lunedì 29 dicembre 2008

Facciamo che tiriamo le fila

L'anno scorso di questi tempi stilavo i miei buoni propositi per il 2008. Non che avessi grandi aspettative, ma guardandoli ora noto che qualcosa è cambiato veramente. Qualcosa invece è rimasto uguale ma almeno me ne sono accorto.

Se fossi mericano, questa sarebbe la colonna dove sono un loser. Invece sono italiano, quindi posso riproporre lo stesso proposito senza pensare che per un anno intero non ce l'ho fatta, oppure abbandonarlo senza pormi alcun perchè nè alcun siccome.

COSE CHE NON HO FATTO:
- giocare di più: solo un paio di sfide a morra col compare Barnabi, tanto per non perde la mano (una con vittorie alterne contro nonesi, un'altra con grande vittoria contro Fede dei Bastard/El Verza, eheh), ma nient'altro, niente scacchi, niente vril. Però ho imparato la cirulla, una scopa genovese più complicata.
- passare più ore nel bosco e meno al computer: solo tre settimane a Rabbi, con ampie passeggiate nelle prime due e tanta neve da spalare la terza.
- fare qualche balla di vin rosso in più: sempre troppo poche, l'ha detto Hank.
- tra le varie identitá, acquisire e a pieno titolo quella di O'lele Dechadiez Boo, ovvero diventare finalmente il quarto Supercane: niente, stavolta è andata male.
- chiamare a casa, ogni tanto: l'altro giorno mio padre ha detto a uno che non mi vede da un anno. Era sarcastico ma neanche tanto.
- tentare di essere pagato per qualcosa di soddisfacente
: a parte oziare per tre giorni per le vie di Trento durante il festival dell'economia (ho incorniciato la ricevuta) e qualche altro spettacolello, il lavoro che più ha occupato il mio anno è stato solo un lavoro, utile per l'affitto e i vizi
- essere più pronto con le risposte taglienti

- guardare tutti i film in lingua originale: fatto, ma neanche tanto. In compenso ho guardato tanti cartoni. Vale lo stesso?

COSE CHE HO FATTO:
- mangiare meglio: mangiare meglio che in una casa olandese con 13 studenti non è poi così difficile.
- scoprire almeno tre gruppi veramente fighi: 5'Nizza e Flight of the Conchords li conoscevo già, quindi non vale, quindi Offlaga Disco Pax, La CriptaCrew, Elbicho, Le Luci della Centrale Elettrica, Putiferio e Fela Kuti mi bastano, son 6.
- incazzarmi di meno ma anche preoccuparmi di meno: fatto, fin troppo.
- godermi un po' di più il sale della vita, anche detti gli amici: mi sembra fatto, anche se non basta mai.
- vedere più concerti di gruppi fighi, magari vedere per l'ennesima volta Paolo Conte, prima che muoia come un vero jazzista: niente Paolo Conte, che ha ricominciato a girare da pochi mesi. Direi che Offlaga Disco Pax, Zu e Putiferio, Jacarè, Rage Against The Machine e Lightning Bolt possono bastare.
- evitare la tv ma soprattutto di parlarne: fatto, bene, bravo, ora però che i miei compagni di giochi bastardi sono in tv mi toccherà, cacchio.
- continuare a cagare regolarmente: come dicono in Inghilterra, I'm a watch.
- fare qualche canzone con la Piccola Orchestra, e coinvolgare altra ggente. Si tratta pur sempre di un'orchestra: questo l'ho fatto in pieno, ne ho pronto un cesto.
- tornare in Spagna, o andare in Grecia. Un accurato affanculo con ispezione anale al Nord Europa e ai posti freddi dove non si parli dialetto stretto: fatto, almeno per la Spagna, anche se solo per pochi dì.

COSE CHE BOH:
- imparare un po' di saggezza da chiunque, specialmente da chi saggio non è o non sembra: boh, non so, il proposito non sembra tanto male, ma come lo verifichi?

Un discorso a parte vale per:
- mangiare carne umana, possibilmente senza uccidere o ferire nessuno: non è poi così facile dai, mi concedo una propoga, alla maniera degli statali

Allora sono un winner o un loser?
Chissenefotte. L'anno è stato niente male. Tanto si vive in situazioni di crisi da una vita, son quelli abituati bene che soffrono.

venerdì 26 dicembre 2008

Antonio Cassano vs. la Triade

Venerdì scorso mi trovavo nelle Tre Torri Gemelle del Potere Autonomo a parlare del progetto alla cui stesura ho partecipato. A mio parere, e a parere delle carte che ho letto per fare questo lavoro, manca buona parte di ciò che dobbiamo consegnare, ma secondo la santa trinità presente (che in difesa della privacy chiamerò Prov, Compr e Univ) ciò non costituisce problema. Ciò non costituisce problema a tal punto che non se n'è parlato. La consegna del malloppo è stata democristianamente procrastinata di due mesi perchè le elezioni che ci sono state nel mezzo hanno rallentato la cosa. Si è accennato al fatto che in questi sei mesi io e il mio collega avremmo dovuto essere formati per il poi che ci era stato sventolato sotto il naso alla firma del contratto (un poi fatto di stipendio eccetera). La triade è convenuta sul fatto che nessuno si è occupato di formarci e che quindi sarebbe utile trovare e consultare (all'ultimo, in corsa e in ritardo) qualcuno di già formato che tolga le chiappe dal fuoco alla faccenda.
A questo punto, con diplomazia da guerra fredda, ho osato sollevare alcuni appunti:
1. a noi scade il contratto a fine dicembre
2. suppongo che allo stato delle cose ci sia ancora bisogno di noi
2. saremo noi presi in considerazione per l'eventuale poi?
3. qualora chiamassero qualcun altro non sarebbe meglio che lo affiancassimo per imparare qualcosa nei due mesi di interregno?
A queste parole sono stato zittito fantozzianamente dal mio capo supremo (il capo del mio capo) perché ciò non concerneva la riunione. Da notare che, dopo sei mesi di onorato servizio, avevo avuto il piacere di conoscere il mio capo supremo (che conoscevo solo come uno dei tanti supertrombati delle ultime elezioni) solo cinque minuti prima.
*
A questo punto Antonio Cassano si alza con tenuta e fare samporiani e rompe la formalità sbraitando: Ma allora questi ragazzi li state prendendo per il culo? Se li volete mandare a casa dopo sei mesi e promesse da marinaio ditelo subito, così risolviamo la questione!
A quel punto la santa trinità s'è guardata negli occhi, ha stretto le spalle e ha annuito come quell'ingenuo sgamato a rubare in chiesa a ui nessuno ha spiegato che nel belpa bisogna negare, negare sempre, anche l'evidenza.

Il sogno si è interrotto così. I miei sogni son sempre molto terratera. Il particolare di questo è che la seconda parte, quella dopo l'asterisco*, l'ho solo sognata. La prima l'ho realmente vissuta, e poi sognata. Si chiama residuo diurno. E' quando delle questioni rimangono irrisolte nella realtà e ci pensano i sogni a risolverle al calar della notte.
Non che nutra particolare stima nel pibe de bari. Evidentemente lui è il mio Charles Bronson da riunione, il mio John McLane in maglia da ciclista. Ripara i torti subiti nei miei sogni.
Grazie Antonio, vieni più spesso a trovarmi.

martedì 23 dicembre 2008

Superclassifica 2008 (Droga in cambio di sesso)

La notizia del giorno è questa ragazza che si da(va) in cambio di qualche grammo di hashish. Considerando che qualche grammo di hashish vale molto meno di un giretto con una prostituta (anche se negra che costano meno) e che invece di una prostituta si può avere una diciassettenne democristoaustroungarica nel fiorfiore della sua gioventù, non mi resta che disperarmi. Se fai queste cose alla mia età ti mettono in gabbia perchè negri e albanesi ti deflorino, ma se le fai ancora minorenne al massimo ti sculacciano.
Cosa mi sono perso! Averlo saputo prima, tipo dieci anni fa, avrebbe fatto la differenza. Io arrivo sempre che l'avanguardia ha già spareccchiato da un pezzo.

