lunedì 31 dicembre 2007

Buoni Propositi per il 2008

- passare più ore nel bosco e meno al computer (e già mi sto smentendo, in questo momento non sono certo nel bosco, vabbè)
- giocare di più (diciamo scacchi e morra, ma anche poker e biliardo non sarebbe male)
- fare qualche balla di vin rosso in più (quest'anno non ho dato granché)
- mangiare meglio, e regolare, che mi accorgo sempre piú di quanto influisca sull'umore e quelle cose che paiono non collegate ma lo sono, segretamente; evitare le schifezze , o trovarne di meno schifose e meno chimiche per la chimica (eheh, sono un giocoliere della parola)
- scoprire almeno tre gruppi veramente fighi
- incazzarmi di meno ma anche preoccuparmi di meno
- godermi un po' di più il sale della vita, anche detti gli amici
- vedere più concerti di gruppi fighi, magari vedere per l'ennesima volta Paolo Conte, prima che muoia come un vero jazzista
- evitare la tv ma soprattutto di parlarne
- continuare a cagare regolarmente
- tra le varie identitá, acquisire e a pieno titolo quella di O'lele Dechadiez Boo, ovvero diventare finalmente il quarto Supercane, e preparare uno spettacolo con i controcoglionazzi
- fare qualche canzone con la Piccola Orchestra, e coinvolgare altra ggente. Si tratta pur sempre di un'orchestra (tra queste, registrare, Il bambino di Taiwan, hit di protesta pronta da un paio d'anni ormai ma impolverata sugli scaffali della vita. Non vorrei mai che nel frattempo la produzione di palloni per i quali servono piccole dita passi ai macchinari, altrimenti la canzone di protesta diventerebbe obsoleta, e non sarebbe il caso)
- indignarmi di più per le irrisolvibili ingiustizie del mondo, mantenendo una sobria dose di cinismo (diciamo più Che Guevara e meno dr. House)
- chiamare a casa, ogni tanto
- tentare di essere pagato per qualcosa di soddisfacente (che non sia l'artigianato)
- essere più pronto con le risposte taglienti (ovvero tentare di concepirle sul momento e non dopo) con chi se le merita. chiamiamolo social work autocompiaciuto
- guardare tutti i film in lingua originale (e chi tira fuori la stronzata che in Italia abbiamo buoni doppiatori lo sputo)
- tornare in Spagna, o andare in Grecia. Un accurato affanculo con ispezione anale al Nord Europa e ai posti freddi dove non si parli dialetto stretto
- mangiare carne umana, possibilmente senza uccidere o ferire nessuno (potrei introdurmi nel mondo degli obitori)
- imparare un po' di saggezza da chiunque, specialmente da chi saggio non è o non sembra

mercoledì 26 dicembre 2007

Un mare qualunque

Seconda uscita della serie gonfia di autocompiacimento dedicata alle canzoni della
Piccola Orchestra. Siamo partiti dalla prima, e ora passiamo direttamente all'ultima.
Trattasi di una instant song che parla di un mare qualunque, o meglio di come un montanaro può vivere il mare, che con il deserto è paradossalmente la cosa più simile alle montagne al mondo, quelle cose che ti si parano davanti in tutta mastodontica maestosità e ti ricordano di quanto tu uomo sei solo caccola verdognola nel naso adunco del mondo.
Sensazione fastidiosa come la melodia della canzone. Sensazione fastidiosa ma necessaria.

domenica 23 dicembre 2007

Un Caravan carico carico di

Natale è tempo di revival. Tutti fanno speciali di Natale, da Chi vuol essere milionario alla santa messa. Rispuntano Una poltrona per due e Asterix e Obelix, spopolano le greatest hits di chiunque abbia calcato i palchi negli ultimi secoli.
Per questo Natale Felix Lalù, amante del riciclo e quindi delle cover tutte, riesuma dall'armadio una cosa vecchiotta, una versione di 7 minuti di uno dei più importanti standard del jazz, Caravan di Duke Ellington (o meglio del suo trombonista portoricano Juan Tizol ma resa famosa dal Duque), un greatest hits natalizio della stessa canzone con ben 27 versioni. Quasi un secolo di musica, dal 1929 al 2007.
Una sega dite? Non è un problema mio.

martedì 18 dicembre 2007

John V

John McLane è l'eroe che combatteva i terroristi in un periodo il terrorismo non aveva ancora toccato la Merica.
Comincia al Nakatomi Palace, dove sbaraglia una banda di terroristi tedeschi che prendono in ostaggio la festa aziendale di natale. Che poi terroristi non sono perchè il vero obiettivo è ilcaveau fornitissimo di bond argentini della multinazionale giapponese.
Nel secondo episodio i terroristi sono sudamericani e prendono in ostaggio un aeroporto per liberare il noto attore Franco Nero. che essi ritengono il loro capo carismatico recentemente incarcerato e di passaggio all'aeroporto.
Nel terzo il fratellino piccolo del primo terrorista, prende in ostaggio una scuola elementare di Nuova Yorke, una delle 52, e nel frattempo tenta di rubare l'oro di Wall Street.
Nel quarto uno che ha disegnato i sistemi di sicurezza dello stato si prende male e attacca informaticamente, paralizzando e terrotizzando l'America tutta.
La sequenza dei territori di intervento in cui John McLane ha salvato capra e cavoli, attraverso un salutare spargimento di plasma, è:
- un palazzo di Los Angeles
- l'aeroporto di JFK New York
- Wall treet e New York
- essi stessi medesimi, gli Stati Uniti d'America tutti
Come possiamo vedere anche questa serie segue il Sacro Decalogo del Sequel del Film d'Azione, che può essere sinteticamente presentato attraverso un'espressione bisillabica di facile comprensione DI PIU'. Ogni volta un paso di più verso l'impossibile, anche verso il ridicolo a volte, tentando di superare la barriera dell'ultima americanata.
Dove arriverà John McLane? Dove lo porterà la sua celata smania di sbirro buono?
Quale sarà il prossimo passo? Dopo essere caduto dall'ala di un caccia, da dove può cadere? Quali saranno i suoi prossimi nemici? Chi può salvare? La Cina non vale, John McLane non sa insultare in cinese. Dev'essere necessariamente il mondo. La prossima sarà il mondo. O sarà uno di quei sequel cumulativi delle serie alla frutta, tipo Alien vs. Predator o Freddie vs. Jason?

Questi erano i miei dubbi, e le mie speranze. Questo fino a ieri. I fratelli Warner hanno infatti annunciato che nel prossimo episodio non solo il nostro salverà nientemeno che il mondo interno, in linea con il Sacro Decalogo, ma questa volta non sarà contro anonimi terroristi di cui la gente non noterà la mancanza. Confermando la prima impressione, ovvero il raggiungimento della frutta, il nostro sfiderà a colpi di Hippikayey Motherfucker i più grandi terroristi del nostro tempo, i più temerari e ostinati, coloro che tentano quotidianamente di avere il mondoo ai loro piedi. E non sto parlando di O'sama Bin Laden, né di George figlio, e neanche di Bill Gates. Questa volta lo scontro sarà tra veri titani.
Le riprese stanno già cominciando, ma non vedo l'ora di sedermi in un multisala e gustarmi l'atto finale:

Die Hard 5
John McLane vs. il Mignolo col Prof

















Quale sarà la soluzione? Chi sopravviverà? Ciò che è sicuro è che il giorno dopo John McLane sarà conciato più o meno così, mentre gli altri due faranno esattamente quello che fanno tutti i giorni: tentare di conquistare il mondo.

sabato 15 dicembre 2007

Per chi odia Vasco #1 Alibi

Inauguro questa rubrica dedicata ai personaggi ingiustamente dimenticati o sottovalutati della nostra epoca, quelli che prima di mollare il colpo hanno dato un gran daffare al pubblico decoro.

Il buon vecchio Vasco non è che sia sottovalutato, anzi. Semplicemente quello che ha fatto di meglio è stato soverchiato da quello che più ha venduto. Vasco non è sempre stato il borioso e bollito ex sconvolto di oggi, che si può permettere di presentare pezzi incredibili e altri incredibilmente bolsi. (Qualche neurone è rimasto, e rimane pur sempre meglio di tutto il povero cosiddetto rock italiano. la concorrenza è peggio di lui e si fanno cose meglie e degne di nota nel pop italiano che nel rock dovrebbe dar da pensare, veramente, sullo stato delle cose.) In ogni caso, c'è stato un periodo in cui il nostro era veramente uno grosso. Un grosso borioso bollito e sconvolto che faceva il deejay vizioso e gli andava di lusso e poi muore il babbo e deve far più soldi, e allora appende i dischi al chiodo e con un altro chiodo comincia ad inciderli, cosa proficua e pure liberatoria e bella, che gli fa scrivere pezzi che raccontano storie, fatte di mozzichi di dialoghi, con minuzie impressioniste sui personaggi e gli oggetti e squarci di sfondi alla Paolo Conte, pezzi tanto ironici, scanzonati ma incisivi alla Rino Gaetano quanto incazzati, borioso e saccenti alla Frankie Hi-Nrg. Robe pesanti. Miga voglio possederti sulla poltrona di casa mia. Possiamo vederlo come una sorta di tributo pre-mortem.

La prima canzone è la mia preferita in assoluto credo, quella che più mi colpì quando avevo 11 anni e che ancora oggi rimane tra le migliori. Una sequenza filmica di una rapina qualunque in un paesino della bassa padana. Il tutto si svolge in un negozietto, il commerciante si lamenta ma l'uomo del pane non lo caga di striscio e se ne va italico e noncurante. appare la vecchia, che aspetta da un quarto d'ora e si lamenta come una che avrebbe qualcosa da fare, e chiede un etto e mezzo di prosciutto e un po' di cipolline (e ancora cipolline). Il commerciante la intorta abbondantemente sul prezzo, e fingendo di non avere il resto le propina anche quattrocento caramelle (in cartone? no, sciolte). Una rivalsa in piccolo in una penombra ordinaria. D Amarcord si passa a Pulp Fiction. Nel giro di un attimo il commerciante si ritrova senza dineri e la vecchia cade e le cade addosso tutto lo scaffale (dei regali di natale). Dissolvenza, arriva la polizia, con calma. Tutti se ne battono la ciolla, gli sbirri fanno gli sbirri, ma all'italiana, domande inconclusive e lungaggini linguistiche e operative di chi, evidentemente, ha poco da fare. Iperboli surreali ma fin troppo plausibili. Oltre al danno la beffa sì, si potrebbe dire, ma nessuno dei personaggi è senza peccato.

venerdì 14 dicembre 2007

de Merda

A parlar de cul e de mera l'anima la se conserva è uno dei miei detti preferiti. Lo uso spesso, spesso in mia difesa. Parlar di culo e di merda vuol dire essere in una situazione intima, amicale, senza giudizio. Parlar di culo e di merda vuol dire non fare giri di parole. Parlar di culo e di merda è un gesto nobile e dovuto perché riporta le parole dove dovrebbero stare. Paradossalmente se parli di culo e di merda dici meno stronzate di quante ne diresti altrimenti.

A me piace anche scriverne, se non si fosse capito. Sapere questo mi rinfranca.

martedì 11 dicembre 2007

Birth of the Cool

Con questo post comincio una cosa che fa un po' amarcord e un po' piccolo spazio pubblicitá. Pubblicheró una a una le canzoni della Piccola Orchestra, tanto per riempire spazio.

La Piccola Orchestra Felix Lalú é un progetto solista molto lo-fi e naif che ha cominciato a registrare cose nell'inverno tra il 2005 e il 2006, utilizzando un portatile, un microfonino da computer che il compare Roberto mi ha prestato nel lontano 1997 e non gli ho piú reso, e un programma che a detta del magnifico Findut Poteidone é tra i piú smarzi in circolazione.
Gli strumenti usati sono principalmente voce, chitarra classica e kazú. Conditi da battimani, bastone della pioggia, megafono, bicchieri, piedi di capra andina, fischi e fischietti piú altri strumentini stupidi.

L'evento scatenante é stata una assurda settimana che passammo con Anna e Carlitos in una fattoria nelle campagne intorno Granada, dove vittavamo e alloggiavamo con altri 5-6 ragazzi da tutto mondo in cambio di bassa manovalanza contadina e pastorizia (nel nostro caso: piantar pali, mungere capre, fare formaggio e foraggiare i porci). Proprio in questo luogo stava pure un gioviale giovine toscano di Lucca, Gabriele, che, oltre a non comprendere perché un vegetariano non mangia la carbonara se gli togli la pancetta, voleva assolutamente imparare a suonare la chitarra. Allora Carlitos, giá a diciott'anni pregevolissimo chitarrista metal convertito al latinjazz e alle jam session di Madrid, decide di insegnargli la cosa piú semplice del mondo. Non sto parlando di Smoke on the water o Come as you are. Quello è già il livello1. Il livello 0 è semplicemente tenere un ritmo. Così gli insegna il giro di I shot the sheriff, u-ccia ú-ccia u-ccia ú-ccia, due accordi in levare e via, e lo lascia da solo ad esercitarsi. Senonché, mentre noi ci perdiamo a guardare TeleCerdo, un reality show ambientato nel porcile della fattoria, questo passa i pomeriggi mortificando l'ameno paesaggio andaluso con lo stesso giro, come un comico di Zelig. Il problema é che nonostante tutto Carlitos deve ri-insegnarglielo ogni giorno e il nostro, semplicemente, non-ce-la-fa. E non facendocela ci fa una testa tanta. Il risultato é che quando torno a casa qualche settimana dopo ho ancora in testa il giro di Robert Nesta e i preziosi insegnamenti che il maestro Leál Valladares ha dato a un povero inetto, tanto per cominciare. Piglio la chitarra smarza dei miei 14 anni, quella che non ho mai imparato a suonare degnamente, e riprendo il giro, per scoprire poco dopo l'acqua calda, rapito da un'epifania dell'ovvio: qualunque canzone, anche la piú triste, fatta con quel ritmo, diventa frizzante e giuliva. Comincio a usarlo su tutto, dalle canzoni vecchie dei Piccolo Male Puro ai Nirvana alle canzoni degli alpini, e il risultato é

La Piccola Orchestra Felix Lalú
bringin fun to the world

La prima canzone della Piccola Orchestra é quella che, per cosí dire, segna la svolta. Anna mi dice che faccio sempre canzoni tristi. Sul momento mi pare strano, anche perché le ultime degli ormai defunti Piccolo Male Puro era sí stoner, ma materiale baldanzoso e ritmevole. Quindi lì per lì incasso ma non colgo. Poi mi rendo conto che ha raggione, porchiddio. Poi non ci penso più. Poi una notte, mentre torno a casa torto da una serata in via SS. Gervasio e Protasio comincio a canticchiare questa cosa. La mattina dopo Mirilasso è pronta, la cosa piú allegra mai scritta (da me), una canzone sull'amore e sull'ozio.

Godersela


lunedì 10 dicembre 2007

We're alive --> Clap clap

L'applauso all'atterraggio dell'aereo mi è sempre parsa una cosa tipo il baciamano, la penna stilo o la coda, quelle cose desuete ma che la gente tramanda con ostinazione (della coda ci rimane un'ostinato osso sacro). L'applauso è un residuo, una vestigia del tempo in cui gli aerei erano oggetti quasi magici, dei Titanic con le ali, in cui il pilota era lo sciamano del volo, portatore di una conoscenza esoterica, e ogni atterraggio era un schianto mancato, in cui le hostess erano pezzi di manza scelti in base alle erezioni provocate al passaggio e trasportavano indefesse valige piene di polverine. Bei tempi.
Ora che l'aereo è ne' più ne' meno che un autobus sudamericano con le ali e il rodrigo automatico, e le hostess sono normali ragazze sottopagate che puliscono anche i cessi e che non hanno manco la grazia di vedere i posti in cui passano, sono spiacente di comunicare che questa usanza non ha più ragion d'essere.
Ma non è che siamo noi che non ci stupiamo più di niente? Non è che tutto ordinario perché vedere le cose straordinarie tutti i giorni in tv rende tutto più piatto e predigerito? Cosa abbiamo guadagnato col sapere tutto? Che sappiamo già tutto. Non ci stupiamo più di niente. Siamo diventati boriosi e sapienti come lo erano solo i milanesi di una volta. Ci stiamo tutti trasformando lentamente in milanesi, anche se loro lo sanno che per quanto possiamo correre non li raggiungeremo mai.

Uèè


domenica 9 dicembre 2007

Un italiano nero

Per me L'italiano di Toto Cutugno è Marco Tardelli che corre come una gallina decapitata dopo il gol alla Crucconia tutta nel 1982. Io tra l'altro non l'ho neanche visto. E' che negli anni 80 ogni trasmissione sportiva associava sempre le due cose. Forse la fierezza della canzone richiamava quella della sindrome che porta il suo nome. Io che ho dovuto aspettare altri vent'anni per vedere l'Italia vincere un mondiale ho sempre tenuto quelle immagini e quella musica come surrogato di ricordo (pensare a quanta parte della memoria é legata alla televisione e non alla vita reale é deprimente ma tant'é).
Nel suo ultimo album il buon Simone Cristicchi ne propone una cover. Una versione un po' claustrofobica e un po' noise invero, con un incedere incalzante ma trattenuto, con un finale rumorista alla Sonic Youth. La nuova veste ne evidenzia un testo che a seguirlo esce molto meno ignorante di quanto ci si possa (pensare di) ricordare, con una vena critica inusitata e imprevedibile per un democristiano come Toto.
Su gentile segnalazione del compare Carleis (l'ultimo vero genio delle valli del noce, checché ne dica il suo modesto ego) sono lieto di presentare l'ultimo video del cantautore italocanadese Marco Calliari, nonni nonesi e un po' di confusione sulle musiche tradizionali delle alpi trentine. In fondo è meglio così. Dopo un po' di Angiolina Bel'Angiolina è perfettamente comprensibile scivolare fischiettando su 'O sole mio, niente da eccepire. La versione del nostro è tutto l'opposto di quella di Cristicchi. E' divertita e trascinante. E' l'Italia vista da lontano.



Da una parte la versione ancheggiante e colorata di chi ci guarda col binocolo, con fierezza ma col binocolo; dall'altra la versione inquietante di chi in Italia ci vive, e non ci trova niente da ridere.
Chi vincerà?

sabato 8 dicembre 2007

Provaci ancora Dan!

