lunedì 29 dicembre 2008

Facciamo che tiriamo le fila

L'anno scorso di questi tempi stilavo i miei buoni propositi per il 2008. Non che avessi grandi aspettative, ma guardandoli ora noto che qualcosa è cambiato veramente. Qualcosa invece è rimasto uguale ma almeno me ne sono accorto.

Se fossi mericano, questa sarebbe la colonna dove sono un loser. Invece sono italiano, quindi posso riproporre lo stesso proposito senza pensare che per un anno intero non ce l'ho fatta, oppure abbandonarlo senza pormi alcun perchè nè alcun siccome.

COSE CHE NON HO FATTO:
- giocare di più: solo un paio di sfide a morra col compare Barnabi, tanto per non perde la mano (una con vittorie alterne contro nonesi, un'altra con grande vittoria contro Fede dei Bastard/El Verza, eheh), ma nient'altro, niente scacchi, niente vril. Però ho imparato la cirulla, una scopa genovese più complicata.
- passare più ore nel bosco e meno al computer: solo tre settimane a Rabbi, con ampie passeggiate nelle prime due e tanta neve da spalare la terza.
- fare qualche balla di vin rosso in più: sempre troppo poche, l'ha detto Hank.
- tra le varie identitá, acquisire e a pieno titolo quella di O'lele Dechadiez Boo, ovvero diventare finalmente il quarto Supercane: niente, stavolta è andata male.
- chiamare a casa, ogni tanto: l'altro giorno mio padre ha detto a uno che non mi vede da un anno. Era sarcastico ma neanche tanto.
- tentare di essere pagato per qualcosa di soddisfacente
: a parte oziare per tre giorni per le vie di Trento durante il festival dell'economia (ho incorniciato la ricevuta) e qualche altro spettacolello, il lavoro che più ha occupato il mio anno è stato solo un lavoro, utile per l'affitto e i vizi
- essere più pronto con le risposte taglienti

- guardare tutti i film in lingua originale: fatto, ma neanche tanto. In compenso ho guardato tanti cartoni. Vale lo stesso?

COSE CHE HO FATTO:
- mangiare meglio: mangiare meglio che in una casa olandese con 13 studenti non è poi così difficile.
- scoprire almeno tre gruppi veramente fighi: 5'Nizza e Flight of the Conchords li conoscevo già, quindi non vale, quindi Offlaga Disco Pax, La CriptaCrew, Elbicho, Le Luci della Centrale Elettrica, Putiferio e Fela Kuti mi bastano, son 6.
- incazzarmi di meno ma anche preoccuparmi di meno: fatto, fin troppo.
- godermi un po' di più il sale della vita, anche detti gli amici: mi sembra fatto, anche se non basta mai.
- vedere più concerti di gruppi fighi, magari vedere per l'ennesima volta Paolo Conte, prima che muoia come un vero jazzista: niente Paolo Conte, che ha ricominciato a girare da pochi mesi. Direi che Offlaga Disco Pax, Zu e Putiferio, Jacarè, Rage Against The Machine e Lightning Bolt possono bastare.
- evitare la tv ma soprattutto di parlarne: fatto, bene, bravo, ora però che i miei compagni di giochi bastardi sono in tv mi toccherà, cacchio.
- continuare a cagare regolarmente: come dicono in Inghilterra, I'm a watch.
- fare qualche canzone con la Piccola Orchestra, e coinvolgare altra ggente. Si tratta pur sempre di un'orchestra: questo l'ho fatto in pieno, ne ho pronto un cesto.
- tornare in Spagna, o andare in Grecia. Un accurato affanculo con ispezione anale al Nord Europa e ai posti freddi dove non si parli dialetto stretto: fatto, almeno per la Spagna, anche se solo per pochi dì.

COSE CHE BOH:
- imparare un po' di saggezza da chiunque, specialmente da chi saggio non è o non sembra: boh, non so, il proposito non sembra tanto male, ma come lo verifichi?

