giovedì 16 aprile 2009

Sono della Val di Non - Atto III

Inauguro l'angolo de La Posta di Felix Lalù.
La prima però o me la inventavo, ma faceva brutto, o la pescavo dalla posta, quella vera. Casualmente mi scrive Daniela chiedendo lumi su una cosa:

buongiorno felixoscar, ho bisogno di chiarimenti perchè non mi raccapezzo. sabato ero presente al tuo concerto (bravo-grazie) ed ho tanto sperato che tu non facessi quella vergognosa canzone "sono della val di non" e invece, profondamente delusa, al pietoso annuncio del titolo, mi sono defilata per fumare una sigaretta e risparmiarmi quello strazio.

Perchè Felixoscar? Spiegami il senso! le parodie si fanno delle grandi opere, non delle cagate (perdona la scurrile definizione)!!!!

quella canzone è un'offesa ai nonesi, alla musica, a tutti coloro che si prodigano per produrre qualcosa di originale.ma forse sono io che non capisco....
Se hai voglia di spiegarmelo, ne sono contenta. Altrimenti mi cullo nel limbo dell'ignoranza che fa vivere meglio molti.buona giornata


Cara Daniela
Capisco perfettamente la tua reazione. La tua obiezione mi è stata fatta altre volte. Il più delle volte è gente divertita ma ognuno reagisce a suo modo con pieni diritti.
Sta canzone gira nei tendoni da almeno dieci anni. L'anno scorso, grande evento, il video. Tutti a chiedervi è vero o parodia? E' vero signori, è vero.
Premetto, per chi non lo sapesse, che la Valium Band è una cover band con all'attimo (che io sappia) un paio di inediti.
Molto famosa in Val di Non, forse ora meno di una volta, forse no. L'ultima volta che l'ho vista faceva cover di Vasco, probabilmente la scelta più pop possibile in Val di Non. Proprio per questo è gente che suona molto e riempie i tendoni.
Con questa canzone
la Valium Band esce dal limbo delle cover band e si affaccia all'arte della creazione.
Ma andiamo con ordine
Le parole:
Secondo me questa canzone esprime perfettamente la realtà della Val di Non. Forse non tutti i nonesi dormono come gli attori porno (=con i calzini), ma molti di loro, hanno
la camicia con i bottoni sempre slacciati, gli scarponi ai piedi e i jeans strappati. Ci lavorano. E di questo lavoro coi scarponi ci campano. Molti possiedono fuoristrada. In Val di Non i carabinieri ti fermano più spesso se sembri straniero, e dire di essere della valle ti para evidentemente il culo. Molti ragazzi in Val di Non son veramente i primi ad accorgersi che è primavera, si alzano presto la mattina per poi fermarsi per uno o più bicchieri al bar del paese, con lo scopo di star un po' fuori dal feudo della mamma o della moglie o della morosa. Quella è meglio vederla la notte. Poi al ritorno son cazzi, ma questo anche nel resto del mondo. Siamo di fronte ad uno spaccato sociologico totalmente realistico. Può sembrarti bucolico, allettante o anche triste se vuoi, ma è realtà, come pure le scene del video. Tu vedi i video dei negroni con le macchinone le pistolone in mano e le sboldre sui sedili e tu dici è solo scena per il video gangsta. Invece no, la tipa glielo sta succhiando veramente nel mondo esterno. Magari ci son du lustrini in più ma è realtà, come il nostro video della valle nostra.
Si può discutere della scelta di usare la progressione valdinon-lavoro-cuore-amore-sole-mare-quinonc'è, quello forse sì. Sono un po'inflazionate nel canto in italiano, ma se ci penso anche i primi dischi di Paolo Conte (che per me non si può paragonare a nessuno, neanche a Igor Portolan) erano zeppi di queste rime scontate.
La musica:
La canzone è la ripetizione dello stesso giro per tutta la canzone. Non so che giro di che perchè non so di note. Semplicistico? No. La maggior parte delle canzoni famose è fatta esattamente così. Di quelle belle bellissime che piacciono a tutti noi e son cazzute. Stesso giro, strofa-ritornello-strofa-inciso(o assolo)-ritornello e hai la canzone perfetta. Si chiama forma-canzone.Vasco lo sa, Ligabue lo sa, il dj lo sa, lo sapeva anche John Lennone. Evidentemente lo sa anche Igor Portolan.
La canzone:
Il tutto messo insieme (parole, musica, struttura, tiro) fa di
Sono della Val di Non un perfetto anthem. We are the Campions è un anthem, Fratelli d'Italia anche. Alla gente gli piace cantare gli anthem, dal primo gruppo di cavernicoli in poi. Insomma sta canzone spacca.
La storia:
Ho la fortuna di suonare in un gruppo in cui ho la piena e totale libertà artistica. Possso fare tutto e i contrario di tutto e tutto va bene senza vergogne. L'unica cosa che non farei è tirar fuori il serpente, quello no. Ma per il resto, suonare Io sono della Val di Non è una goduria, te lo garantisco, e io non ci trovo niente di male. Mia nonna diceva che bisogna vergognarse sol a far del mal. E mia nonna ha passato gli ultimi dieci anni della sua vita cantando robe senza senso e/o della sua infanzia e questo ne fa per me un esempio.
Certo mi rendo conto che se la odi è difficile sopportarne l'ascolto. Pensa a cosa fanno tutti i generi del mondo con le suocere: se mentre
la suocera parla tu pensi a lei torturata o vestita da pagliaccio forse la puoi sopportare. Questo lo diceva Karl Popper.
Quindi, Daniela, non risentirti se faccio questa canzone. So che molti la pensano come te, ma molti di questi molti poi se la cantano con ovvia goduria, dimentichi di tutto. Ché una canzone cantata in coro è meglio di tutte le spiegazioni a voce del mondo. E' un'esperienza telo garantisco.
Dai la prossima volta vienei a cantarla con noi! Vedrai, all'inizio l'orgoglio ti farà un po' male, ma cantando si vive meglio e si esorcizzano i nostri demoni. O almeno così han fatto il 99,9% delle culture umane fino all'avvento della fede tristezza senza canti libberatori che c'è capitata.
Canta con noi, Daniela!
Con affetto

Felix Lalù



Ora, questa lettera non è un consiglio. Ma se volete chiedere consigli a Felix Lalù, scrivete a felix.lalu@gmail.com.
Sarete risposti.

2 commenti:

Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
Anonimo ha detto...
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