domenica 25 maggio 2008

Io Ozio

L'ozio è il padre dei vizi. L'ozio è la sepoltura di un uomo vivo. L'ozio deve ringraziare se stesso se va a piedi scalzi. Dio distrugge gli oziosi e aiuta i laboriosi (però dice che ama tutti, baro! NdA). Alle persone oziose non mancano mai scuse. La testa dell'ozioso è l'officina del baro. Il diavolo tenta tutti, ma l'ozioso tenta il diavolo (Questa è la mia preferita).

Questi sono solo alcuni dei proverbi che dileggiano l'ozio, cancro del sistema produttivo, falla del capitalismo, pecora nera della famiglia delle azioni.
Ma che cazzo v'ha fatto l'ozio di male? Vi ha mai fatto alzare quando alle 4 di mattina? Vi ha mai ripreso di fronte ai colleghi? Vi ha mai fatto fare straordinari quando non volevate?
Eppure una volta non era così. La dimostrazione è molto semplice. L'aura negativa che gravita infausta intorno all'ozio è proprio della nostra cultura, ma la radice etimologica sua e di un altro compare illustre sconfessano questo sentimento vile e partitoprésico. Perché neg-ozio (inteso come attività finalizzata) altro non è che la negazione dell'ozio, e quando una parola è formata dalla negazione di un altra vuol dire che quell'altra viene prima, o è più importante, o è più usata, o più prosaicamente spacca di più, nell'immaginario collettivo.
Quindi l'ozio ha il primato sul negozio, checchè ne dicano genitori e gerenti.

In difesa dell'ozio Felix Lalù scende in campo con Io Ozio, un'installazione/performance che si terrà in mezzo alla strada, in mezzo alla città, in mezzo al tempio del negozio, il Festival dell'Economia. Una tre giorni di ozio convinto, nella ricreazione en plein air di un salotto completo di poltrone e tavolino poggiapiedi. Un missione per Felix Lalù e un servizio necessario fornito ai visitatori e ai cittadini alle prese con quell'"ozio con tabella di marcia" che è il caro buon festival.
Appuntamento all'angolo tra via Diaz e via Oss Mazurana, di fronte all'ex Mandacarù. L'oasi resta aperta venerdì 30, sabato 31 e domenica 1 con orario più o meno continuato dalle 10 alle 19. (In caso di pioggia tutto si sposterà al coperto, nell'androne che porta da Piazza Italia a via Manci)


Io Ozio è un'installazione/performance che fa parte del progetto Preferirei di No, una manifestazione organizzata dalla stimata associazione Il Funambolo.
Il tutto parte dalla riflessione fatta su Bartleby, un racconto breve di Herman Melville (si, quello del pesce). Si racconta appunto di Bartleby, questo scrivano, negli anni venti di Manhattan, che, dopo essere stato un dipendente meticoloso, comincia a rispondere agli incarichi con un laconico e convinto "Preferirei di no". Un pigro? Un ozioso? Un grande? Beh, leggetevi il racconto da soli, prendetevi i vostri tempi, oziate con lui, non è niente male.

Sempre all'interno della cornice Preferirei di No c'è altra gente in giro per la città in quei giorni, artisti, attori e la sera ci sono concerti e video alla Predara. Ci sono pure stimati compari quali Claudio Cuomo, Nurse (o Johnny Mox??) Huck Z. and the Amazing Voodoo Arkestra, Denis Pascon y mucho mas. Il tutto in salsa bartlebiana.
Mancare è il padre dei vizi!

Se non siete ancora convinti ascoltatevi Ozio dei Wolfango, un grande pezzo dell'indimenticato trio del caro buon vecchio CPI dei tempi che fureno. C'è c'è un tizio che fa ozio..

Se non siete ancora convinti cazzi vùa.
Ma almeno prendetevi un momento. Eccheccazzo.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

sei un fuso, einfach so.

denis

Innatural ha detto...

in verità l'ozio è il padre dei miei cùgini...
Bella li
MamalBao da Rabia

Anonimo ha detto...

..ti sarò mentalmente vicina nel contemplare l'ozio.. a bientot!