mercoledì 18 novembre 2009

Del riposizionare la mandibola nell'apposita sede

Non so se sia stata colpa del grunge ma negli anni novanta per un giovane suonare acustico era roba da sfigati. Chiudersi nella cameretta, distillare tutto il dispiacere di non avere una vita viziosa in lamentose canzoni acustiche. Vuoi mettere coi pompini dalle groupie? Che poi la maggior parte di noi alla fine non li abbia giustamente ottenuti è altra cosa. Poi il mondo gira e torna sempre indietro con passi avanti e così gruppi acustici is back. Nella metropoli della musica suonare acustico è come girare in Vespa, zigzagando le macchine imbottigliate. Un gruppo, se solo c'è una batteria, è almeno una familiare. Un gruppo attento ai suoni e pieno di pedali è un Suv, immobile come un tank. Il Trentino non scappa dalle vicende del mondo ormai da un po'. In principio erano le Fonda Sisters. Gente che veniva dal rock e dal crossover, perfettamente consce che senza batteria gira per un paio di canzoni, poi ti tocca arrabattarti per tenere alto l'interesse, con tutto il sudore che serve. Se non sei in grado c'è la crisi. Torni ad essere lo sfigato degli anni novanta e per masturbarsi c'è sempre la cameretta. Perchè il problema dei acustici è questo, manca il beat, la spina dorsale del concerto.
L'altra sera ho visto Anansi all'Osteria Trentina. Da solo, con chitarra e looper, a volte. Roba che tutti noi che facciamo acustico dovrebbe fare i pellegrinaggi a vederlo, raccogliere il sudore in un'ampolla e portarselo a casa. O in alternativa, imparare. Perché non è mica facile col reggae. Certo il reggae è sempre bello e il levare aiuta a tenere le palpebre ben tese ma dopo un po' diventa 'na palla insopportabile, obiettivamente. Ci vuole una dote innata intanto, ma questo non basta. Il mondo è pieno di geni che si fanno le seghe davanti alla gente. Ci vuole invece una capacità di ascolto e una curiosità per cogliere qua e là quel che piace, aggiungere, maltrattare, violentare le cose belle e già sentite. Definire solo reggae quel che fa Anansi è come dire che gli omini di Haring son solo omini. C'è tutto quello che dal reggae è nato negli ultimi trent'anni, con un po' di soul (e quella voce della madonna certo aiuta) con una vena di cantautorato alla Beck di One foot in the grave che rende tutto più variegato, meno scontato. A me viene in mente più Ben Harper, e non solo per la cover di Sexual healing. Perché non basta saper suonare, bisogna saper cosa suonare e come suonarlo, e metterci il silenzio dove ci va. Poi signori, c'è gente che fa i fighi solo perché sanno fare gli assoli di questo e quello (quando questo e quello son già passati ad altro, ovvviamente, oppure morti): passare a vent'anni dai palchi di tutta Europa e Nuova Yorke con un mostro come Roy Paci (senza fare tappa a Xfactor) e poi in un buco di Trento e mantenere l'umiltà ventenne che manca ai maturi trentaquarantenni è semplicemente esemplare.
Quindi, signori musici trentini: la prossima volta che suona in acustico ve lo andate a vedere. Dopo aver riposizionato la mandibola nell'apposita sede potete anche tornare ad annoiare gli uditori, ma stavolta senza più scusanti.

PS:
Il disco, purtroppo, non è il massimo. Molto pulito, troppo pulito, e l'omo ha da puzzà. Le canzoni sono belle, molto. Le riconosco, le ha fatte in concerto, ma non c'è paragone. E' come andare a vedere la Gioconda che è piccola e bella e va vista da vicino e invece c'è la gente di mezzo, il popolo bue col sudore misto chanel, che mette effetti e chitarrine da gruppo cover ben ogliato dove non servono e si perde l'essenza. Insomma musica fatta bene, fatta per essere il numero uno.
Ti prego, Stefano, facci un disco solo acustico, anche registrato in bagno. Non smetterei di ascoltarlo.

1 commento:

Iacopo ha detto...

Ogni volta che mi decido di andare in giro da solo con la chitarrina a fare quello che mi pare senza troppi impedimenti e tunz tunz ricordo questo post, ricordo anansi da solo live al tilt e ricordo felix lalù live in ogni parte del mondo. Maledetti voi che avete alzato gli standard del solismo!
respect!