Un discorso a parte vale per:
- mangiare carne umana, possibilmente senza uccidere o ferire nessuno: non è poi così facile dai, mi concedo una propoga, alla maniera degli statali

Allora sono un winner o un loser?
Chissenefotte. L'anno è stato niente male. Tanto si vive in situazioni di crisi da una vita, son quelli abituati bene che soffrono.

venerdì 26 dicembre 2008

Antonio Cassano vs. la Triade

Venerdì scorso mi trovavo nelle Tre Torri Gemelle del Potere Autonomo a parlare del progetto alla cui stesura ho partecipato. A mio parere, e a parere delle carte che ho letto per fare questo lavoro, manca buona parte di ciò che dobbiamo consegnare, ma secondo la santa trinità presente (che in difesa della privacy chiamerò Prov, Compr e Univ) ciò non costituisce problema. Ciò non costituisce problema a tal punto che non se n'è parlato. La consegna del malloppo è stata democristianamente procrastinata di due mesi perchè le elezioni che ci sono state nel mezzo hanno rallentato la cosa. Si è accennato al fatto che in questi sei mesi io e il mio collega avremmo dovuto essere formati per il poi che ci era stato sventolato sotto il naso alla firma del contratto (un poi fatto di stipendio eccetera). La triade è convenuta sul fatto che nessuno si è occupato di formarci e che quindi sarebbe utile trovare e consultare (all'ultimo, in corsa e in ritardo) qualcuno di già formato che tolga le chiappe dal fuoco alla faccenda.
A questo punto, con diplomazia da guerra fredda, ho osato sollevare alcuni appunti:
1. a noi scade il contratto a fine dicembre
2. suppongo che allo stato delle cose ci sia ancora bisogno di noi
2. saremo noi presi in considerazione per l'eventuale poi?
3. qualora chiamassero qualcun altro non sarebbe meglio che lo affiancassimo per imparare qualcosa nei due mesi di interregno?
A queste parole sono stato zittito fantozzianamente dal mio capo supremo (il capo del mio capo) perché ciò non concerneva la riunione. Da notare che, dopo sei mesi di onorato servizio, avevo avuto il piacere di conoscere il mio capo supremo (che conoscevo solo come uno dei tanti supertrombati delle ultime elezioni) solo cinque minuti prima.
*
A questo punto Antonio Cassano si alza con tenuta e fare samporiani e rompe la formalità sbraitando: Ma allora questi ragazzi li state prendendo per il culo? Se li volete mandare a casa dopo sei mesi e promesse da marinaio ditelo subito, così risolviamo la questione!
A quel punto la santa trinità s'è guardata negli occhi, ha stretto le spalle e ha annuito come quell'ingenuo sgamato a rubare in chiesa a ui nessuno ha spiegato che nel belpa bisogna negare, negare sempre, anche l'evidenza.

Il sogno si è interrotto così. I miei sogni son sempre molto terratera. Il particolare di questo è che la seconda parte, quella dopo l'asterisco*, l'ho solo sognata. La prima l'ho realmente vissuta, e poi sognata. Si chiama residuo diurno. E' quando delle questioni rimangono irrisolte nella realtà e ci pensano i sogni a risolverle al calar della notte.
Non che nutra particolare stima nel pibe de bari. Evidentemente lui è il mio Charles Bronson da riunione, il mio John McLane in maglia da ciclista. Ripara i torti subiti nei miei sogni.
Grazie Antonio, vieni più spesso a trovarmi.

martedì 23 dicembre 2008

Superclassifica 2008 (Droga in cambio di sesso)

La notizia del giorno è questa ragazza che si da(va) in cambio di qualche grammo di hashish. Considerando che qualche grammo di hashish vale molto meno di un giretto con una prostituta (anche se negra che costano meno) e che invece di una prostituta si può avere una diciassettenne democristoaustroungarica nel fiorfiore della sua gioventù, non mi resta che disperarmi. Se fai queste cose alla mia età ti mettono in gabbia perchè negri e albanesi ti deflorino, ma se le fai ancora minorenne al massimo ti sculacciano.
Cosa mi sono perso! Averlo saputo prima, tipo dieci anni fa, avrebbe fatto la differenza. Io arrivo sempre che l'avanguardia ha già spareccchiato da un pezzo.

