lunedì 1 ottobre 2007

Craxi Santo. Subbito

quando qualcuno muore è dovere sacrosanto di ogni italiano di smettere di parlarne male. quando qualcuno muore non può più difendersi e allora giù di incenso e mitra e anche craxi è un martire scappato come mohammad per le persecuzioni gratuite ma poi ritorna con piogge di petali dorati. dev'essere una cosa democristiana, uno di quei lasciti dei progenitori con la coda, tipo l'osso sacro. la regola é: a prescindere da come uno é stato in vita, morto=buono, non necessariamente il contrario.
a me pavarotti è sempre sembrato un panzone pappone strafottente. m'è sempre rimasto lì, preciso sulla punta, e quando è morto non m'ha fatto nè caldo nè freddo. niente lacrime. tre semplici azioni in rapida successione: un tiè con l'ombrello, un mezzo ghigno alla monnalisa e una visita apotropaica agli ammennicoli, che non si sa mai.
poi trovo un articolo su di lui in una rivista inglese: si comincia quando ha quattro anni, il piccolo panzone in nuce salta sul tavolo, cantando la mobilitá della donna davanti a guantati e cinguettanti ma dai e macchè bravo. e poi la sua voce, corpulenta e smargiassa, che fa venire la pelle d'uomo alle oche (o alle galline, dipende dove siete cresciuti). i comfort di cui si circonda ovunque graviti: nell'ordine, macchine da caffè espresso, fette di prosciutto, bottiglie di lambrusco, le penne disposte esattamente come nel su ufficio di Modena e una segretaria - nubile, carina, compiacente - che gli porga fogli per gli appunti e, all'uopo, calienti il lettuccio pendente della sua garsonierre. quando gli chiedono perché invita le spice girls a un suo concerto risponde (candido come una fetta di lardo di colonnata) che se chiami i gruppi pop poi vendi più biglietti no? lo definiscono vizioso, viziato, pigro, indisciplinato, un ignorante della musica (come altri coglionelli quali django, bird e pure jimi). dice che imparare da un foglio è come fare l'amore per posta.
leggendo di questo millantatore con un pozzo senza fondo al posto della gola mi rendo conto che ho torto marcio. mi ricredo, e mi pento e mi dolgo. anche di quello che non ricordo. pavarotti, il boss hogg vestito di nero, era un panzone pappone strafottente, ma non era mica scemo.

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