giovedì 29 novembre 2007

Quella del lamento dello stronzo imprigionato

Era tempo di feste e alla festa tutte le regole sono stravolte. Dopo aver razionato miseramente le cibarie è giunta l'ora di bagordare, di inebriarsi, di assaggiare la vita. I villani mangiavano come se dovessero fare le provviste per l'inverno, come se poi tutta quella roba non tornasse fuori, fetida e inutile. Mangiavano e bevevano come matrioske. Bevevano liquori fermentati, che continuavano a fermentare nei loro corpi.
Fu così che un villano raggiunse ansante il luogo dove riposava il profeta Lalù, circondato di vergini e manicaretti come tutto il resto dell'anno. Parlava con lo stomaco puntato sui polmoni, stando attento a non coprire con le parole i suoi ansimi. Confessò al profeta di perdere aria in abbondanza, dal retro, e che le stremate nari dei suoi familiari non riuscivano più a condividere con lui gli ambienti domestici, e l'aveva mandato da lui in cerca di rivelazioni.
Nel frattempo il profeta Lalù ascoltava i farfugliamenti villici senza smettere di inebriarsi. Lasciatolo finire di parlare gli disse: Torna a casa, buon uomo, e di ai tuoi familiari che sono degli stolti. Degli stolti che non hanno letto il mio best seller Come tagliare la testa al toro con la sola imposizione di una mannaja, e neanche Che ne sa Lalù? Semplicemente di più. Se l'avessero fatto ora non ti tratterebbero come un cane, ma si prostrerebbero alle tue flatulenze. E se chi scoreggia stesse solo tentando di decollare? Lo scoreggione è impegnato nel disperato tentativo di elevarsi spiritualmente, cosicchè per osmosi il profumo della vita resta nel suo corpo e il fetore della morte lo abbandona consegnandolo al mondo che non è più degno di lui. Tornando a casa corri e salta più che puoi. Se non riesci a decollare almeno comporrai una sinfonia con i lamenti dello stronzo imprigionato.
Detto questo il profeta torno con serenità ai suoi impegnativi vizi.


"Il lamento dello stronzo imprigionato" è un'espressione con copyleft©Cello

The Cheese Guy

Il bello di parlare un dialetto non è puoi parlare e la gente non capisce. In effetti è anche questo, ma vabbè. Il bello è che come ogni lingua ci sono delle espressioni perfette, a loro modo poetiche, rendono così bene l'idea che tentare di tradurle nelle altre lingue le castra in modo tale che non solo non rendono alcuna idea, ma possono far pure cagare. Una di queste è CHEL DAL FORMAI, letteralmente quello del formaggio, o el del queso. Generalmente utilizzato in discorsi relativi a una persona ritenuta infame, per di più declinato in Ariverà ben chel dal formai! ("Arriverà quello del formaggio") o Fin che el giata chel dal formai ("Finchè non troverà quello del formaggio").
L'espressione deriva dai tempi in cui tutti avevano animali domestici, il cui latte poteva diventare una fonte di sostentamento più che di profitto. Ognuno portava il latte al ciasèl (il caseificio) e riceveva in cambio una quantità di formaggio proporzionata alla quantità di latte. CDF era quindi una sorta di compensatore, di dispensatore della dose adeguata. Rendeva ciò che era stato dato. Più o meno il concetto comune di giustizia.
CDF è l'incarnazione della giustizia divina (o terrena, se funzionasse) in terra, equilibra i torti subiti attraverso una punizione esemplare e proporzionata alla colpa (con la speranza che ecceda, ovviamente).
Poi, attraverso questo film

ho scoperto che il concetto di CDF è perfettamente sovrapponibile a quello di Nemesi.
Solo che vuoi mettere?

mercoledì 28 novembre 2007

Il buon salotto

Avete presente il salotto buono? Quello pieno di oggetti anche fini volendo ma che tutti insieme danno un effetto grossolanamente kitsch, che avrebbero anche una funzione e potrebbero essere usati ma sono troppo preziosi anche solo per essere maneggiati, col tappeto iraniano e la mobilia di legno lucido, il tavolo di vetro, in cui tutto è piantato ossessivamente in un posto preciso, sistemato , in modo che tutto si incastri con geometria divina e minimo spreco dello spazio espositivo, spolverato con frequenza spropositata rispetto al suo utilizzo. Quelli che devi usare le pattine e i sottobicchieri. Così perfetto che il solo viverlo lo rovinerebbe. E lo vedi che le poltrone non hanno preso la forma di nessuno.
Ecco, Maastricht è così, col fascino medievale e le vetrine occhieggianti. Piatta e addobbata come un'oca che finge di sapere. Non gliene puoi neanche fare una colpa.

domenica 25 novembre 2007

Finalmente i Gogol Bordello



La compare mericana Aimee (thanks, they're refuckulus!) ha finalmente caricato i videi del concerto del Gogol Bordello. La qualità è dimenticabile, ma magari la prossima volta qualche rockero quadrato si unirà alla combriccola.
Questo per dimostrare ai miscredenti che anche i zingheri spaccano culi, che non serve marshaloni ne riverberi de sticazzi.
Solo aria e corde.

Qui ce n'è uno un po' meglio, da Barna

martedì 20 novembre 2007

I bambini! Nessuno pensa ai bambini!

L’allarme è stato come un fascio di luce che acceca: ci sono baby squillo sulle strade. Ce l’hanno messe i loro coetanei, per pagare debiti del gioco d’azzardo. Perché: c’erano una volta i bambini. E le bambine che giocavano con le bambole. Hai mai visto un tuo amico ubriaco? Sì. conosci qualcuno tra i tuoi amici che ha fumato una canna? Un tondo sì. Non esitano a confessare di fare cose che loro stessi definiscono rischiose, come ubriacarsi, appunto, bere liquori, prendere farmaci, uscire da soli la sera tardi, avere rapporti sessuali non protetti. Già: hanno rapporti sessuali frequenti. Cosa vuoi fare da grande? Personaggio famoso. Ho dodici anni faccio la cubista mi chiamano principessa. Se fai la cubista sei una donna. Non più una ragazzina. Con i clienti della disco treschi soltanto se ti va. E puoi farti pagare... Non è fantasia. È qualcosa che da noi è arrivato da pochissimi anni, probabilmente importato ancora una volta dagli Stati Uniti. Vivono vite sempre più pericolose tra sesso promiscuo, droga, fumo, alcol, piccoli furti, accenni di lesbismo. Svegli tutta la notte e si mescolano dentro le stanze. Fino a poco tempo fa non succedeva.

Questa non è famiglia cristiana, nè cronaca vera, pultroppo.

lunedì 19 novembre 2007

Tutte le fiche che vuoi

cos'è che vogliono questi uomini? a cosa pensano tutto il giorno? e cosa sognano tutta la notte? non è poi così difficile rispondere. in testa hanno solo le fiche. adorano metterci le mani, accarezzarle, annusarle e giocarci. vivono per le fiche, lavorano per le fiche, fanno di tutto per un po' di fiche. per questi uomini abbiamo creato un campo di gioco dove possono dare libero sfogo alla loro passione. in questo posto alcuni riescono a conquistare così tante fiche da non credere, alcuni rimangono senza fiche, ma perdio se la sono goduta. questo posto è pieno di fiche. in cambio di soldi, ti danno tutte le fiche che vuoi.


FELIX LALÙ GRAN CASINÒ
las vegas, nevada
opening soon

domenica 18 novembre 2007

L. A. P. O.


Succede che sei il figlio di papá che piú papá non si puó. La famiglia é quella che gli utili sono della famiglia ma i debiti dello stato. Un affare. Il rampollo peró non quello inquadrato, e neanche quello depresso andante. Sei quello vizioso, e non c'é situazione migliore, se sei vizioso, di essere anche ricco. Ti piace la squadra del nonno e le macchine sportive, ma anche la perussola, e anche la polverina. E non poco, mannaggia a te. E non solo, pultroppo. Succede che in un colpo solo ti trovano
in overdose per mistura di sostanze
con un viados
cercando aiuto a casa di un altro viados
niente di male, abbastanza per diventare una barzelletta.
due settimane di povero (e/o) coglione, un mesetto in un villaggio vacanze con scritto rehab sulla porta (ormai una dipendenza é come la tosse: qualche giorno a letto e poi via). quanlche mese a new york, lontano dalla malelingue e dalle malenarici. poi peró Itaca chiama e serve una campagna forte. Bisogna riabilitarsi ma non si puó nominare il peccato, che ormai é diventato un luogo comune. Consideriamo che overdose+viados forse non raggiunge omicidio+moglie (OJ) ma sicuramente fa molto peggio di fecondazione (di una spicegirl)+negazione (Eddie Eddie) o di stagista+pompino, ma anche di mignotta+macchina (il buon vecchio Hugh) o busone+cessi (dear Georgie). Bisogna andare molto cauti. Tornare in sordina, come l'emigrato che torna dalla Merica. Bisogna aggirare il problema e mettersi dalla parte opposta senza menzionare.
Questo é il sunto di un grande (e ggiovane) comunicato stampa:

Etica, modernità, progetti. Per capire l'amibizione basta dire che il credo di una persona - Lapo Elkann - sposa un squadra, la Sparkling Milano, con l'obiettivo di rivoluzionare un sport: la pallavolo. Che in comune con il calcio - dice - ha solo un pallone. Tutto parte dal marchio "Italia Indipendent" con cui Lapo Elkann è entrato nel mondo della moda. Un simbolo "_._" che nel linguaggio morse è "K" e significa "trasmettere". Valori, anzitutto: la Sparkling Milano lancia il codice etico, una clausola contrattuale che impegnerà i giocatori in un programma sociale fuori dal campo. Due ore mensili. per vivere in prima persona l'esperienza. Nel mondo di Lapo Elkann, nulla è casuale: nato il 7 ottobre 1977, fa di questo numero il suo filo conduttore aziendale e non: il vaso di fiori griffato? 77 euro; gli occhiali in fibra di carbonio? Da 1007 euro. C'è voglia di crescere a 360°, oneri e onori, passione e professione per un matrimonio con la pallavolo che è anzitutto filosofico. Porteremo modernità comunicativa. Mi vedrete da entrambe le parti, allo stadio parlerò di calcio, al palazzetto di pallavolo.

La Gazzetta dello Sport

sabato 17 novembre 2007

Dirty Sanchez - Jackass 1-0

era dai tempi dei black saba grande le mericanate. non che ci sia da esser fieri. questi sono gli ultimi a tenere in alto il nome della regina nel mondo barbaro.

