lunedì 3 dicembre 2007

Parassiti vari

Al mondo si fa ricerca per tutto. La società della conoscenza ha bisogno di antenne dappertutto. La ricerca è il parassita della nostra economia. Parassita però può essere come le pulci, fastidio che succhia e non rende, o come il gatto, fastidio che puoi accarezzare e dire che bello e non diresti mai che è un parassita. E invece lo è, puntualmente.
Si ricerca di tutto, con metodi altamente statistici. A esempio chi ha deciso quanta mayonese mettere nella porzione di mayonese di McDonald's? Non è che uno s'è messo lì e ha sparato un numero casuale di grammi. Il tutto è finito nelle mani di un istituto di ricerca. Il da farsi è semplice: prendiamo i dati sulla clientela di McDonald's con la sua composizione e le sue abitudini, gentilmente forniti da un altro istituto di ricerca, e mettiamo un campione rappresentativo della clientela media davanti ad un campione rappresentativo della consumazione media in uno stato di sensazione della fame media e misuriamo la quantità di mayonese che consumano (assumendo che la quantità di mayonese presentata non abbia effetto alcuno sul consumo di essa eccetera). La media di quella quantità sarà lo standard di mayonese distribuito. Il tutto finirà in una confezione la cui grandezza costituirà un compromesso ponderato tra grandezza percepità (per l'occhio del cliente) e quantità realmente contenuta più spese di imballaggio, stoccaggio e trasporto (per le tasche dell'azienda).
Ecco fatta la porzione. Soldi facili per l'istituto di ricerca, detentore del metodo. Soldi ben spesi per l'azienda, per il risparmio che garantisce. E poi chi non vorrebbe essere la cavia lautamente pagata per questo tipo di ricerca?
Quello che mi ha dato da pensare ultimamente è il sistema di aerazione bagno (di) dove lavoro. Succede che dopo un quantità ponderata di tempo che la luce è accesa il sistema si attiva e gira per un altro tot di tempo.
La ricerca condotta per questa ponderazione ha l'obiettivo principale nel rispondere alla domanda: qual è il punto di non ritorno dopo il quale è plausibile supporre che l'utente non sta mingendo ma deiettando? La procedura più tecnologica è piazzare un galleggianti nella latrina e un sensore chimici ad altezza d'uomo. Il primo segnala i cambiamenti di volume del contenuto di della latrina e collega i dati rilevati con il tempo calcolato a partire dall'accensione dell'illuminazione dell'ambiente. I secondo analizza l'aria e ne rileva i cambiamenti al variare del tempo di aerazione. Troppo difficile. A me piace pensare che un indefesso lavoratore, un finto maggiordomo dei bagni pubblici che aiutando gli utenti raccolga dati: prima che il cliente entri nel bango, fingendo di controllare che l'ambiente sia gradevole, annusa il bagno e assegna una quantità ponderata al grado di puzza percepito e poi, cronometro lla mano prende nota dei tempi e del tipo di attività svolta (PIx2/PUx2). Infine i dati vengono incrociati e falsificati.
Il tempo della pisciata massima è il tempo che passerà prima che parta la ventola dei miracoli che tutto si porta via.
Il tempo dopo il quale l'ambiente del fenomeno deiettivo risulta vivibile in una quantità ritenuta statisticamente considerevole di periodi post-deiettivi segnerà lo spegnimento dell'apparecchio elettrico.

questa ricerca è stata condotta da

PREMIATO ISTITUTO DI RICERCA FELIX LALU'

"E' uno sporco lavoro,
ma qualcuno deve pur farlo"

Nessun commento: