mercoledì 16 luglio 2008

Johnny Mox goes to PUTIFERIO

Un mesetto fa siamo calati dove finisce le montagne al Curtarock a vedere i PUTIFERIO in compagnia di un altro gruppo con la riga in parte, gli Zu. Dopo il concerto, rinchiusi in un salubre e ovattato container da terremotati dell'Umbria, il buon Johnny Mox intervistava tre quarti della ciurma (Woolter era presumibilmente a farsi praticare una salubre fellatio postshow da una groupie con le tettone, o perlomeno a me piace pensarla così) e io filmavo senza ombra di dolby le parole di Giulio, Mirco e Panda.
Questo è quel che n'è uscito.
Si parla, nell'ordine, di:
- la registrazione del disco
- la gestazione del disco
- le parole di Panda
- le musiche e la loro eterogeneità
- la nuova scena italiana e da dove viene
- quanto spaccano gli Zu
poi m'è scesa la catena della macchinetta e si è parlato dei massimi sistemi. I PUTIFERIO hanno esposto una nuova teoria del mondo e proposto una nuova etica alternativa che tutti dovremmo seguire, anche Giuliano Ferrara e Phil Anselmo, hanno sparlato di tutto e di tutti compromettendosi totalmente di fronte a tutte le scene cui appartengono. Di questo però ricordo molto poco, è passato troppo tempo. Ma in fondo cosa ce ne facciamo della memoria se abbiamo gli apparecchi elettronici?
In cambio c'è l'ultima parte di Where have all the razors gone? che featura il sax portentoso di Luca T Mai degli Zu, ospite pure nel gran disco AteAteAte.
Il tutto con una qualità video che rasenta la menta.
Così imparate e la prossima volta andate a vederveli con le vostre orecchie.



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