martedì 27 maggio 2008

I Sunti vol.6 - Rai3 TgRegionale h19.30

Quale di queste quattro notizie non è mai stata data dal TgRegionale?

All'Acqua e Sapone di via Perini Trento viene trovata una vipera, impigliata nell'dell'etichetta di una bottiglia situata a un metro e mezzo d'altezza. L'animale proveniva probabilmente da un sacco di terriccio. I vigili, dopo aver liberato la bestia, l'hanno liberata nei boschi del Trentino.


A Pergine si inaugura il Museo del Paracarro. Lungo il sentiero sterrato di un parco (per la gioia dei bambini che giocano, NdR) sono posti una serie di vecchi paracarri recuperati. Ognuno di essi è intitolato a un famoso ciclista. Ci sono Francesco Moser, Eddie Merckx e Sigmund Freud.

A Bolzano arriva uno spettacolo de La Fura Dels Baus, compagnia catalana, che rappresenta la presa del teatro a Mosca da parte dei terroristi nel 2002. Il pubblico non viene torturato ma si caga sotto uguale.


Tre ragazzi vengono sorpresi a Salorno mentre tirano zolle di terra alle macchine in passaggio.



La risposta è nessuna. Incredibilmente. Una dietro l'altra.


domenica 25 maggio 2008

Io Ozio

L'ozio è il padre dei vizi. L'ozio è la sepoltura di un uomo vivo. L'ozio deve ringraziare se stesso se va a piedi scalzi. Dio distrugge gli oziosi e aiuta i laboriosi (però dice che ama tutti, baro! NdA). Alle persone oziose non mancano mai scuse. La testa dell'ozioso è l'officina del baro. Il diavolo tenta tutti, ma l'ozioso tenta il diavolo (Questa è la mia preferita).

Questi sono solo alcuni dei proverbi che dileggiano l'ozio, cancro del sistema produttivo, falla del capitalismo, pecora nera della famiglia delle azioni.
Ma che cazzo v'ha fatto l'ozio di male? Vi ha mai fatto alzare quando alle 4 di mattina? Vi ha mai ripreso di fronte ai colleghi? Vi ha mai fatto fare straordinari quando non volevate?
Eppure una volta non era così. La dimostrazione è molto semplice. L'aura negativa che gravita infausta intorno all'ozio è proprio della nostra cultura, ma la radice etimologica sua e di un altro compare illustre sconfessano questo sentimento vile e partitoprésico. Perché neg-ozio (inteso come attività finalizzata) altro non è che la negazione dell'ozio, e quando una parola è formata dalla negazione di un altra vuol dire che quell'altra viene prima, o è più importante, o è più usata, o più prosaicamente spacca di più, nell'immaginario collettivo.
Quindi l'ozio ha il primato sul negozio, checchè ne dicano genitori e gerenti.

In difesa dell'ozio Felix Lalù scende in campo con Io Ozio, un'installazione/performance che si terrà in mezzo alla strada, in mezzo alla città, in mezzo al tempio del negozio, il Festival dell'Economia. Una tre giorni di ozio convinto, nella ricreazione en plein air di un salotto completo di poltrone e tavolino poggiapiedi. Un missione per Felix Lalù e un servizio necessario fornito ai visitatori e ai cittadini alle prese con quell'"ozio con tabella di marcia" che è il caro buon festival.
Appuntamento all'angolo tra via Diaz e via Oss Mazurana, di fronte all'ex Mandacarù. L'oasi resta aperta venerdì 30, sabato 31 e domenica 1 con orario più o meno continuato dalle 10 alle 19. (In caso di pioggia tutto si sposterà al coperto, nell'androne che porta da Piazza Italia a via Manci)


Io Ozio è un'installazione/performance che fa parte del progetto Preferirei di No, una manifestazione organizzata dalla stimata associazione Il Funambolo.
Il tutto parte dalla riflessione fatta su Bartleby, un racconto breve di Herman Melville (si, quello del pesce). Si racconta appunto di Bartleby, questo scrivano, negli anni venti di Manhattan, che, dopo essere stato un dipendente meticoloso, comincia a rispondere agli incarichi con un laconico e convinto "Preferirei di no". Un pigro? Un ozioso? Un grande? Beh, leggetevi il racconto da soli, prendetevi i vostri tempi, oziate con lui, non è niente male.

