. Che impressione.
Non è dato sapere cosa abbia scritto, ma è plausibile che la conversazione (se così si può chiamare) sia stata:
D: o che palle Francè, sto a una conferenza pacco, tu?
R: io sto con 'na zoccolona da paura
D: che invidia..
R: Tranqui funky Lorè, me la bombo un po' anche per te

venerdì 11 dicembre 2009

Regali di Natale

Discreto pubblico, mancano due settimane al Santo Natale, evento di grande rilevanza non perché è nato Gesù Cristo Nostro Signore Dio ma perché è ora di pensare a cosa regalare alla gente. Visto che durante l'anno ti sei dimenticato di pensarci e facciamo male perché un regalo inaspettato è cosa fica ma non c'hai tempo perche hei! chi mi aggiorna il mio stato di facebook se sto in giro a cercare cose belle per i miei amici/parenti/eccetera lontano dall'obbligo del natale?
Vabbè, a parte questa menata inutile questo post è importante. Perchè se non sapete cosa regalare alla vostra mamma/zia/amica/nonna/cugini culo il FelixLalù Istitute of Giving Advices (FIGA) ha pronto per voi la soluzione.

C'è il mio amico Rupi con la sua bella Argiñe, spagnoli (rispettivamente catalano e basca, sennò si offendono e fanno bene) ma residenti a Fondo in Val di Non in una casa bellissima e dipinta che fanno questi gioielli supercool con la carta ondulata. Forse è meglio dire Argiñe chiusa in camera come una taiwanese col supporto morale del Rupi, questo non lo so, ma in due sono ELPICCOLOVINCENZO e fanno queste cose qua.
Non tanto perché son miei amici che gli voglio tanto bbene.
Non tanto perché l'artigianato è una cosa viva che poi se non lo sapete muore.
Solo perchè son veramente fighi gioielli.
Io se avessi una morosa glielo regalerei.
Qua c'è il blog e qui il fickr.
Trovate i contatti, arrangiatevi.

giovedì 10 dicembre 2009

Roma Roma Roma e i Bastard al Piper

Al bar della stazione a Trento i colloqui per le assunzioni li fa Lombroso. Oltre ad essersi accertato che la candidata sia giustamente brusca e scortese, egli controlla che gli apici laterali delle labbra siano piegati verso il basso. Il che dà alla cosa un aspetto ancora più inquietante.
Al bar della stazione a Trento, l'unico aperto alle 8 di un giorno di festa, ho perso il mio portamonete pieno di plettri e chiavi della bici. Questo era il segnale che lasciare il suolo autonomista fa male e non s'ha da fare.
Ciononostante, Roma è bbella, Roma è bbona, arRoma ce stanno 'e mejo pisque.
Ho scritto al mio amico Fra che stavo arRoma e m'ha risposto nfatti mo te sento più famigliare, fratè.
Sui taxi ci sono le pubblicità rivolte ai tassisti per pregarli di non fregare i turisti. Me l'ero anche segnata ma ho perso il biglietto.
Poi a Roma puoi notare che se appoggi la mano sullo scorrimano delle scale mobili questo va sempre leggermente più in fretta della scala quindi arrivi alla fine in una posizione stupida, con la mano a mezzo metro dal corpo. Probabilmente è così anche nelle altre scale mobili del mondo, ma solo a Roma me ne sono reso conto.
Il Colosseo è pieno di buchi, entrare costa un botto ed è spazio rubato ai parcheggi. Si potrebbe lanciare una campagna.
Guardando il Colosseo da fuori pensavo a come era facile una volta uccidere qualcuno con una spintarella, o rovinargli la postura. C'erano ste scale alte e strette che in salità ti dovevi aggrappare ma in discesa ti dovevi toccare i coglioni per non cadere e morire schiacciato dalla folla festante per i gladiatori morti. In tutti i posti penso sempre a come ci si può morire. In montagna, di montagna; al mare, di mare; in un maxitamponamento, schiacciato tra il radiatore è il poggiatesta, e altre amenità del genere. Perchè morire è facile.
Poi al Piper ho visto i Bastard. Mancava Patti Pravo, a insegnargli nuove mirabolanti droghe per arrivare a sessant'anni con quell'aria bruciata da Keith Richards con le tette e biondo. Forse sono lontani i tempi in cui Jacopo beveva una birra da un bicchiere di plastica mentre suonava, col solo ausilio dei denti e delle labbra, ma i ragazzi ci sono ancora, eccome. Quattro canzoni tiratissime che ti dici e poi che cazzo fanno per tenere su il ritmo del concerto? (perché il concerto è una storia: se spari i colpi migliori all'inizio, i piatti succulenti, rimani alla fine solo colla fame e col pane di Trento, e tutti sappiamo che lo chiamano pane ma è meglio il pan da toast che pane non è).
Poi un acustico. Ecco, io l'acustico dopo venti minuti mi scassa la minchia, ma di chiunque, se non saltan fuori percussioni o cose del genere. Acustico fico, han dimostrato che sanno suonare, emozionare, bagnare anche le madri, bene.
Il passaggio tra l'acustico e l'elettrico è semplicemente brutale. Un attimo prima Richard Gere ti sta dicendo quanto sei bella mio amor accarezzandoti delicatamente parti del corpo che tu non sognavi essere erogene e l'attimo dopo c'hai una mazza tanta di negro nel culo. Tutto questo in un battito di ciglia. Tolto di metafora, una goduria.
Prima dicevo che pensavo che si fossero giocati le cartucce prima, invece la terza parte è superrock come io me li ricordavo. Grazie, grazie.
Francesca, la mia amica che era vergine e non li aveva mai visti ne sentiti ha detto che son stati fichi e che ha goduto. Mi sembra un bel complimento quando la maggior parte della gente viene lì perché ti conosce e ti adora.
Solo due pecche: la birra al Piper costa 8 euro, una birra piccola, zero20. Un euro per ogni dito, due euro per ogni sorso, tutta foderata d'oro nel suo bicchiere di plastica. Per fortuna che nei camerini abbiamo usufruito di qualche alcole dei ragazzi sennò veramente c'avrebbero spennato, e manco per ubriacarsi, solo per la sete.
Maledetto Piper. Poi però le leggi del karma (che sono tutt'altro che chiacchiere e distintivo) tornano a fargli il culo perchè il pubblico è per la maggior parte de boci che la birra del Piper la schifano. E fanno bene.
Ecco l'altra nota dolente, il pubblico. Ora, ci si accontenta di quel che c'è ovviamente, se è numeroso e ti lovva. Certo anche è che per un rocker avere davanti un pubblico di rocker è più soddisfacente. Certo è anche che se spaccano così un pubblico vero non ci metteranno manco molto a farselo. Con diciannove euro senza consumazione è difficile che uno vada per curiosità a vedere un gruppo che spacca ma uscito dalla tv, che poi gli amici lo prendono per il culo.
Tempo al tempo.

lunedì 7 dicembre 2009

La meglio intervista che mi abbiano mai fatto

Io Ruphus non lo conosco neanche. Leggo il suo blog perchè è stradivertente. Non ho manco mai capito se è il nome del tipo o quello del blog. Da anni però sento narrare di questo compare che c'ha un bar a San Jose, c'ha lavorato Remo, l'ex urlatore dei Supercanifradiciadespiaredosi e pure dei The Ficient e svari amici son passati dalle sue parti, perché è dalle sue parti che ognuno di noi dovrebbe andare. mica a Londra o a Amsterdam a mizzarsi i cojoni.
Addirittura Carlitos un mio socio spagnolo chitarrista mi racconto che un giorno cantarono e suonarono per cibo e birra col suo gruppo La Fritanga proprio in questo baretto tenuto da un italiano. Mai capito se era lui, ma le coordinate coincidono.
Pensa te.
Fatto sta che m'ha fatto un'intervista che si può legger sul suo blog, ha pure messo le sottolineature!

martedì 1 dicembre 2009

Gilberto Simoni al sexyshop

Ieri sono stato in un sexy shop a comprare dei preservativi per un'amica che ha avuto una bambina. Forse dovrei vergognarmene, essendo nato in uno stato che è la più grossa succursale della Città del Vaticano. Ho scoperto che nel 2009, con emule, youporn e soci, metà dello spazio di un sexy shop è occupata dai dvd di porni. L'abbiamo detto sottovoce al tipo. Lui ci fa shhh, non ditelo a nessuno. C'era addirittura una colonna di videocassette a DIECI euro, mentre nelle favelas ormai le usano al posto dei mattoni. C'era Gilberto Simoni anche, portabandiera dell'impero. E' alto un metro e un cazzo, sembra un decennio più vecchio, ha delle cosce come gli avambracci di Popeye.
Poi dicono che lo sport fa bene.

lunedì 30 novembre 2009

La buona educazione

Se anche voi aveste lavorato per quattordici estati in un negozio in una zona turistica a prevalenza di presenza famiglie covereste un malcelato disprezzo non tanto per la categoria boci, che son solo boci, ma per quella dei genitori che non gli danno quelle minime regoline del quieto vivere. Non quella del non farti le seghe che ti cadono i denti, ma quella del non prendere le robe che non sono tue, non frignare per ogni cagata, non far casino dove non si può farlo che hai tutta la tua adolescenza per spaccare specchietti tornando ubriaco da una serata brava.
C'è una falla nella letteratura pedagogica contemporanea per il trattamento di questi che poi diverranno gli adulti del domani, rovinando la nostra esistenza. Mortecattiva è uno che ha coscienza sociale. Non è, come ha detto qualcuno, uno che scrive solo di "cazzi figa merda tette culo e a volte anche della Nuova Zelanda".
Mortecattiva è anche osserrvatore verace della realtà ed è per questo che, in anteprima sull'album che tutti aspettiamo "Musica per grassi", ci sfodera dalla lampo un saggio sull'educazione che mescola le teorie Jean Piaget, Charles Manson e dei vescovi del CEI.
Qual è il modo migliore per educare i figli che non avremo?
La risposta in questo video.

Aggettivo7 - Montessori




sabato 28 novembre 2009

Intervista esclusiva a Mortecattiva

Come il discreto lettore saprà quest'estate ho avuto la gioia e la rottura di coglioni di scrivere un libello in compagnia dell'amica Dalia. Si è intervistato molta gente, girando per sale prove e baretti smarzi. S'è intervistatogente strana come spesso i musici sanno esse e sono uscite grandi stronzate e immensi abissi di saggezza..
Uno dei personaggi che più mi quagliava intervistare era Mortecattiva.
Mortecattiva (o Aggettivo7, chi cazzo ne capisce?) è un rapper di Trento che parla di cazzi figa merda tette culo e a volte anche della Nuova Zelanda. La terra dei kiwi appunto perché ci viveva, il buon Morte. Dopo una mezza dozzina di appuntamenti mancati in skipe, scopro che il nostro ha deciso di tornare e anche se abbiamo già materiale che ci esce dalle orecchie mi dico cazzo, questa non me la posso perdere, la possibilità di avere un vis-a-vis coll'artista che tutti noi vogliamo essere. Non tanto perché rimedia carovane di passera ma perchè blablablà, adesso non sto qui a spiegarvi. Forse solo per la storia della passera.
Sperando di diventare anch'io un po' come lui e caarpirgli il segreto dell'arte discendo dalla Val di Rabbi fin nella capitale dell'impero autonomista numero2 (Trento è seconda perché vanno in ordine alfabetico). Ci trroviamo in un baretto davanti all'ospedale. Molto rock. Mortecattiva rifiuta la birra e beve cocacola. Ciò mi preoccupa. Non sarà mica uno che invece fa il fighetta e magari è pure culo? (in fondo stira che è una meraviglia) Vabbè. Ci incamminiamo verso il parco Gocciadoro e mi tengo a debita distanza temendo il peggio. Ci sediamo lungo il torrentello come due amanti che non osano ancora incularsi in luogo pubblico e facciamo lunghe chiacchie. Il risultato è la migliore intervista che ho fatto per tutto il libro, la più divertente ma anche la più disillusa. Sicuramente quella che c'ho messso di più a sbobinarla parola per parola e ma che ho riletto e saccheggiato di più. Molta roba c'è finita dentro, al libello. Altra invece mi piaceva ma non riuscivo a inquadrarla nei capitoli, quindi è rimasta fuori, ma anelavo a renderla pubblica, perché Mortecattiva è uno che ne sa. Di stronzate. Ma si sa che buona parte delle stronzate è più vera della verità e allora beccatevi ste perle di saggezza. Stavolta aggratis.

Underground trentino? Perché esiste un mainstream trentino?

Ma chi sono sti Bastard? Ma loro fanno roba demenziale o seria? Io pensavo fossero un gruppo tipo me ma di un altro genere. Io dal nome pensavo che fossero così.

Poi avevo fatto la sessione in cui mi mandavano le foto delle loro merda appena cagato. Fa paura che ci sia gente che davvero caga e si fa la foto alla merda per mandarla a me. Uno l’ha fatta e ci ha messo un cartellino con scritto Capitan Stronzo. Poi ho smesso di farle perché me le mandavano sempre di notte e la mattina mi svegliavo per andare al servizio civile e mi vedevo tutte ste foto di stronzi appena sveglio, ho detto no, non si può più andare avanti così.

Poi avevo messo una base e la gente doveva mandare una canzone di insulti a me.