Per questo la mia Superclassifica del 2008 non contiene solo dischi di quest'anno solare, ma i dischi che han circolato con più gusto nel mio giradischi mp3 in quest'anno solare in cui anche i banchieri han pianto un po' (fino all'arrivo della social card per banchieri, giusto un cinìn più cospicua di quella dei porigrami).
Per fortuna, contrariamente alle diciassettenni, i cui petali si paracadutano ben prima dell'inverno, per i dischi non è mai troppo tardi.


Superclassifica 2008

(sempre inarrivabbile)
0. Paolo Conte - Psiche (2008)
ora passiamo ai mortali

1. Il teatro degli orrori - Dell'Impero delle tenebre (2007)
2. 5'Nizza - Pyatnitsa (2003)
3. Elio e le Storie Tese - Studentessi (2008)
4. La CriptaCrew - Nuvole Vol.3 (2008?)
5. Le Luci della Centrale Elettrica - Canzoni da spiaggia deturpata (2008)
6. Putiferio - Ate Ate Ate (2008)
7. Fela Kuti - Zombie (1976)
7. The Last Shadow Puppets - The Age of The Undestatement (2008)
8. One Day As A Lion - S/T (2008)
10. Vampire Weekend - S/T (2008)

domenica 21 dicembre 2008

C'è grosso crisi/Galeotta fu l'alga

C'è grosso crisi compari. Come le coppie alla frutta e i famosi che vanno all'isola, anche La Ostia - Registrazioni Artigianali ha deciso di aprirsi ad una "nuova frontiera" ad "avventure nuove". Potevo fare piano bar ma non so nè cantare nè suonare quindi ho optato per le più semplici canzoni su misura, che è come fare piano bar o dare il culo ma sembra meno mercenario.
In più Mogol mi deve dei soldi all'ultima volta che siamo stati a Budapest a tope (come se ci fosse un latro motivo per andare a Budapest. Per vedere Buda? O Pest?). Lui è uno di quelli che ha pretese particolari ed è pure tirchio, così ha finto di dimenticarsi il bancomat (l'ho visto perchè si toccava la fede). Io mi son tenuto le mie voglie da democristiano non troppo represso e in cambio del mio amicale silenzio ho guadagnato un bonus di un bel po' di liriche, spendibili fino ad estinzione del debito.
La prima richesta mi è venuta da due amici.
Alessia e Daniel sono due limnologi, studiano le alghe, e proprio discutendo sulla stratificazione delle diatomee si sono guardati negli occhi come due che si guardano negli occhi ma non pensano all'iride e alla pupilla. Così è sbocciato il loro amore, un dolce su e giù in acqua dolce.
Ho spedito questa storia al Mogo (chiamarlo Giulio mi imbarazza) e dopo poche ore mi è arrivato questo testo che ricorda molto il primo Battisti. Non proprio la sua miglior creazione, ma cosa volete, è un vecchio e bolso.
Io poi non è che sono un genio dell'interpretazione, così mi sono fatto aiutare dall'amico Fabbio da Genoa.
Cosa non si fa per soldi cumpà!

mercoledì 17 dicembre 2008

Nunca te acuestaràs sin saber una cosa mas

In Italia si va in Spagna per sport. Si dice che bella la Spagna per sport. La Spagna è il giusto rifugio per l'italiano che non vuole imparare lingue e in più la cultura è simile alla nostra, si vive con meno, si fuma più o meno dove si vuole e alla gente piace far festa. Quindi che vadano, i signori, invece di continuare a dire che ci vogliono andare. Al solito finiranno a far ghetto con altri italiani e torneranno con due dita di fegato in meno.

