lunedì 10 dicembre 2007

We're alive --> Clap clap

L'applauso all'atterraggio dell'aereo mi è sempre parsa una cosa tipo il baciamano, la penna stilo o la coda, quelle cose desuete ma che la gente tramanda con ostinazione (della coda ci rimane un'ostinato osso sacro). L'applauso è un residuo, una vestigia del tempo in cui gli aerei erano oggetti quasi magici, dei Titanic con le ali, in cui il pilota era lo sciamano del volo, portatore di una conoscenza esoterica, e ogni atterraggio era un schianto mancato, in cui le hostess erano pezzi di manza scelti in base alle erezioni provocate al passaggio e trasportavano indefesse valige piene di polverine. Bei tempi.
Ora che l'aereo è ne' più ne' meno che un autobus sudamericano con le ali e il rodrigo automatico, e le hostess sono normali ragazze sottopagate che puliscono anche i cessi e che non hanno manco la grazia di vedere i posti in cui passano, sono spiacente di comunicare che questa usanza non ha più ragion d'essere.
Ma non è che siamo noi che non ci stupiamo più di niente? Non è che tutto ordinario perché vedere le cose straordinarie tutti i giorni in tv rende tutto più piatto e predigerito? Cosa abbiamo guadagnato col sapere tutto? Che sappiamo già tutto. Non ci stupiamo più di niente. Siamo diventati boriosi e sapienti come lo erano solo i milanesi di una volta. Ci stiamo tutti trasformando lentamente in milanesi, anche se loro lo sanno che per quanto possiamo correre non li raggiungeremo mai.

Uèè


1 commento:

denis ha detto...

hey
beccati la news, non so come ma ce l´ho fatta. se il tutto mi ricompare dal computer di casa é fatta.
domani controllo e te faccio sapé
grüße aus berlin
d.