domenica 15 giugno 2008

14.06.08: Fago + Ratm + Wedding

Come dicevano i romani, o masa o migia!, o troppo o niente. Così capita che lo stesso giorno si impilino tre cose di importanza prioritaria.
1. l'unica data italiana dei Rage Against The Machine
2. la seconda sera del FagoFest! che ho visto concepire, nascere e crescere
3. il matrimonio di una grande amica a Roma, la Ceciozz, e il suo buon Raoul. (Certo che quando i pezzi pregiati vengono ritirati dal mercato così giovani un po' di rimpianto masculo ci solca le gote, ma che civuoffà?)

Devo dire che la scelta è stata tanto debita quanto facile, perchè il biglietto per i RATM è venuto prima ed era pure un regalo di compleanno del mio migliore amico.
Partenza con riserve comunque. Il revivalismo postadolescente supera di poco le riserve sulla validità artistica ma soprattutto etica di un tour senza album (e mettiamoci pure senza magliette con fogge diverse da pugno chiuso e che guevara). Quando poi arrivi e ti ritrovi come gruppo spalla il gruppo più inutile tra i gruppi famosi per i tatuaggi del cantante pessimo e pure stupido le riserve potrebbero pure aumentare. Certo, la gente non li cagava e lanciava oggetti contundenti un po' perché quando aspetti i Rage vorresti vedere gente che spacca, no il gruppetto quasi punk di un Sid Vicious contemporaneo. Già il primo ha scassato da mò, non ne sentivamo proprio il bisogno. Ah, si chiamano Gallows e metto il link solo perché vi rendiate conto di quanto siano inutili.
I Rage invece spaccano come sempre, spaccano per i soldoni ormai (non che prima li pagassero in sale), ma spaccano. Escono vestiti da AbuGrahib. Toccante ma pure facile se vogliamo, visto che a loro non l'ha messo nel culo nessuno. E alla fine Zack fa tutta una tirata politica che nessuno capisce perche parla veloce. Si capisce solo che la guerra è anche nostra. Grazie Zack. Le tue notizie di prima mano ci riempiono di fervore antimperialista. E tutti sti pugni chiusi, pareva che ci fosse un esercito pronto per la rivoluzione, e invece eravamo solo una massa di beceri col biglietto in tasca e la tv e la pappa pronta che ci aspetta a casa a gambe aperte. Averli visti dieci anni fa, cazzo, altro che, ci sarei cascato a piedi giunti nella menata del pugno e del fuck you i won't do what they told me. Me lo sarei goduto con più cuore e meno cervello.
Gran concerto compari! Ora a casa e lavorare, e se non avete intenzione di fare un altro album siete solo degli sfigati, degli sfigati col pugno chiuso. (e poi, mio buon Tim, com'è possibile che dopo 15 anni scazzi ancora il tempo del giro di basso di Bullet in the Head e mi costringi il buon Brad a rincorrerti come la vecchia col cane al parco? Come si fa? Meno tatuaggi e più prove, ecco).

Il bello è che un paio d'ore più tardi mi sono beccato pure tutto il concerto dei MoRkObOt alla FagoFest!. Ma quanto spaccano i MoRkObOt? Tanto. Du bassi batteria e via, macinando chilometri e foderando d'asfalto tutto l'orbe terraqueo. Meglio nei momenti spacconi che in quelli svaccati debbo dir, ma gran performanza. Marcio, il bassista, ha pure sfoderato la battutona finale, all'alba: sai qual è il gruppo metal preferito di mio nonno? I Pancera. Vabbè, a me fa ridere.

Per quanto riguarda il matrimonio invece, impossibilitato a marciare sulla capitale e ansioso di perdono, ho ripiegato su un regalino domestico super (artigi)anale che potete vedere qui.

domenica 8 giugno 2008

Zu + Putiferio @ CurtaRock 07.06.08

Si parte che piove perdìo ma siamo in missione per conto di. Si parte da Trento che la Valsugana sembra di essere sotto un'abatjour. Si scende a valle in compagnia di un gruppo di Hefe-Weizen dell'Eurospin, quelle da preferire. Danzano sempre più anoressiche, le inebrianti Hefe, tra Giovanni Luca Moxe e Miroslav Fagocevic, fresco di un jetlag ubriacante preso chissà dove. Fonde un andaluso da grande rrussia e un italiano improvvisato da raccontare ai bisnipoti.
Mentre ci racconta delle scoregge da stitico di Joe Strummer (quelle che si potrebbero definire "il lamento dello stronzo imprigionato") e della passione per la parte splatter della Bibbia di Joey Ramone saggiamo questo nuovo disco dei Putiferio (fatica numero 8 dell'illuminata RobotRadio Records). Una roba scura, spezzettata, spaccaculi e coraggiosissima. Non sto li a sbanfarla su che fiorfior di bande viene questa gente con degli zebedi multidimensionati (diciamo invece che vengono da qui qui qui qui qui e qui e altre per voi gnoranti schifi).
Panda grida, e cos'altro potrebbe fare, grida a squarciaorecchie, come di costume. Ma è gente completa, i Putiferio, ci trascinano nelle danze tribbali dell'africa scura, nelle disco di magliette corte sudate di eros ma gli piace anche il petting, e fanno pure le carezzine dolci, a tratti, sbregano pure le mudande, a tratti, prima di colpirti a tradimento come piace a noi ggiovani. Una bomboniera di odio e angoscia i testi che, e pure le parti caramellate, con l'anima di Nick Cave posata sulla spalla, allieta il martelletto del nostro cuore. Ah, il situazionismo di "all we are saying is give peace a cancer"! Ah, la schiettezza di "ah, se avessi una maglietta di bombe, un cappotto foderato di bombe"!
Un ciao grazie più tardi arrivano gli Zu, basso batteria sax e una montagna di concerti in giro per il mondo. Semplicemente la dimostrazione che non serve grandi produzioni, non serve video nè strappone in (ma anche senza) bikini nè tantomeno essere ospiti di TotalRequestLive per godere della stima imperitura del Bacco con la cetra che ci guarda di lassù. E' sufficiente spaccare culi a Tokio come a Curtarolo provincia di Padova, con la stessa indefessa spacconaggine cazzuta che anche Mickey Rourke ci penserebbe un attimo. Gli Zu è come un beccarsi un pugno a mitraglietta da KenShiro con sotto un quartetto jazz coi controfalli. Un muro avvolgente, per quanto possa dire qualcosa.
"Preferirei un mazzafrusto infilato nel culo che suonare dopo gli Zu" (Miroslav Fagocevic).
Non aggiungo altro.
Robe da pacche sulle spalle.
Robe cui assistere prima d'esser l'happy meal del lombricume.

sabato 7 giugno 2008

Il Grande Ritorno di Miroslav Fagocevic

Mancano pochi giorni all'annunciato ritorno dell'indimenticato tennista sovietico Miroslav Fagocevic. Una promessa (neanche tanto) mancata del tennis, un grande promotore del rock'n'roll, un vizioso d'altri tempi (leggi bio).
Il luogo dell'evento è il Centro Sportivo Bruno, vestito a festa per celebrare questo momento storico. Il tributo alla sua formidabile personalità avrà come cerimonieri 18 gruppi provenienti da tutta Italia (e non solo).
Qui trovate un estratto dall'intervista esclusiva che pubblicheremo interamente a giorni.
Tenetevi pronti, lo spettacolo sta per iniziare.

Per saperne di più


Questo è lo spot del festival, mancare è peccato.