Un gruppi punk di protesta politica non può nascere a Trento. Sei di Trento? Non puoi fare denuncia sociale a Trento. Al massimo puoi dire politici non hanno gli stipendi trasparenti, ma Trento è una città senza problemi. Alla fine rispetto molto di più gruppi che fanno musica demenziale com’erano i The Ficient, piuttosto che uno che si metta a fare l’incazzato. Non puoi fare l’incazzato a Trento, devi soltanto ringraziare di esserci. È bello perché, non so se è ancora valido, ma al tempo Trento tirava fuori gruppi veramente bravi, perché c’era meno contaminazione nell’epoca preinternet. Era molto più genuina. No li conosceva nessuno fuori ma spaccavano il culo. Alla fine se sei isolato e sai quelle due cose su dove vuoi andare a parare, ci arrivi con quell’ignoranza che ti fa creare qualcosa di veramente originale. Trento da questo punti di vista erra una città benedetta, adesso non lo so.

In ogni ambito artistico trovi le persone convinte, quelli che sono così appassionati di arte da adorare qualsiasi artista o così appassionati della musica alternativa che gli dai una troiata con due urla e una cassa che ti dicono è geniale. Questo qua sono i coglioni dei loro rispettivi ambiti. A questi qua tu gli puoi veramente dare da bere qualsiasi cosa. Loro si comprano qualsiasi idiozia tu possa sparare. Io posso mettermi a scrivere una poesia, trovargli il senso dopo e c’è sicuramente un fottio di gente che dice sei un illuminato. Sono personaggi imbarazzanti, io ti giuro a queste persona qui preferisco quelli che si guardano il campionato la domenica e si ascoltano gli 883 nella radio. Almeno quelli lì neanche ci provano, risultano meno ridicoli di quelli che vogliono entrare in quel personaggio a tutti i costi, vestire i panni dell’artista. Però d’altra parte ci marci su queste persone. Sicuramente queste persone lo leggeranno nel libro e penseranno che non stia parlando si loro ma di qualcun altro e la loro autostima si rafforzerà ancora di più. C’era un pezzo fighissimo di Umberto Eco in cui parlava della captatio benevolentiae: tu inizi il discorso e dici quello che dirò non sarà sicuramente capito da molti di voi, in modo che l’ascoltatore pensi non parla di me. Poi lui parlava della captatio malevolentiae. Questo discorso è la captatio benevolentiae. C’è sicuramente questo che dice è vero c’è questa gente qui, non sapendo che in realtà anche lui è così. E ce ne sono molti che ci marciano su queste cose, e sanno di fare musica di merda. Miss Violetta fa noise elettronica e urla e basta. Fanno cagare ed è geniale per questo e lei lo sa, e lo ammette candidamente che ci sono questi Electroindiefaggoz, chiamiamoli così, su cui marci. Tu lo sai, hai la coscienza sporca ma cazzi loro.

Dopo un po’ che scrivi lo vedi che anche quelli famosi non hanno pensato prima a questi dieci concetti che mettono nella canzone. Gli unici che fanno così sono quelli che si atteggiano, che poi alla fine fanno musica di merda. Come Morgan dei Bluvertigo che è un incapace. Lui non scrive canzoni, scrive racconti. Lui scrive come si dovrebbe scrivere per la carta e poi ne fa una canzone. Lo vedi che quelle parole non sono al loro posto in una canzone. Quando scrivi ci sei tu e la pagina bianca. Hai i concetti a cui hai pensato, ne fai un racconto, un saggio. Quando scrivi una canzone sei vincolato alla metrica, alla melodia, ai tuoi tre minuti di tempo, se fai un tipo di musica alle rime. Ma dove vai?

Il discorso sulla gente che se le beve tutte non è una cosa che tiro fuori io adesso, non è una cosa che ho scoperto io, lo sanno tutti e ci marciano tutti. La maggior parte della produzione musicale esistente è fatta così. Gli artisti scrivono perché è il loro lavoro, scrivono per pagarsi il mutuo, scrivono nel modo che gli risulta più comodo coi mezzi che hanno e poi se la giustificano per darsi la longevità necessaria. Se uno dice ho scritto due cazzate che mi son venute in mente in quel momento mentre stavo in mutande su una poltrona scoreggiando e bevendo succo di frutta… non puoi fare l’artista se fai così. Ci sono quelli che entrano nel personaggio.

La ricerca sonora è fantastica. L’ha scritta un tizio che conosco tramite internet perché sono un nerd. Ha scritto un pezzo su Elisa, Apologia della signorina Toffoli. Elisa è prodotta da Caterina Caselli, lui la definisce Kalì lei è riuscita a fare un lavaggio del cervello ad Elisa, tanto che quando ha fatto il disco ai tempi diceva abbiamo fatto la ricerca sonora, abbiamo messo il tappeto sopra la batteria per avere un suono blablabla, mentre in realtà è un disco che suona Sanremo dall’inizio alla fine. Probabilmente lei ingenua ci crede, hanno dietro la persona furba che glielo fa credere all’artista stesso, poi ti escono con questi discorsi. Ma vai a cagare. Son quelle persone che si vivono addosso, me li vedo davanti allo specchio che si dicono sì, ho fatto la ricerca sonora

Quando eravamo a Roma con Marco avevamo questo progetto che si chiamava Urban Chill, abbiam fatto questo disco nel periodo in cui ha aperto il Billionaire di Briatore e una delle canzoni che c’è nel disco era stata rifatta con questa tizia che faceva da vocalist e diceva “This is the sound of Billionaire”. Era stata stampata l’edizione limitata del singolo e veniva messo su all’apertura della serata. Il nostro produttore era stato invitato all’inaugurazione, noi no. Noi facevamo chill house, che è una musica abbastanza da fighetti, e noi siamo dei cazzoni. In tutti i locali in cui mettevan la nostra musica non ci lasciavano entrare.

Il resto delle stronzate, ovviamente sta nel libro. Abbiatelo.

giovedì 26 novembre 2009

Il vento fa il suo giro

Stanotte ho visto questo film. E' ambientato nelle Alpi Occitane, in un paesino sperduto tipo Ortisè e Menas in Val di Sole per capirci, età media sessant'anni e tanta voglia di morire. Ci si trasferisce un pastore francese, con moglie e tre figli piccoli. All'inizio lo accolgono bene, poi cominciano a mal sopportare la presenza delle capre (perché è molto più semplice glorificare un passato che non c'è più che sopportarlo dal vero nel presente) e la presenza di vita non allineata nella agonia alpina dove i turisti e gli abitanti stessi vengono due settimane l'anno. Una cacca di qua, una tetta di là e l'ostilità si fa generalizzata.
Mi ha colpito tanto forse perché è una realtà perfettamente inscrivibile in quella dei nostri paesi, dove la tolleranza e la benevolenza che dovrebbe averci insegnato il Cristo rimangono ben rintanate in chiesa, tra un'ostia e l'altra (a meno che non venga il turista coi soldoni, e manco lì a volte), che il mondo è brutto e allora perchè non dargli una mano a rimanere tale?
Io non è che sto qui a contare i premi che ha vinto un film ma questo ne ha vinti assai, ed è una produzione lo-fi,con pochi attori professionisti, tanta gente del posto, mezzo in italiano, mezzo in francese e mezzo in occitano (ma si capisce tutto).
Io non è che sto qui a dirvi guardatevi i film, ma questo scendetevelo appena potete, perchè è oro che luccica.
Era dai tempi de Il mondo perduto di Malick che un film non mi lasciava con una sensazione tale. Se ci penso mi viene ancora il magone.
Nel finale ho capito che noi che viviamo in posti belli spesso non ce li meritiamo. E che matti sono il riflesso della nostra società. Quando anche il matto se ne va è meglio darci direttamente in pasto a UnoMattina e MelaVerde. Quelli sì che ce li meritiamo.