Sempre all'interno della cornice Preferirei di No c'è altra gente in giro per la città in quei giorni, artisti, attori e la sera ci sono concerti e video alla Predara. Ci sono pure stimati compari quali Claudio Cuomo, Nurse (o Johnny Mox??) Huck Z. and the Amazing Voodoo Arkestra, Denis Pascon y mucho mas. Il tutto in salsa bartlebiana.
Mancare è il padre dei vizi!

Se non siete ancora convinti ascoltatevi Ozio dei Wolfango, un grande pezzo dell'indimenticato trio del caro buon vecchio CPI dei tempi che fureno. C'è c'è un tizio che fa ozio..

Se non siete ancora convinti cazzi vùa.
Ma almeno prendetevi un momento. Eccheccazzo.

venerdì 23 maggio 2008

Dura la vita

Ieri al mercato del giovedì doppio spiegamento vigili/carabinieri, uniti come un maxibon contro il crimine al mercato. Massimo spiegamento di forze. Controllo sui borseggiatori, soprattutto i bambini zingari, che con le loro ditine si infilano nelle borse delle signore in gran spolvero primaverile. Controlli su tutti i vucumprà che sono insistenti e danno fastidio e vendono merce sottocosto arrivata illegalmente dalla Cina e non emettono fattura e magari con i proventi che non dichiarano vivono in ville faraoniche che manco JR e soprattutto sono negri. Magari ora si lavano, ma son pur sempre negri.
Il risultato riportato con malcelata esultanza da giornali e tg è il tanto agognato azzeramento degli scippi. Gli scippi sono passati da (forse) uno o due a zero, con una differenza di uno o due, se la matematica mi assiste. Grandi risultati.
Questo per dimostrare alla cittadinanza che le Ronde Padane non servono, che le forze dell'ordine bastano e avanzano e sono in grado di fronteggiare la terribile ondata di microcriminalità che ha investito Trento. Che poi magari se le ronde funzionano il comune ci licenzia tutti.
Io però non mi fido, che se ne sentono di ogni. Ormai non esco più senza la mia fidata bomboletta del pepe, la stringo tra le dita come un rosario, che ti violentano nell'androne del municipio e nessuno ti difende. Nessuno che ti conforta, in quei momenti. Nessuno che ti sussurra parole dolci, che ti mette il tuo disco preferito, o che ti porge la manciata di vasellina risolutrice.
Dura la vita, a Trento.

domenica 18 maggio 2008

Arriva l'alligatore

Quando ero giovane pensavo che l'unica frontiera della musica altra, l'unica via per spingersi oltre, fosse fare più casino possibile, spaccare era far casino con stile. Poi mi sono reso conto (oppure sono diventato vecchio, non ricordo più quale) che spesso dietro il casino si nasconde solo la triste mancanza di idee. Le frontiere della musica si possono costringere anche urlando sottovoce o brandendo strumenti non distorti.
Iersera ho avuto la fortuna di vedere gli Jacarè. E' stata proprio la canzone di questo video che mi ha attirato da lontano, come un Wil E. Coyote qualsiasi, e il resto non è stato da meno. Un viaggio tra pezzi fintamente popolari da piedi scalzi e stacchetti colti e assolati, una voce di quelle che ti porterebbero ovunque, chitarra classica e sax belli lanciati in inseguimento reciproco. Good bibration, altro che disagio.


mercoledì 14 maggio 2008

(Chi diavolo è) Miroslav Fagocevic?