Ma non è di questo che volevo parlare. Ieri son tornato da un weekend a Madrid. Son stato a trovare un po' di amici che ho conosciuto lì. C'è Jose (l'astrinauta a destra) che scrive per El Mundo, ha appena finito un megaarticolo sui 100 più ricchi di Spagna. Contrariamente a quello che pensavo non c'è nessun calciatore, son tutti immobiliaristi, speculatori, ma pare che la cuccagna stia finendo anche per loro, c'è grosso crisi. Jose fa parte della famiglia più grossa e strana che io conosca. Son 7 fratelli. Pedro fa l'informatico, Isa lavora in Albania e prima ancora in Romania, Ana vive in una specie di casa comune ne La Latina e non adora il dio denaro come tutti noi, mentre Clara ha lasciato la scuola elementare dove insegnava per vivere in una fattoria vicino Granada, dove coltiva capre e piante. Loro non li ho visti stavolta. Ho visto gli altri due: Juangas (l'astronauta a sinistra) vive nella campagna vicino Madrid, coltiva la terra con un gruppo di amici per quello che qui sarebbe un gruppo di acquisto solidale. Prima viveva a Madrid, insegnava musica in un'elementare, la stessa di Clara, mi affittò il suo appartamento senza riscaldamento per tre mesi. Ora se la gode in campagna. Carlitos è il fratellino minore, ha 23 anni e fa il musicista (nonchè colui che mi ha insegnato il reggae dando avvio alla blasonata Piccola Orchestra). Quando l'ho conosciuto era uno sbarbo che suonava molto metal ma si vedeva che aveva le orecchie lunghe. Ora è un chitarrista della madonna, suona latin jazz, un poco di flamenco e tutto quello che gli sale dai coglioni. Suona nei La Fritanga e nei MaracatuFM. Con i ragazzi della Fritanga, tutti 20-25enni, suonano anche nella ConFusion, fanno latin jazz e jam session tutti i martedì a El Local, in calle Tres Peces, a Lavapiès. Suonano alla grande. Poi ho visto Edurne, la bellissima colei amica di un amico che mi ospitò per un mese. Ora lavora con Oscar (che fece l'erasmus a Trento, che allah lo abbia in gloria) e Nacho (che canta ne Los Desechos) nell'associazione nazionale delle associazioni dei vicini. Ho visto anche Juan, il madrilegno che ho cercava lavoro durante la raccolta delle mele (ve lo ricordate? Abbiamo registrato otto canzoni in un pomeriggio).

Ogni volta che li vado a trovare mi prendo una boccata di cultura spagnola. Scopro cose nuove. Ad esempio stavolta ho scoperto:
- Elbicho, da Madrid, fan flamenco fusion, o flamenco progressivo, canzoni che possono anche durar un quarto d'ora. Potrebbero un side project montato nel tempo libero da vecchie glorie del flamenco e del jazz, e invece son miei coetanei. Tanto di cappello
- Kultur Shock, da Seattle, una via di mezzo tra Gogol Bordello e Sistem of a Down
- Zdob Si Zdub, moldavi, fan patchanka balcanica
- dopo i 5Nizza, russi che fan reggae, questa è la volta della San Petersburg Ska Jazz Orchestra Review, un'orchestra russa che fa ska (mai capito perché quelli che fanno ska devono sempre mettere ska nel nome. I metallari che son veramente truzzi non lo fanno mica. Bah)
- The Go! Team, superpop strano dalla terra dell'albione
- che i gitani chiamano payo(s) tutti gli altri, come qui li chiamano gagi. Fin qui tutto bene, niente di nuovo. I gruppi si distinguono dagli altri affibiandogli un nome. La cosa divertente è che uno spagnolo è un payo, un sudamericano è un payo pony, per l'evidente differenza di statura.
- tre nuovi detti, vado pazzo per i detti:
no hay mal que por bien no venga>>>non c'è male che non vegna per il bene (fa un po' Pollyanna ma vabbè)
corres menos que el caballo del malo>>>corri meno del cavallo del cattivo
fallas mas que una escopeta de feria>>>sbagli più di un fucile del luna park (li torcevano perchè la gente sbagliasse il bersaglio)
- sti due programmi La Hora Chanante (vedi l'imitazione di Madonna e quella di Bjork) e Muchachada Nui (vedi quella di Hulk Hogan) che meritano. In realtà è lo stesso programma che ha cambiato canale. Considerando che qui han chiuso Luttazzi e Mai Dire e tutto il resto fa più o meno cagare è una delle poche consolazioni che mi rimangono.