Ecco il trailer (peccato per il colore che fa cagare)


R.U.N.I e Calomito su The Mountain Sessions

I R.U.N.I. e i Calomito son venuti a suonare al Bruno a fine gennaio, quasi un anno fa. L'avventura Mountain Sessions era appena cominciata e si prevedeva di fare un video a tutti i gruppi che sarebbero passati per il Bruno. Ne abbiamo fatti un bel po' in effetti ma molti meno del previsto. Tanto che i video sono rimasti in salamoia nell'ardisc fino a ieri sera, quando finalmente ho deciso di metterci mano.
I Calomito son di Genova, fanno na roba tipo jazz forse, anche un po' rumorista e folk, na banda de fusi. In questa occasione hanno suonato nel sottopassaggio tra via Dogana e corso Buonarroti.
I R.U.N.I. vengono da Milano. Da giovane avevo una cassettina ed era strana assai. Nel frattempo non sono cambiati. Siamo stati in stazione, al telefono, poi su un treno, poi già dal treno, poi in piazza Duono, per finire a cantare Tecno siciliano sotto la sede dell'Associazione Nazionale Alpini.
Il risultato è la solita roba smarza ma divertente. Buona visione!

R.U.N.I - Live@Trento


Calomito - Live@Sottopassaggio

mercoledì 25 novembre 2009

I sunti: recensioni

Visto che sono a letto coll'influenza e ho tempo da perdere mi son messo a fare i sunti delle uniche recensioni di El se sentiva soul e della Piccola Orchestra.

N.1
Gigi Ghezzi
QuestoTrentino

Si passa da sampler cinematografici (Cronenberg, Leone, film porno, parodie pubblicitarie) a recitazioni di amici, tra i quali mi va di citare l’inarrivabile Nicola Sordo. Felix Lalù è anche autore di opere coloratissime che seguono una quasi inconsapevole linea di recycling art: composizioni in acrilico e pennarello indelebile su ante di armadi, cerchi di stufa, ecc; arte ambientalmente sostenibile ed economica (no, le radici nonese non si rinnegano). In El se sentiva Soul, il reggae si ibrida alla canzone alpina, mentre le intenzioni evangelizzatrici emergono. La blasfemia, cavallo di battaglia di Felix, non è mai irriflessa, non è conato adolescenziale, ma arma sarcastica.


N.2
Le uova dell'alligatore
Smemoranda

Se fosse nato a Milano o a Roma sarebbe già un divo. Invece è nato e vive nelle valli trentine. Certo, in Italia ad essere intelligenti non c’è gusto, ma se anche per voi c’è poco dio nei calci nei denti (sembra un De Andrè mistico fatto di acido questa geniale “poco dio”) è il disco giusto per le vostre orecchie. La vera musica indipendente italica è questa. Tra i Gogol Bordello e il West!


N.3
Marcello Mairer
(Che ora ha pure il suo blog in cui parla dei concerti in Trentino. Grande!)

Se avete in mente quei bei menestrelli noiosi e compiaciuti che sanno fare quattro accordi da parrocchia e bei testi edificanti e poetici potete stare tranquilli, qui si respira un’altra aria. Il buon Felix è un rocker, suona sporco e pesante. Lo definirei un cantautore da festa. Cose semplici ma molto efficaci e spassose come le bolle di sapone sparate da una pistola giocattolo. Felix Lalù riprende alcuni brani e li riporta verso il basso, ridandogli quella vitalità tipica della strada e delle bettole senza però farne una parodia. Anzi la parodia, dopo aver sentito Felix Lalù, potrebbe essere quella dei cori. Non dico demenziale perché in Felix non c’è niente di demenziale. Demenziale è la musica che non ha niente da dire e si spaccia per seria Musica d’Autore.

Intanto grazie ai scrittori.
Ora sono ben autocompiaciuto?
Sì, grazie

Scenditi tutto!


Molto tempo dopo l'uscita di El se sentiva soul, primo disco de La Piccola Orchestra Felix Lalù, LA OSTIA - registrazioni Artigianali ha il piacere di presentarne lo spot ufficiale, finito nel dimenticatoio per chissà quale motivo. E' stato Anansi l'altro giorno che mi ha ricordato della sua esistenza.











Per celebrare questa occorrenza da oggi tutti i dischi LA OSTIA sono scendibili gratuitamente dal myspace.


El se sentiva soul è ormai entrato nelle case di tutti i partecipanti di Amici e di tutti i preti che violentano bambini di tutto il mondo, coi suoi ritmi piacioni, i tessti memorizzabili frutto di una lunga ricerca su wikipedia. Il dj non suona, è nella hit parade di tutte le Ibiza del mondo, Ora pro Felix spopola in ogni coro della chiesa della penisola, El fret viene cantata da ogni snoborder pieno di grappa e thc di tutte le montagne dell'Olanda, Poco Dio è il nuovo inno della campagna per gli stili di vita sostenibili, il tutto senza cavarne una lira, che soddisfazione!

C'è anche il primo disco di Felix Lalù, Braccia strapate all'agricoltù (2006), venduto in 200 copie dal valore ormai inestimabile. C'era già Berlusconi ovviaamente ma al tempo la Piccola Orchestra era ancora un miraggio come la democrazia in Afganistan e contiene canzoni ormai entrate nella storia quali Mirilasso, la prima versione de La Sort e Cliff (ala bona), la prima canzone reggae in dialetto noneso, nonchè il celeberrimo Testamento del capitano.


Poi c'è lo split con Juan Saliquet, La tecnica de las tres manzanas (2008). Juan, artista madrilegno che canta solo soul e fa del taglio il suo stile di vita, venuto a raccogliere le mele in Val di Non, chiede lavoro a Felix Lalù, Felix Lalù non glielo trova e ne nasce una profonda amicizia che culmina in questo disco di otto tracce (tutta la storia qui), il risultato di un pomeriggio di deliri, superalcolici e stormi d'uccelli.


E infine lo split single con la cantante pianista Piquetitos Pierpaolo Conte/DiscoDiscoDisco, già negli Stati di Angoscia, uno dei miti della post-adolescenza di Felix Lalù, che si porta una tastiera pesantissima su per i cinque piani che separano la terra dallo Studio La Ostia (tutta la storia qui). Lo split contiene due canzoni, una triste e una allegra, con testi di Paolo Conte, Vasco Rossi e Il Teatro degli Orrori, nientepopodimenochè. Stare sulle spalle dei giganti ma non come gli Oasis.

