lunedì 12 gennaio 2009

Povero Faber

Ieri sera, per il decimo anniversario della morte di De Andrè, abbiamo assistito al solito spettacolo penoso. Io non ho visto la versione di 9 anni fa, quella in cui Vasco ha fatto Amico Fragile e Celentano ha sbagliato le parole de La guerra di Piero. Stavolta però è andata sicuramente peggio. Già Fazio è un pretino sfigato che oltretutto fa sempre la parte del bambo saccente. Ma questo è niente, se le interpretazioni fossero state degne neanche Fazio avrebbe potuto rovinarle. Il problema è che stiamo parlando di De Andrè, che aveva una voce così nitida seppur bassa e profonda che non è facile da imitare. Per questo, per interpretare una sua canzone non bisognerebbe imitarne la voce, ma tentare di reinterpretarla. Sennò fai la figura del babbo. Invece no, tutti hanno fatto il compitino senza fare un passo in più. Dietro c'era l'orchestrina: bravi musicisti che che però hanno appiattito la varietà delle esecuzioni costringendoli ancor di più nella forma originale, il che non aiuta ad essere originali. Re-interpretazioni, invece che interpretazioni. A partire da Lucio Dalla (con un parrucchino vergognoso) che non sapeva neanche il testo: il più pessimo. Vecchioni ha fatto una versione di 30 secondi de La guerra di Piero, come se si potesse mostrare un film dalla metà in poi. Pelùa non ha neanche fatto uah. Bocelli sapeva le parole ma non le stava leggendo dal gobbo. Poi Jovanotti e Capossela, da cui mi sarei aspettato qualcosa di più. Han voluto fare la canzone alla De Andrè? Han fatto cagare, o meglio senza lode nè infamia, che forse è peggio. Battiato me lo sono perso. Gli unici che si son salvati son Bennato e Finardi. Poi c'erano il figlio, Pagani e Fossati, ma per loro non vale. Bravi, ma loro ci vivono del carrozzone, quindi nessuno sforzo. Il tutto farcito da una serie di chiacchiere inutili.
Mi spiego meglio. Interpretare vorrebbe dire dare nuova vita ad una canzone, non rifarla com'era. Per sentire una canzone rifatta com'era ci sono i cd e gli mp3, non serve montare un baraccone. E credo che De Andrè sarebbe d'accordo.
Unico evento apprezzabile della serata, la canzone in contemporanea in 300 radio italiane. Quella bastava. E il resto dei soldi mandarli ai bambini poveri dell'Africa.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Hey, leggendo qui mi accorgo che hai dimenticato di citare la penosa esibizione di Tiziano Ferro..Solita sfiga tra le sfighe, avevo beccato lui