"Dopo 4 anni guerra in Iraq, 3.900 soldati americani morti, 85.000 civili iracheni ammazzati e tutti gli italiani morti sul campo anche per colpa di Berlusconi, Berlusconi ha avuto il coraggio di dire che lui in fondo era contrario alla guerra in Iraq. Come si fa a sopportare una cosa del genere? Io ho un mio sistema, penso a Giuliano Ferrara immerso in una vasca da bagno con Berlusconi e Dell'Utri che gli piscia addosso, Previti che gli caga in bocca e la Santanchè in completo sadomaso che li frusta tutti".

La prima frase è veramente pesante, e pure pesantemente vera, ma la seconda è solo un'iperbole. Prova a figurarti la scena. Ha detto cacca e pippi ma è geniale.
Ma solo l'immaginarlo costituisce peccato e lesa virtù.

Speriamo solo che Rocco non si rubi l'idea

lunedì 3 dicembre 2007

Parassiti vari

Al mondo si fa ricerca per tutto. La società della conoscenza ha bisogno di antenne dappertutto. La ricerca è il parassita della nostra economia. Parassita però può essere come le pulci, fastidio che succhia e non rende, o come il gatto, fastidio che puoi accarezzare e dire che bello e non diresti mai che è un parassita. E invece lo è, puntualmente.
Si ricerca di tutto, con metodi altamente statistici. A esempio chi ha deciso quanta mayonese mettere nella porzione di mayonese di McDonald's? Non è che uno s'è messo lì e ha sparato un numero casuale di grammi. Il tutto è finito nelle mani di un istituto di ricerca. Il da farsi è semplice: prendiamo i dati sulla clientela di McDonald's con la sua composizione e le sue abitudini, gentilmente forniti da un altro istituto di ricerca, e mettiamo un campione rappresentativo della clientela media davanti ad un campione rappresentativo della consumazione media in uno stato di sensazione della fame media e misuriamo la quantità di mayonese che consumano (assumendo che la quantità di mayonese presentata non abbia effetto alcuno sul consumo di essa eccetera). La media di quella quantità sarà lo standard di mayonese distribuito. Il tutto finirà in una confezione la cui grandezza costituirà un compromesso ponderato tra grandezza percepità (per l'occhio del cliente) e quantità realmente contenuta più spese di imballaggio, stoccaggio e trasporto (per le tasche dell'azienda).
Ecco fatta la porzione. Soldi facili per l'istituto di ricerca, detentore del metodo. Soldi ben spesi per l'azienda, per il risparmio che garantisce. E poi chi non vorrebbe essere la cavia lautamente pagata per questo tipo di ricerca?
Quello che mi ha dato da pensare ultimamente è il sistema di aerazione bagno (di) dove lavoro. Succede che dopo un quantità ponderata di tempo che la luce è accesa il sistema si attiva e gira per un altro tot di tempo.
La ricerca condotta per questa ponderazione ha l'obiettivo principale nel rispondere alla domanda: qual è il punto di non ritorno dopo il quale è plausibile supporre che l'utente non sta mingendo ma deiettando? La procedura più tecnologica è piazzare un galleggianti nella latrina e un sensore chimici ad altezza d'uomo. Il primo segnala i cambiamenti di volume del contenuto di della latrina e collega i dati rilevati con il tempo calcolato a partire dall'accensione dell'illuminazione dell'ambiente. I secondo analizza l'aria e ne rileva i cambiamenti al variare del tempo di aerazione. Troppo difficile. A me piace pensare che un indefesso lavoratore, un finto maggiordomo dei bagni pubblici che aiutando gli utenti raccolga dati: prima che il cliente entri nel bango, fingendo di controllare che l'ambiente sia gradevole, annusa il bagno e assegna una quantità ponderata al grado di puzza percepito e poi, cronometro lla mano prende nota dei tempi e del tipo di attività svolta (PIx2/PUx2). Infine i dati vengono incrociati e falsificati.
Il tempo della pisciata massima è il tempo che passerà prima che parta la ventola dei miracoli che tutto si porta via.
Il tempo dopo il quale l'ambiente del fenomeno deiettivo risulta vivibile in una quantità ritenuta statisticamente considerevole di periodi post-deiettivi segnerà lo spegnimento dell'apparecchio elettrico.

questa ricerca è stata condotta da

PREMIATO ISTITUTO DI RICERCA FELIX LALU'

"E' uno sporco lavoro,
ma qualcuno deve pur farlo"

sabato 1 dicembre 2007

Nes-tiè (nel senso del gesto dell'ombrello)

Contro le multinazionali c'è poco da fare, dicono. L'unica soluzione è boicottare. Smettere di comprare i prodotti di quell'azienda farà capire al megaorganismo senza coscienza ma fatto di uomini che non si fa, e questo renderà il mondo migliore. Sembra plausibile.
La Nestlè vende preservativi farciti di aids in Africa e mette le bucce di banana sui sentieri dove le donne trasportano otri con venti litri di acqua? Ma non ti ricordi? Da quando i nemici non sono più gli stati ma le multinazionali che controllano gli stati non sei più un cittadino incazzato, sei un consumatore incazzato. L'unica forma di protesta ormai è boicottare.
Allora boicotto la Nestlè, boicotto tutto quello che la Nestlè produce, come altre migliaia di persone mi scarico la lista delle aziende di cui Nestlè è proprietaria, ci metto una mezzoretta a leggerla tutta, e poi decido di boicottarne solo alcune, poi ci penso meglio e ne boicooto solo una. Prendo quella che mi suona più vicina. Boicotto l'Acqua Pejo, non perchè i suoi tir rendono la strada tra la Val di Non e la Val di Sole un calvario ai 40 orari ma perché la Pejo, a quanto dicono una delle migliori in Italia, ha le mani sporche di sangue e lo fa nel nome mio. Mi sbatto e convinco tutti a farlo, tanto che nessuno la beve più. La Pejo fallisce e la Nestlè torna a casa con la coda tra le gambe. Ora non mi resta che farlo con tutti gli altri prodotti. Nel frattempo però il padre del mio compare B. (che chiameremo per comodità Gianna), che lavora alla Pejo da una vita, viene licenziato e rimane a piedi.
Risultato: la Nestlè perde lo 0,001 % del suo fatturato e il padre del mio amico perde il 100% del suo stipendio.
Applicando questo discorso al resto del mondo, grazie all'azione prode di tanti me nel resto del mondo, alla fine la Nestlè fallisce e muore. I dipendenti di alto livello sfruttano la loro esperienza mutlinazionale e trovano lavoro in qualche altro posto e gli operai semplici ci rimettono il lavoro.
Ora a me va anche bene, ma io lo sapevo che il padre di B. lavorava lì, e per un capriccio di buona parte del mondo (manifestatosi da queste parti attraverso il mio verbo) io l'ho fatto licenziare. Bell'amico del cazzo.
E' un discorso del cazzo? Dovrei preoccuparmi di tutti invece che inseguire i miei egoismi? Andate voi a casa di B. adesso, a dirgli com'è meglio il mondo ora.
La questione è che tutto mi pare controverso.
Manifesto la mia contrarietà di consumatore non consumando. Infliggo alla mia anima questa deprivazione. Ma deprivarsi di qualcosa che non è di per sè utile è poi così deprivante?
A volte penso che quello che ho fatto l'ho fatto per sentirmi parte-del-tutto e non solo parte-di-quella-parte-del-tutto-con-i-dineri?
Mi sono lavato la coscienza dei bambini aids e quelli che muoiono di sete e di latte macchiato pur continuando con un regime di una doccia al giorno con prodotti altamente chimici, e lasciando scorrere l'acqua mentre mi lavo i denti, alla faccia dei miei corrispettivi del terzo mondo Ndonghe, Moputu, JeanBaptiste, CheiWei, Jesus e un'altra quarantina di disgraziati con la pelle variamente colorata (ma mediamente più scura della mia) e le pance gonfie (ma non di cibo), a cui sotraggo indebitamente risorse e speranza di un futuro migliore attraverso la mia partecipazione al mercato globale.
Non so resistere alla Viennetta. E alle MnMs.
Non sono poi tanto diverso dalla Nestlè alla fine.
Vizioso e ingordo, ma bisogna negare, negare sempre, anche l'evidenza.

giovedì 29 novembre 2007

Quella del lamento dello stronzo imprigionato

Era tempo di feste e alla festa tutte le regole sono stravolte. Dopo aver razionato miseramente le cibarie è giunta l'ora di bagordare, di inebriarsi, di assaggiare la vita. I villani mangiavano come se dovessero fare le provviste per l'inverno, come se poi tutta quella roba non tornasse fuori, fetida e inutile. Mangiavano e bevevano come matrioske. Bevevano liquori fermentati, che continuavano a fermentare nei loro corpi.
Fu così che un villano raggiunse ansante il luogo dove riposava il profeta Lalù, circondato di vergini e manicaretti come tutto il resto dell'anno. Parlava con lo stomaco puntato sui polmoni, stando attento a non coprire con le parole i suoi ansimi. Confessò al profeta di perdere aria in abbondanza, dal retro, e che le stremate nari dei suoi familiari non riuscivano più a condividere con lui gli ambienti domestici, e l'aveva mandato da lui in cerca di rivelazioni.
Nel frattempo il profeta Lalù ascoltava i farfugliamenti villici senza smettere di inebriarsi. Lasciatolo finire di parlare gli disse: Torna a casa, buon uomo, e di ai tuoi familiari che sono degli stolti. Degli stolti che non hanno letto il mio best seller Come tagliare la testa al toro con la sola imposizione di una mannaja, e neanche Che ne sa Lalù? Semplicemente di più. Se l'avessero fatto ora non ti tratterebbero come un cane, ma si prostrerebbero alle tue flatulenze. E se chi scoreggia stesse solo tentando di decollare? Lo scoreggione è impegnato nel disperato tentativo di elevarsi spiritualmente, cosicchè per osmosi il profumo della vita resta nel suo corpo e il fetore della morte lo abbandona consegnandolo al mondo che non è più degno di lui. Tornando a casa corri e salta più che puoi. Se non riesci a decollare almeno comporrai una sinfonia con i lamenti dello stronzo imprigionato.
Detto questo il profeta torno con serenità ai suoi impegnativi vizi.