Scenditi tutto, nella riga a sinistra del myspace della Piccola Orchestra.
Il cd è ancora in vendita, ai concerti. Come rinunciare alla versione cartonata con tutti i testi e le stronzate? Ovvero come rinunciare a pagarmi i bagordi?

Cosa vuoi di più dalla vita, discreto pubblico, ti sto mettendo tutto in bocca.


PS:
Ci sono stati problemi a scendere i file da myspace, il sito oscurantista.
Scendili da qui allora:


I Rumori delle Dolomiti (Pene, come back soon!)

Perdere un compagno di sbronze fa male. Una l'ho persa perché non ci si capisce più, uno non esce più di casa, un altro perde i capelli e si incista a casa con una che lo comanda a bacchetta, un altro mette su famiglia con l'altra compagna di sbronze, uno va a Berlino, un'altro sparso per l'Europa chissà dove a pontificare sulla cavalleria, altri lontano, distante.
Quando trovi un altro compagno di sbronze te lo devi tenere stretto ma sul più bello piglia e se ne va in Australia. Fa bene, per carità, altro che. Solo che in Australia bere costa un sacco e allora che ci vai a fare? L'unica cosa che puoi fare è mandargli un amarcord, una cartolina per fargli scende la lacrimuccia.
Come back soon, Pene!

Antefatto: quest'estate si era invitato una serie di rocker trentini a far l''alba delle Dolomiti alternativa, sulle Dolomiti del Brenta. Sabato salita fino all'Alimonta, domenica all'alba concertino acustico e discesa con tappa al Brentei a bagnarci le fauci. Alla fine eravamo solo io e il Pene e la sua (ex) morosa la Nadia. Trasportare una chitarra fin lassù con la neve ci ha disequilibrato e non poco la camminata, abbiamo suonato qui e lì e per chiunque, abbiamo anche fatto l'alba ma era un freddo boia e le riprese non sono venute granchè. E' stata comunque una soddisfazione perché alzandoci alle 5 abbiamo anticipato tutti i "tecnici". Così noi smarzoni chiamavamo i professionisti della montagna. Si distinguono da noi vestiti smarzi per i loro vestiti firmati montagna. Fanno bene per carità, ma c'è poca poesia in un vestito firmato montagna. Ci sentivamo degli eroi. Lo siamo stati per un giorno e mezzo. Abbiamo fatto i primi Rumori delle Dolomiti.
In un epoca senza eroi son soddisfazioni.

I Rumori delle Dolomiti (Vol.1)

martedì 24 novembre 2009

Bue Due

Dopo un mese di astinenze per cazzi vari posdomani tornano le meravigliosse prove dei Bue. Visto che il terzo batterista è partito per gli antipodi non ce ne rimangono che due. Peccato. Ti aspettiamo Pene!

Bue - Yo Mamacita!

lunedì 23 novembre 2009

Hanno incastrato Florian, Florian è vivo.

Chi ha visto almeno una volta la Piccola Orchestra sa che uno dei miei compari è Florian Egger. Trattasi di uno dei miti della mia infanzia. E come può un assassino diventare il mito di un bocia? Questo tipo faceva rapine. Il nostro stava facendo una rapina. Una volta in banca c'era uno sbirro, ma per caso. Sarà stato lì a tirar fuori i soldi per i giornaletti, che al tempo non c'era il bancomat. Ci tengo a ricordare che ci sono un mucchio di film sulle rapine: la regola è (sempre) lascia fare, tanto sono assicurate (per non parlare del fatto che le banche sono storicamente la versione babba degli usurai ma questo è altra cosa). Cosa mi fa sto stordito? Rincorre Florian. Rincorrere disarmato un tipo armato è da telefilm americano (e contravviene alla regola di Clint Eastwood che non sto qui a ripetere). In due parole è da coglioni. Insomma il tipo (pace all'anima sua) è morto. Morto sparato da Florian. Ora non è che io giustifico l'assassinio, per carità, ma cazzo, Candeloro (così si chiamava) ha pisciato fuori dal vaso, mettendo a repentaglio la propria vita. Ha provato a far l'eroe, non c'è riuscito, è diventato un martire. Del nulla. Comunque la questione non è ancora questa. Quello che mi piaceva del buon Florian è che poi l'hanno cercato per un po'. Io mi ricordo mesi, ma forse era meno. Lo cercarono a destra e a manca. Si nascondeva nei boschi, come Rambo, a pochi chilometri da dove son cresciuto. Per uno cresciuto negli anni ottanta Rambo, Commando e John McLane era il non plus ultra del figo (almeno finchè non è arrivato Cobain). Poi l'han preso e hanno scoperto che per un periodo, con la casa piantonata e nascondendosi nei boschi dietro casa, Florian tornava spesso a cena a casa. Quale maggiore esempio di italianità? Un cattivo che ogni sera torna a casa a mangiare knoedeln dalla mamma.
Il resto della storia è qui.
Bye bye Florian, mi toccherà inventarmi un nuovo personaggio vero adesso.


PS: poi il caso che l'abbiano preso a OSTIA non può essere un caso

domenica 22 novembre 2009

Rose Nightmare + Experience = Rock!

Il mondo si divide in gruppi e gruppi cover. I gruppi cover hanno più considerazione (perchè la gente conosce già le canzoni) e (spesso) cachet più grassi. I gruppi invece vivono sempre nel rischio di non essere cagati ma vuoi mettere la soddisfazione di farti una canzone? La differenza è quella tra il conquistarsi una donna o pagarla. O forse tra conquistarsi una donna o conquistarla perchè hai i soldi o il macchinone. Massimo rispetto, ma è un altro mondo.
Ma il mondo non è mai bianco o nero. Ci sono i reietti, quelli che partiti con roba loro si son rotti il cazzo di sbattersi e son tornati alle care buone vecchie cover per compiacere e compiacersi di.
Poi ci sono i convertiti. Quelli che dalle cover decidono di fare roba loro. Co vuole coraggio e non sempre funziona. Farsi da mangiare qualcosa di commestibile non è semplice come trovarsi la pappa pronta.
I Rose Nightmare Experience sono nati sulle ceneri di uno dei meglio gruppi cover che ho mai visto, e hanno vent'anni. Questa è la loro prima roba. Robba bbuona.
Benarrivati!
In bocca al lupo popi!


