sabato 11 gennaio 2020

Macchine in movimento (o I viaggi di Oz), il pezzo sul viaggio scritto anni fa per i Bob and The Apple


Conosco i Bob and The Apple da quando erano dei boci delle superiori e i golden boys della scena tridentina. Invece di spaccare corde e pelli e cord vocali come facevo io alla loro età, facevano un bel pop beatlesiano fatto bene e condividevano con loro le schiere delle pop(p)e delle superiori sotto loro palchi (tanta invidia, la mia). A un Albere Park mi sono proposto di scrivergli un testo. In quegli anni lo facevo spesso, così come spesso quel testo non veniva usato. Ho scritto un testo per Le Origini della Specie, poi cassato, canzone uscita con altro testo, altra melodia. Uno per i Next Point, cassato, canzone uscita con un altro testo (il mio è finito in Cosa Darei). Uno per gli Squirties, anche uello cassato, pezzo mai uscito (il mio è finito in Gino).  I Bastard che ne hanno usati 5 o 6), ne hanno cestinati altrettanti. Niente di male, a me piace scriverli, poi la gente non se li sente suoi (mi direte fatti qualche domanda, me la sono fatta).
Uno di quelli che mi piacciono di più, tra quelli che ho scritto per altri, è questo qua. Parla del viaggio, sia di quello fisico che di quello mentale, con giochi di parole e una citazione del Camaron de la Isla che mi riempie d'orgoglio. E' stato scritto apposta per questo pezzo che è molto viaggioso ( nel frattempo i ragazzi son passati allo step beatlesiano successivo, quello delle droghe della psichedelia). Bello quando musica e testo si danno pacche sulle spalle a vicenda.
Il pezzo è del 2014, ma è uscito solo ora. Non è neanche postumo, è solo che si erano dimenticati. Forse son capaci di fare roba sicodelica (e dimenticarsi di uscire un disco) anche senza le droghe, ma non li conosco abbastanza bene per saperlo (in caso mi faccio imparare come si fa).



Ecco il testo

I VIAGGI DI OZ

gonfio nel profondo
punto i piedi e guardo oltre il tramonto
salpo dal mio porto
bramo un luogo ameno
e contromano annego nell'arcobaleno

gira gira
giro nel mio zaino e non so dove va
gira gira
giro sulla giostra e sbarco dove capita

girando vengo
girando voy

sbando nel decollo
cado giù e risalgo in un atollo
sbronzo in autoscontro
viaggio a fari spenti
nei deserti delle menti dei miei monti

gira gira
giro e presto il fiato al vento che verrà
gira gira
giro e assaggio il mondo e scopro che sapore ha

girando vengo
girando voy

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