"Il lamento dello stronzo imprigionato" è un'espressione con copyleft©Cello

The Cheese Guy

Il bello di parlare un dialetto non è puoi parlare e la gente non capisce. In effetti è anche questo, ma vabbè. Il bello è che come ogni lingua ci sono delle espressioni perfette, a loro modo poetiche, rendono così bene l'idea che tentare di tradurle nelle altre lingue le castra in modo tale che non solo non rendono alcuna idea, ma possono far pure cagare. Una di queste è CHEL DAL FORMAI, letteralmente quello del formaggio, o el del queso. Generalmente utilizzato in discorsi relativi a una persona ritenuta infame, per di più declinato in Ariverà ben chel dal formai! ("Arriverà quello del formaggio") o Fin che el giata chel dal formai ("Finchè non troverà quello del formaggio").
L'espressione deriva dai tempi in cui tutti avevano animali domestici, il cui latte poteva diventare una fonte di sostentamento più che di profitto. Ognuno portava il latte al ciasèl (il caseificio) e riceveva in cambio una quantità di formaggio proporzionata alla quantità di latte. CDF era quindi una sorta di compensatore, di dispensatore della dose adeguata. Rendeva ciò che era stato dato. Più o meno il concetto comune di giustizia.
CDF è l'incarnazione della giustizia divina (o terrena, se funzionasse) in terra, equilibra i torti subiti attraverso una punizione esemplare e proporzionata alla colpa (con la speranza che ecceda, ovviamente).
Poi, attraverso questo film

ho scoperto che il concetto di CDF è perfettamente sovrapponibile a quello di Nemesi.
Solo che vuoi mettere?

mercoledì 28 novembre 2007

Il buon salotto

Avete presente il salotto buono? Quello pieno di oggetti anche fini volendo ma che tutti insieme danno un effetto grossolanamente kitsch, che avrebbero anche una funzione e potrebbero essere usati ma sono troppo preziosi anche solo per essere maneggiati, col tappeto iraniano e la mobilia di legno lucido, il tavolo di vetro, in cui tutto è piantato ossessivamente in un posto preciso, sistemato , in modo che tutto si incastri con geometria divina e minimo spreco dello spazio espositivo, spolverato con frequenza spropositata rispetto al suo utilizzo. Quelli che devi usare le pattine e i sottobicchieri. Così perfetto che il solo viverlo lo rovinerebbe. E lo vedi che le poltrone non hanno preso la forma di nessuno.
Ecco, Maastricht è così, col fascino medievale e le vetrine occhieggianti. Piatta e addobbata come un'oca che finge di sapere. Non gliene puoi neanche fare una colpa.

domenica 25 novembre 2007

Finalmente i Gogol Bordello



La compare mericana Aimee (thanks, they're refuckulus!) ha finalmente caricato i videi del concerto del Gogol Bordello. La qualità è dimenticabile, ma magari la prossima volta qualche rockero quadrato si unirà alla combriccola.
Questo per dimostrare ai miscredenti che anche i zingheri spaccano culi, che non serve marshaloni ne riverberi de sticazzi.
Solo aria e corde.

Qui ce n'è uno un po' meglio, da Barna

martedì 20 novembre 2007

I bambini! Nessuno pensa ai bambini!

L’allarme è stato come un fascio di luce che acceca: ci sono baby squillo sulle strade. Ce l’hanno messe i loro coetanei, per pagare debiti del gioco d’azzardo. Perché: c’erano una volta i bambini. E le bambine che giocavano con le bambole. Hai mai visto un tuo amico ubriaco? Sì. conosci qualcuno tra i tuoi amici che ha fumato una canna? Un tondo sì. Non esitano a confessare di fare cose che loro stessi definiscono rischiose, come ubriacarsi, appunto, bere liquori, prendere farmaci, uscire da soli la sera tardi, avere rapporti sessuali non protetti. Già: hanno rapporti sessuali frequenti. Cosa vuoi fare da grande? Personaggio famoso. Ho dodici anni faccio la cubista mi chiamano principessa. Se fai la cubista sei una donna. Non più una ragazzina. Con i clienti della disco treschi soltanto se ti va. E puoi farti pagare... Non è fantasia. È qualcosa che da noi è arrivato da pochissimi anni, probabilmente importato ancora una volta dagli Stati Uniti. Vivono vite sempre più pericolose tra sesso promiscuo, droga, fumo, alcol, piccoli furti, accenni di lesbismo. Svegli tutta la notte e si mescolano dentro le stanze. Fino a poco tempo fa non succedeva.

Questa non è famiglia cristiana, nè cronaca vera, pultroppo.

lunedì 19 novembre 2007

Tutte le fiche che vuoi

cos'è che vogliono questi uomini? a cosa pensano tutto il giorno? e cosa sognano tutta la notte? non è poi così difficile rispondere. in testa hanno solo le fiche. adorano metterci le mani, accarezzarle, annusarle e giocarci. vivono per le fiche, lavorano per le fiche, fanno di tutto per un po' di fiche. per questi uomini abbiamo creato un campo di gioco dove possono dare libero sfogo alla loro passione. in questo posto alcuni riescono a conquistare così tante fiche da non credere, alcuni rimangono senza fiche, ma perdio se la sono goduta. questo posto è pieno di fiche. in cambio di soldi, ti danno tutte le fiche che vuoi.


FELIX LALÙ GRAN CASINÒ
las vegas, nevada
opening soon

domenica 18 novembre 2007

L. A. P. O.


Succede che sei il figlio di papá che piú papá non si puó. La famiglia é quella che gli utili sono della famiglia ma i debiti dello stato. Un affare. Il rampollo peró non quello inquadrato, e neanche quello depresso andante. Sei quello vizioso, e non c'é situazione migliore, se sei vizioso, di essere anche ricco. Ti piace la squadra del nonno e le macchine sportive, ma anche la perussola, e anche la polverina. E non poco, mannaggia a te. E non solo, pultroppo. Succede che in un colpo solo ti trovano
in overdose per mistura di sostanze
con un viados
cercando aiuto a casa di un altro viados
niente di male, abbastanza per diventare una barzelletta.
due settimane di povero (e/o) coglione, un mesetto in un villaggio vacanze con scritto rehab sulla porta (ormai una dipendenza é come la tosse: qualche giorno a letto e poi via). quanlche mese a new york, lontano dalla malelingue e dalle malenarici. poi peró Itaca chiama e serve una campagna forte. Bisogna riabilitarsi ma non si puó nominare il peccato, che ormai é diventato un luogo comune. Consideriamo che overdose+viados forse non raggiunge omicidio+moglie (OJ) ma sicuramente fa molto peggio di fecondazione (di una spicegirl)+negazione (Eddie Eddie) o di stagista+pompino, ma anche di mignotta+macchina (il buon vecchio Hugh) o busone+cessi (dear Georgie). Bisogna andare molto cauti. Tornare in sordina, come l'emigrato che torna dalla Merica. Bisogna aggirare il problema e mettersi dalla parte opposta senza menzionare.
Questo é il sunto di un grande (e ggiovane) comunicato stampa:

Etica, modernità, progetti. Per capire l'amibizione basta dire che il credo di una persona - Lapo Elkann - sposa un squadra, la Sparkling Milano, con l'obiettivo di rivoluzionare un sport: la pallavolo. Che in comune con il calcio - dice - ha solo un pallone. Tutto parte dal marchio "Italia Indipendent" con cui Lapo Elkann è entrato nel mondo della moda. Un simbolo "_._" che nel linguaggio morse è "K" e significa "trasmettere". Valori, anzitutto: la Sparkling Milano lancia il codice etico, una clausola contrattuale che impegnerà i giocatori in un programma sociale fuori dal campo. Due ore mensili. per vivere in prima persona l'esperienza. Nel mondo di Lapo Elkann, nulla è casuale: nato il 7 ottobre 1977, fa di questo numero il suo filo conduttore aziendale e non: il vaso di fiori griffato? 77 euro; gli occhiali in fibra di carbonio? Da 1007 euro. C'è voglia di crescere a 360°, oneri e onori, passione e professione per un matrimonio con la pallavolo che è anzitutto filosofico. Porteremo modernità comunicativa. Mi vedrete da entrambe le parti, allo stadio parlerò di calcio, al palazzetto di pallavolo.