Poi gli faccio, al Tomas, bel bel, masa assoli. E lui m'ha risposto ma sas ben da n'do che vegnin!
Non so se intendeva il metal, l'hard rock o la Val di Sole. In fondo son quasi sinonimi.
Comunque bene, avanti.

sabato 21 novembre 2009

BRenda

Per fortuna non sono mai stato con un politico, anche se le mie colleghe dicono che paghino bene. E fortuna che non so niente. Ok?
Ci fosse veramente Colombo non saremmo così sicuri che non se ne saprà più niente.
O forse sono state le BR, sì, le BR.

giovedì 19 novembre 2009

San Teflon

Mi chiedevo a che cazzo serve andare su marte, sulla luna. Mi chiedevo, soprattutto, a chi cazzo serve. Sembra una di quelle cose del si deve perché si può. Hai i mezzi, la tecnologia? Che fai ancora qui sulla terra? Fatti un razzetto e parti per l'west dell'universo. La tecnologia va sviluppata perché la tecnologia va sviluppata. Poi di solito la tecnologia l'ha sempre sviluppata la guerra. Gli occhiali, il frigo, la morfina e l'anfetamina son nate magari per caso ma poi se qualcuno ha pagato qualcun altro per sviluppare certe scoperte non è mai stato per i bambini dell'Africa affamati con la pancia gonfia. Sempre e solo per conquistare. Risorse di solito. (E con esse vagine, ok, ma questo è un altro discorso).
Ieri la mia nuova compagna d'appartamento occasionale ha fatto wurstel, roba mai vista in casa nostra perché c'è dentro anche l'asino e noi l'asino non lo mangiamo. In zero3secondi la casa era odore di fumo bruciato. Con tutte le pentole antiaderenti che possono offrire i nostri scaffali ne aveva usata una alla vecchia. Io che non sono poi così vecchio non ho mai cucinato senza l'antiaderenza e allora mi chiedevo come si faceva prima, io avrei bruciato sempre tutto. Casa nostra non puzza mai di bruciato e questo lo devo solo al teflon. E da dove viene il teflon? Dovete sapere che blablabla. Adesso ve la spiego in fretta, l'ho vissto in un documentario sulla seconda guerra mondiale quindi è vero.
Stavano tentando di fare la bomba atomica ma non ci riuscivano, perché l'idrogeno si attaccava alle pareti (o qualcosa di più plausibile), è arrivato uno e ha detto proviamo col teflon. Idrogeno+Teflon=HiroshimaNagasakiBumBum.
In pratica ogni volta che non bruci il sugo qualche persona normale come noi ma deformata dalle radiazioni ringrazia.
Questo non è umorismo cinico, non c'è niente da ridere.
E' solo che il mondo è strano. Tutte le nostre comodità sono fatte sulla pellaccia della gente morta scorticata deformata e pure torturata. Se fossimo più sensibili sentiremmo le urla di dolore loro e pure di tutti i loro parenti ogni momento della nostra vita, parlando al telefono, accendendo la ventola dopo aver cagato, aprendo un rubinetto, accendendo la luce. Ma sarebbe veramente insopportabile. Meglio dare l'8permille alla chiesa.

mercoledì 18 novembre 2009

Del riposizionare la mandibola nell'apposita sede

Non so se sia stata colpa del grunge ma negli anni novanta per un giovane suonare acustico era roba da sfigati. Chiudersi nella cameretta, distillare tutto il dispiacere di non avere una vita viziosa in lamentose canzoni acustiche. Vuoi mettere coi pompini dalle groupie? Che poi la maggior parte di noi alla fine non li abbia giustamente ottenuti è altra cosa. Poi il mondo gira e torna sempre indietro con passi avanti e così gruppi acustici is back. Nella metropoli della musica suonare acustico è come girare in Vespa, zigzagando le macchine imbottigliate. Un gruppo, se solo c'è una batteria, è almeno una familiare. Un gruppo attento ai suoni e pieno di pedali è un Suv, immobile come un tank. Il Trentino non scappa dalle vicende del mondo ormai da un po'. In principio erano le Fonda Sisters. Gente che veniva dal rock e dal crossover, perfettamente consce che senza batteria gira per un paio di canzoni, poi ti tocca arrabattarti per tenere alto l'interesse, con tutto il sudore che serve. Se non sei in grado c'è la crisi. Torni ad essere lo sfigato degli anni novanta e per masturbarsi c'è sempre la cameretta. Perchè il problema dei acustici è questo, manca il beat, la spina dorsale del concerto.
L'altra sera ho visto Anansi all'Osteria Trentina. Da solo, con chitarra e looper, a volte. Roba che tutti noi che facciamo acustico dovrebbe fare i pellegrinaggi a vederlo, raccogliere il sudore in un'ampolla e portarselo a casa. O in alternativa, imparare. Perché non è mica facile col reggae. Certo il reggae è sempre bello e il levare aiuta a tenere le palpebre ben tese ma dopo un po' diventa 'na palla insopportabile, obiettivamente. Ci vuole una dote innata intanto, ma questo non basta. Il mondo è pieno di geni che si fanno le seghe davanti alla gente. Ci vuole invece una capacità di ascolto e una curiosità per cogliere qua e là quel che piace, aggiungere, maltrattare, violentare le cose belle e già sentite. Definire solo reggae quel che fa Anansi è come dire che gli omini di Haring son solo omini. C'è tutto quello che dal reggae è nato negli ultimi trent'anni, con un po' di soul (e quella voce della madonna certo aiuta) con una vena di cantautorato alla Beck di One foot in the grave che rende tutto più variegato, meno scontato. A me viene in mente più Ben Harper, e non solo per la cover di Sexual healing. Perché non basta saper suonare, bisogna saper cosa suonare e come suonarlo, e metterci il silenzio dove ci va. Poi signori, c'è gente che fa i fighi solo perché sanno fare gli assoli di questo e quello (quando questo e quello son già passati ad altro, ovvviamente, oppure morti): passare a vent'anni dai palchi di tutta Europa e Nuova Yorke con un mostro come Roy Paci (senza fare tappa a Xfactor) e poi in un buco di Trento e mantenere l'umiltà ventenne che manca ai maturi trentaquarantenni è semplicemente esemplare.
Quindi, signori musici trentini: la prossima volta che suona in acustico ve lo andate a vedere. Dopo aver riposizionato la mandibola nell'apposita sede potete anche tornare ad annoiare gli uditori, ma stavolta senza più scusanti.