Quante cose si imparano in tre giorni no?

Ho anche fatto un piccolo video La Ostia al Carlitos. Niente roba difficile, reggae fatto bene sotto il cavalcavia dei suicidi (in pieno centro a Madrid, han dovuto mettere paratie trasparenti alte due metri, sennò pulire sotto era un casino).
Eccolo qui

giovedì 11 dicembre 2008

Sondaggio #1: Vota la tua copertina preferita

C'è questo disco quasi pronto.
Da qualche giorno c'è il sondaggio in alto a destra per il nome. Io sono ancora indecisissimo, devo ancora trovarne uno che mi soddisfi pienamente e che, ad allah piacendo, lo rappresenti.
Allora ho preparato alcune possibili copertine, così per rendere la cosa ancora più difficile.
Votate la vostra preferita, chissà che mi decida una volta per tutte. Potrei scegliere quella votata dal campione di pubblico che ha tempo da perdere e legge questo blog, oppure fare il figo e decidere di scartare proprio quella perché piace, e mantenere la mia dignità d'artista indipendente, eheh

1. Lalù c'ha dio in panchina
2. Hai lasciato la porca aperta
3. La baita n'goppa o'mare
4. Ho lasciato l'orso sul fuoco
5. (senza titolo)

Eccole (non che su bianco rendano molto)




















domenica 7 dicembre 2008

Avvolto dentro a una bandiera vuol dire morto scoppiato da una bomba e chiuso dentro una bara di legno e una tromba come colonna sonora

Le canzoni di guerra o di soldati sono sempre un po' patetiche, c'è sempre la speranza, la patria, la bandiera e poi c'è sempre qualcuno che muore. Hanno tutte un'aura di vecchio, impegnate ma intrise di ritmo da balera. Pensavo che ci fosse il tempo per tutto, e che il tempo per le canzoni di ignoranza patriota fossse passato. E invece non finiscono di smentirmi. Invece di glorificare il kalashnikov, padre di tutte le guerre civili del 900 e oltre, ne hanno fatta una sui caduti di Nassirya. Ci sono dei passaggi criticabili, ad esempio per difendere la pace/e portar democrazia (che fa rima con Nassirya e fanatica follia) e anche con il sangue, col dolore/per un nome: libertà. Certo, i fatti son sempre opinabili e i morti sono morti e da quando uno muore non si può che parlarne bene (a parte Hitler e Mussolini ovviamente) solo che il tutto puzza un po' di cravatta al collo dei maiali.
Ma in fondo è una rumba (o una polka, o un foxtrot, bah) e l'importante è che i gambaletti color carne possano solcare le piste e tenere il ritmo, in fondo lo show must go on. E poi la patria vende. Non va più come il pane ma è un evergreen, si vende ancora discretamente.

