giovedì 28 agosto 2008

Preti moderni

Ieri c’era un film/serie/film tv bellissimo. Nella prima scena i tricipiti del gran figo stanno fendendo l’acqua al cloro di una piscina. Esce, si sistema i capelli come uno Sgarbi più giovane e manzo e la scena dopo è un prete. Un prete vestito da Gabriel Garko. È come la storia dei telefilm americani dove i 16enni sono sempre interpretati da 28enni. Dylan di Beverly Hills faceva il liceo. Il prete figo ne è la versione democristiana. C’è anche Michele Placido. La cosa bella di questo film/serie/film tv rai è che ti accorgi dall’inizio che c’è Michele Placido e che fa il prete. E' in chiesa tranquillo, accende candele. senza pagare. L’attimo dopo arriva uno e lo pugnala dieci volte al petto.
A volte è bello avere la sensazione di comandare la finzione.

mercoledì 20 agosto 2008

La Piccola Orchestra pure, alla pecorina

Dalle spiagge incontaminate delle Isole Mignotte (si legge senza e, ovviamente) mi godo lo splendido panorama su fluttuanti culi di ventenni che, vi garantisco, non passano inosservate. Nella megavilla vicina alla mia umile roulotte da diecimila metri quadri c'è Spike Jonze. In quella dall'altra parte c'è Michael Jackson che gioca con il figlio di Britney Spears. Lei non c'è, il bambino dice che si sta disintossicando.
Guardacaso ho portato con me due registrazioni artigianali di canzoncine eseguite alle Pecore Nere. Chiedo a Spike se può farmi due videoclip, così, in amicizia. Lui acconsente, ma devo cedergli una delle mie angurie quadrate. Cazzo quanto mi piacciono, sono così facili da tagliare e le puoi lasciare sul tavolo senza rischiare che tonfino nella sabbia.
Acconsento: sarà pure yankee, e pure negro, ma ha fatto videoclip per gentaglia come Beastie Boys, Sonic Youth FatBoySlim e Bjork. Mentre si gratta il mento come un macaco mi tocca spiegargli di cosa parlano le canzoni, gli faccio una piccola traduzione, in modo che possa dargli un tocco smarzo e rock.
La prima, gli racconto, è in dialetto noneso e parla di quando si va in montagna a far la sort, ovvero a tagliar legna. Letteralmente vorrebbe dire la sorte, appunto perché i lotti di legna venivano estratti a sorte tra i capifamiglia. La canzone narra, in tre parti distinte, del momento in cui ci si alza col peso del dovere, del momento delicato in cui si sega l'albero e in quello immediatamente successivo in cui bisogna stare attenti a non farsi centrare dal tronco.
La seconda è una canzone popolare degli alpini, Il testamento del capitano, una canzone tristissima e macabra in cui il capitano chiede ai suoi alpini (spero sotto metafora) di smembrare il suo corpo e consegnarlo qua e là. Robe da mafia russa, ma invero molto poetiche. Io non sono mai stato un militarista (ho fatto la visita di naja con i pantaloni militari con scritto Fuck Army, che non vuol dire un cazzo ma intanto m'hanno scartato, eheh) ma mio padre è un alpino convinto e queste canzoni son piezz'e core. In più mi piaceva l'idea di fare le versione allegra di una canzone triste.
Gli cedo i dischi fiducioso, sembra uno simpatico. Non lo vedo per una settimana intera, le sue groupie escono (me le godo pur'io ogni tanto) ma di lui non c'è traccia. Una settimana dopo arriva di corsa con la sua camicia da pappone e le braghe larghe, mi strappa un'altra anguria e mi lascia sti due dischetti che deve andare di fretta, ha l'acqua sul gas.

Eccoli, i video. A dire il vero non noto il suo tocco più di tanto ma posso sempre sbanfarla un po'.

La Piccola Orchestra Felix Lalù - La sort (@ Le Pecore Nere vol.5 )



La Piccola Orchestra Felix Lalù - Il testamento del capitano (@ Le Pecore Nere vol.5 )