La Gazzetta dello Sport

sabato 17 novembre 2007

Dirty Sanchez - Jackass 1-0

era dai tempi dei black saba grande le mericanate. non che ci sia da esser fieri. questi sono gli ultimi a tenere in alto il nome della regina nel mondo barbaro.

venerdì 16 novembre 2007

Life of Screech

S: sai watson, che storia la rivoluzione industriale. ieri le farfalle erano bianche e ora sono grige ma ora puoi prendere un treno e andare a vedere gruppi esotici in città lontane quattro dita sulla mappa.
W: così hai visto la nuova attrazione da nuova yorke sherlock?
S: ti dirò che sono partito, ho preso il treno ma poi è successa una cosa. la mia compagna di viaggio americana mi ha raccontato una cosa che mi ha ritornato ai vecchi tempi del mastino e della strada delle panette
W: racconta vecchio
S: dice di essere stata in una fiera di bande in America che chiamano lollapalooza e che ha visto il gruppo di Screech, lo sfigato di saved by the bell (in italia bayside school, ndr), e che la gente l'ha fischiati alla grande, poi mi racconta che ha anche fatto un porno in cui faceva cose grasse e s'è ingrossato e ha partecipato a un programma dove ex-star ingrassate tentavano diperdere peso.
W: alla frutta
S: da quel momento non ho più potuto pensare alla banda di gitani dall' america, mi sono lanciato dal treno e sono saltato furtivamente su quello che veniva nella posizione opposta. è un po' di tempo che non comincio un indagine seria, da quando poi sono arrivati colombo derrick l'ispettore gadget e x-files nessuno mi si caga più, manco la comparsa di carabinieri mi fanno fare
W: eppure hai il tuo fascino retrò, con la pipa e quello stupido cappello sherlock, è che quell'accento inglese fa un po culo
S: cazzo dici sono il meglio investigatore del mondo. risolverò il mistero su come fa uno sfigato nella finzione a diventare uno sfigato nella vita. svelerò l'arcano della sfiga, ma non quella che capita, quella dentro, incarnata come un'immacolata concezione.
W: vai dove ti porta il fiuto eh sherlock? si torna in pista!
S: ho lucidato la lente, inforcato il mio pastrano, caricato la pipa e mi sono imbarcato sul primo transatlantico per l'America, ho viaggiato in lungo e in largo gli stati uniti intervistando people e ricercando le incisioni di quella banda. ho raccolto informazioni e ho scoperto parecchio su di lui
W: sono fiero di te sherlock, vedo nuova forza investigativa dentro di te? chissà quante stagioni hai visto in giro per il nuovo mondo! e quanto è durato il viaggio?
S: non più di una quindicina di secondi watson
W: ma... come...sherlock...?
S: sei proprio un bubetto watson. ma ti credi che nel 2007 mi faccio un viaggio nel mondo, col rischio di incontrare cose nuove venire derubato contrarre malattie veneree. ma sei fuori? ho guardato su wikipedia, dove cazzo vuoi che guardi?
W: mi vuoi dire che sei saltato giù da un treno per tornare a casa e guardare wikipedia?
S: no, i gogol bordello li ho visti. era per fare un po' di scena
W: sei bollito compare. una volta eri un'osservatore dalle intuizioni brillanti, e ora schiacci qualche bottone e mi fai il sapientone, il sapientone fai, con roba di seconda mano, che magari ha scritto un altro sfigato come te chiuso in casa, invece di uscire a vedere com'è il mondo, sei patetico
S: non sono patetico watson, il mondo gira così adesso, sei tu he sei li fermo alla diligenza. la mia è conoscenza condivisa, siamo tutti una rete nel mondo, non c'è più senso a sapere tutto, non potrai mai sapere più di quanto possono sapere insieme tutti gli altri
W: patetico, ma almeno le seghe te le fai ancora a mano?
S: quelle sì, lì è dura andare oltre l'1.0. ma vabbè lasciamo stare, vuoi sentire almeno quello che ho scoperto watson?
W: sì, ... sfigato
G: grazie, mister scopro tutto io, al mondo. dicevo, dopo il telefilm, considerato lo sfigato che era, non se lo cagava nessuno, e poi nell'odine:
- ha fatto un incontro di pugilato contro uno più piccolo di lui e ha vinto
- ha fatto un vide in cui insegna a giocare a scacchi
- è stato votato come terzo ex-attore bambino a cui vorresti dare un pugno in faccia
- a suonato il basso con un gruppo chiamato salty the pocketknife
- recitato monologhi volgari
- querelato il tipo che ha fatto il sito col suo nome www.dustindiamond.com, e perso la causa
- contrae debbiti e per pagarli vende t-shirt in internet con scritto I saved Screeech' house per 15 dolleri, più cinque con l'autografo, va in televisione a spiegare la cosa, eccetera
- si scopre poi che è una balla e che la gente non ha neanche ricevuto le magliette
- ha millantato un altro incontro di boxe che però non ha disputato
- fa il suddetto porno in cui si esibisce tra le altre cose in una pratica chiamata dirty sanchez che consiste nello sbaffare un mustacchio di materia fecale sul partner durante l'atto sessuale
è abbastanza?
W: ok, ma adesso cosa sai coglionello?
S: niente, sono stronzate, ma 'sto tip c'ha solo trent'anni, chi lo ferma più? aspetta che tocchi veramente il fondo, basta tenerlo d'occhio.
W: ohh, la tua ricerca certocertosina ti ha portato a scoprire una nuova telenovela reale e altrui? ebbravo sherlock
S: va bene, mi accontento di poco, ma il bello deve ancora venire. sai la sua banda, quella che hanno fischiato alla fiera?
S: ho trovato dei pezzi, non sono neanche male, un indie prog rock apprezzabile, ritmi sghembi, chitarra essenziale e bella voce femminile. ascoltati shiny lies o sever in questa paggina e poi fammi ancora quel mezzo ghigno supponente da intellettuale di sinistra
W: ok, vale sempre la pena scovare buona musica, ma resti uno sfigato
S: grazie
W: andiamo al bordello, a fumare un po' d'oppio?
S: elementare watson, elementare

giovedì 15 novembre 2007

Gipsy Punks: how to kick punkers' asses with violin and accordeon

Forse la metà del sudore che ho addosso è mio è una frase che vale per due situazioni in particolare. La seconda è dopo un buon concerto, quelli con le onde (o le orde) di gente che si frangono fragorose sul palco (in questo caso delle transenne). Mica scemi i Gogol Bordello: metti insieme la semplicità punk ma non rozza dei Clash, l'insana indole da minestrone neolatino della Mano Negra e i ritmi esteuròpi di Goranno Bregovicchio e ti esce una mistura al contempo pesante e spaccona ma anche folk e saltellona, una sorta di hardcore da balera. Si comincia 7-8 canzoni da Gypsy Punks: Underdog World Strike, giusto giusto per tagliare le gambe all'altezza delle orecchie, tanto che la solita mamma con la solita figlia 15enne (che si sono messe in prima fila e nessuno ha avuto modo di spiegare come funziona ai concerti dove non suonano i Pooh) devono essere salvate dalle fauci della folla inferierita (nel senso di bestiale). Nella parte centrale Eugene Hutz si veste da donna con tanto di tacchi e parruccone,e partono invece le canzoni dell'ultimo Super Taranta, che sono un po' meno movimentate, e'nfatti a me nun me convince ancora del tutto. C'è tempo per tirare il fiato quindi ma solo perché dopo c'è invece la parte con pezzi da Multi Kontra Culti vs. Irony, puro hardocore da matrimonio zingaro. A chiudere il set Start Wearing Purple e Not a Crime, tanto per accontentare gli ignavi che non conoscono le altre. Lasciano il palco sudati come proci e aspettano che la gente cominci a battere i piedi (letteralmente) e riesce il vulcanico il buon Eugenio per una versione acustica di Alcohol, cui man mano si uniscono gli altri: violino, fisa, batteria, basso, chitarra elettrica e le gnoccone (per la gioia dei fieri latori di ammennicoli) con grancassa e i piatti. Dico solo che dopo un'ora e passa di concerto fanno un bis da 40 minuti con 8 canzoni tiratissime, tra cui Harem in Tuscany e una versione di un quarto d'ora di Undestructible con dentro pezzi di altre canzoni e infinita. Ogni volta che pare che sia tutto finito riprendono a darghe ai tamburi che è un piacere.
I Gogol Bordello sono una duracell nel culo.