Per questo la mia Superclassifica del 2008 non contiene solo dischi di quest'anno solare, ma i dischi che han circolato con più gusto nel mio giradischi mp3 in quest'anno solare in cui anche i banchieri han pianto un po' (fino all'arrivo della social card per banchieri, giusto un cinìn più cospicua di quella dei porigrami).
Per fortuna, contrariamente alle diciassettenni, i cui petali si paracadutano ben prima dell'inverno, per i dischi non è mai troppo tardi.


Superclassifica 2008

(sempre inarrivabbile)
0. Paolo Conte - Psiche (2008)
ora passiamo ai mortali

1. Il teatro degli orrori - Dell'Impero delle tenebre (2007)
2. 5'Nizza - Pyatnitsa (2003)
3. Elio e le Storie Tese - Studentessi (2008)
4. La CriptaCrew - Nuvole Vol.3 (2008?)
5. Le Luci della Centrale Elettrica - Canzoni da spiaggia deturpata (2008)
6. Putiferio - Ate Ate Ate (2008)
7. Fela Kuti - Zombie (1976)
7. The Last Shadow Puppets - The Age of The Undestatement (2008)
8. One Day As A Lion - S/T (2008)
10. Vampire Weekend - S/T (2008)

domenica 21 dicembre 2008

C'è grosso crisi/Galeotta fu l'alga

C'è grosso crisi compari. Come le coppie alla frutta e i famosi che vanno all'isola, anche La Ostia - Registrazioni Artigianali ha deciso di aprirsi ad una "nuova frontiera" ad "avventure nuove". Potevo fare piano bar ma non so nè cantare nè suonare quindi ho optato per le più semplici canzoni su misura, che è come fare piano bar o dare il culo ma sembra meno mercenario.
In più Mogol mi deve dei soldi all'ultima volta che siamo stati a Budapest a tope (come se ci fosse un latro motivo per andare a Budapest. Per vedere Buda? O Pest?). Lui è uno di quelli che ha pretese particolari ed è pure tirchio, così ha finto di dimenticarsi il bancomat (l'ho visto perchè si toccava la fede). Io mi son tenuto le mie voglie da democristiano non troppo represso e in cambio del mio amicale silenzio ho guadagnato un bonus di un bel po' di liriche, spendibili fino ad estinzione del debito.
La prima richesta mi è venuta da due amici.
Alessia e Daniel sono due limnologi, studiano le alghe, e proprio discutendo sulla stratificazione delle diatomee si sono guardati negli occhi come due che si guardano negli occhi ma non pensano all'iride e alla pupilla. Così è sbocciato il loro amore, un dolce su e giù in acqua dolce.
Ho spedito questa storia al Mogo (chiamarlo Giulio mi imbarazza) e dopo poche ore mi è arrivato questo testo che ricorda molto il primo Battisti. Non proprio la sua miglior creazione, ma cosa volete, è un vecchio e bolso.
Io poi non è che sono un genio dell'interpretazione, così mi sono fatto aiutare dall'amico Fabbio da Genoa.
Cosa non si fa per soldi cumpà!

mercoledì 17 dicembre 2008

Nunca te acuestaràs sin saber una cosa mas

In Italia si va in Spagna per sport. Si dice che bella la Spagna per sport. La Spagna è il giusto rifugio per l'italiano che non vuole imparare lingue e in più la cultura è simile alla nostra, si vive con meno, si fuma più o meno dove si vuole e alla gente piace far festa. Quindi che vadano, i signori, invece di continuare a dire che ci vogliono andare. Al solito finiranno a far ghetto con altri italiani e torneranno con due dita di fegato in meno.

Ma non è di questo che volevo parlare. Ieri son tornato da un weekend a Madrid. Son stato a trovare un po' di amici che ho conosciuto lì. C'è Jose (l'astrinauta a destra) che scrive per El Mundo, ha appena finito un megaarticolo sui 100 più ricchi di Spagna. Contrariamente a quello che pensavo non c'è nessun calciatore, son tutti immobiliaristi, speculatori, ma pare che la cuccagna stia finendo anche per loro, c'è grosso crisi. Jose fa parte della famiglia più grossa e strana che io conosca. Son 7 fratelli. Pedro fa l'informatico, Isa lavora in Albania e prima ancora in Romania, Ana vive in una specie di casa comune ne La Latina e non adora il dio denaro come tutti noi, mentre Clara ha lasciato la scuola elementare dove insegnava per vivere in una fattoria vicino Granada, dove coltiva capre e piante. Loro non li ho visti stavolta. Ho visto gli altri due: Juangas (l'astronauta a sinistra) vive nella campagna vicino Madrid, coltiva la terra con un gruppo di amici per quello che qui sarebbe un gruppo di acquisto solidale. Prima viveva a Madrid, insegnava musica in un'elementare, la stessa di Clara, mi affittò il suo appartamento senza riscaldamento per tre mesi. Ora se la gode in campagna. Carlitos è il fratellino minore, ha 23 anni e fa il musicista (nonchè colui che mi ha insegnato il reggae dando avvio alla blasonata Piccola Orchestra). Quando l'ho conosciuto era uno sbarbo che suonava molto metal ma si vedeva che aveva le orecchie lunghe. Ora è un chitarrista della madonna, suona latin jazz, un poco di flamenco e tutto quello che gli sale dai coglioni. Suona nei La Fritanga e nei MaracatuFM. Con i ragazzi della Fritanga, tutti 20-25enni, suonano anche nella ConFusion, fanno latin jazz e jam session tutti i martedì a El Local, in calle Tres Peces, a Lavapiès. Suonano alla grande. Poi ho visto Edurne, la bellissima colei amica di un amico che mi ospitò per un mese. Ora lavora con Oscar (che fece l'erasmus a Trento, che allah lo abbia in gloria) e Nacho (che canta ne Los Desechos) nell'associazione nazionale delle associazioni dei vicini. Ho visto anche Juan, il madrilegno che ho cercava lavoro durante la raccolta delle mele (ve lo ricordate? Abbiamo registrato otto canzoni in un pomeriggio).

Ogni volta che li vado a trovare mi prendo una boccata di cultura spagnola. Scopro cose nuove. Ad esempio stavolta ho scoperto:
- Elbicho, da Madrid, fan flamenco fusion, o flamenco progressivo, canzoni che possono anche durar un quarto d'ora. Potrebbero un side project montato nel tempo libero da vecchie glorie del flamenco e del jazz, e invece son miei coetanei. Tanto di cappello
- Kultur Shock, da Seattle, una via di mezzo tra Gogol Bordello e Sistem of a Down
- Zdob Si Zdub, moldavi, fan patchanka balcanica
- dopo i 5Nizza, russi che fan reggae, questa è la volta della San Petersburg Ska Jazz Orchestra Review, un'orchestra russa che fa ska (mai capito perché quelli che fanno ska devono sempre mettere ska nel nome. I metallari che son veramente truzzi non lo fanno mica. Bah)
- The Go! Team, superpop strano dalla terra dell'albione
- che i gitani chiamano payo(s) tutti gli altri, come qui li chiamano gagi. Fin qui tutto bene, niente di nuovo. I gruppi si distinguono dagli altri affibiandogli un nome. La cosa divertente è che uno spagnolo è un payo, un sudamericano è un payo pony, per l'evidente differenza di statura.
- tre nuovi detti, vado pazzo per i detti:
no hay mal que por bien no venga>>>non c'è male che non vegna per il bene (fa un po' Pollyanna ma vabbè)
corres menos que el caballo del malo>>>corri meno del cavallo del cattivo
fallas mas que una escopeta de feria>>>sbagli più di un fucile del luna park (li torcevano perchè la gente sbagliasse il bersaglio)
- sti due programmi La Hora Chanante (vedi l'imitazione di Madonna e quella di Bjork) e Muchachada Nui (vedi quella di Hulk Hogan) che meritano. In realtà è lo stesso programma che ha cambiato canale. Considerando che qui han chiuso Luttazzi e Mai Dire e tutto il resto fa più o meno cagare è una delle poche consolazioni che mi rimangono.

Quante cose si imparano in tre giorni no?