venerdì 16 novembre 2007

Life of Screech

S: sai watson, che storia la rivoluzione industriale. ieri le farfalle erano bianche e ora sono grige ma ora puoi prendere un treno e andare a vedere gruppi esotici in città lontane quattro dita sulla mappa.
W: così hai visto la nuova attrazione da nuova yorke sherlock?
S: ti dirò che sono partito, ho preso il treno ma poi è successa una cosa. la mia compagna di viaggio americana mi ha raccontato una cosa che mi ha ritornato ai vecchi tempi del mastino e della strada delle panette
W: racconta vecchio
S: dice di essere stata in una fiera di bande in America che chiamano lollapalooza e che ha visto il gruppo di Screech, lo sfigato di saved by the bell (in italia bayside school, ndr), e che la gente l'ha fischiati alla grande, poi mi racconta che ha anche fatto un porno in cui faceva cose grasse e s'è ingrossato e ha partecipato a un programma dove ex-star ingrassate tentavano diperdere peso.
W: alla frutta
S: da quel momento non ho più potuto pensare alla banda di gitani dall' america, mi sono lanciato dal treno e sono saltato furtivamente su quello che veniva nella posizione opposta. è un po' di tempo che non comincio un indagine seria, da quando poi sono arrivati colombo derrick l'ispettore gadget e x-files nessuno mi si caga più, manco la comparsa di carabinieri mi fanno fare
W: eppure hai il tuo fascino retrò, con la pipa e quello stupido cappello sherlock, è che quell'accento inglese fa un po culo
S: cazzo dici sono il meglio investigatore del mondo. risolverò il mistero su come fa uno sfigato nella finzione a diventare uno sfigato nella vita. svelerò l'arcano della sfiga, ma non quella che capita, quella dentro, incarnata come un'immacolata concezione.
W: vai dove ti porta il fiuto eh sherlock? si torna in pista!
S: ho lucidato la lente, inforcato il mio pastrano, caricato la pipa e mi sono imbarcato sul primo transatlantico per l'America, ho viaggiato in lungo e in largo gli stati uniti intervistando people e ricercando le incisioni di quella banda. ho raccolto informazioni e ho scoperto parecchio su di lui
W: sono fiero di te sherlock, vedo nuova forza investigativa dentro di te? chissà quante stagioni hai visto in giro per il nuovo mondo! e quanto è durato il viaggio?
S: non più di una quindicina di secondi watson
W: ma... come...sherlock...?
S: sei proprio un bubetto watson. ma ti credi che nel 2007 mi faccio un viaggio nel mondo, col rischio di incontrare cose nuove venire derubato contrarre malattie veneree. ma sei fuori? ho guardato su wikipedia, dove cazzo vuoi che guardi?
W: mi vuoi dire che sei saltato giù da un treno per tornare a casa e guardare wikipedia?
S: no, i gogol bordello li ho visti. era per fare un po' di scena
W: sei bollito compare. una volta eri un'osservatore dalle intuizioni brillanti, e ora schiacci qualche bottone e mi fai il sapientone, il sapientone fai, con roba di seconda mano, che magari ha scritto un altro sfigato come te chiuso in casa, invece di uscire a vedere com'è il mondo, sei patetico
S: non sono patetico watson, il mondo gira così adesso, sei tu he sei li fermo alla diligenza. la mia è conoscenza condivisa, siamo tutti una rete nel mondo, non c'è più senso a sapere tutto, non potrai mai sapere più di quanto possono sapere insieme tutti gli altri
W: patetico, ma almeno le seghe te le fai ancora a mano?
S: quelle sì, lì è dura andare oltre l'1.0. ma vabbè lasciamo stare, vuoi sentire almeno quello che ho scoperto watson?
W: sì, ... sfigato
G: grazie, mister scopro tutto io, al mondo. dicevo, dopo il telefilm, considerato lo sfigato che era, non se lo cagava nessuno, e poi nell'odine:
- ha fatto un incontro di pugilato contro uno più piccolo di lui e ha vinto
- ha fatto un vide in cui insegna a giocare a scacchi
- è stato votato come terzo ex-attore bambino a cui vorresti dare un pugno in faccia
- a suonato il basso con un gruppo chiamato salty the pocketknife
- recitato monologhi volgari
- querelato il tipo che ha fatto il sito col suo nome www.dustindiamond.com, e perso la causa
- contrae debbiti e per pagarli vende t-shirt in internet con scritto I saved Screeech' house per 15 dolleri, più cinque con l'autografo, va in televisione a spiegare la cosa, eccetera
- si scopre poi che è una balla e che la gente non ha neanche ricevuto le magliette
- ha millantato un altro incontro di boxe che però non ha disputato
- fa il suddetto porno in cui si esibisce tra le altre cose in una pratica chiamata dirty sanchez che consiste nello sbaffare un mustacchio di materia fecale sul partner durante l'atto sessuale
è abbastanza?
W: ok, ma adesso cosa sai coglionello?
S: niente, sono stronzate, ma 'sto tip c'ha solo trent'anni, chi lo ferma più? aspetta che tocchi veramente il fondo, basta tenerlo d'occhio.
W: ohh, la tua ricerca certocertosina ti ha portato a scoprire una nuova telenovela reale e altrui? ebbravo sherlock
S: va bene, mi accontento di poco, ma il bello deve ancora venire. sai la sua banda, quella che hanno fischiato alla fiera?
S: ho trovato dei pezzi, non sono neanche male, un indie prog rock apprezzabile, ritmi sghembi, chitarra essenziale e bella voce femminile. ascoltati shiny lies o sever in questa paggina e poi fammi ancora quel mezzo ghigno supponente da intellettuale di sinistra
W: ok, vale sempre la pena scovare buona musica, ma resti uno sfigato
S: grazie
W: andiamo al bordello, a fumare un po' d'oppio?
S: elementare watson, elementare

