un giorno il Profeta Lalù sedeva sdraiato sotto un albero secolare come un romano dei tempi d'ozio. i cerbiatti gli cinguettavano intorno e i bambini giocavano a sdramargilo, quando una creatura, staccandosi dal vociare dei compagni, si avvicina al profeta e gli chiede un cucchiaio. Il Profeta Lalù, senza alzare lo sguardo, gli racconta questa parabola:
c'è questo fisico danese che quando era alle superiori gli danno un compito di fisica: come puoi misurare l'altezza di un grattacielo con un barometro? il nostro giovane scrive la sua soluzione soluzione è, palese come un clown obeso: basta attaccare il barometroad un filo, calarlo dalla cime e misurare la lunghezza del filo. la commissione impallida, segnano risposta sbaglitata, ma lui insistela soluzione è brillante e, secondo il rasoio di occam, economicamente perfetta. allora gli danno 6 minuti per risolvere il problema, per vedere se sa qualcosa di fisica. lui ci pensa cinque minuti, poi dice non so, ci sono così tante soluzioni, potremmo lasciar cadere il barometro e misurare il tempo di caduta, o misurare l'altezza di uno scalino e moltiplicare per il numero di scalini, potremmo mettere il barometro in cima al palazzo e misurare l'ombra che proietta, non saprei proprio cosa scegliere, oppure potremmo misurare la pressione alla base e quella all'altezza e fare la differenza, ma è troppo complicato. quest'ultima era la risposta che i signori nella cattedra comoda si aspettavano.
sappi che non esiste mai una soluzione migliore, e quella che sembra l'unica a volte è solo una delle tante, ma non necessariamente tra le migliori.
tra l'altro, quel ragazzo poi è diventato fisico, e poi, già che c'era, è diventato anche nobel.
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