Ho anche fatto un piccolo video La Ostia al Carlitos. Niente roba difficile, reggae fatto bene sotto il cavalcavia dei suicidi (in pieno centro a Madrid, han dovuto mettere paratie trasparenti alte due metri, sennò pulire sotto era un casino).
Eccolo qui

giovedì 11 dicembre 2008

Sondaggio #1: Vota la tua copertina preferita

C'è questo disco quasi pronto.
Da qualche giorno c'è il sondaggio in alto a destra per il nome. Io sono ancora indecisissimo, devo ancora trovarne uno che mi soddisfi pienamente e che, ad allah piacendo, lo rappresenti.
Allora ho preparato alcune possibili copertine, così per rendere la cosa ancora più difficile.
Votate la vostra preferita, chissà che mi decida una volta per tutte. Potrei scegliere quella votata dal campione di pubblico che ha tempo da perdere e legge questo blog, oppure fare il figo e decidere di scartare proprio quella perché piace, e mantenere la mia dignità d'artista indipendente, eheh

1. Lalù c'ha dio in panchina
2. Hai lasciato la porca aperta
3. La baita n'goppa o'mare
4. Ho lasciato l'orso sul fuoco
5. (senza titolo)

Eccole (non che su bianco rendano molto)




















domenica 7 dicembre 2008

Avvolto dentro a una bandiera vuol dire morto scoppiato da una bomba e chiuso dentro una bara di legno e una tromba come colonna sonora

Le canzoni di guerra o di soldati sono sempre un po' patetiche, c'è sempre la speranza, la patria, la bandiera e poi c'è sempre qualcuno che muore. Hanno tutte un'aura di vecchio, impegnate ma intrise di ritmo da balera. Pensavo che ci fosse il tempo per tutto, e che il tempo per le canzoni di ignoranza patriota fossse passato. E invece non finiscono di smentirmi. Invece di glorificare il kalashnikov, padre di tutte le guerre civili del 900 e oltre, ne hanno fatta una sui caduti di Nassirya. Ci sono dei passaggi criticabili, ad esempio per difendere la pace/e portar democrazia (che fa rima con Nassirya e fanatica follia) e anche con il sangue, col dolore/per un nome: libertà. Certo, i fatti son sempre opinabili e i morti sono morti e da quando uno muore non si può che parlarne bene (a parte Hitler e Mussolini ovviamente) solo che il tutto puzza un po' di cravatta al collo dei maiali.
Ma in fondo è una rumba (o una polka, o un foxtrot, bah) e l'importante è che i gambaletti color carne possano solcare le piste e tenere il ritmo, in fondo lo show must go on. E poi la patria vende. Non va più come il pane ma è un evergreen, si vende ancora discretamente.

sabato 6 dicembre 2008

Allevaci dal male

Ok, il mondo è pieno di sfigati. Ne è piena la televisione, ne è pieni i giornali, n'è pieno il mondo che è bello perchè è avariato. Non che tutti quelli che son fuori dal mondo siano sfigati, ma spesso lo sono, sfigati e inetti. Che poi possano vivere con inettitudine, facendo quello che sanno fare è cosa loro. Finchè non vengono a vendermi la loro merda come oro. Non che mi vengano a suonare al citofono, ma qui è pieno di citofoni, e uno a raccontare le proprie stronzate è meglio se sta a casa, così parla con se stesso, si dà ragione e pacche sulle spalle.
Giovanni Allevi è uno di questi. Lui fa anche roba figa, porta la classica nel pop e forse il pop nella classica. Fa le sue canzoncine, ha i suoi bei coglioni mentre suona. E' a suo mod uno sperimentatore. Non che sia il primo, ma la sua versione pare un po' più scanzonata. Me lo vedrei suonando il piano a muro in una balera, con intorno le gonnone che centrifugano, e tutti giù a applaudire.
Solo che è uno sfigato. C'ha quasi quarant'anni ed è ancora lì nel mondo delle favole e di ogni scoreggia fa una cagata. Ha pure scritto un'autobiografia in cui spiega tutte le sue menate. Qui trovate la sinossi con le maggiori stronzate estrapolate dal suo libbro, c'è di che perde le ganassie. Io non sono tanto d'accordo sul fatto che sia una posa, che sia artefatto e si inventi un personaggio un po' fuori dal mondo. Secondo me è proprio così, purtroppo, uno sfigato senza rimedio, con tutto il rispetto per gli sfigati veri.
Poi va in televisione e dice cose del genere (sintetizzate qui), non si può che ridere di lui, e ridere di un musicista (pure bravo, forse e a suo modo) a me rode un po'.
Mio padre direbbe solo pic e badìl, lapidaria, senza verbi, che è sprecare fiato.

giovedì 4 dicembre 2008

Bela Lugosi is not dead, he's in the mountain

Ultimamente mi capita per lavoro di avere contatti con politici e presidenti ci categoria. Proprio ieri ho avuto il dispiacere di parlarecon uno di loro (conversare/dialogare son parole grosse, vista la considerazione di cui mi ha degnato), presidente di categoria.
Si sta lavorando alla stesura di una piano di sviluppo che serve per l'attivazione di un progetto europeo (ovviamente senza il progetto imminente non ha senso fare un piano di sviluppo, eheh). Questo presidente di categoria si lamentava del fatto che quando si sono ascoltati gli attori locali, invece di raccogliere solo le testimonianze dei delegati e dei rappresentanti ufficiali, noi ricercatori abbiamo chiamato anche semplici rappresentanti (non ufficiali), scelti attraverso una specie di casualità ragionata (discrezione del ricercatore per tentare) con l'obiettivo dell'inclusione (vocabolo che riempie le bocche come un profiterol ma che viene trattato come la scoreggia che ne deriva il giorno dopo). Ei sosteneva che bisogna fare tutto dall'alto, che l'assemblearismo non ha mai portato a niente, in sostanza che il popolo è becero e non sa di cosa ha bisogno. Quello lo sanno quelli abituati a saperlo e riportarlo nelle alte sfere, quelle coi dineri per intenderci. Io gli spiegavo che qui non si tratta di mamma provincia sola e delle sue abitudini incancrenite e democristiane (e italiche e terzomondiste per capirci), ma dell'Unione Europea, un organismo che è formato anche da paesi con tradizioni politiche differenti, meno oligarchiche e nepotistiche. L'UE infatti, gli spiegavo, richiede massima trasparenza e massima partecipazione. Per svolgere un accurato lavoro di raccolta dei dati dal basso (l'approccio bottom-up è uno dei pilastri di questo tipo di programmazione) si devono ascoltare gli attori locali, giustamente delegati e rappresentanti di categoria, ma è posta molta enfasi sulla partecipazione dei cosiddetti outsider, le categorie e gli attori che per vari motivi rimangono ai margini o sono meno considerate o semplicemente non hanno voce nelle associazioni di categoria, o non hanno associazione di categoria. Questo riportano manuali ed esperti di progettazione allo sviluppo. In caso contrario il rischio paventato è che la progettazione non faccia altro che consolidare e cristallizzare oligarchie esistenti, obiettivamente uno degli ostacoli principali per lo sviluppo di un territorio.
Il signore allora, da buon politico ha fatto il giro largo, risostenendo che l'assemblearismo non porta a niente, che dal punto di vista pratico è inefficace, allunga i tempi a forza di obiezioni e si perde di vista il fare, che la democrazia va bene ma solo se è rappresentativa, che sono i rappresentanti che devono decidere per gli altri (anche per quelli che non sono d'accordo) e altre stronzate da vecchio babbione democristiano panzone e orgogliosamente austroungarico ma del tutto pizzaemandolino (o luganegheeformai) che non sto qui a ripetere. Il tutto rivolgendosi ai due che aveva davanti a sè al tavolo del bar, senza mai (dico mai mai) guardare in faccia me che (in qualità di unica persona in sala ad aver letto carte, delibere e seghe burocratiche e a sapere qualcosa di progetti europei e di sviluppo territoriale) gli avevo posto la questione.
Io che ero più giovane di almeno quindici anni dal più giovane dei convitati al tavolo, e probabilmente almeno di trenta sull'eta media degli stessi. Tutti che annuivano con la ggiustareverenza.
Mi sono sentito veramente schifato, un coglione in mezzo ai furbi. Perché per mantenere i furbi del mondo è necessaria una pletora di coglioni come me. Ho pensato forse è per questo che lui scalda una poltrona da parecchi zeri e io sono ancora lì con un contratto a progetto.
Il risultato è che ho ripreso a mangiarmi le unghie (ero appena riuscito a smettere) per non mordere alla giugulare quel vecchio di merda (o assaltarlo con un machete, con molta più soddisfazione personale) e il mio contratto sta finendo, e se ieri sbottavo in un bar (per l'affermazione di boss hog qualunque) al cospetto del mio capo e di tutta sta gerontocrazia a gennaio mi attacco al cazzo. Me ne andrei dall'Italia solo per non essere costretto a sentire queste cose e la boria e la serenità con cui le si dice. Sono un vile perché rimango? Ebbene sì. Sì, cazzo.