Nasce a Samarcanda (Uzbekistan) il 5 marzo 1959 da un militare di origini croate e una donna uzbeka. Il padre li abbandona quando Miroslav ha 6 anni, con la madre si trasferisce nella provincia uzbeka. Inizia a giocare nel campo del paesino, costruito senza mezzi da Shavrat Karinov, un appassionato locale, "un pazzo visionario, un Leonardo Da Vinci uzbeko, un grande bevitore". Nella sua biografia "La palla andava un po’ dove voleva" (1990, Edizioni Net) racconta che il campo, in leggerissima pendenza, era stato scavato nella terra e le asperità naturali residue e ineliminabili potevano imprimere alle palle giocate effetti imprevedibili. La rete era formata da reti da pesca cucite a mano dalla moglie. "Dopo aver giocato su quel campo, giocare su uno normale era una passeggiata". Sempre Karimov gli costruisce artigianalmente una perfetta racchetta a forma di badile che lo distinguerà per la prima parte della sua carriera. A 12 anni i suoi genitori si riuniscono e, dopo aver passato un paio d'anni in Molvania, si trasferiscono a Minsk (Bielorussia). Assecondando la sua predilezione, il padre lo presenta a Yevgeni Berbetov, modesto giocatore degli anni 50 e 60, vincitore di una Coppa Davis nel 1953. Berbetov rimane colpito dal suo rovescio a due mani, dalla straordinaria capacità di improvvisazione e di arrivare su ogni palla.
Partecipa al suo primo torneo internazionale a 17 anni. Nel 1977 vince inaspettatamente gli Internazionali di Roma imponendosi su un incredulo Nicola Pietrangeli al tie-break. Questa vittoria gli vale una wild card per gli Australian Open dell'anno successivo, che vince a sorpresa, imponendosi in finale contro l'argentino Guillermo Vilas, diventando il più giovane vincitore del torneo.
Problemi di visto gli impediscono di partecipare al Roland Garros e a Wimbledon. Riesce a raggiungere rocambolescamente gli Stati Uniti per gli US Open. Dopo una marcia trionfale con due soli set persi arriva in semifinale in cui deve affrontare John McEnroe, La notte prima del match viene prelevato dai servizi segreti americani con l'accusa di spionaggio. Dopo una notte di interrogatori viene rilasciato senza alcuna accusa, ma il giorno dopo, sfiancato dalla notte in bianco, McEnroe non gli concede neanche un set chiudendo con un secco 7-5 6-3 6-2, per poi andare a vincere il suo primo torneo del Grande Slam contro il mediocre Vitas Gerulaitis. Deluso dal trattamento subito e sicuro di avere avuto possibilità di vittoria, accusa McEnroe e lo stato americano di avergli fatto perdere il match di proprosito. In quei giorni conosce Sarah Eleanor Wilbur, modesta tennista ma ricca ereditiera in quanto nipote di Vincent Colgate, magnate del dentifricio. I due si innamorano perdutamente e Fagocevic decide di stabilirsi a Los Angeles. Si sposano a Las Vegas dopo pochi giorni. Armato di insana pigrizia Fagocevic si lascia viziare dall'avvenente e benestante moglie, tanto che, all'età di 20 anni, nonostante sia universalmente considerato "the next big thing " del tennismo internazionale alla pari di John McEnroe e Bjorn Borg, abbandona l'attività tennistica "per dedicarsi all'ozio e ai vizi". Il matrimonio prosegue tra continui e anche violenti litigi, provocati dal suo permanente stato di ebbrezza e dalla sua passione per il gioco ("un tiro di dadi è sempre più comodo di una volèè") le prostitute ("le donne più fedeli"), e appassionate riappacificazioni, condite con stravaganti manifestazioni d'amore (racconta la Wilson che "una volta riempì la nostra stanza con uno strato di due metri di palline da tennis, io lo perdonai e facemmo all'amore lì sopra"). Diventa amico intimo e compagno di bagordi di John Belushi. La sera in cui morì Belushi era il compleanno di Fagocevic. I due stavano festeggiando in compagnia di Robin Williams, Jack Nicholson, Robert De Niro. Fagocevic, che si ruppe il naso in un tamponamento nel disperato tentativo di trasportare Belushi nel vicino ospedale. La storia con la Wilbur finisce tre anni più tardi. Fagocevic, ingrassato di 15 chili e perseguitato dai creditori, decide di tornare all'attività agonistica. Il suo ritorno viene acclamato dagli appassionati e dalla critica, oltre ad essere visto come un’occasione commerciale ghiottissima. La Fischer produce una racchetta, la Fago2000, col suo nome e la tipica forma a badile (la racchetta si rivela un fiasco commerciale, ma ora gli esemplari esistenti valgono miliardi). I primi risultati però non soddisfano le aspettative. Dopo tre eliminazioni al primo turno riacquista il peso forma e tra il 1983 e il 1986 vince alcuni tornei, raggiungendo anche i quarti di finale degli Australian Open nel 1984 e la semifinale del Roland Garros nel 1985. Nonostante la sua ripresa, non ha più la brillantezza che l'aveva contraddistinto nei primi anni della carriera. Si dice che non conduca propriamente la vita dello sportivo, che ecceda nell'assunzione di alcolici, che disputi e vinca alcune delle sue miglori partite in stato di alterazione ("Sono uzbeko, quindi sono un grande bevitore. Se bevo durante le partite? Diciamo di no, ma se lo facessi non avrei problemi a dissimularlo. E poi non sarei certo il primo, Jimbo (Jimmy Connors, nda) lo faceva, e mi pare che nessuno gli abbia mai detto niente"). Nel giugno 1986 annuncia a sorpresa il suo ritiro, a causa (o come dice lui "con la scusa") di un'epicondilite cronica che gli impedisce di esprimersi al meglio. Per il mondo del tennis è la morte di una stella che ha brillato per poco per poi spegnersi lentamente. Prende seconde nozze con la tennista spagnola Mariangeles Perez Higuella e si ritira a Campotejas, un piccolo borgo di campagna semidisabitato a pochi chilometri da Granada, dove grazie al suo nome apre una scuola di tennis. Conosce Camaròn De La Isla, il più grande cantante flamenco di tutti i tempi, appassionato di tennis e grande amante degli stupefacenti. E' proprio il cantante che gli affibia il nome di El Gitano de Rusia, come poi si chiamerà la sua piccola scuola di tennis. I due si frequentano fino alla morte del cantante, avvenuta nel 1992. Allena un dodicenne Rafael Nadal, che però lo abbandona per la sua severità e i modi rudi. Successivamente frequenta Joe Strummer, ex cantante dei Clash, anch'egli ritiratosi in Andalusìa a vivere della rendita dei suoi best seller. Si dice che intessano un'amicizia profonda, e che fu proprio Fagocevic a convincere Strummer a riprendere a suonare con i Mescaleros nel 1995. Alla sua morte nel 2002, afferma "tutti i miei più grandi amici sono morti. Nessuno di vecchiaia. Forse sono il più fortunato. A me piace pensare di essere solo il più resistente".
Attualmente continua a vivere a Campotejas in compagnia della moglie e dei cani John e Bjorn.