martedì 19 agosto 2008

Cartoline da Pechino

A volte nasci nel posto sbagliato nel tempo sbagliato. Nel 1942 Renato Zero avrebbe accusato gravi problemi di claustrofobia, ad un certo punto, e poi di respirazione. A Sparta ad un potenziale futuro nerd non veniva dato un computer per coltivare la sua solitudine, non gli si sarebbe neanche concessa la possibilità di doversi masturbare vita natural durante. Ogni epoca, ogni civiltà produce degli sfigati che invece in altre godono di privilegi arbitrari.
Le ciccione, quelle susperdebordanti, sarebbero dovute nascere ai tempi delle veneri steatopigie, quando la carnazza aveva un suo fascino e una sua convenienza. In questi tempi di Kate Mosse, sbagliano semplicemente respirando. Questo pensavo fino sabato, quando ho potuto esultare per la loro riscossa vedendo il lancio del peso femminile. La vincitrice neozelandese avrebbe potuto fare la rugbista e schiantare Lomu in persona. La quinta classificata cinese invece aveva l’esatta fattezza di un bidone di petrolio (o di riso, messo in un bidone del petrolio). In ogni caso la disciplina premia pezzi di donna di altezza variabile ma di larghezza mai inferiore al cartone di pizza americana. Il paradiso dei feticisti, la rivalsa dei donnoni.
Lo stesso vale per Michael Phelps, ottavo da solo nel medagliere mondiale, tra Russia e Giappone. Un Carnera moderno che invece di picchiare nuota, più orecchie a sventola che sono notoriamente l’attrattore naturale per le donne di ogni parte del globo.
Le olimpiadi sono il posto ideale per le rivalse sul mondo infame. Un po’ come gli yacht. E Cuba. Dovrebbero inventarsi più discipline, così da offrire a ognuno la sua facoltà di rivalsa peronale, il quarto d’ora di Warhol con vaffanculo incorporato a tout le monde.
E poi, a prescindere da questo discorso del cazzo, non mi capacito del perché la sera facciano vedere Veline e non le gare di heptathlon.
Mai visto un topaio di tali proporzioni.

giovedì 14 agosto 2008

Anche Nicola Sordo alla pecorina

Clown musicale e cantimbanco, Nicola Sordo nasce a Milano nel 1972. Dopo l’asilo, le elementari e le medie e il liceo classico e poi si laurea in Scienze Agrarie a Milano diventando così un vero e proprio Agronomo. Nel frattempo però, esattamente nel 1998, intraprende un percorso di formazione teatrale della durata di due anni presso la Scuola di Teatro e Arti Circensi e Teatrali di Maurizio Accattato a Milano. Qui si appassiona al mondo del clown. Appena uscito dall’università la domanda che lo tormenta ogni mattina quando si sveglia è questa: agronomo o clown? Siamo a un bivio. Si accorge col tempo che in realtà non c’è nessun bivio, c’è una strada sola… Quale? Boh… E’ presto per dirlo. Ma chi siamo veramente? Che cosa siamo? E dove andiamo?

Sabato 26 luglio presenta dalle Pecore Nere il suo spettacolo Pezzi di Pollo Libero (di cui intuberemo al più presto qualche estratto). Non contento passa a trovarci una settimana dopo e si lascia ispirare dagli animali che popolano la mostra, regalandoci una serie di perle improvvisate che con fierezza ora diamo a voi, nostri amati porci.

YouTube, I Tube
La prima, direttamente ispirata allo sguardo penetrante e indagatore del Sguardo di Gufo di Mauro Ambrosi. Una profonda e toccante riflessione sull'ossessione della condivisione visiva di internet.



Chicago
Il volatile perso nelle circonvoluzioni delle nuvole filiformi di
Als Nuvols, dell'artista catalano Rupi, stimolano (chissà come) nell'animo di Sordo delle reminiscenze di amori lasciati in città lontane, città di nuvole e di venti.



You marmotta, you ranocchia
Il nostro Sordo tenta di instaurare un dialogo (o punta il dito contro, a seconda di come si interpretano le sue parole) con una marmotta (si tratta invero di un suricato, il Guardiano del deserto di Giacomo Valorz) e una ranocchia (la Ranocchia della foresta pluviale, sempre di Giacomo Valorz). Gli animali non ritengono opportuno rispondere alle accuse. Poi si rivolge alla cerva, ma lei lo guarda e non risponde (l'opera si chiama appunto Sguardo di cerva, di Mauro Ambrosi).



Beam the Boo
Ispirato dal Trofeo Ecosostenibile di Felix Lalù, Sordo esprime
con un inedito pezzo folk-metal tutta la sua rabbia eco(in)sostenibile, per un mondo migliore.



LA OSTIA - Registrazioni Artigianali
vi ringrazia per l'attenzione.
A presto, a nuove rutilanti reportage.