giovedì 15 novembre 2007

Gipsy Punks: how to kick punkers' asses with violin and accordeon

Forse la metà del sudore che ho addosso è mio è una frase che vale per due situazioni in particolare. La seconda è dopo un buon concerto, quelli con le onde (o le orde) di gente che si frangono fragorose sul palco (in questo caso delle transenne). Mica scemi i Gogol Bordello: metti insieme la semplicità punk ma non rozza dei Clash, l'insana indole da minestrone neolatino della Mano Negra e i ritmi esteuròpi di Goranno Bregovicchio e ti esce una mistura al contempo pesante e spaccona ma anche folk e saltellona, una sorta di hardcore da balera. Si comincia 7-8 canzoni da Gypsy Punks: Underdog World Strike, giusto giusto per tagliare le gambe all'altezza delle orecchie, tanto che la solita mamma con la solita figlia 15enne (che si sono messe in prima fila e nessuno ha avuto modo di spiegare come funziona ai concerti dove non suonano i Pooh) devono essere salvate dalle fauci della folla inferierita (nel senso di bestiale). Nella parte centrale Eugene Hutz si veste da donna con tanto di tacchi e parruccone,e partono invece le canzoni dell'ultimo Super Taranta, che sono un po' meno movimentate, e'nfatti a me nun me convince ancora del tutto. C'è tempo per tirare il fiato quindi ma solo perché dopo c'è invece la parte con pezzi da Multi Kontra Culti vs. Irony, puro hardocore da matrimonio zingaro. A chiudere il set Start Wearing Purple e Not a Crime, tanto per accontentare gli ignavi che non conoscono le altre. Lasciano il palco sudati come proci e aspettano che la gente cominci a battere i piedi (letteralmente) e riesce il vulcanico il buon Eugenio per una versione acustica di Alcohol, cui man mano si uniscono gli altri: violino, fisa, batteria, basso, chitarra elettrica e le gnoccone (per la gioia dei fieri latori di ammennicoli) con grancassa e i piatti. Dico solo che dopo un'ora e passa di concerto fanno un bis da 40 minuti con 8 canzoni tiratissime, tra cui Harem in Tuscany e una versione di un quarto d'ora di Undestructible con dentro pezzi di altre canzoni e infinita. Ogni volta che pare che sia tutto finito riprendono a darghe ai tamburi che è un piacere.
I Gogol Bordello sono una duracell nel culo.

Gogol Bordello
14 novembre 2007
AB - Bruxelles (BE)

mercoledì 14 novembre 2007

Dio benedica le Reunion


Prima le due Germanie
John Frusciante con il gruppo
poi i Sex Pistols
i Duron Duron
i socialisti italiani
poi i Rage Against The Machine
e poi le Spice
Le reunion sono la manna dal cielo di qualunque agenzia pubblicitaria.
Come vendere deumidificatori a New Orleans
Ecco l'ultima trovata della Prima Vera Multinazionale della storia

Dio benedica le Reunion!

lunedì 12 novembre 2007

30 days of night

In questo film spaventoso succede che siamo nel paese più sperduto dell'Alaska (come se l'Alaska da sola non fosse già abbastanza sperduta), tira una bora criogenizzante, non c'è anima viva nel giro di trenta miglia e, ovviamente, telefono, per carità. Sarebbe l'occasione per un porno coi fiocchi, tipo 69 sotto zero o Tutti nel buco del culo del mondo, basta scaldare una sala e suoni di tromba. E invece no. Con un tempismo degno di Jessika Fletcher arrivano in villeggiatura quattro cinque zombi vampiri (quindi allergici alla luce, ma questo lo scopri a metà film) con i denti da fanecco e l'accento greco. Questi hanno così sete che si ciucciano tutti e tutti diventano zombi. Lo sbirro giovane e buono ne incontra uno e non vuole seccarlo perché erano compari, allora questo lo salta addosso e gli fa cadere la pistola. Il poliziotto sta per terra sotto un'altalena, allunga la mano e cosa ti trova, dove giocano i fanciulli? Un'ascia. Scopre che basta tranciargli la testa con l'ascia e sono morti, di nuovo. Ancora un po' suspanza, si ritrovano un manipolo di disgraziati che poi riempiono la neve di macchione rosse finchè lui si vaccina per salvare la figa del film (che all'inizio se ne sta per andare allora un megatrattore la tampona e allora torna indietro e allora loro che erano insieme e poi però non si erano spiegati e poi lei gli dice torniamo insieme ma veccia mia, se aspetti ancora n'attimo ci sono i titoli di coda) se li incula tutti ma intanto diventa vampirozombi. E due minuti dopo esce il sole. Veramente. Tutto 'sto casino e morti quando bastava aspettare svaccati in poltrona come nababbi. La morale del film è che l'ozio vince sempre.

E poi è possibile fare un altro film sugli zombi? C'era bisogno di spendere altri soldi inutilmente con tutti gli obesi del mondo che muoiono di sazietà?
Per fortuna ormai gli zombi non se li incula più nessuno.
A meno che non suonino negli Stones, ovviamente.