sabato 6 dicembre 2008

Allevaci dal male

Ok, il mondo è pieno di sfigati. Ne è piena la televisione, ne è pieni i giornali, n'è pieno il mondo che è bello perchè è avariato. Non che tutti quelli che son fuori dal mondo siano sfigati, ma spesso lo sono, sfigati e inetti. Che poi possano vivere con inettitudine, facendo quello che sanno fare è cosa loro. Finchè non vengono a vendermi la loro merda come oro. Non che mi vengano a suonare al citofono, ma qui è pieno di citofoni, e uno a raccontare le proprie stronzate è meglio se sta a casa, così parla con se stesso, si dà ragione e pacche sulle spalle.
Giovanni Allevi è uno di questi. Lui fa anche roba figa, porta la classica nel pop e forse il pop nella classica. Fa le sue canzoncine, ha i suoi bei coglioni mentre suona. E' a suo mod uno sperimentatore. Non che sia il primo, ma la sua versione pare un po' più scanzonata. Me lo vedrei suonando il piano a muro in una balera, con intorno le gonnone che centrifugano, e tutti giù a applaudire.
Solo che è uno sfigato. C'ha quasi quarant'anni ed è ancora lì nel mondo delle favole e di ogni scoreggia fa una cagata. Ha pure scritto un'autobiografia in cui spiega tutte le sue menate. Qui trovate la sinossi con le maggiori stronzate estrapolate dal suo libbro, c'è di che perde le ganassie. Io non sono tanto d'accordo sul fatto che sia una posa, che sia artefatto e si inventi un personaggio un po' fuori dal mondo. Secondo me è proprio così, purtroppo, uno sfigato senza rimedio, con tutto il rispetto per gli sfigati veri.
Poi va in televisione e dice cose del genere (sintetizzate qui), non si può che ridere di lui, e ridere di un musicista (pure bravo, forse e a suo modo) a me rode un po'.
Mio padre direbbe solo pic e badìl, lapidaria, senza verbi, che è sprecare fiato.

