lunedì 13 gennaio 2020

La tr3i - NONES SCLET



Ho un amico che fa la birra, carbonaro dei luppoli nella sua cianva. La beviamo alle feste e mi piace un sacco. Apre un birrificio artigianale, mi propongo di comporre un inno per la sua birra in cambio di una fornitura di birra. Tutti presi bene. Propongo un testo che sia il ritratto di gente nonesa (un'astuta mossa di brand identity). Compongo il pezzo. L’idea è di riprodurre le forme del canto popolare sottoforma di valzer (che fa molto Oktoberfest) e finirlo con una parte più epica tipo Game of Thrones in cui si alzano i calici. Tutti presi bene. Sarebbe bello farci un videoclip promozionale. Non ci sono i soldi, dicono. Il pezzo rimane nel cassetto. Penso peccato. Fine della storia.


Comunque si sa che le canzoni sono come il maiale, non si butta via niente. Ho pensato di farci un inno per la Val di Non, ma esiste già ed è bellissimo e insuperabile. Opto per un inno del nones come lingua, che è quello che ci accomuna al netto di vivere in Val di Non, che non è una condizione necessaria per essere nonesi. Tengo buona parte delle strofe e cambio totalmente ritornelli e finale (anche se gli originali a mio avviso erano più fighi).
Il testo descrive un tot di persone e caratteristiche nonese: la spinta sociale all’assunzione di alcoli come vaselina delle relazioni, la mancanza totale di autoironia (perché siamo gente seria e lavoratrice, perché puece comedie), il cuore grande e la disponibilità che celano le persone chiuse, la macellazione domestica come fatica e vanto, il saluto come forma basilare di rispetto, la nostalgia (della valle e dei tempi andati), il correttore automatico di watsapp come forma di mantenimento della lingua (a mio avviso molto più valido a livello culturale di certe iniziative "culturali"), il gioco della morra, l'ingenuità dei montanari che però non si fanno fregare due volte e infine Carlo Piz, il più grande cantautore noneso (morto) che ho scoperto da poco e che vale la pena di conoscere, se sei noneso (qui ascolti tutte le canzoni).






Credits:
Irene Bonadiman: tastiera
Felix Lalù: voci, kaossilator, chitarra acustica tre corde
Francesca Endrizzi: batteria
Jacopo Broseghini: basso


NONES SCLET

Zent che s-ciampa dal patìr bampa
Sen zent che te lava zo 'l mus
Zent che grigna sol en la cianva
Che te fa en cuèr come en ciapùs
Zent che sugia par na lugiangia
Sen zent che dis bondì

O che te saluda ma col barbizuèl
Che l'è asà demò chel 


E parlan nones sclet
Noi gi disen dialet
L'è na lenga stramba, la g’è sol cacì

 Ma la ne plas enzì
Magnan come parlan
Parlan ancia el talian
No hablo ladino nidé si vu plé
I love you ma giai sé 


Zent che torna, zent che già strani
Che fa i mistieri 'n mez a 'n prà
 Zent che “l'era mejo sti ani”
Ma scriu en nones con watsapp

Zent che zugia nueu con doi dedi
Zent che freges en bòt
Sen chei fa versi 'n tei versi del Piz
Con tut el nos endriz 

Parlan el nones sclet
E no gen mia respet
Che sia chel col ueu, chel col uou o col ou

Da Ciadièz, da Liu o Rvou
Pensan chel che disèn
Se non saven tasèn
No hablo ladino nidé si vu plé
I love you ma giai sé 


Dai che fan en prosit
Par el nos bon nones
Nol'èpuchelda'nbot
Ma l'è miei che engot
Sta festa la bonda
Te lo dis el Tonda
Tira su chel bizer
E pozel pu lizièr
“Ein prosit, ein prosit”
 E po' n'auter prosit Avanti coi prosit
Par el nones sclet 


Traduzione
NONESO PURO
Gente che scappa dall’avere sete
Siamo gente che ti fa una lavata di capo

Gente che ride solo in cantina
Che fa un cuore come un cavolo cappuccio

Gente che suda per una lucanica
Siamo gente che ti dà buongiorno
O che ti saluta ma col mento
Che è sufficiente 


E parliamo il noneso puro
Noi lo chiamiamo dialetto
È una lingua stramba, c’è solo qui

 Ma a noi piace così
Mangiamo come parliamo
Parliamo anche italiano
No hablo ladino venite s’il-vous-plait

I love you ma ho sete 

Gente che torna, gente che ha nostalgia
Che fa le sue cose in mezzo a un prato
Gente che “una volta era meglio”
Ma scrivono in noneso con watsapp
Gente che gioca nove con due dita (alla morra)

Gente che freghi una volta sola
Siamo quelli che fanno gesti nei versi del (Carlo) Piz
Con tutte la nostra destrezza 

Parliamo il nones puro
E non ce ne vergogniamo
Che sia la versione con
ueu, con uou o con ou

Di Casez, di Livo o di Revò
Pensiamo quel che diciamo
Se non sappiamo stiamo zitti
No hablo ladino venite s’il-vous-plait
I love you ma ho sete 


Facciamo un brindisi
Per il nostro buon nones

Non è più quello di una volta
Ma è meglio di niente
Questa festa abbonda
Te lo dice il Tonda
Alza quel bicchiere
E appoggialo più leggero

“Ein prosit, ein prosit”
E poi un altro brindisi
A vanti coi bri ndisi
Per il nones puro.

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