mercoledì 29 settembre 2010

Refuso: invece che suonare con un mostro, suoni con due (La Vendetta della Notte degli Oscar)

L'anno scorso dovevo suonare alla Notte degli Oscar a Bolzano. Dovevamo suonare io e quel fuso di Oscar Ferrari, un personaggio che leggete qui, scaricate qui e potete vedere qui (e qui). Uno che ha fatto un partito per l'annessione del Suedtirol alla Svizzera per dire, no il primo cojone che passa. Uno che promette chili di verdura futura (che coltiva colle sue manine) alle donne incinte che chiameranno loro figlio Oscar, per dire. Uno che ha anche fatto una canzone su Lady Diana piena di gemiti, per dire.
Io contento, fiero, di condividere palchi con cotanta gente. Ma il giorno prima il comune manda un'ingiunzione che non si può, che non si fa, che non si permettano. Anche se il fatto che il giorno dopo suoni io sia del tutto casuale, l'ho presa male, e uno a uno ho sterminato nelle maniere più efferate (sì, prendo ispirazione da Dexter e Criminal Minds, non c'ho tutta sta fantasia) tutti i assessori che avevano votato contro la Notte degli Oscar.
Ristabilito giustamente il terrore nel sistema politico bolzanino ora la Notte degli Oscar si ripete, non una ma due volte.
Saremo giovedì 19 novembre al Vintola (con Bob Log III, grazie Dio, anzi grazie Vanja) e venerdì 17 dicembre al Pippo, nella serata delirio e ignoranza seria con Santo Marcio (di cui consiglio musica e comandamenti) e Da Rozzo Criù dalla capitale dell'ignoranza, che non è Napoli come tutti voi pensano ma Milano, iinsieme a molti altri capoluoghi dell'ignoranza.
Cosa volete di più, che fustighi Durnwalder in eurovisione?

lunedì 27 settembre 2010

La solitudine dei numeri primi

(Siccome mi hanno detto di scriverlo: CONTIENE SPOILER. Non che succeda granchè)

Lui è timido, un genio con occhiaie da paura. Lei parla sottovoce e sua madre di lei le fuma in faccia. Non per sfida, c'ha i cazzi sua. Lui ha perso la sorella da piccolo. Non che sia morta e basta. L'ha persa proprio, come la canzone di De Andrè (lo sa che io ho perduto due figli/signora lei è una donna piuttosto distratta). Lei scia e si ferma a pisciarsi addosso e c'è la nebbia e il fatto che nebbia e neve siano dello stesso colore non aiuta a schivare gli alberi. Lui ha cambiato scuola perché ha delle cicatrici da paura che non si è fatto cadendo dalle scale. Lei è la zoppa della scuola e si capisce che c'è poco da ridere. Le compagne le fanno mangiare la caramella pucciata nella mmerda. Lui è appena arrivato e non caga nessuno, ha cose cui pensare. Si incrociano. Lui la guarda ma siccome ha cosecui pensare la ignora. Lei si innamora. A una festa con la disco a cui lui è andato per dimostrare ai suoi che non è un nerd autolesionista asociale pericoloso con delle occhiaie da paura lei prova a baciarlo. E' pure bella pur essendo zoppa (perlomeno da giovane). Lui niente. Lui schifa la topa. Non che sia culo, proprio la schifa e basta. Finisce il film che è ancora vergine. Con una panza da birra degna di un crucco a ottobre al lago di Garda. Ancora con delle occhiaie da paura.

venerdì 24 settembre 2010

Alta scuola di seduzione (DAME EL VULVòN - Rabbi Loop Impro XIII)

Cominciata ormai qualche anno fa, La Trilogia del Cliff (retroscena qui) è un'opera musicale ispirata dall'amico Cliff, neologo noneso e freestyler su canzoni della radio. Oggi sono molto fiero perché finalmente si chiude.
E' composta da:
1
Cliff (ala bona) (sul disco Braccia Strapate all'Agricoltù, scaricalo da qui)
il primo reggae in dialetto noneso. Parla dell'incapacità a decidere e della necessità della scelta. Il ritornello è la soluzione che il Cliff dà a questa diatriba son en tipo ala bona, me plas el cul e ancia la mona
2
Poco Dio
(sul disco El se sentiva soul, scaricalo da qui)
presa da una scritta sulla porta adolescenziale della camera del Cliff, è una canzone fatta in un'ora in cui si lamenta la scarsa quantità di dio in molti frangenti della vita quotidiana postmoderna
3
Dame el Vulvòn
(prossimamente sul dvdisco delle Rabbi Loop Impro)
presa anch'essa da una scritta sulla stessa porta, non necessita di traduzione. Scritta in dieci minuti come tutte le Rabbi Loop Impro, la canzone elenca una serie di tipici approcci nonesi al sesso femminile per poi affermare la necessità di pragmatismo nelle faccende intersessuali. Postfemminismo insomma.