mercoledì 3 dicembre 2008

Tutto fa cucù

Il sole è tornato, la tacca del nokia è tornata, la luce è tornata, due giorni interi alla luce delle candele, due giorni interi senza StudioSport.
La neve è già calata di un po', adesso ce n'è solo un metro o poco meno. Solo che il sole come lo si vede nella foto è il massimo dell'esposizione giornaliera del paese. Qui il sole torna all'epifania, e per qualche minuto al giorno. Indi per cui, sostiene il mio vicino, su questa sponda del Rabbiès la neve durerà almeno fino a marzo. I miei zii li sta rimpatriando la Farnesina, una low cost che è tutto un programma.

martedì 2 dicembre 2008

Calamità/tattà

Da domenica sera non c'è luce. Non è un'alba nucleare ma se metto le dita nelle prese non succede niente. Tutta la valle è al buio. Come se non bastasse è buio alle quattro e mezza. Quelli col generatore se lo godono. Per gli altri sono romantiche cene a lume di candela e poi a letto presto. E in luglio>>>boom delle nascite.
Ieri sera c'è stata per un blitz di gioia e poi niente cchiù. E siccome il telefono va a luce, non va neanche il telefono. E poi ieri andava solo la vodafone, oggi neanche quella. Scendendo verso la val di Sole stamane ho visto che toglievano degli abeti dai tralicci proprio all'imbocco della val di Rabbi, speriamo ripiglino almeno la luce, sti gonzi imprevidenti.

domenica 30 novembre 2008

Connivenze/Coincidenze

I miei zii mi han lasciato l'incombenza (o il piacere) della loro casa mentre loro se la spassano in Tailandia. Tornano venerdì, o meglio tornerebbero, se l'aeroporto di Bangkok non fosse occupato dall'opposizione di governo. Mal che vada prolungano le vacanze, che disgrazia.
Caso vuole che mentre loro sono reclusi in vacanza qui in Val di Rabbi c'è la più grande nevicata da non so quanto, perlomeno da che ho memoria. Stanotte ho lasciato la macchina in paese e son risalito per un chilometro nella neve fino alle ginocchia. Poi di giorno passo il mio tempo a spalare. Quando ho finito di fare il giro ce ne son già altre due dita dove ho iniziato. Silenziosa come Silent Bob, implacabile come Schwarzenegger.
Questo è un aggiornamento scattato a mezzogiorno e un altro qualche minuto fa.

Mi sembra di essere quelli della Flainet, la squadra di Holly e Benji che aveva la maglia rosa come la Juve a volte, che viveva in montagna e si passavano il tempo a togliere la neve dal campo per poter allenarsi, col risultato che erano una squadra di mediani, corridori senza l'asso che avevano tutte le altre (a parte David Flanaghan, che era una buona ala, ma sicuramente non all'altezza degli altri.). Lì servivano per dimostrare la forza del collettivo mentre gli altri facevano palla lunga e pedalare. Comunque questo non c'entra.
A prescindere dalla Flainet, qui c'è dio che guarda giù e bercia e chi m'ammazza ammè?

martedì 25 novembre 2008

Il fulmine sbarluccicoso

Non trovavo parole per descrivere quello che abbiamo vis(su)to martedì scorso. Verona, Interzona, unica data italiana dei Lightning Bolt, con spalla gente più vecchia ma altrettanto controcazzuta come Ovo, duo theaterthrash o qualcosa del genere, e Zu, di cui abbiamo già scritto qui.
Dicevo, mai visto un concentrato così piccolo di energia. Questo è il video che meglio esplica.



Io ignorantemente non li conoscevo, è stato Johnny a consigliarmeli.
Una botta di vita, ma meno costosa. Anche i video non sono niente niente male.

Lightning Bolt

Live in Indonesia




2 Moro Moro Land




13 Monsters




Vile House




Dracula Mountain

lunedì 24 novembre 2008

Eremo con wireless

Da poco più di una settimanella sono confinato nella casa dei miei bisnonni in val di Rabbi (più precisamente qui). Un accogliente eremo con la wireless. Ho passato quasi due anni della mia vita qui ma mai d'inverno. Questo è il paesaggio di quando sono arrivato, rimirando San Bernardo e Ceresè dalla finestra della cucina.

Poi è successo qualcosa che ancora non mi so spiegare. Credo che di sopra stessero festeggiando qualche evento particolare in compagnia delle polverine che danno il buonumore. Forse qualcuno ha mancato di rispetto al sacro vassoio. Forse è entrato lo spiffero del nord. O più probabilmente il solito coglione (San Tommaso presumibilmente) ha starnutito al momento giusto e tutto il bendiddìo (è proprio il caso di dirlo) si è libbrato nell'aere celeste, più come in una scena di Matrix che in una boccetta col duomo di Milano, con gli occhi nella disperazione dei convivianti. Fatto sta che poi è caduto tutto, in preda a chissà quale forza di attrazione verso il basso. Il tutto nel giro di mezza rivoluzione terrestre.
Il risultato è questo.


Ciò mi rende (se possibile) ancora più isolato, considerando il fatto che se il sole non arriva - e lo farà verso l'epifania - la neve sbarluccicante mi terrà compagnia finchè non ridiscendo.

Al più presto nuove nuove dal fronte.


domenica 23 novembre 2008

Basilico con gradi

Ho ritrovato queste ricette che consideravo perse. Non so se interessa a qualcuno, scriverle qui è un modo come un altro di non perderle definitivamente. Il liquore al basilico è molto buono, la grappa basilico e limone ancora di più. Chiedete pure a Fabbio, quant'è bbuono. Dopo essersene scolato un discreto quid (non tutto in una volta) il buon compare millanta da mesi di portare il vero basilico da Genova (e più precisamente dal quartiere del basilico, un po' come farsi portare il fango da Abano), tanto che noi, aspettando come coglioni, ci siam persi il basilico indigeno (che schifo!) e per quest'anno niente liquore al basilico. (Sì, è vero, una volta l'ha portato, ma il viaggio l'aveva smosciato, e sappiamo che il liquore pretende basilico macho)

Vabbè, ad uso e consumo di urbi et orbi, eccola, la ricetta, direttamente dal ricettario di Luisa, la mamma di Irene.

Liquore al basilico

- 1 litro di alcol a 95 gradi
- 80 foglie di basilico (mi raccomando, del medesimo quartiere di Fabbio)
- 700 grammi di zucchero
- 1 litro di acqua distillata

Preparare un infuso con l'acqua distillata quasi bollente e le foglie di basilico fresche.
Lasciar raffreddare e riposare per un giorno.
Filtrare e unire l'alcol e lo zucchero.
Aspettare due giorni, durante i quali agiterete spesso il recipiente.
far stagionare 4 mesi in cantina.