PS:
Il disco, purtroppo, non è il massimo. Molto pulito, troppo pulito, e l'omo ha da puzzà. Le canzoni sono belle, molto. Le riconosco, le ha fatte in concerto, ma non c'è paragone. E' come andare a vedere la Gioconda che è piccola e bella e va vista da vicino e invece c'è la gente di mezzo, il popolo bue col sudore misto chanel, che mette effetti e chitarrine da gruppo cover ben ogliato dove non servono e si perde l'essenza. Insomma musica fatta bene, fatta per essere il numero uno.
Ti prego, Stefano, facci un disco solo acustico, anche registrato in bagno. Non smetterei di ascoltarlo.

lunedì 16 novembre 2009

Fogli di via

Mettiamo anche che io sono d'accordo che occupare uno spazio in disuso e sfruttarlo cioè fargli fare i frutti buoni per tutti è cosa buona e io la condivido, cazzo se lo condivido.
Mettiamo anche che la repressione come l'ha fatta il comune di Trento e in difesa della legalità (la legalità dico, ora in Italia vien fuori che è un valore, un fine e non più un mezzo per convivere bene le genti, ma questo è un altro discorso ancora) sia più una roba da telefilm americano che da paese civile dove di solito si parla si discute blablablà. I fogli di via poi, si torna a bandire la gente che manco nel medioevo.
Quello che hanno fatto gli anarchici a Trento è proprio una roba da boci sfigati gnegnegnè. Già Trento non è granchè come città. Certo è più figa di una citta del nordeuropa ma non ci vuole poi molto. Già a Trento non esiste la buona tradizione urbana di imbrattare i muri con cose belle, che son solo tags sfigati (oltre al peggiore che scrive sfigati sulle tags. Ci mancava solo lui, ci mancava). Gli anarchici, perché a loro pareva e sembrava cosa buona e giusta, invece di fare cose belle per la città, han deciso di riempirla di scritte così stupide (a parte Bossi ride storto, geniale, ma è una su trenta) che son contento di vivere dall'altra parte della città.
Ci vorrebbero i fogli di via, ci vorrebbero. Non per quelli che occupano, ma per la gente che imbruttisce la città. Perchè il brutto ci imbruttisce a tutti. C'è modo e modo, e mondo e mondo, signori anarchici. I signori che c'han insegnato l'anarchia non sarebbero d'accordo. E non parlo di Sid Vicious.

Foto| L'Adige.it

giovedì 12 novembre 2009

Testamento biologico

Una volta volevo essere cremato ma non si poteva. Della sepoltura non mi dava fastidio nè l'essere rinchiuso in una bara da metallaro nè tanto l'essere mangiato dai vermi. I morti marciscono inquinano la terra più degli antiparassitari e delle ciunghe. Volevo essere cremato e disperso in alta montagna, dove di solito mettono le croci. Tipo Il grande Lebowski ma con il vento a favore. Poi non tanto per la croce in sè, è che le mettono sempre nei punti migliori, come a rovinarti la festa. Poi ieri i vescovi hanno deciso che la cremazione va bene. E' plausibile che la questione non sia tanto di ordine teologico o di aderenza alle indicazioni del signore (questo non è mai stato un problema, a guardar bene la storia). Semplicemente i camposanti sono più intasati delle carceri di Fuga di mezzanotte e allargare o costruire un cimitero costa più di un risarcimento per un minore violato.
In ogni caso, ora che sarei un cristiano responsabile ho già cambiato idea. Questo post funziona come testamento oggi, è importante. Sarà perchè son figlio di macellaio. Sarà perché stando qui davanti a uno schermo piatto mi perdo gli erti di qui. Sarà perché non voglio occupare nessuno spazio nè nessun luogo. O forse perchè ho visto troppi Dexter.
Mi piacerebbe essere smembrato come una vittima di un serial killer qualunque ma preciso ed essere dato in pasto ai mangiatori di carogne in un bosco qualsiasi, così invece di diventare cenere e poi terra e poi frutti diventerei membra di bestia e poi merda. Peccato che non puzzerà che la mia che mi piace tanto.
Quando la nostra civiltà e tutte le altre vivranno nelle caverne e sotto i cavalcavia e il mondo tornerà alle bestie selvatiche, i vescovi (perché anche se saremo sfigati le loro pance rubizze non ce le leveremo tanto facilmente) decideranno che questa sarà la soluzione migliore. Primo, per evitare che ci mangino vivi. Secondo perché una bestia feroce sazia è più lenta la becca anche un vescovo obeso. Sarà un ritono al cannibalismo, praticamente. Evvai.

mercoledì 11 novembre 2009

La liberazione dei pelati


Quando eravamo piccoli il mondo era più semplice. Ad esempio uno con la testa rasata senza pelo era 1. uno skinhead oppure 2. uno in chemio. Quelli con la pelata si tenevano la vergogna. Altri per la vergogna aumentavano la vergogna col riporto, che è quel nascondere che evidenzia. Nessuno avrebbe mai pensato di rasarsi. Questo per la connotazione di cui sopra. Siccome non si poteva chiamare pettinatura da chemio la chiamavano taglio alla tenente Kojak o al massimo alla Yul Brinner, che erano così da anni, in barba ai pregiudizi. Anche i negri si rasavano, molto prima dei bianchi ma si sa che a parte il fatto di essere i nostri progenitori biologici e geografici e quello di aver inventato il jazz, il blues, il rocknroll, l'hiphop il fistfcìking e (quasi) tutte le forme di cultura pop che poi i bianchi hanno copiato, a loro non è mai stato dato molto credito.
Poi a un certo punto verso l'inizio degli anni novanta è svanito il maleficio. La liberazione dei pelati ha portato nel mondo a folte schiere di teste rasate, da Sacchi a Mazzocchi a mio zio a Pantani. Quelli della chemio han scoperto la bandana e gli skinhead li riconosci comunque per gli anfibi e le braghe schiacciapacco.
Ora la quesito che ciò da qualche giorno: chi è stato il primo dei personi conosciuti a fregarsene e rasarsi copiando (per l'ennesima volta) la pratica dai negri?
Non che questo ci riporti indietro la semplicità del mondo.
Purparlè.

martedì 10 novembre 2009

Pisciare in piedi è da trogloditi

Così dicono a Berlino. Sono andato a Berlino e ho visto Fight Club. Ho scoperto che Jim Carroll è morto quest'estate ma la sua morte è stata soffocata dal funerale di Mike Bongiorno. E' vissuto fin troppo, per i suoi vizi. Carroll, non Bongiorno. Sentito Architecture in Helsinky, Depeche Mode, Mogway, Johnny Cash, Knife. Letto Mr.Wiggles e La spacciatrice viola di Daniela Perissinotto. La casa della nonna, i clienti sfigati, l'ex che si fa le pippe col braccio dentro una mucca, l'ingegnere con l'alzeimer, la setta che muoiono due giorni dopo, il padre di uno se la fa in bagno mentre lei è strafatta, lei si innamora, la sgamano un po' si e un po' no. Il resto leggetevelo. Mangiato currywurst, chinesebox, tagine, hawayburger e tutte le schifezze buone possibili. I controllori non li fanno con la divisa. Prendono gente che sembra smarza. Punkabbestia, turchi, così non li sgami. A Est c'è il tram, a ovest la metro. Tanti baristi sono gay perché son più puliti e trattano meglio le persone. Per la prima volta nella mia vita sono entrato in un bar e uscivano le dolomiti sonore dei Kyuss. Neoangin è il gruppo di elettronica da cameretta di Jim Avignon, il mio artista vivente preferito. Il bloody mary fa cagare. Proprio tanto. Mi son perso il concerto di Neoangin, cazzo, per colpa di una cena amarcord e luculliana. Ho fatto bene. Ho visto dal vivo la ruota su sgabello di Duchamp. E' una ruota su uno sgabello. Una macchina enorme per raccogliere l'acqua piovana e poi dire questo è arte, una tipa che spacca i vetri delle macchine parcheggiate lì apposta, e le vecchie e i vigili le fanno ohyeah col dito, uno che urla fino a finire la voce, come se quelli che la vorano al mercato non lo facciano già tutti i giorni. E delle casse chiuse. Certe cose è meglio tenerle nascoste. I curatori dovrebbero tatuarselo sul monte di venere, dovrebbero. Poi se una roba si puo entrare a due a due invece che tutti insieme sembra più figa anche se è una cagata totale. A Milano dicono geniale per tutto. O forse è solo la Vale. C'abbiamo tutto da imparare, noi della montagna, c'abbiamo. Poi alla tele c'era uno che faceva le piroette su due ruote su un bobcat rosa con su il coniglietto di playboy. Faceva anche il bullo. Sull'aereo si mettevano l'amuchina. Solo per farci sentire in colpa e irresponsabili. La stesssa tipa dell'amuchina guardava male una coppia con un cucciolo di uomo che piangeva come se l'avesse lasciato la ragazza. Dovvremmo ringraziarli, i genitori dei boci che piangono sugli aerei. Almeno loro mandano avanti la specie che ci pagherà la pensione che non avremo. Infine, se il grado di civiltà di una città si misura dalla bellezza delle cartoline che trovi nei bar, Berlino sta morendo.
Ah sì, c'era anche la storia del muro. Ai figli che non avremo che chiederanno di questo evento (che poi ne faranno uno ogni dieci anni) potrò sempre dire che non ho visto un cazzo perché me ne sono battuto le balle.