Per saperne di più

giovedì 1 maggio 2008

"Ora Pro Felix" - Sessioni di Registrazione

è lieta di presentare il dietro le quinte della registrazione di "Ora Pro Felix", ultimo plagio de La Piccola Orchestra Felix Lalù.

Lo Studio di Registrazione Divano2 di via Giovanni e Tina Lorenzoni (Martiri della Resilienza) n°10 in Trento Trentino Italy è stato teatro concavo delle iperbolanti performance (di cui avete solo un minimo assaggio, come alle degustazioni per turisti sfigati, ovviamente) di due tra i più importanti artisti del panorama domestico, convenuti in slitta cammellata dalle più remote lande del globo per partecipare al prossimo disco della Piccola Orchestra, intitolato provvisoriamente "Lascia la porca aperta'" e in uscita nei peggiori bar di Caracas per l'estate 2008.

Giovedì 30 aprile ha registrato Jacopo detto Larry, voce e cori e chitarra acustica e idee in questo pezzo, nonchè bassista/screamer dei The Bastard Sons of Dioniso, vincitori del Desiderato Premio Lalù per gruppi emergenti che spaccano culi a destra e a manca 2007.

Venerdì 1 maggio invece è stata la volta de La Niña de los Gorgojillos, già cantrice in "(Stronzi) Messagio Promozzionale" e "Le Lu La Lu", qui in veste di voce e cori e idee.

Nel ringrazziare gli artisti, LA OSTIA - Registrazioni Artigianali richiede l'invio dei dati personali (con fotocopia del documento di identità) e delle coordinate bancarie, in modo che l'irragionevole cachet pattuito venga versato, per poi essere giustamente pubblicato online sul sito del Ministero dell'Economia, alla faccia del buon Grillo. So che preferivate far tutto in nero ragazzi ma ho gli usurai alle calcagna, e nessuna Laura Chiatti (o manza affine) per abbindolarli, cazzo.
Cazzo

Ma a parte le questioni economiche personali, ecco a voi i video. Per chi non lo capisse, il microfono che usiamo è l'introvabile Pulse Ciariègia, un modello vintage anni70 a forma di sedia impagliata. L'invidia di tutti gli studi di registrazioni con minime ambizioni estetiche.
Suca(te) minchiones.