Grappa limone e basilico

- 1 litro di grappa
- 30 foglie di basilico
(mi raccomando, del medesimo quartiere di Fabbio)
- la scortza di un limone
- 5 cucchiai di zucchero

Mettere in un vaso le foglie di basilico fresche e cospargerle con lo zucchero.
Chiudere il recipiente, agitare un po' e lasciarlo riposare un giorno.
Versare la grappa sul basilico e aggiungere la scorza di limone.
Lasciare in infusione 4 settimane in cantina.
Filtrare e consumare dopo 2 mesi di stagionatura.



sabato 22 novembre 2008

E Rael sia

Proprio l'altro giorno si conveniva col compare Fabbio che di tutte le religioni c'è capitata la più comoda. L'unico sbattimento è andare una volta in settimana per un'ora in un posto dove c'è gente che conosci. E poi puoi anche comportarti male, tanto poi ti confessi e con qualche pateravegloria (da recitare anche internamente, sulla fiducia) tutto torna magicamente come prima. Pensa a un musulmano, che deve pregare ciunque volte al giorno, e nella direzione giusta se no non vale, non può bere, non può mangiare speck (quindi neanche un segalino con speck e formaggio), deve digiunare un mese anche se fa il muratore e una volta nella vita andare in un mega villaggio vacanze al caldo con la sabbia che ti soffia negli occhi. Questa è passione (nel senso del patire), questa è vera devozione. Poi il premio non è il supremo svacco del paradiso ma uno stuolo di femmine, vuoi mettere?
Io nella mia ignoranza mi tenevo comunque il cattolicumine: la macchina è stretta ma ha tutti i comfort. Poi ho visto la puntata de Il Testimone, il programma di Pif, sui raeliani (grande puntata, vedersela!). Rael si che è uno con la riga in parte. Lo rapiscono gli alieni, gli mostrano un mondo lontanissimo e perfetto, questo torna, dice hei, c'è un mondo perfetto di là. Facciamo una religione che bisogna cercare la felicità e facciamo l'amore libero! In terra, Maometto, in terra. Rael è uno furbo? Macchè, un genio, e pure gioviale (e ti credo!).





Per vederle meglio, qui.

venerdì 21 novembre 2008

Doppia Coppia!

E' bello quando scopri che due tuoi amici si mettono insieme.
La SubPop è l'etichetta per cui i Nirvana incisero il primo melvineo Bleach, gran disco, una roba tipo un carillon con una bella musichetta che va alla metà della velocità.
I Flight of The Conchords sono il mio gruppo preferito. Si autodefiniscono il formerly New Zealand's fourth most popular guitar-based digi-bongo acapella-rap-funk-comedy folk duo. Se i Tenacious D sono grandi, loro sono i Tenacious Z.
Ecco, se la fanno con la SubPop (sono molto oltre il limone), e questo è il primo video tratto dal loro album, Ladies of The World, una canzone d'amore per tutte le donne del mondo, proprio tutte. Il video rispecchia esattamente l'atteggiamento scanzonato/smarzo ma coi controcazzi dei nostri. Ci sono le scene in cui si vedono solo i piedi che fanno numeri coi pattini, altre in cui cantano ma si vede solo il busto come nei film smarzi o anche Autumn in New York, altre ancora in cui pattinano ma si vede che è malaccio. Le migliori son quando fanno le acrobazie e le loro facce son messe li col computer.

giovedì 20 novembre 2008

Ve lo ricordate il righello da 20?

E' molto probabile che questa roba sia già passata su mille altri blog, da Beppe Grillo fino all'ultimo degli indignati, ma mi preme riproporre i videi-verità mediat(ic)a di Piazza Navona.





Questo per due motivi.
1. Perchè è bene ricordare. Ora che la maggior parte della gente ha una videocamerina in tasca, ora che il tubo è libero e accessibbile ognove e le immagini raggiungono più gente uno pensa che l'indignazione possa crescere. Invece no. Governo e polizia ti prendono per il culo come prima. La differenza è che ora le immagini ci sono, ma comunque le guardano solo gli indignati e quelli che guardano Annozero. Niente di nuovo sotto il sole dunque, ma già che ci siamo ricordiamo, che non fa (quasi) mai male.
2. Perché bacia manina che qualcuno s'è sbattuto a raccogliere e mettere le didascalie. Quindi grazie, massimo rispetto, somma ammirazione, grazie. Solo che a me m'ha scassato sto fatto del dividere sempre il mondo in due: i buoni/cattivi, fascisti/comunisti, cappuccino/macchiato.
Il TG2 dice che nel corteo ci sono studenti sia di destra che di sinistra, ma guarda caso quelli pestati non sono studenti o cittadini che manifestano pacificamente, ebbene sì, sono compagni.
Quelli che pestano non sono stronzi infami violenti boriosi senzaddìo e screanzati cittadini che (sotto lo sguardo orgoglioso delle forze dell'ordine) pestano altri cittadini senza motivo alcuno, punibili in quanto tali. Quelli sono fascisti. Non capisco. E' peggio un pestatore o un pestatore fascista? (Walter de Il Grande Lebowski direbbe che son meglio i secondi, perchè almeno hanno un'etica)
Il terzo video poi son solo immagini sacrosante ma con una canzone punk e fastidiosissima dei Los Fastidios che inneggia all'antifascismo. Io son riuscito a finirlo solo perché avevo grande motivazione. Che senso ha farcire sempre tutto di fazioni quando si vorrebbe che queste infamie senza colore dovrebbe vederle tutti anche mia nonna, anche mia cugina e la lattaia che ha chiuso?
Fascio infame/ti nascondi ed alle spalle mi colpisci con le lame/non ti fai vedere in faccia non serve a niente/con la tua puzza di merda ti distinguo tra la gente è una bella nenia, divertente, unisce ma ha rotto il cazzo anche a chi si sente di sinistra. Siamo sempre fermi al confronto masculo che si fa col righello da 20. E' da lì che è ora di muoversi.

venerdì 14 novembre 2008

Piquetitos + Felix Lalù - Pierpaolo Conte/Disco Disco Disco (split single)

Ferve l'attività domestica dello Studio di Registrazione La Ostia, in procinto di spostarsi sulle montagne. Stavolta è passata la compare Paola aka Piquetitos, recando seco una tastierona della Korg pesante quanto uno yankee di 13 anni. E proprio lo strumento obeso ci ha dato l'imbeccata sopra cui abbiamo aggiunto aggiunto aggiunto finchè le canzoni sembravano scoppiare non poterne più. Per i testi invece c'era pigrizia e poi il mondo è pieno di gente bulla che scrive no?
Per ora di cena La Ostia aveva già sfornato due pezzoni nuovi di pacca, due finte canzoni originali ma anche due finte cover.

Il primo pezzo si chiama Pierpaolo Conte. Il titolo nasce dalla contrazione di Paolo Conte e Pierpaolo Capovilla, gli autori dei testi. Adesso non è che sto li a scrivere quali canzoni, quale album, quale anno, ecc., non siamo nerd fino a questo punto. La canzone è che autunnale è dire poco.
La seconda si chiama Disco Disco Disco ed è molto più allegra, per fare da contraltare alla somma tristeza della prima. Fa molto circo, molto affrica anche. Il testo è del buon Vasco, dei tempi in cui forse le canzoni se le scriveva ancora lui. Forse.
Buon ascolto!

Piquetitos Felix Lalu - Pierpaolo Conte/Disco Disco Disco (split single)


mercoledì 12 novembre 2008

Artigianato Rulez

Mi scrive il compare Matia (si con una t, e allora?). Viene da quei paesi veneti che reclamano autonomia, ma poi è partito per ammore per la Portogallia. Pare che la vita gli sorrida, niente di meglio. Mi scrive così:

uff che non posso mai sentirti liiiive

in un corso dell uni qui che si chiama officina di tecniche artigianali dobbiamo fare un oggeto in argilla basato nella tradizione portoghese

il mio artigiano di riferimento é lui: mi sembra di ritrovare incredibili somiglianze conle tue opere (opere si scrive con virgolette o senza?) é in pt ma credo si capisca ciaociao matia

Obrigado Matia, scoprire gente bulla è sempre un piacerone. Il tipo è uno con la riga in parte. Lui sì che sa che l'arte non è altro che l'artigianato inutile. Il vecchio Joaquim la sa lunga e fa le cose col cuore e coi coglioni, un po' per sè e un po' per il mondo.
Se ti piace ci sono un mucchio di artisti che fanno °*("opere")*° del genere. L'art brut è l'arte degli ignoranti, l'arte di chi se ne frega di sapere se fa arte o se si sta solo divertendo con le cose del mondo. Somma invidia per l'ignoranza.
Qui c'è un bel po' di roba.
So che sei abbastanza intelligente da sapere che il discorso del quello lo so fare anch'io non funziona tanto. Appunto per quello è difficile. Cosa certa è che te la godrai, e non poco, a farlo.
In bocca al lupo cumpà!
Un abrazo
Oz

p.: credo che il mondo giri così. opere si scrive con virgolette se l'artista non vende (per scelta sua o del resto del mondo), quando invece vende si scrivono senza: potere del sistema.
Nel mio caso credo si possa scrivere """opere""".

martedì 11 novembre 2008

Sega Evolution pro

Ma chi lo dice che gli oggetti non sono importanti, che non migliorano la vita? Dopo lo straordinario successo de il rosario elettronico, il Felix Lalù of Giving Advices, ha scovato l'oggetto che cambierà per sempre i tuoi momenti di comunione più intima.