sabato 10 novembre 2007

La blasfèmia

La bestemmia è brutta ma è anche strana come imprecazione, perché non offende colui/ei al quale viene diretta, ma tutti gli altri intorno. Nell'economia del dialetto però la bestemmia è importantissima. Essa svolge tre funzioni particolari: una è quella sostitutiva: la bestemmia è usata come jolly e può sostituire, alla bisogna, qualsiasi altra parola (per esempio dame ci chel porco dio!). La seconda è quella confermativa: la bestemmia esprime concordanza con l'opinione espressa (per esempio -che fret che l'è!- porco dio!-). La terza è quella denotativa: in questo caso la bestemmia connota l'importanza dellle parole cui si accosta, dà un tono al discorso, come le palline nel brodo (per esempio dai valà ostia! è un'esortazione più incisiva del semplice dai valà!; che ostia el pò? è un espressione che denota più stupore rispetto a che el pò?).
Per esempio anni fa ci trovavamo sul ciglio della strada tra la valdesol e la valdenon io e il mio compare roberto con la gomma della vespa bucata. Stavamo armeggiando quattordicenni con la ruota di scorta quando si ferma una macchina e ne scende mio zio, che viene lì, ci guarda e ci fa che ostia feu pò? ma porco dio ma no seu nancia boni de cambiar na goma no ostia?, per poi andarsene sollevato. Questo ci ha fatto capire che la cosa era alla nostra portata e ci ha spinto a maturare, dandoci la consapevolezza che un teenager figlio di papà non avrà mai, ovvero che non avrai mai bisogno di nessuno se saprai come cambiare la gomma di una vespa.
La quentità e il tono delle bestemmie possono quindi indicare una quantità di oggetti ed esprimere una varietà di emozioni molto utile all'eloquio. Ecco perché sono in molti ad seguire la regola aurea 'na parola e tréi blesteme, un canone poetico antico ma affascinante, che non tutti sanno praticare. Proprio come le palline nel brodo le bestemmie sottolineano le parti del importanti, tanto che il resto del discorso diventa superfluo. Mi piacerebbe avere un video con i discorsi di mio nonno, con solo le ostie e i porchidii, ma 'l Bepi no'l g'è pu no quindi mi devo accontentare dei surrogati americani.
Qui ci sono i bignami, le fucking short version di questi mùvis (ordinati secondo l'affetto), buona visione:
Il Grande Lebowski
Die Hard
Scarface
Le Iene
Pulp Fiction
Blow
The Snatch
American History X
Summer of Sam

venerdì 9 novembre 2007

Li chiamano Roma ma non vengono da lí

Il ministro degli esteri rumeno, in risposta alle polemiche sui rom in italia, al Cairo dichiara che una soluzione potrebbe essere comprare un pezzo di deserto egiziano e metterci tutti quelli che non sono a nostra immagine e somiglianza. Ebbravo Adrian. Perchè non uniamo le forze, Italia e Romania, e ne compriamo un bel pezzo anche noi, in comproprietà. Ci spediamo tutti i rom, e ciao ciao criminalità. ma allora volendo ci spediamo anche i negri e gli albanesi. E già che ci siamo pure i tossici (ma non quelli abbienti) e i pederasti (ma non quelli con la tonaca, per carità), e magari i mafiosi e gli evasori fiscali (no, quelli no, è contro la legge). E perché non i vecchi che ci rubano le pensioni? A questo punto tanto vale prenderlo in Israele sto trancio di deserto in comproprietà, lì troveranno il modo di volergli bene, ai nostri esiliati, troverebbero dei compagnoni. Poi magari spediamoci le reclute della CIA a fare il tirocinio. Così avremmo risolto il problema dei rom. E il prossimo passo è la fame nel mondo e la verginità protratta.

giovedì 8 novembre 2007

No Men Omen

L'America non è alle porte, l'America è già unta e obesa in tutta la casa. L'intera cultura globale mondiale è solo un dialetto della cultura degli USA, non starei neanche scrivendo qui senza il buon George e il buon Abraham. Così è, con tutto quello che di bello di e di brutto ci può arrivare da di là. ok? Così ora noi europei che facciamo i bulletti e i superiori, invece del latino, di seneca, dei gladiatori, dei manigoldi impalati per strada, dei baccanali e delle vomitate per mangiare di più, abbiamo l'inglese pastoso, dan brown, hulk hogan, la sedia elettrica, scientology, gli hamburgeroni e le stragi nelle scuole con video promozionale su youtube.
Come diceva la scritta sulla porta della biblioteca di Montaigne ma anche el Franco Brusòr, uno dei beoni che abitavano il bar di mia nonna, niente di nuovo sotto il sole.

mercoledì 7 novembre 2007

Bù!