Gogol Bordello
14 novembre 2007
AB - Bruxelles (BE)

mercoledì 14 novembre 2007

Dio benedica le Reunion


Prima le due Germanie
John Frusciante con il gruppo
poi i Sex Pistols
i Duron Duron
i socialisti italiani
poi i Rage Against The Machine
e poi le Spice
Le reunion sono la manna dal cielo di qualunque agenzia pubblicitaria.
Come vendere deumidificatori a New Orleans
Ecco l'ultima trovata della Prima Vera Multinazionale della storia

Dio benedica le Reunion!

lunedì 12 novembre 2007

30 days of night

In questo film spaventoso succede che siamo nel paese più sperduto dell'Alaska (come se l'Alaska da sola non fosse già abbastanza sperduta), tira una bora criogenizzante, non c'è anima viva nel giro di trenta miglia e, ovviamente, telefono, per carità. Sarebbe l'occasione per un porno coi fiocchi, tipo 69 sotto zero o Tutti nel buco del culo del mondo, basta scaldare una sala e suoni di tromba. E invece no. Con un tempismo degno di Jessika Fletcher arrivano in villeggiatura quattro cinque zombi vampiri (quindi allergici alla luce, ma questo lo scopri a metà film) con i denti da fanecco e l'accento greco. Questi hanno così sete che si ciucciano tutti e tutti diventano zombi. Lo sbirro giovane e buono ne incontra uno e non vuole seccarlo perché erano compari, allora questo lo salta addosso e gli fa cadere la pistola. Il poliziotto sta per terra sotto un'altalena, allunga la mano e cosa ti trova, dove giocano i fanciulli? Un'ascia. Scopre che basta tranciargli la testa con l'ascia e sono morti, di nuovo. Ancora un po' suspanza, si ritrovano un manipolo di disgraziati che poi riempiono la neve di macchione rosse finchè lui si vaccina per salvare la figa del film (che all'inizio se ne sta per andare allora un megatrattore la tampona e allora torna indietro e allora loro che erano insieme e poi però non si erano spiegati e poi lei gli dice torniamo insieme ma veccia mia, se aspetti ancora n'attimo ci sono i titoli di coda) se li incula tutti ma intanto diventa vampirozombi. E due minuti dopo esce il sole. Veramente. Tutto 'sto casino e morti quando bastava aspettare svaccati in poltrona come nababbi. La morale del film è che l'ozio vince sempre.

E poi è possibile fare un altro film sugli zombi? C'era bisogno di spendere altri soldi inutilmente con tutti gli obesi del mondo che muoiono di sazietà?
Per fortuna ormai gli zombi non se li incula più nessuno.
A meno che non suonino negli Stones, ovviamente.

sabato 10 novembre 2007

La blasfèmia

La bestemmia è brutta ma è anche strana come imprecazione, perché non offende colui/ei al quale viene diretta, ma tutti gli altri intorno. Nell'economia del dialetto però la bestemmia è importantissima. Essa svolge tre funzioni particolari: una è quella sostitutiva: la bestemmia è usata come jolly e può sostituire, alla bisogna, qualsiasi altra parola (per esempio dame ci chel porco dio!). La seconda è quella confermativa: la bestemmia esprime concordanza con l'opinione espressa (per esempio -che fret che l'è!- porco dio!-). La terza è quella denotativa: in questo caso la bestemmia connota l'importanza dellle parole cui si accosta, dà un tono al discorso, come le palline nel brodo (per esempio dai valà ostia! è un'esortazione più incisiva del semplice dai valà!; che ostia el pò? è un espressione che denota più stupore rispetto a che el pò?).
Per esempio anni fa ci trovavamo sul ciglio della strada tra la valdesol e la valdenon io e il mio compare roberto con la gomma della vespa bucata. Stavamo armeggiando quattordicenni con la ruota di scorta quando si ferma una macchina e ne scende mio zio, che viene lì, ci guarda e ci fa che ostia feu pò? ma porco dio ma no seu nancia boni de cambiar na goma no ostia?, per poi andarsene sollevato. Questo ci ha fatto capire che la cosa era alla nostra portata e ci ha spinto a maturare, dandoci la consapevolezza che un teenager figlio di papà non avrà mai, ovvero che non avrai mai bisogno di nessuno se saprai come cambiare la gomma di una vespa.
La quentità e il tono delle bestemmie possono quindi indicare una quantità di oggetti ed esprimere una varietà di emozioni molto utile all'eloquio. Ecco perché sono in molti ad seguire la regola aurea 'na parola e tréi blesteme, un canone poetico antico ma affascinante, che non tutti sanno praticare. Proprio come le palline nel brodo le bestemmie sottolineano le parti del importanti, tanto che il resto del discorso diventa superfluo. Mi piacerebbe avere un video con i discorsi di mio nonno, con solo le ostie e i porchidii, ma 'l Bepi no'l g'è pu no quindi mi devo accontentare dei surrogati americani.
Qui ci sono i bignami, le fucking short version di questi mùvis (ordinati secondo l'affetto), buona visione:
Il Grande Lebowski
Die Hard
Scarface
Le Iene
Pulp Fiction
Blow
The Snatch
American History X
Summer of Sam

venerdì 9 novembre 2007

Li chiamano Roma ma non vengono da lí

Il ministro degli esteri rumeno, in risposta alle polemiche sui rom in italia, al Cairo dichiara che una soluzione potrebbe essere comprare un pezzo di deserto egiziano e metterci tutti quelli che non sono a nostra immagine e somiglianza. Ebbravo Adrian. Perchè non uniamo le forze, Italia e Romania, e ne compriamo un bel pezzo anche noi, in comproprietà. Ci spediamo tutti i rom, e ciao ciao criminalità. ma allora volendo ci spediamo anche i negri e gli albanesi. E già che ci siamo pure i tossici (ma non quelli abbienti) e i pederasti (ma non quelli con la tonaca, per carità), e magari i mafiosi e gli evasori fiscali (no, quelli no, è contro la legge). E perché non i vecchi che ci rubano le pensioni? A questo punto tanto vale prenderlo in Israele sto trancio di deserto in comproprietà, lì troveranno il modo di volergli bene, ai nostri esiliati, troverebbero dei compagnoni. Poi magari spediamoci le reclute della CIA a fare il tirocinio. Così avremmo risolto il problema dei rom. E il prossimo passo è la fame nel mondo e la verginità protratta.

giovedì 8 novembre 2007

No Men Omen

L'America non è alle porte, l'America è già unta e obesa in tutta la casa. L'intera cultura globale mondiale è solo un dialetto della cultura degli USA, non starei neanche scrivendo qui senza il buon George e il buon Abraham. Così è, con tutto quello che di bello di e di brutto ci può arrivare da di là. ok? Così ora noi europei che facciamo i bulletti e i superiori, invece del latino, di seneca, dei gladiatori, dei manigoldi impalati per strada, dei baccanali e delle vomitate per mangiare di più, abbiamo l'inglese pastoso, dan brown, hulk hogan, la sedia elettrica, scientology, gli hamburgeroni e le stragi nelle scuole con video promozionale su youtube.
Come diceva la scritta sulla porta della biblioteca di Montaigne ma anche el Franco Brusòr, uno dei beoni che abitavano il bar di mia nonna, niente di nuovo sotto il sole.

mercoledì 7 novembre 2007

Bù!

la sera del 31 ottobre ho incrociato ad Amsterdam la miglior maschera di Halloween che abbia mai visto, forse lo spauracchio più sarcastico. in mezzo a scheletri, morti, darkpunk, freddikrughi e fantasmi ce n'era uno vestito nientemeno che da ragazzo padre, recante seco un cucciolo d'uomo di plastica in concerto perpetuo. per me è stata una visione e m'ha dato da penzà. Si dà il caso infatti che ben 9, e dico 9, coppie di amici miei (e non parlo di conoscenti o vicini di casa, ma di amici) che nell'anno di grazzia 2007 hanno concepito e/o consegnato un codice fiscale nuovo di pacca ai registri esangui del belpa. come se non bastasse il 2007 per me fanno 27, e tutti sanno cosa succede ai 27. prendi il 3 il numero perfetto, lo moltiplichi per se stesso e poi ancora per se stesso (ovverro lo elevi alla potenza di se stesso) e hai il 27. jimi hendrix, jean-michel basquiat, jim morrison, kurt cobain, gesù (secondo le più recenti teorie), anche il mio cugino preferito (veramente), sono tutti morti ai 27. mentre tutti dovrebbero morire tutti stanno nascendo.
In bocca al lupo, compari!

martedì 6 novembre 2007

Fate la morra, non la guerra

Dopo anni di ah, che figo mi piacerebbe leggerla e te la mando via mail mi sono finalmente deciso a mettere online (e scaricabbile al gratis ovviamente) la mia tesi di laurea, poi leggermente ampliata in un saggio in aggiornamento continuo intitolato molto poco modestamente DE MORRA e sottotitolato come un film di Lina Wertmuller, una cosa del tipo Ricerca etnografica sul gioco della morra in Val di Non e Val di Sole che pare na roba roboante ma in verità è fin troppo succinto perché questo libercolo sono tre parti ben distinte ma intrecciate.
La prima è una parte teorica sull'antropologia del gioco, più o meno il rapporto tra i popoli e i giochi. Niente di pesante, il lettore avrá la gioia di scoprire che il gioco è un argomento piacevole, oltre che interessante.
La seconda è una breve storia di un gioco che è antico dalle alterne fortune, tanto vituperato quanto duro a morire, partendo dagli egizi ai greci, dai romani ai napoletani fino ai promessi sposi e a Mauro Corona.
Queste due parti introduttive sono la base della terza, che è la ricerca etnografica vera e propria, in cui si dice cos'è la morra nelle valli in cui sono cresciuto, come si gioca, dove si gioca, quando si gioca, quanto si gioca, cosa di dice, come si batte, come si ruba, come si studia l'avversario, quanto si beve, quanto si urla ma soprattutto quanto si gode a giocare.
A chi fosse interessato, buona lettura.
Qui sta.
Spero che possiate godere voi nel leggerlo quanto io che ho goduto nel farlo. Non tutti possono dire
Ciao mamma, vado al bar... per la tesi.


Questo è un video molto bello della morra in Sardegna, Sa Murra (come ripeteva ossessivamente il compare barnabi quella volta nel circolo sardo a Bologna, cercando la sfida montagna-isola che, credeteci o no, alla fine abbiamo vinto, guadagnandoci un meritato bicchiere di mirto).