(facciamo che se sei donna cambi il genere da sola, ok?)
Sei stufo di fingere che una mano (e per di più tua) sia una figa della madonna?

Sospetti che la signorina sexy che ansima come una cavalla dall'altro lato sia in realtà una cinquantenne frigida che fa la calza per un'amica del bridge?
Ritieni (anche se in disaccordo con la tua compagna) che l'amore a distanza non costituisca tradimento in sè?
Ti senti soli mentre ti masturbi?

Ecco la soluzione a tutti i tuoi problemi.

La Nintendo ha creato Oi e Oo, le sue nuove interfacce erotiche.

Create dalla Università Bauhaus di Weimar (la cazzo di Bauhaus? Bah) Oi ed Oo sono due interfacce plug and play da inserire nel controller della Wii: per lei a forma di vibratore e per lui a forma di anello. Queste due periferiche trasformano i movimenti della mano in sexy vibrazioni, anche a distanza di chilometri.

Non che si faccia meno fatica, ma sputaci sopra...

lunedì 10 novembre 2008

Thanks to be (Washington) DC

Io non c'ho mai creduto, ma l'escalation delle Lega mi aveva preoccupato, e non poco. Ero lilì per farmela in mano. Ma i trentini è gente prevedibile. Se da una parte hanno dimostrato di non essere diventati leghisti da un giorno all'altro (anche se la Lega ha preso più del PdL, azz), hanno comunque confermato di essere i democristiani di sempre.

Ora manca solo sapere chi saranno le nuove tette da mungere. Chissà che non impari anch'io, invecchiando.
Bah


Ecco i risultati

giovedì 6 novembre 2008

Non è poi così negro

Ero davvero interessato a sapere chi avesse vinto. Così interessato che ieri manco mi ricordavo cazzo. E non è sarcastico, lo ero davvero.
Insomma alla fine ce l'ha fatta. Il primo negro alla guida dell'impero, come in Independence Days o qualche altro film che non ricordo. La realtà raggiunge la fantascienza, come con il cellulare, il controllo totale, la Wii, le macchine volanti, i viaggi nel tempo. Sarebbe bello se ci fosse anche Kuato.
Comunque, e mi sembra un'ovvietà, non è poi così negro come lo si descrive.
Good luck, cumpà. Come si dice in valle, ades corghe drè!

venerdì 31 ottobre 2008

El dia que vino Juan Saliquet

La vita è così. Ogni tanto esce la matta, a sconvolgere la mano.
Qualche settimana fa, durante la raccolta delle mele in Val di Non c'è uno fermo davanti al magazzino delle mele. Mi ferma con accento spagnolo e mi chiede se mi serve aiuto. Racimolo il mio castellano e gli rispondo a modino. Si chiama Juan, è madrilegno, ha superato la trentina da qualche primavera e cerca lavoro. Gli dico è dura, quelli dell'est ci fanno il culo a tutti noi latini, su e giù pei piòli. E a me mi serve nessuno dico, che noi si raccoglie in quattro, ma se vuoi c'è mia sòrrata lì al baracchino dove passano i campesinos che ti può mette na bbella parola. Gli dico chao, che in spagnolo si usa solo per accomiatarsi, que tengas suerte tio! Trova lavoro al mio paese. A fine raccolta incontra Rupi, un catalano che vive in Val di Non, che lo imbìta a casa sua. Juan defatica qualche giorno nell'unico pezzo di Spagna in valle. Un giorno gli racconta che ha conosciuto uno di Casez, con la barba, che parla spagnolo. Rupi tira fuori una mia foto e mi chiama. Il giorno dopo, ieri l'altro, Juan scende a Trento. Piove abbestia e lo porto con me all'agenzia delle entrate. Facciamo due chiacchie, scopro che è artista, dipinge. A Madrid non si vende granchè, dice, ha deciso di fare la raccolta per poi farsi un giro. Il Mantegna a Mantova, Firenze, forse Roma. Mi racconta della sua esperienza con le mele: il tipo l'ha fatto lavorare come un negro e l'ha pure pagato poco, bestemmiandogli dietro quanto basta e avanza. Però Juan è contento, la raccolta gli ha risvegliato le mani. Ha imparato la tecnica di raccogliere tre mele alla volta con la stessa mano. Io gli dico bella scoperta zio, qui i bambini lo imparano alla catechesi, ma lui è fiero, e ne ha ben donde. Alla fine l'ha pure ringraziato nonostante tutto, il capo stronzo. Rupi gli ha detto che sono musico, salendo in ascensore mi dice che gli piace cantare, improvvisare. Io gli faccio de puta madre hombre. Mangiamo un pasto italiano all'ora italiana e poi vediamo cheffare. Il tempo è veramente merda, piove come se dio avesse scoperto che c'è Divina candidato. Gli faccio dai proviamo a cantare qualcosa, è intimidito, allora tiriamo fuori la boccia di Jerez Fundaciòn che Demis ha portato per le registrazioni di She's in a coma. Ce n'è ancora tre quarti. Juan ha una voce della madonna e lo stile soulfunky che non t'aspetti da uno spagnuolo, lo piazzi lì a cantare e non si ferma più. Facciamo la base, canta qualcosa, poi ricanta qualcos'altro senza sentire la voce di prima e al finàl rimezcliamo tutto per vedere quello che salta fuori. Canto alla cieca, sperimentazione. Juan è così preso dalla cosa che fatta una canzone non ho neanche il tempo di salvare le tracce che mi incalza, versandomi chupiti ambrati di fuoco. Ci fermiamo solo cinque minuti quando stormi di uccelli neri spennellano il cielo come un buon effetto della DreamWorks, robe che è bello non lavorare così riesci a vederle e dan gusto alla vita. Alla fine della boccia lo Studio La Ostia ospita otto dico otto nuove tracce.

LA OSTIA
Registrazioni Artigianali

è lieta di presentare:

JUAN SALIQUET y FELIX LALU'
LA TECNICA DE LAS TRES MANZANAS

(2008 - LaOstia°°2)

Juan Saliquet y Felix Lal� - La tecnica de las tres manzanas





Magari più avanti la metto da scaricare. Per ora ascoltatevela qui.

sabato 25 ottobre 2008

She's in a coma feat. Wice e Demis

Continuano le registrazioni del primo long playing de La Piccola Orchestra Felix Lalù. Il titolo è ancora in via di definizione: dopo il postmoderno AgroGroove e l'ambiguo Hai lasciato la porca aperta, il titolo provvisorio attuale è l'eretico Lalù c'ha dio in panchina, ma non è da escludere un'altra dozzina prima del definitivo. D'altronde manca poco, le registrazioni son quasi finite.
La cosa si è presto trasfomata in un Pavarotti & Friendz per magri. Non che escludiamo gli obesi, semplicemente nascondiamo le torte della nonna.
In questo video potete vedere i compari Wice (The Bastard Sons of Dioniso) e Demis (Absinth Effect), strappati alle rispettive e cazzute band per un duetto inedito, calati nell'accogliente atmosfera domestica del LA OSTIA STUDIO con una gustosa boccia di jerez e chiamati ad inventare un testo sulla base martellante di "She's in a coma".

martedì 21 ottobre 2008

Al ritmo di dio

Ti è mai capitato di sentirti solo mentre preghi?
E di recitare i misteri gaudiosi al posto di quelli dolorosi?
Senti che la tua litania non segue il vero ritmo di dio?
Il rosario classico ti sfugge dalle mani sudate?
Sei senza dita e non riesci sgranarlo?

Problema risolto cumpà. E' arrivato il Rosario Elettronico con cuffie!