la sera del 31 ottobre ho incrociato ad Amsterdam la miglior maschera di Halloween che abbia mai visto, forse lo spauracchio più sarcastico. in mezzo a scheletri, morti, darkpunk, freddikrughi e fantasmi ce n'era uno vestito nientemeno che da ragazzo padre, recante seco un cucciolo d'uomo di plastica in concerto perpetuo. per me è stata una visione e m'ha dato da penzà. Si dà il caso infatti che ben 9, e dico 9, coppie di amici miei (e non parlo di conoscenti o vicini di casa, ma di amici) che nell'anno di grazzia 2007 hanno concepito e/o consegnato un codice fiscale nuovo di pacca ai registri esangui del belpa. come se non bastasse il 2007 per me fanno 27, e tutti sanno cosa succede ai 27. prendi il 3 il numero perfetto, lo moltiplichi per se stesso e poi ancora per se stesso (ovverro lo elevi alla potenza di se stesso) e hai il 27. jimi hendrix, jean-michel basquiat, jim morrison, kurt cobain, gesù (secondo le più recenti teorie), anche il mio cugino preferito (veramente), sono tutti morti ai 27. mentre tutti dovrebbero morire tutti stanno nascendo.
In bocca al lupo, compari!

martedì 6 novembre 2007

Fate la morra, non la guerra

Dopo anni di ah, che figo mi piacerebbe leggerla e te la mando via mail mi sono finalmente deciso a mettere online (e scaricabbile al gratis ovviamente) la mia tesi di laurea, poi leggermente ampliata in un saggio in aggiornamento continuo intitolato molto poco modestamente DE MORRA e sottotitolato come un film di Lina Wertmuller, una cosa del tipo Ricerca etnografica sul gioco della morra in Val di Non e Val di Sole che pare na roba roboante ma in verità è fin troppo succinto perché questo libercolo sono tre parti ben distinte ma intrecciate.
La prima è una parte teorica sull'antropologia del gioco, più o meno il rapporto tra i popoli e i giochi. Niente di pesante, il lettore avrá la gioia di scoprire che il gioco è un argomento piacevole, oltre che interessante.
La seconda è una breve storia di un gioco che è antico dalle alterne fortune, tanto vituperato quanto duro a morire, partendo dagli egizi ai greci, dai romani ai napoletani fino ai promessi sposi e a Mauro Corona.
Queste due parti introduttive sono la base della terza, che è la ricerca etnografica vera e propria, in cui si dice cos'è la morra nelle valli in cui sono cresciuto, come si gioca, dove si gioca, quando si gioca, quanto si gioca, cosa di dice, come si batte, come si ruba, come si studia l'avversario, quanto si beve, quanto si urla ma soprattutto quanto si gode a giocare.
A chi fosse interessato, buona lettura.
Qui sta.
Spero che possiate godere voi nel leggerlo quanto io che ho goduto nel farlo. Non tutti possono dire
Ciao mamma, vado al bar... per la tesi.


Questo è un video molto bello della morra in Sardegna, Sa Murra (come ripeteva ossessivamente il compare barnabi quella volta nel circolo sardo a Bologna, cercando la sfida montagna-isola che, credeteci o no, alla fine abbiamo vinto, guadagnandoci un meritato bicchiere di mirto).

Poi qui trovate siti sulla morra in Friuli, Sardegna, Trentino, Francia e Spagna.

lunedì 5 novembre 2007

Ahy cuantas chinas en la arena

Gli strambi mi son sempre piaciuti. In ogni sport c'è il personaggio strambo ma bravo, o viceversa, i pagliacci che sono seri nel non prendersi sul serio e rischiano nel gioco per il piacere di farlo, e anche per banfarla un po'. Ma come diceva Popper Quando il banfone ne ha ben donde, non è arrogante il suo banfare. Mi riferisco a personaggi tipo Lucchetta, Rodman, Agassi, John "Jesus" Turturro nel Grande Lebowski, Huguita, e anche Valentino se vogliamo (perlomeno finché non l'hanno beccato con le mani nella marmellata, 120 milioni di euro evasi e una pacca sulle spalle).
Nello snooker il personaggio strambo che ha conquistato il mio cuor si chiama Ronnie (o meglio Ronald Antonio) O'Sullivan, inglese di madre italiana, uno dei migliori di sempre dicono, un animale in varie accezioni. Lo snooker è credo il più complesso e difficile gioco di biliardo che esista: si gioca uno alla volta, nel senso che quando uno gioca l'altro si svacca in poltrona, perchè questi se hanno la luna giusta possono fare anche tutte le palle di fila (e sono tante e devono essere fatte con una successione particolare: qui per esempio si può vedere il buon Ronnie fare il più veloce 147 della storia dello snooker). Son tipi taciturni, vestiti come bambini della prima comunione, camicia bianca, papillon nero e gilet, con retro rigorosamente improponibile. Quando ho scoperto questo gioco, mi è venuto in mente che me ne parlava il compare barnabi, che si perdeva le ore a guardarlo (una finale può durare anche 4 o 5 ore). L'ho chiamato e questa è stata più o meno la conversazione