Il testo è il seguente.
Poruesi domandarte de sposarme
darme soldi
farme en piazer
se me portes ala TrentoMalè

o domandarte n'etto e mez de speck

enveze me acontenti de puec (x3)

Dame el vulvòn


Porues domandarte el numer de zelulare

o mosarte la vetura che giai

domandarte canti vagoni che fa to pare

si gias fecebook o skype

enveze me acontenti de puec (x3)

Dame el vulvòn


DAME EL VULVòN
Rabbi Loop Impro XIII




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giovedì 23 settembre 2010

Somewhere

C'è uno che gira in tondo con una ferrari. Ma tipo per cinque minuti. Poi c'è uno che cade dalle scale. E' lo stesso tipo ed è una star. Da lì per tutto il film il suo braccio non sarà più lo stesso. E' divorziato da una che sembra Julianne Moore. La figlia la aspettiamo al varco e fa danza classica da tre anni ma lui non ne sa un cazzo perché ha questo personaggio del sconvolto da difendere. Torna a casa e in camera sua c'è una festa. Saluta una che non lo caga poi un'altra che invece lo guarda e dice Johnny con la o allungatissima (sì, lui si chiama Johnny Marco). Se la porta a letto ma si addormenta mentre le mangia la topa. E' la forza della topa. Si risveglia che ha ancora il gesso al braccio. C'era festa a casa sua perché vive nell'hotel dei artisti e allora si fa festa a casa di tutti perché chissenefrega. Fa le foto con la tipa con cui ha fatto il film. Ha un piedestallo perché è basso. Si capisce che lui se l'è fatta e poi l'ha abbandonata in mezzo a pastoie di donna. Robe tipo l'innamoramento. La moglie dice me ne vado e gli lascia la figlia per un po'. Come andarsene di casa e dire al cane di badare al gatto. Vanno a Milano ai Telegatti. Riceve il telegatto dalle tette della Ventura e poi una versione quasi magra della Marini gli balla intorno come una Sabrina Salerno d'altri tempi. Ah, a Milano si fa la Chiatti mentre la figlia dorme. La figlia non dice niente ma gli lancia delle occhiate che le torneranno utili in futuro, quando sarò donna. Tornano in America e lui si ritrova una topa in camera. Le dice non è il momento e scappa colla figlia. Giocano a ping pong ma sono degli incapaci. Una gli mostra le tette mentre la figlia non vede. Lui pensa che ppalle ancora tette e fa finta di niente. Poi prendono il sole. Questo lo sanno fare. Poi lei legge le sceneggiature e gliele riassume perché lui non c'ha sbatte, lui è uno che non ha studiato da attore. Incontra Benicio Del Toro in ascenzore e gli fa ciao Benicio e lui ciao Johnny. Poi la figlia se ne va. Lui piange e lascia l'albergo delle star.

mercoledì 22 settembre 2010

Bob Log III

Niente.
Era solo per dire che a novembre suonerò a Bolzano con questo qua.
Inutile dire che è enorme onore.





Grazie mille, anzi 666, a Vanja

martedì 21 settembre 2010

Aggiornamento BUE

Non che a qualcuno freghi qualcosa. Giustamente. Ma torniamo a parlare dei BUE. Da grande promessa del rumore trentino sono riusciti a trasformarsi nella più grande bufala che si sia mai vista su suolo autonomista.
Una nuova serie di canzoni prese dalla tradizione disco becera anni 90. Un nuovo componente che ha portato ancora più rumore e un altro tornato dagli antipodi. Se dio vuole i batteristi saranno tre un giorno.
Nel myspace ci sono tre nuove canzoni.
Una cover di To The Club di Agostino Carollo.
Una cover di Don't Wanna Short Dick Man.
E una nuova canzone dedicata ai concorsi musicali in Trentino (e a chi vi partecipa) che si chiama Wanna Be MTV.