Il Rosario Elettronico con cuffie, prodotto in Italia dalla ditta PREX, è un innovativo apparecchio di dimensioni ridotte, comodo e portatile.
Dotato di cuffie e tracolla, il santo rosario è recitato da una voce femminile e da un coro di persone che risponde.

Il rosario digitale PREX dispone di un pulsante per selezionare il giorno della settimana desiderato, ciascuno con i suoi misteri. Semplicissimo da utilizzare, il rosario elettronico può essere ascoltato come riflessione oppure si può rispondere alle Ave Maria come di consueto.
Per tutti, il rosario digitale è utile per chi viaggia, per chi vuole pregare in movimento (auto, treno,aereo, ecc.) ed è consigliato per anziani o ammalati.

Compralo qui


Grazie a Elena per la segnalazione

lunedì 13 ottobre 2008

Giorgio va pian, che l'è en vedro

Quando Lupin sta per morire Zenigata va in para e cerca in tutti i modi di salvarlo. Perché? Perchè non si può vivere senza la propria nemesi. Perché il gioco è nell'eterna lotta delle parti. Perchè anche quelli che odi sono un punto di riferimento. Cosa farebbe Tex in un mondo senza cattivi? Probabilmente si consegnerebbe al bricolage, ma questo non c'entra.
Se le rockstar muoiono è lo stesso, ci risparmieranno le cagate bolse della vecchiaia Quando invece sono gli stronzi a mancare per un attimo il mondo sembra più bello e giusto, poi invece scopri che è un peccato, perché vederli invecchiare ha un che di macabro e piacevole.
E poi con questi succede sempre che appena da morti son beatificati. Se in fondo questi leader dellìodio sono uomini con contraddizioni e scarti improvvisi e una vita vera, le loro versioni beate e santificate diventano oltremodo pericolose in mano alla folla sconsiderata e becera e in balia di delfini senza coglioni e spesso sfigati, allo sciacallaggio di una leadership grassa e vacante.
Mentre vedere Bossi post-ictus che parla con metà corpo è meglio che vederlo glorificato, Haider che si schianta andando a manetta come un James Dean crucco e xenofobo lo farà solo finire più in fretta sulle t-shirt commemorative.
Io non me la perdo.

giovedì 9 ottobre 2008

Blog Action Day 2008: Poverty

Il mondo si rivolta come un calzino. A WallStreet dove cagano i soldi dal culo l'han fatta fuori dal vaso, guadagnando vendendo i debiti della gente. Un paradosso? Un controsenso? Vai a dirlo agli autisti negri delle limusine, che adesso portano i turisti ugandesi in risciò per due nichelini. Niente paura cumpà, la Merica ci mette la pezzona.
Ma hey, non è mica abbastanza signori.

Il Felix Lalù Institute of Giving Advices ha preparato un piano di salvataggio.
L'occasione è il Blog Action Day 2008, che ha come tema la Povertà.


Blog Action Day 2008 Poverty from Blog Action Day on Vimeo.

Ormai i soldi sono out. Ormai i vucumprà, i senzatetto e gli zingari sono poveri obsoleti. Ci hanno già provato ad aiutarli, e non funziona. I precari sono troppi, non vale la pena. I ricchi sono i nuovi poveri. I brocker i nuovi hobo. Bisogna tornare ai cari buoni vecchi aiuti umanitari.
Hai una bottiglia di champagne avanzata dall'ultimo capodanno? Un barattolino di caviale che serbavi per la visita del capo? Tua moglie ha una pelliccia avanzata dagli anni 80? Un bambino negro adottato in Vietnam che non puoi più mantenere?
Combatti la nuova povertà! Invia questi beni di prima necessità ai nuovi poveri. Il Felix Lalù Institute of Giving Advices glieli consegnerà all'attico sotto il ponte di Brooklyn.
Un nostro collaboratore a progetto passerà sotto casa vostra il 15 ottobre a ritirare la merce. Fatelo pure aspettare, tanto non lo paghiamo a ore, eheh.

Prenotatevi qui sotto: scrivete cosa potete donare! Anche un misero Swatch Rolex può fare la differenza.

mercoledì 8 ottobre 2008

Firma anche tu per la lingua ladina nonesa solandra eccetera, non parlerai più un vile dialetto

La lingua è un dialetto con un esercito. La lingua è una fotografia immobile (o in carrozzina) di un momento. Una volta che la scrivi si ferma lì. Pensa all'inglese, che si scrive come si parlava molto tempo fa, e adesso è una sega perché la fonetica non corrisponde più alla grafia. La lingua è mezzo di comunicazione ma anche strumento di potere. Il dialetto è il cugino di campagna della lingua: sempre un po' più indietro con le mode, ancorato al paesello e vede la lingua come quella che sa, che gli insegna la vita di città, le nuove musiche, le nuove droghe.
Il dialetto va preservato? Boh: cinicamente: tutto deve morire, a partire dai nonni, quindi muoia anche il nonno dialetto.
Ma se vogliamo preservarlo come facciamo? Il dialetto è fluido, è l'acqua del fiume, mentre la laingua, quella scritta, quella codificata, la cristallizzazione del fiume, il triste fiume d'inverno. Se preservarlo equivale ad usarlo anche a dispetto della sua connotazione negativa (dialetto=ignoranza) è presto fatto. Basta farlo: morto chi lo fa, muore (giustamente) anche il dialetto.
Se invece vogliamo preservarlo come si fa con i dialetti del potere allora dobbiamo codificarlo, ma allora quale variante di dialetto teniamo? Ad esempio, come già detto in altro post, in Val di Non uovo si dice in 7 modi diversi. Qual è l'uovo giusto? Qual è il vero nònes? Come lo dico per non sembrare uno sfigato che parla il dialetto del dialetto. Usiamo il dialetto del capoluogo? Ma se gli stessi capoluoghesi concordano il loro dialetto è il meno puro.
Mi giunge da Michele (a cui va un sentito grazie cumpà, onore al merito per lo sbattimento, ce ne fossero..) questo link per il riconoscimento della lingua nònesa.
Dotti e linguisti inscrivono la nostra parlata nella sfera della ladinità. Mio padre direbbe che no serve mia far i studi no. Io che non ne so niente non c'ho messo molto a notare che il ladino parlato assomiglia troppamente al nòneso dell'alta valle. Vuol dire che avrò più possibilità di farmi una ladina, un giorno.
Quindi io firmo. Io firmo tutte le petizioni che mi danno. Di solito l'effetto che hanno è ingrassare l'industria del riciclo della carta. Questa volta invece nessuna spesa in più per il pianeta.
Firma anche tu.

Ma a cosa serve riconoscerlo? Nessuno sa spiegare bene il perché. Una superficiale ricerca del Felix Lalù Institute of Giving Advice ha scoperto che il riconoscimento della lingua nonesa porterà infiniti benefici.
Riconoscere il noneso farà risalire lungo il torrente/fiume Noce soldoni sonanti dalla lasciva disponibilità della provincia per studiare la lingua, insegnarla eventualmente nelle scuole, far musei, doppia segnaletica, gare di poesia, composizioni musicali, tesi di laurea (in fin dei conti qualcosa potrei mungere anch'io) e magari una paginetta sul L'Adige, per sentirci ancora più autonomi (oltre ai politici, che strumentalizzeranno ineluttabilmente il prezioso lavoro del nostro Michele).
Tutte cose che volendo si possono fare senza grandi spese e senza tante celebrazioni.
Che poi la gente che lo parla non riesca a leggerlo questo è un altro discorso. Andranno edotti>>>>>>>>more and more contributi, dear mother provincia.

martedì 7 ottobre 2008

I sunti vol.7: ecco spiegato l'arcano di "Sono della Val di Non"