mercoledì 4 novembre 2009

Discreto pubblico, corri in libreria!

Apriamo lo spazio pubblicità di oggi con un libercolo che c'ha levato l'estate da sotto i piedi, a me e alla Daliona.
Parla delle band trentine. Non c'è niente di quello che potete trovare sul myspace.
Nomi dei componenti? Strumenti suonati? Chi se ne incula.
In che anno s'è formata la band? Genere prediletto? Chi se ne incula.
Concorsi vinti? Aperto il concerto nel pomeriggio per la rockstar che suona la notte? Chi se ne straincula.
Qui si parla più della vita della gente, di scrivere canzoni e suonare in una sala prove fumosa come una bisca degli anni trenta, di caricare e scaricare amplificatori e tante altre vaccate.
Da oggi è in tutte le librerie del mondo, così finalmente me lo levo dai coglioni.

Autore: Dalia Macii e Oscar de Bertoldi

Titolo: Bastarock. L’underground dei Bastard sons of Dioniso

Editore: Egon
Pg.: 140
Anno: 2009

Prezzo: 13€

Isbn: 978-88-96215-18-0

in libreria dal 4 Novembre

Non è facile definire cosa si intende con l’espressione scena rock di un luogo né quali siano gli elementi che accomunano i gruppi che ne fanno parte. In molti casi è il nome di una città a diventare sinonimo di uno stile e di un particolare tipo di sonorità. Ma è sufficiente la mera condivisione di uno spazio geografico per condividere anche l’orizzonte musicale?

Bastarock applica questo criterio alla provincia di Trento e racconta la sua piccola -ma insospettabilmente varia- galassia di gruppi. Abbiamo cercato di fotografare un mondo sotterraneo, una scena musicale underground che con una punta di ironia abbiamo definito sottobosco. La sfida è la scelta di raccontare tutto il corpo sommerso di un iceberg affiorato in seguito all’improvviso successo dei Bastard sons of Dioniso.
Ci siamo messi in viaggio sulle strade del Trentino, alla ricerca di un’attitudine per il fare musica e suonarla dal vivo. Insieme alle parole abbiamo raccolto tutto il materiale possibile: fotografie, locandine, materiali, gli oggetti feticcio di ogni gruppo. Per non perderci in vaghe generalizzazioni di sociologia giovanile abbiamo eletto l’aneddoto come filo conduttore di questo viaggio: le situazioni paradossali, gli episodi, le storie e gli aneddoti capaci di restituire l’anima di ogni gruppo.
Uno dei luoghi principali di questo viaggio è senz’altro Sonà Music Club di Pietramurata. Sul muro del locale c’è una scritta fatta a mano con lo spray da un vicino esasperato: Basta Rock, ho fat la not (Basta Rock, son rimasto sveglio tutta la notte).

Dalia Macii | Oscar de Bertoldi



In realtà questo mi mette in grande difficoltà perché oggi esce anche il libro nuovo di Luttazzi, La guerra civile fredda.
Io corro a prendermelo.

venerdì 30 ottobre 2009

Che sia l'ultima volta che suono alla Sonà?

La prima volta che ho suonato alla Sonà mi sa che era il 2002, forse addirittura il 2001. La stanza tappezzata di Gianni Agnelli era ancora sorda, il terzo piano era ancora spoglio. Abbiamo dormito in una delle stanze polverose del terzo, quella che poi è diventata la stanza nera credo. La mattina al mio risveglio c'era la compagna di liceo del Barnabi che era venuta con noi che studiava. Noi tentavano di ripigliarci dalla balla di rosso e lei studiava. Che bel quadretto educativo. Ma questo non conta. Alla Sonà c'ho visto gran concerti, a volte sono arrivato quando non c'era ancora nessuno e alla fine mi hanno scopato fuori come il peggio dei Bukowski. C'ho suonato quattro volte, c'ho fatto un murales poi altre cose che non si dicono. Da gennaio tutto questo non si ripeterà più (non lì perlomeno) perché abbattono la Sonà. Vi ricordate quando i talebani hanno abbattuto le statue del Budda e tutti a indignarsi perché abbattevano le statue che sono la storia e la memoria dei popoli? Abbattere la Sonà è la stessa cosa, solo che noi siamo quattro beoni e non una religione e allora contiamo meno.
Ma arriviamo al dunque. Stasera alla Sonà c'è un concertone coi cazzi. Per cominciare La Piccola Orchestra Felix Lalù con parte della roba nuova superrock (per l'occasione la sua versione obesa Belix Baloo) con Johnny Mox, all'esordio da solista. Un po' per uno, un po' insieme come Jollyx Malibù. A seguire i Fango, superstoner dalla luna. Per finire la ciliegiona velenosa sulla torta, i Putiferio. Nomen omen, signori, che tte lo dico affare? Ci canta il mio cantante preferito dopo Paolo Conte. Ti pare poco?
In tutto questo ci sarà anche la presentazione del libercolo che mi è capitato di scrivere quest'estate in compagnia dell'amica Dalia Macii, un libro sull'underground trentino che si chiama BASTAROCK (ci sarà in anteprima stasera anche se esce mercoledì prossimo nelle librerie tutte). Viaggioni su viaggioni dalla Val di Rabbi al resto del suolo autonomista per sentire la gente e gonfiare l'estate di storie di tutti. Il tour di presentazione non poteva che partire dalla Sonà.