Poi qui trovate siti sulla morra in Friuli, Sardegna, Trentino, Francia e Spagna.

lunedì 5 novembre 2007

Ahy cuantas chinas en la arena

Gli strambi mi son sempre piaciuti. In ogni sport c'è il personaggio strambo ma bravo, o viceversa, i pagliacci che sono seri nel non prendersi sul serio e rischiano nel gioco per il piacere di farlo, e anche per banfarla un po'. Ma come diceva Popper Quando il banfone ne ha ben donde, non è arrogante il suo banfare. Mi riferisco a personaggi tipo Lucchetta, Rodman, Agassi, John "Jesus" Turturro nel Grande Lebowski, Huguita, e anche Valentino se vogliamo (perlomeno finché non l'hanno beccato con le mani nella marmellata, 120 milioni di euro evasi e una pacca sulle spalle).
Nello snooker il personaggio strambo che ha conquistato il mio cuor si chiama Ronnie (o meglio Ronald Antonio) O'Sullivan, inglese di madre italiana, uno dei migliori di sempre dicono, un animale in varie accezioni. Lo snooker è credo il più complesso e difficile gioco di biliardo che esista: si gioca uno alla volta, nel senso che quando uno gioca l'altro si svacca in poltrona, perchè questi se hanno la luna giusta possono fare anche tutte le palle di fila (e sono tante e devono essere fatte con una successione particolare: qui per esempio si può vedere il buon Ronnie fare il più veloce 147 della storia dello snooker). Son tipi taciturni, vestiti come bambini della prima comunione, camicia bianca, papillon nero e gilet, con retro rigorosamente improponibile. Quando ho scoperto questo gioco, mi è venuto in mente che me ne parlava il compare barnabi, che si perdeva le ore a guardarlo (una finale può durare anche 4 o 5 ore). L'ho chiamato e questa è stata più o meno la conversazione

oz: ai scomenzà a veder snooker
bar: ah si, mi ami el snooker
oz: i
e veramente impresionanti, i fa dele robe alucinanti con quele bale
bar: a sì sì
oz: ma el na roba da comonwelth? che i e tuti britici
bar: sì, anca se ades e dre che veign su i cinesi, ghe n'è de boni
oz: sì, l'altro di n'ai vist un de sti magnaformige, Marco Fu, brao vè, ma na facia da culo, el me sta propi sui coioni
bar sì sì l'è en por laòr

oz: po g'è sto tipo che 'l me plas en pacco, l'è ingles ma le scur neger, l'è vesti tut de neger e po' el fa dele faze assurde can che l'è sentà zo, e can che no'l g'ariva el fa per sautar sul biliardo, e ogni tant el fa comenti che fa grignar la zent.
el se clama Ronnie O'Sullivan
bar: ostia el Ronnie!
oz: l'e brao ah
bar: ah si si, l'è en po' assurdo ma quando che l'è en vena no ghe n'è per nesun no. l'ai cognosù st'istá en inghiltera a laorar. el viveva vicin a'ndo che vivevi mi. Son stà a casa soa e gai anca giugà ensema..
oz: che tipo el po?
bar: l'e en fuso
oz: l'ha perdù la finale l'auter dì
bar: ah sì, el Ronnie el na ciapà na carga dal Fu al Grand Prix (di Aberdeen, nda), ades le pasa en tei 16 meio al mondo quel faccia da nascondere, el Ronnie le masa en pez che no el vinch na gara del ranking sarà meio che el ghe daghia sot a proposito piccola curiosità alcuni anni fa i ga ritirà el primo premio de na gara perche l'era positivo al doping (maria)

La simpatia che si prova immediatamente per questi tipi è direttamente proporzionale all'antipatia che si prova per i cinesi. I cinesi stanno sulle balle a tutti. Più di qualsiasi altra etnia, più dei terroni dei negri e dei tossici (solo che i tossici non fanno sport, di solito è il contrario).
Tutta questa antipatia per i cinesi e solo perché sono tantissimi e si riproducono come locuste, nessuno sa dove vengono seppelliti, gestiscono negozi dalle dubbie attività, stanno diventando una superpotenza mondiale perché sono sottopagati ma poco a poco la vogliono anche loro, la borsa di chanel e la mercedes, poi i giocatori sono forti perché loro hanno le superdroghe cinesi naturali che non sono doping ma cazzo come corre quello, sono ostinati e riservati, hanno problemi con la risata e secondo i nostri canoni estetici sono la razza con i lineamenti, mediamente più brutti, con queste facce da cinesi che ti faccio vedere io, ti faccio.
è inevitabile, finchè non arriveranno gli alieni, i cinesi saranno sempre i primi della lista nera.

Aspetto il giorno in cui Ronnie farà il culo quadro a quel negletto di Marco Fu, e di tutti i cinesi dello snooker.

giovedì 1 novembre 2007

Bea vita

Io, nel mio immaginario da Bim Bum Bam pensavo che mafioso è Al Pacino con la faccia nella polverina e una squaqquera sotto la scrivania. Molto antieroe scazzato e arrogante, con sbirri e nemigos che saltano fuori da ogni buco di polo, ma cazzo io se voglio vi ti inculo a tutti, vi ti inculo. Che sono Tony Montana, miga Girardengo.
Essere mafioso invece è veramente una sega. Le cicale della mafia fanno la fine di Scarface, finiscono una profonda sessione di agopuntura violenta. Le formiche della mafia invece, quelle caute, che maneggiano, che formano imperi, che dispensano sodomie e dineri, in poche parole quelle che muoiono di vecchiaia sono dei porigrami che devono seguire queste regole, come vivere con un gatto nero attaccato agli zebedi.
Come si dice in dialetto happy you, happy all.

sabato 27 ottobre 2007

La famigglia

Su Beppe Grillo si può dire di tutto, partendo dall'impegnato populista fino al furbo (e al molto furbo). A me arriva la newslettere già da mò, e devo dire che a volte è molto interessante a volte una gran sega. Se n'è parlato tanto un mesetto fa e debbo dire che quello che lo ha analizzato più acutamente è daniele luttazzi, quello che ne ha parlato più intelligentemente è il buon johnny (hell) mox, mentre freddie nietsche (che è pure intelligente) ha fatto un po' troppo lo snob, dicendo che Grillo no perché è becero. Ecco, Grillo sarà pure becero ma serve eccome, purtroppo, perché come spiegava il saggio serial killer Kevin Spacey allo sbirro supponente Brad Pitt (Brad, quando imparerai a fare lo sbirro come John McLane!) in Seven "per attirare l'attenzione della gente non puoi più fargli un toctoc sulla spalla, devi colpirli con un maglio". E in questo senso due artisti (della comunicazione) come Daniele Luttazzi e Marco Travaglio (che sono, ahimè, molto più intelligenti e acuti di Grillo) sono toctoc sulla spalla, fin che hanno accesso a poche persone alla volta. Ma Travaglio diventa maglio rovente qui, e non sta al telegiornale, purtroppo. Sta al tanto vituperato (quanto ignorato) V-day. Quindi ben venga il V-day se, tra le populisterie salta fuori un po' di informazione.
Perché spiegare cosa succede in Italia è un po' come illustrare le parentele di Beautiful (quello stava con quella ma prima stava con la madre e allora è anche zio di sua figlia e poi si fa la figlia e allora è pure nonno di se stesso, ecc) come qui (parte 1 e 2).

venerdì 26 ottobre 2007

Il pianista sta sotto. La tromba.

Le alchimie tra strumenti sono importanti. Per esempio se basso e batteria non concordano, la cosa non pompa, e non parlo di spaccare, ma di semplice pulsare di battito. La base ritmica è il cuore, e se il cuore perde colpi, meglio levare baracca. Altri strumenti più decorativi, più narcisi, con corde più fini e fiati più alti, devono essere mescolati con sapienza. Per esempio se c'è una tromba e un piano il pianista deve stare molto attento, perché rischia di rovinare tutta la storia. Se c'è la tromba in pista il piano può fare solo qualche nota buttata lì, di controbalzo alle battute di fiato. (più o meno come fa Bollani qui)
Ma passiamo al vero argomento di questo post, ovvero Piero Angela. Uso con gusto questo spazio per dire che, per usare un francesismo, mi sta parcheggiato sul cazzo. E non perché sia il rappresentante della scienza a buon mercato, perché ci vuole anche quella. Neanche per l'italico nepotismo, che non è poi sta novità nel belpa. Mi sta sul cazzo per uno screzio che m'ha fatto una volta. Una sera becco il sommario di Quark, che tra le altre panzane annuncia un capitolo dedicato interamente alla tromba, e che ci sarà Enrico Rava. LIVE. Per me era periodo Rava, niente di meglio, anche se me tocca aspettare. Dopo aver sacrificato un'ora e un quarto nell'attesa, eccoli. C'è Rava, bienchissimo ormai, un contrabbassista e un piano. Ciao ciao, strette di mano. Parte il servizio che si trascina per cinque minutini con breve storia dello strumento e massimi rappresentanti, una pillola di dieci secondi di Louis Armstrong, una di Miles Davis, e una di Chat Baker e con poche note ciascuno degli altri, 'na tristezza, con gli assolo troncati all'inizio. Gia lì mi girano, ma adesso c'è il concertino, la suite, e già mi godo le strombattate. Ritornano in studio, e si scopre che Piero Angela, oltre ad essere appassioato di jazz, suona pure i piano. E siccome Piero si sente Pure fiero, scopre le carte sedendosi al piano, butta li qualche nota. E' pure bravo, ma non è Telonio. Parte il basso, poi il piano poi arriva la tromba, Enrico prova a cominciarare qualche giretto dei suoi, ma Piero lo tallona, gli va sopra col piano, allora Enrico lo lascia armeggiare per un po', cincischiando con la tromba, e sperando che poi Piero gli lasci un po' di spazio. Rientra ma piero non ci sta, dimentica le buone maniere copre senza remora le evoluzioni di Enrico, che ne fa di belle ma non si sentono bene, non hanno spazio. La canzone finisce, e finisce anche la puntata, sticazzi. Uno che invita al suo programma (opinabilmente di merda) un trombettista di fama mondiale, lo invita a suonare in prima serata nazionale, e poi gli rovina la canzone per fare il bullo, per dire hei guardate, sono un coglione inutile ma suono il piano con Enrico Rava. Avevo un'occasione per redimere la mia trasmissione e invece no, qui è tutto miomiomio.
E fu così che Piero guadagnò la mia disistima. Non che gli cambi la vita.