Sito delle Pecore Nere.





mercoledì 13 agosto 2008

Un giorno dal leone (Zack is Back)

I Rage Against the Machine sono stati uno dei gruppi più importanti dei 90 e pure della mia adolescenza. Mai il crossover fu perfetto connubbio avvolgenti giri di basso, chitarre da agente Jones di Scuola di Polizia, batterie stop and go, rappanza sbilanciata in avanti e testi fe-ro-ci.
Per disgrazia tre dei transfughi poi hanno incontrato quel fighetto da festa di college americano di Cristiano Cornelio (come si fa a fidarsi di uno con un nome del genere) che, dopo aver fatto musiche della madonna per anni si era buttato a far ballad da solo, masturbandosi per le collegiali appunto Fu così che decisero di assisterlo mentre lo faceva. Contenti loro. Sappiamo tutti che sonore cagate abbiano sfornato. Mia nonna me lo dice ancora adesso. Quando li ho visti in concerto in un festival me ne sono andato alla terza. Per protesta.
Anche il buon Zack De La Rocha ha fatto delle cose nel frattempo, cose estemporanee con risultati alterni. Stavolta invece mi ritorna con cose moolto bbuone, come anticipato dal mio pusher musicale di fiducia Giovanni Mocchese. Suona pure la tastierina adesso, e canticchia come sa, e la lo fa coll'ex batterista dei Mars Volta. Bella coppietta. Ebbravo Zaccaria. Ebbravo Teodoro.
One Day As A Lion.

martedì 12 agosto 2008

Il pallone è mio

Il mondo si imbambinisce.
A Bozen un cervo si fa un giretto in città per via dei saldi. Tutti hanno paura. E ti credo. Gli sbirri, che a ben vedere son pagati per non averne, di paura, presi dal panico, giocano al cacciatore e invece di spararlo di camomilla lo fanno secco in un androne. Robert De Niro avrebbe avuto da ridire.
A Santorini un marito scosso o ingagliardito dalla potenza del vulcano decapita la moglie e si fa un giretto per la città come un bulletto.
Il piccolo Aldo ex campione olimpico perde, prende la palla e dice la palla è mia, non gioco più. Andrà a rimpolpare le fila dell'Isola dei Famosi.
Anche la piccola Laura si fa il suo piantino quando scopre che forse essere bella ebbrava non basta, che Babbo Natale non esiste, che i regali bisogna meritarseli.
Il piccolo Vladimiro entra nella stanza dei giochi del vicino di casa Michelino e spacca tutto, mentre Michelino in un cantuccio piange e chiama aiuto. Il piccolo Silvio lo chiama da fuori urlandogli basta con un filo di voce. Il piccolo Valdimiro se ne batte le balle, giustamente. Il piccolo Giorgio gli grida cattivo, mentre cava gli occhi di vetro all'orsetto nella stanzetta del piccolo Sadammo.
Il piccolo Riccardino Riccò ruba tutto il pacchetto di merendine, lo sgamano. I maestri gli dicono cattivo. Non si capisce se per il gesto o perché si è fatto sgamare. Lui piange e tira in mezzo mezzo mondo.
Il padre di Riccardino è l'unico che ne capisce qualcosa. Dice che il figlio deve imparare la vita e che in quest'anno di castigo dietro la lavagna lo farà lavorare in falegnameria.
Come diceva Giuseppe a Gesù
Parole sante, cazzo.
A lavorare!

martedì 5 agosto 2008

SMS dall'ultimo mese

Inutile star li a far i fighetti con i papiri. Tanto ormai leggi tre righe e se non c'è già il dunque passi ad altro, che il mondo è zeppo d'info. Parola d'ordine: ssere come i pingponghisti pro, sempre più veloci e calibrati, che la noia si fa sempre più lesta, al limite dell'eiaculazione precoce (quando diventerà ante portam tutto sarà finito cumpà).
Prendiamo esempio da Spoilerin, al solito sotto consiglio del rinomato Johnny Mox Institute of Giving Advices.
Presto detto: il tempo della Bibbia e del Quijote è finito, caro scribano d'oggidì. Se non ci sta in un sms, hai già detto troppo. Sbanfone.

Portishead - Third
Tornano dopo col terzo. Con coraggio. Semplice e con toni ancor più cupi. Beth Gibbons più intricata che mai. Meglio gli altri due? Sì, ma forse tra qualche anno, per fare il figo, dirò che è questo.
(vidio)

Bugo @ Nomi on the Rocks
Rino Gaetano non è morto. Ha perso un po' di neuroni e suona electropop con un gruppo di pelati.
(vidio)

Hazzard
Una cagata ma c'è Johnny Knoxville più quello che non sta con Demi Moore di Fatti strafatti e strafiche e Daisy è un pezzo di manza tanta e bionda. Solo che Boss Hog è magro, cazzo, ed è duro da accettare.

Funny Games
Un Arancia Meccanica autocompiaciuto e postmoderno. Un po' lento e forse irreale ma il finale gli salva un po' il culo. Dico un po'.
Già fatto, e meglio.

Il Cavaliere Oscuro (The Dark Knight)
Scuro e complesso davvero. E il morto lascia una perla come solo i morti sanno lasciare.
Se le americanate fossero tutte così io voterei Cespuglio, altro che negri o, ancora peggio, donne. Tutto finirebbe in film con Will Smith o commedie sentimentali, che è pure peggio.