NB: I pezzi sono registrati in sala prove. Non è che sono registrati da culo.
Il suono è quello.
Veramente

lunedì 20 settembre 2010

Di quando MNM (Me Nono Marino) incontrò il diavolo, più o meno (Rabbi Loop Impro XII)

Questa la volevo fare da una vita. Era nella lista. E' una riproposizione della nota storia del nonno dello Sfrenogildo, quello che poi diventerà il potente eroe MNM (Me Nono Marino), quando incontrò La Mort Embriagia, portaborse di Satana, in un campo della Val di Non e di come ci ha salvati dall'annientamento diabolico.
Se uno non è noneso non capisce un cazzo. Neanche l'ironia finale. Però la storia è divertente.


PULP ALPESTRE (Lo Sfrenogildo)

Rabbi Loop Impro XII



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mercoledì 15 settembre 2010

Ti Spero (Rabbi Loop Impro vol.XI) - Nuova canzone d'amore

Volevo scrivere una canzone d'amore.
Nella mia vita ne ho scritte tre:
1. Coi Piccolo Male Puro c'è stata Candy Mandible ma al tempo ero ancora convinto che bastasse dire poetiche senza considerare le figure del suono e robe varie. Comunquer la canzone è sbregamudande quanto basta.
2. La prima canzone di Felix Lalù è stata Mirilasso, scritta quando la ragazza cui è riferita mi ferì dicendo che facevo solo canzoni tristi.
3. La terza è la canzone d'amore un poco cazzona: si chiama Beibo beibo I love you (quattro ever)
Questa volta volevo fare una canzone seria con un testo scritto bene ma il mondo è anche pieno di canzoni d'amore scritte bene e ancora più pieno di canzoni d'amore fatte a grancazzo di cane, disgraziatamente, tanto che le canzoni d'amore sono quasi unanimenente considerate merda a prescindere. Peraltro con tutte le ragioni di sto mondo.
Ciò pensato, ripensato, buttato giù tre righe, sempre merda, non peggio di Grignani ma sicuro peggio dell'ultimo Vasco.
Finchè ho avuto l'illuminazione. A cosa serve mettersi lì a buttar giù roba nuova quando c'è del materiale in abbondanza già scritto? La lontananza sai produce attese, abbracioni e saluti strazianti, ma soprattutto sms. In tempo di crisi c'è bisogno di una nuova economia degli scritti. Riciclare i ciclostile del today. Allora ho copiato la vasta gamma di sms d'amore scritti al mio amore su un foglio e li ho riassemblati in questa canzone che si chiama Ti Spero.
Poi siccome mi piace le rime ho aggiunto qua e là. In grassetto solo i sms originali, in normale quelli aggiunti per riempire lo spazio e il tempo.

La Spuma per el Bocia feat. Felix Lalù
TI SPERO

Ti spero
Ti spero come il sole
come il mare
come l'abbronzatura sull'anulare
come il miele che cola dall'alveare
Ti spero come il bel tempo si spera
come l'osso di seppia
come l'arrivo della primavera
come l'arrivo del pusher
al nutella party nella casa degli Usher
Ti spero come il bel tempo si spera
Ti spero come un'epifania
come le feste che per fortuna si porta via
Ti spero
Ti spero come il cancro dei rompicoglioni
come la morte di inedia di Berlusconi
come il pane
come la cagna al cane
Ti spero come due più tre fa sei
Ti spero come un nazi gay
come Dennis Rodman di nuovo nella nba
Ti spero come la vendemmia
come il maiale dentro a un toast
come la fine di Lost
come lo sdoganamento della bestemmia
come la rumba
come il samba
come la bamba low cost
Ti spero come il solstizio d'estate
come il fato alle fate
Ti spero come mi viene
Ti spero come mi conviene
E voglio smettere di dirlo
Lallallallallalallallallallà
Lallallallallalallallallallà
Lallallallallalallallallallà
Lallallallà Lallallallà
Ti spero come la pioggia dentro alla mansarda
come una sega a notte tarda
e poi un pompino alla mattina
Ti spero come il poster di Don Chisciotte della mia vicina
nella cucina della mia vicina
Ti spero anciora un po'
come la violenza su Fantaghirò
come un disco nuovo degli Edgar Allan Poe
Ti spero come il retro dei tuoi jeans
come gli ebrei ai marines
Ti spero

La Ostia
consiglia
Rabbi Loop Impro XI
TI SPERO



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