«È entrata subito nell'orecchio della gente che ci ascolta ai tendoni durante le feste paesane, ci è stato chiesto di inciderla per ascoltarla in automobile». La «Valium» ha dunque «ingaggiato» l'assessore provinciale Franco Panizza (compaesano di Portolan) come manager. Panizza ha contattato i vertici della Cassa Rurale di Tuenno Val di Non e l'Azienda di promozione turistica: «Perché non produrre dei dvd per promuovere la valle a livello nazionale?» «Non chiediamo alcun compenso - illustra Portolan, che di professione è agricoltore -, per noi l'importante è che il singolo venga distribuito il più possibile, in maniera gratuita poiché le spese sono coperte dagli sponsor. Ma l'obiettivo più ambizioso è far diventare «Io sono della Val di Non» la canzone che accompagna la promozione della valle resa famosa dalle mele. «La mia idea, che ho condiviso con l'Apt - svela Panizza - è di stampare dvd con percorsi cicloturistici ed enogastronomici che potrebbero diventare più interessanti agli occhi dei turisti, se accompagnati dal video musicale in cui tra l'altro si possono ammirare le bellezze storiche e naturali».
(L'Adige, 15/12/2007)

Vedi articolo originale

Grazie Igor Portolan
Grazie Valium Band
Grazie Franco Panizza
Grazie APT Val di Non

La Val di Non tutta ringrazzia

lunedì 6 ottobre 2008

Il pendolarismo dei puttanieri

Sabato davanti ad un locale solandro un tipo ava del suo Mercedes decappottabile e di come ha fatto tranquillamente il passo del Tonale un giorno che nevicava di brutto, tornando da Bergamo. Si era recato nella ridente cittadina lombarda in cerca di compagnia, letteralmente "a troie, o mejo al night".
Si dice dei puttanieri che abbiano una forte propensione al pendolarismo, per via del controllo sociale. Uno di Verona viene a Trento (e viceversa) così almeno non rischia che il collega o l'amico o peggio, il vicino di casa, lo becchi con le mani nella marmellata. Quindi donne e buoi dei paesi tuoi ma troie dei paesi suoi.
Si parla tanto dell'impronta ecologica, di camion che viaggiano vuoti e di quanto incidano sul riscaldamento globale. ma nessuno ha mai pensato ai puttanieri. Questi si fanno i chilometri solo per pocciare e tornare indietro, anche se la qualità delle professioniste autoctone è presumibilmente la stessa.
Come ovviare a questa fuga di capitale verso l'esterno? In che modo convincere gli indigeni a godere delle puttane nostrane (ancorchè straniere) in modo da non inquinare il pianeta?
Il Felix Lalù Institute of Giving Advices stavolta non ha nulla da proporre. Son cazzi loro. E anche nostri. E poi qui sui monti io non sputerei tanto sopra al riscaldamento globale, col freddo che fa.

venerdì 26 settembre 2008

Cazzi e fighe everywhere

Un tempo, forse traviato da Freud, dalla chiesa o dalla massoneria, pensavo che tutte le immagini celassero delle metafore sessuali. In fondo qualsiasi concavità può esse una figa e qualsiasi convessità ricorda un cazzo. Sono complementari, c'è poco da fare. Col tempo ho dimenticato questa teoria ma vedendo questa genialata mi è tornata a galla. Quelli della Diesel son sempre dei bulli e forse avevo ragione.


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giovedì 25 settembre 2008

Sono della Val di Non

Stavolta facciamo il giro largo. La musica nasce non tanto come espressione dell'io (o dell'ego, per come la si concepisce oggidì) ma come mezzo (anche se poi a volte diventa strumento) di espressione dell'anima collettiva di un gruppo. Le musiche nutrono i gruppi di potenza e di volontà. La passione con cui si canta un inno popolare ha pochi eguali. Mi spiego sarà pure figo un assolo, ma non si è mai visto che masturbarsi sia meglio che unirsi ad altri/e*.
L'inno nazionale (così come i canti popolari) uniscono la gente che non si conosce. In quel momento ci si veste dell'inno che si sta cantando. Lo si indossa con gusto. Fratelli d'Italia è una marcetta simpatica. In fondo è come noi italiani. L'inno tedesco è proprio crucco e triste. L'inno americano è sbarbato, è un'epopea. Quello spagnolo (anche detto Franco, Franco que tiene el culo blanco), è svaccato e bambinone, senza bisogno di tante parole. Quello del Trentino è serioso e poco autoironico ma in fondo è una passeggiata vera nelle nostre montagne. Ognuno ha l'inno che si merita.
E' per questo che presento al mondo l'orgoglio della mia valle, un anthem moderno, oserei dire un inno.
Tacabanda

Igor Portolan e Valium Band - Sono della Val di Non



Grazie a FedeZ per la segnalazione


*fermo restando che molti dicono che sia meglio una buona sega che un cattivo matrimonio

martedì 23 settembre 2008

Non conti niente/se non conosci un Grisente

La grande novità trentina di questa stagione è lo scandalo degli appalti ecc. La novità non è tanto lo scandalo in sè ma l'uso delle intercettazioni. Qui le mode arrivano tardi, in questo caso quasi fuori tempo massimo. Pare, lo dicono i protagonisti, che anche i retti trentini (una pacca sulle spalle per il doppiosenso) pratichino lo sport nazionale del c'è un amico di un amico di mio cugino e del lei non sa chi sono io. Si sa che qui non fai niente se non conosci quel politico o quel pappone. E questo vale, tanto per restare nel democristianesimo, così in cielo così in terra. Hai un bel daffare mia azienda onesta e valida a partecipare agli appalti come pure hai un bel daffare mio caro lauriato a mandar curriculi. Carta sprecata. Meglio invece allacciare una fitta rete di conoscenze, mio bel PR con o senza carta in mano. Selavì.
Anche qui comunque la poltrona non la si molla tanto facilmente. Se non fossimo stati in campagna elettorale il buon Grisù sarebbe ancora lì a scaldar di peti. Dicono poi che questo sarà un duro colpo per la campagna elettorale del centrosinistra trentino, in fondo con Dellai e soci eran come tarzanelli e perizoma.
Ma secondo me, caro Dellai, non c'è da proccuparsi.
Primo perché in fondo qui siamo democristiani dentro e la DC è un po' più nella marga che nel centrodestra (giusto un po').
Secondo, per il semplice fatto che per la gente quel che è successo non è nè disonesto, nè immorale, nè tantomeno vergognoso (ah, la vergogna, che sentimanto deprecabile, ce l'hanno anche gli ebrei). Immorale è essere negro o frocio o zingaro o tutti e tre. In fondo tutto è stato fatto per dare lavoro alle aziende trentine. Ha agito male ma ha fatto bene cazzo, l'ha fatto per tutti noi. Lui è solo un capro espiatorio, un cristo che si porta le colpe del sistema che in fondo siamo noi. In fondo tutti in cuor nostro pensiamo che non è stato stronzo o infame, ma coglione a farsi beccare con le intercettazioni. E la gente lo rivoterebbe in massa, come ha fatto col buon Malossini, il simbolo della nostra Tangentopoli e, guarda caso, le nostre belle poltroncine austroungariche sanno ancora delle sue scoreggine al pino silvestre.
Che bello bello il nostro bello orticello autonomo.

lunedì 22 settembre 2008

Il proibizzionismo non funziona, come le droghe dei Verve

Adesso è inutile la menata delle sostanze. L'esempio funziona. Proibire non funziona. Lo dice anche Mauro Corona (fa anche rima). Questa ne è la dimostrazione.
Si chiama Lady Bitch Ray, titolare della Vagina Style Records, una pornorapper per sua stessa definizione. Crucca di origini turche, suo padre non la lasciava uscire fino ai 20 anni. Adesso lei gliela fa pagare così, tanto per fare facili ironie. Non credo sia la miglior rapper del mondo ma fa la sua porca figura.

domenica 21 settembre 2008

Inculo alla rima

Se una cosa fa rima funziona. Non ci sono cazzi. Pensa ai proverbi, Quelli senza rima non se li caga nessuno (a parte tira più un pelo di figa ecc., ma questo fa storia a sè). Pensa alle canzoni. Quelle senza rima non le ricorda nessuno, a meno che non siano grandi canzoni. Perché la rima aiuta la memoria, altro che fosforo. Ecco perché i poeti della domenica cercano la rima anche dove non va, è la lotta per non essere dimenticati. Ecco perchè quelli che fanno senza sono dei fighi. Questi due non è che son nuovi nuovi, ma fanno senza. Grazie di far senza.

Uochi Toki - L'estetica



Le Luci della Centrale Elettrica - Per combattere l'acne