oz: ai scomenzà a veder snooker
bar: ah si, mi ami el snooker
oz: i
e veramente impresionanti, i fa dele robe alucinanti con quele bale
bar: a sì sì
oz: ma el na roba da comonwelth? che i e tuti britici
bar: sì, anca se ades e dre che veign su i cinesi, ghe n'è de boni
oz: sì, l'altro di n'ai vist un de sti magnaformige, Marco Fu, brao vè, ma na facia da culo, el me sta propi sui coioni
bar sì sì l'è en por laòr

oz: po g'è sto tipo che 'l me plas en pacco, l'è ingles ma le scur neger, l'è vesti tut de neger e po' el fa dele faze assurde can che l'è sentà zo, e can che no'l g'ariva el fa per sautar sul biliardo, e ogni tant el fa comenti che fa grignar la zent.
el se clama Ronnie O'Sullivan
bar: ostia el Ronnie!
oz: l'e brao ah
bar: ah si si, l'è en po' assurdo ma quando che l'è en vena no ghe n'è per nesun no. l'ai cognosù st'istá en inghiltera a laorar. el viveva vicin a'ndo che vivevi mi. Son stà a casa soa e gai anca giugà ensema..
oz: che tipo el po?
bar: l'e en fuso
oz: l'ha perdù la finale l'auter dì
bar: ah sì, el Ronnie el na ciapà na carga dal Fu al Grand Prix (di Aberdeen, nda), ades le pasa en tei 16 meio al mondo quel faccia da nascondere, el Ronnie le masa en pez che no el vinch na gara del ranking sarà meio che el ghe daghia sot a proposito piccola curiosità alcuni anni fa i ga ritirà el primo premio de na gara perche l'era positivo al doping (maria)

La simpatia che si prova immediatamente per questi tipi è direttamente proporzionale all'antipatia che si prova per i cinesi. I cinesi stanno sulle balle a tutti. Più di qualsiasi altra etnia, più dei terroni dei negri e dei tossici (solo che i tossici non fanno sport, di solito è il contrario).
Tutta questa antipatia per i cinesi e solo perché sono tantissimi e si riproducono come locuste, nessuno sa dove vengono seppelliti, gestiscono negozi dalle dubbie attività, stanno diventando una superpotenza mondiale perché sono sottopagati ma poco a poco la vogliono anche loro, la borsa di chanel e la mercedes, poi i giocatori sono forti perché loro hanno le superdroghe cinesi naturali che non sono doping ma cazzo come corre quello, sono ostinati e riservati, hanno problemi con la risata e secondo i nostri canoni estetici sono la razza con i lineamenti, mediamente più brutti, con queste facce da cinesi che ti faccio vedere io, ti faccio.
è inevitabile, finchè non arriveranno gli alieni, i cinesi saranno sempre i primi della lista nera.

Aspetto il giorno in cui Ronnie farà il culo quadro a quel negletto di Marco Fu, e di tutti i cinesi dello snooker.

giovedì 1 novembre 2007

Bea vita

Io, nel mio immaginario da Bim Bum Bam pensavo che mafioso è Al Pacino con la faccia nella polverina e una squaqquera sotto la scrivania. Molto antieroe scazzato e arrogante, con sbirri e nemigos che saltano fuori da ogni buco di polo, ma cazzo io se voglio vi ti inculo a tutti, vi ti inculo. Che sono Tony Montana, miga Girardengo.
Essere mafioso invece è veramente una sega. Le cicale della mafia fanno la fine di Scarface, finiscono una profonda sessione di agopuntura violenta. Le formiche della mafia invece, quelle caute, che maneggiano, che formano imperi, che dispensano sodomie e dineri, in poche parole quelle che muoiono di vecchiaia sono dei porigrami che devono seguire queste regole, come vivere con un gatto nero attaccato agli zebedi.
Come si dice in dialetto happy you, happy all.