Alle feste di famiglia cè sempre il cugino scemo che viene riesumato dal dimenticatoio e invitato a cantare per pietà, in modo che, almeno per il prossimo anno solare, l'iniezione di adrenalina della performance lo salvi dal suicidio. Canta sempre la stessa canzone, con le stesse mosse e gli stessi fraseggi da vent'anni. ha rotto i coglioni ma lasciarlo cantare è opera pia, cosa buona e giusta. Tanto giusta che la prima volta senza di lui fa quasi dispiacere non goderne.
In Italia ce n'è di cugini scemi, ma il mio preferito è sempre stato Mino Reitano. Ogni buco era buono per tirarlo fuori dal cilindro e fargli cantare Italia, il terzo inno nazionale dopo Mameli e Cutugno. Mi ha sempre conquistato l'energia e la passione che metteva sempre, nonostante fosse sempre la stessa canzone. La cantava sempre come fosse la prima volta, o l'ultima. La finiva dopo aver gridato come un ossesso grondando sudore e ancora visibilmente arrapato. Con i denti gialli e il fare terrone Mino Reitano era il più rock della old school del popo italico. Lui si che lo metteva nel culo a tutti.
Ci mancherai Mino! Il concerto di domani sarà tutto per te.
1 commento:
pensavi propi, stadoman "perchè po' l'oz no l'a mai fàt na ciànzon de mino?
speri de eserge doman a sera
Ivano
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