giovedì 4 dicembre 2008

Bela Lugosi is not dead, he's in the mountain

Ultimamente mi capita per lavoro di avere contatti con politici e presidenti ci categoria. Proprio ieri ho avuto il dispiacere di parlarecon uno di loro (conversare/dialogare son parole grosse, vista la considerazione di cui mi ha degnato), presidente di categoria.
Si sta lavorando alla stesura di una piano di sviluppo che serve per l'attivazione di un progetto europeo (ovviamente senza il progetto imminente non ha senso fare un piano di sviluppo, eheh). Questo presidente di categoria si lamentava del fatto che quando si sono ascoltati gli attori locali, invece di raccogliere solo le testimonianze dei delegati e dei rappresentanti ufficiali, noi ricercatori abbiamo chiamato anche semplici rappresentanti (non ufficiali), scelti attraverso una specie di casualità ragionata (discrezione del ricercatore per tentare) con l'obiettivo dell'inclusione (vocabolo che riempie le bocche come un profiterol ma che viene trattato come la scoreggia che ne deriva il giorno dopo). Ei sosteneva che bisogna fare tutto dall'alto, che l'assemblearismo non ha mai portato a niente, in sostanza che il popolo è becero e non sa di cosa ha bisogno. Quello lo sanno quelli abituati a saperlo e riportarlo nelle alte sfere, quelle coi dineri per intenderci. Io gli spiegavo che qui non si tratta di mamma provincia sola e delle sue abitudini incancrenite e democristiane (e italiche e terzomondiste per capirci), ma dell'Unione Europea, un organismo che è formato anche da paesi con tradizioni politiche differenti, meno oligarchiche e nepotistiche. L'UE infatti, gli spiegavo, richiede massima trasparenza e massima partecipazione. Per svolgere un accurato lavoro di raccolta dei dati dal basso (l'approccio bottom-up è uno dei pilastri di questo tipo di programmazione) si devono ascoltare gli attori locali, giustamente delegati e rappresentanti di categoria, ma è posta molta enfasi sulla partecipazione dei cosiddetti outsider, le categorie e gli attori che per vari motivi rimangono ai margini o sono meno considerate o semplicemente non hanno voce nelle associazioni di categoria, o non hanno associazione di categoria. Questo riportano manuali ed esperti di progettazione allo sviluppo. In caso contrario il rischio paventato è che la progettazione non faccia altro che consolidare e cristallizzare oligarchie esistenti, obiettivamente uno degli ostacoli principali per lo sviluppo di un territorio.
Il signore allora, da buon politico ha fatto il giro largo, risostenendo che l'assemblearismo non porta a niente, che dal punto di vista pratico è inefficace, allunga i tempi a forza di obiezioni e si perde di vista il fare, che la democrazia va bene ma solo se è rappresentativa, che sono i rappresentanti che devono decidere per gli altri (anche per quelli che non sono d'accordo) e altre stronzate da vecchio babbione democristiano panzone e orgogliosamente austroungarico ma del tutto pizzaemandolino (o luganegheeformai) che non sto qui a ripetere. Il tutto rivolgendosi ai due che aveva davanti a sè al tavolo del bar, senza mai (dico mai mai) guardare in faccia me che (in qualità di unica persona in sala ad aver letto carte, delibere e seghe burocratiche e a sapere qualcosa di progetti europei e di sviluppo territoriale) gli avevo posto la questione.
Io che ero più giovane di almeno quindici anni dal più giovane dei convitati al tavolo, e probabilmente almeno di trenta sull'eta media degli stessi. Tutti che annuivano con la ggiustareverenza.
Mi sono sentito veramente schifato, un coglione in mezzo ai furbi. Perché per mantenere i furbi del mondo è necessaria una pletora di coglioni come me. Ho pensato forse è per questo che lui scalda una poltrona da parecchi zeri e io sono ancora lì con un contratto a progetto.
Il risultato è che ho ripreso a mangiarmi le unghie (ero appena riuscito a smettere) per non mordere alla giugulare quel vecchio di merda (o assaltarlo con un machete, con molta più soddisfazione personale) e il mio contratto sta finendo, e se ieri sbottavo in un bar (per l'affermazione di boss hog qualunque) al cospetto del mio capo e di tutta sta gerontocrazia a gennaio mi attacco al cazzo. Me ne andrei dall'Italia solo per non essere costretto a sentire queste cose e la boria e la serenità con cui le si dice. Sono un vile perché rimango? Ebbene sì. Sì, cazzo.

mercoledì 3 dicembre 2008

Tutto fa cucù

Il sole è tornato, la tacca del nokia è tornata, la luce è tornata, due giorni interi alla luce delle candele, due giorni interi senza StudioSport.
La neve è già calata di un po', adesso ce n'è solo un metro o poco meno. Solo che il sole come lo si vede nella foto è il massimo dell'esposizione giornaliera del paese. Qui il sole torna all'epifania, e per qualche minuto al giorno. Indi per cui, sostiene il mio vicino, su questa sponda del Rabbiès la neve durerà almeno fino a marzo. I miei zii li sta rimpatriando la Farnesina, una low cost che è tutto un programma.

martedì 2 dicembre 2008

Calamità/tattà

Da domenica sera non c'è luce. Non è un'alba nucleare ma se metto le dita nelle prese non succede niente. Tutta la valle è al buio. Come se non bastasse è buio alle quattro e mezza. Quelli col generatore se lo godono. Per gli altri sono romantiche cene a lume di candela e poi a letto presto. E in luglio>>>boom delle nascite.
Ieri sera c'è stata per un blitz di gioia e poi niente cchiù. E siccome il telefono va a luce, non va neanche il telefono. E poi ieri andava solo la vodafone, oggi neanche quella. Scendendo verso la val di Sole stamane ho visto che toglievano degli abeti dai tralicci proprio all'imbocco della val di Rabbi, speriamo ripiglino almeno la luce, sti gonzi imprevidenti.