giovedì 25 ottobre 2007

Sul pu bel de la chegada, é finì la merda

qualche settimana fa mi scrive il compare barnabi annunciandomi perentorio che è finita veccio mio. il linco non mente. in america la prima sentenza contro la musica scaricata. la simpatica cicciona dovrà elargire ad una multinazionale la bellezza di 9250 dolleri per ognuna delle 24 canzoni scaricate (dico 24 canzoni, non 24 dvd pieni di mp3). io sono più ottimista, dico vabbè, ne passerà di tempo. e invece no.
nel frattempo m'ero preso bene per (il dottor) House (che nel belpa non avevo mai visto), un simpatico infame, mi stavo guardando tutte le puntate da siti come allUC, movie6 e tv-links, dove puoi vedere film, cartoni, documentari e serie televisive ma senza scaricarle, come con youtube (il tutto in inglese, of course). fatto sta che arrivo alla puntata dove lui e la tipa escono e lui fa l'infame anche se non serve, come al solito, e sono infoiato per vedere cosa succede ma hanno tolto House da tutti i siti (warner bros non ci ha messo un attimo), anzi tv-links l'hanno proprio chiuso. quindi niente più House in diretta. nel frattempo mi consolo su youtube con A bit of Fry and Laurie, lo spettacolo comico in cui Hugh Laurie faceva sperticare dalle risate con chitarra e piano, prima di diventare un infame.
qualche assaggio qui qui e qui.

mercoledì 24 ottobre 2007

Nonno, molla la lasagna

"By G8 standards, Italy is a strange country. To put it simply, it is a nation of octogenarian lawmakers elected by 70-year-old pensioners. Everyone else is inconsequential", scrive il Times. qui scopri perché.

martedì 23 ottobre 2007

Johann Sebastian MC 5000

un regalo è una cosa bella che si regala. è bello i regali. e ancora megli i regali a sorpresa. il mio compare denis, il mio vampa preferito, vive lontano ormai, vive nelle zone dell'orso e se la gode alla grande. dicevo il mio compare mi scrive per dirmi ehi amico come va la vita. una cartolina virtuale di quelle belle che si spedivano dall'olanda. in un angolo trovo il francobollo magico, questo linco buttato lì, con un ragazzetto che fa l'orchestra. grande.
questo il finale della breve ma intensa e-missiva:
"per ora beccati questo, come si suol dire
a presto e pacche sulle spalle"

lunedì 22 ottobre 2007

Archeologgia der Core

si comincia veramente ad ascoltare musica quando si comincia ad avere un gruppo preferito. gruppo preferito è non solo musica che ti piace, ma quelli che piazzi con moto autonomo e ascolti fino allo sfinimento (degli altri), poi ne trovi un altro che ti sorprende e via. la prima cassetta che ho avuto era jovanotti for president ma forse non vale, il mio primo vero gruppo preferito risale a quando avevo 11 anni. e mio zio s'era fatto tre cassettine da 60 con le canzoni meglio di vasco, e il vasco degli anni 70/80 era roba forte per un pischello implumo. nel frattempo ho avuto tempo di abiurarlo in adolescenza e poi riabilitarlo (ma solo fino a fronte del palco) più tardi.
allora oggi facciamo archeologia personale. e siccome so che tanto non gliene frega un maglio a nessuno (come è giusto che sia) ho pensato bene di condire la menata di sorbirsi le malìe degli altri con degli assaggini di come me li ricordo. e gli assaggini sono uno dei più forti motori immobili della storia. quasi all'altezza dell'entrata gratis per le donne.
(tra parentesi metto anche chi me l'ha fatti conoscere, i miei pusher, cosí colgo l'occasione per ringraziarli per la colonna sonora)

1991
vasco (barba schaign)
1992
guns & roses (flavio/cesare)
1993
nirvana (daniele)
1994
green day (mauro)
1995
rage against the machine
paolo conte (paolo)
1996
rancid (mauro)
korn (jessika)
fabrizio de andré (paolo)
1997
refused (mauro)
ben harper (gilberto)
bob dylan (mauro)
1998
marlene kuntz (jessika)
the velvet underground (paolo)
1999
bebop (paolo)
sonic youth (fabry)
2000
old time relijun (fabry)
enrico rava (fahreneit)
2001
primus (berna)
tom waits (berna)
2002
god machine (vanna)
queens of the stone age/kyuss (simo)
2003
la cabra mecanica (fernando)
ojos de brujo (juangas)
2004
marco calliari (carleis)
cypress hill (sergi)
east rodeo (diego da rabi)
turi
2005
la excepcion (que confierma la regla)
(carlitos)
supercanifradiciadespiaredosi (carleis)
i capelli di cesare ragazzi (granfranco baffato)
macaco (carlitos)
2006
sanseverino (isabelle)
gogol bordello (anne)
tenacious d
2007
5nizza (anna)
flight of the conchords (marcio)

se ne dimentico qualcuno poi lo aggiungo per la via

domenica 21 ottobre 2007

Quella del pane imburrato

un giorno il Profeta Lalù stava godendo dei doni della terra, inebriandosi del frutto dell'oppio in compagnia di magnifici esemplari di femmina umana prostrati in sua adorazione, giovani ninfe vestite di soli petali di rosa. quel giorno una boccia del frutto della vite si avvicinò recando con sè un villano impaurito. sapeva di potersi rivolgere senza tema alcuna al profeta ma i villani del luogo lo avevano avvisato di non avvicinarsi troppo a quella che loro chiamavano la zattera di gaudenti, per paura di essere risucchiati e perdersi dai vortici del piacere. la voce dietro la boccia disse: o saggio Profeta Lalù, tutte le volte che mi cade una fetta di pane imburrata cade dalla parte del burro. come devo fare? il profeta biancobarbuto, emergendo dal gorgo di corpi ma senza distogliersi dai suoi vizi, rispose lentamente: alcuni aruspici ignoranti dicono che si tratta di una legge antica, ancora più antica dell'invenzione del pane, la legge di Marfi, ne avrai sentito parlare... Mentre il villano annuiva il profeta proseguì: mai sentita stronzata più grande, o villano. la fetta cade sempre dalla parte del burro? In verità in verità ti dico, evidentemente hai imburrato la parte sbagliata. la prossima volta imburralo sull'altro lato. detto questo si rituffò nella zattera di cui era ammiraglio, e veleggio verso senza muoversi.

sabato 20 ottobre 2007

venerdì 19 ottobre 2007

Quella del fisico danese alle superiori

un giorno il Profeta Lalù sedeva sdraiato sotto un albero secolare come un romano dei tempi d'ozio. i cerbiatti gli cinguettavano intorno e i bambini giocavano a sdramargilo, quando una creatura, staccandosi dal vociare dei compagni, si avvicina al profeta e gli chiede un cucchiaio. Il Profeta Lalù, senza alzare lo sguardo, gli racconta questa parabola:
c'è questo fisico danese che quando era alle superiori gli danno un compito di fisica: come puoi misurare l'altezza di un grattacielo con un barometro? il nostro giovane scrive la sua soluzione soluzione è, palese come un clown obeso: basta attaccare il barometroad un filo, calarlo dalla cime e misurare la lunghezza del filo. la commissione impallida, segnano risposta sbaglitata, ma lui insistela soluzione è brillante e, secondo il rasoio di occam, economicamente perfetta. allora gli danno 6 minuti per risolvere il problema, per vedere se sa qualcosa di fisica. lui ci pensa cinque minuti, poi dice non so, ci sono così tante soluzioni, potremmo lasciar cadere il barometro e misurare il tempo di caduta, o misurare l'altezza di uno scalino e moltiplicare per il numero di scalini, potremmo mettere il barometro in cima al palazzo e misurare l'ombra che proietta, non saprei proprio cosa scegliere, oppure potremmo misurare la pressione alla base e quella all'altezza e fare la differenza, ma è troppo complicato. quest'ultima era la risposta che i signori nella cattedra comoda si aspettavano.
sappi che non esiste mai una soluzione migliore, e quella che sembra l'unica a volte è solo una delle tante, ma non necessariamente tra le migliori.
tra l'altro, quel ragazzo poi è diventato fisico, e poi, già che c'era, è diventato anche nobel.