martedì 9 ottobre 2007

GLORIA, l'anagramma di L'ORGIA

Ho sempre considerato Gloria LA canzone degli anni 80. tutto quel pathos per un testo melenso, così pieno di clichè da suonare semplicemente incomprensibile. L’altro giorno l’ho sentita per radio e mi sono dovuto ricredere.
Credo fermamente di averne decrittato il verbo e scoperto la vera natura.

Partiamo dall’inizio: c’è Gloria, anzi non c’è. Manca il suo profumo nell’aria, manca ad una mano, e questa mano cosa fa se Gloria manca? lavora piano, dopo aver provato te tutto mi sembra insipido, quando invece armeggiando intorno ai fianchi di Gloria entra l’odio baldanzoso ed esce l’amore raggomitolato, solo a dirlo questo nome…Ma adesso Gloria non c'è e chissà quando tornarà. Forse mai, E qui comincia a parlare di neve, e sappiamo tutti cos’è la neve, quella pura come la neve al sole. Poi si perde in un allucinazione con chiese di campagna deserti, fughe silenziose, letti, matrimoni, gozzoviglie e miserie. Poi attende il giorno, perché la neve è ancora lì e non lo fa dormire, e allora invece di dormire sogna con i papaveri, e sappiamo tutti cosa si fa con i papaveri, nelle terre libere. E poi non contento respira la nebbia che nel frattempo si è creata nella stanza, respirando rabbiosamente.
Si tratta semplicemente della più sozza e sciagurata discesa negli inferi della droga che un cantante poppe poppe abbia mai descritto. Altro che Brown Sugar o it's my wife and it's my life. E poi stiamo parlando di Umberto Tozzi di tiamotì-aamo, mica di beoni e viziosi tipo Fabrizio, Kurt o Billie? (per non parlare di Keith o Charlie o dei miei favoriti Pete e Amy).
Ma torniamo alla canzone: il finale ci regala un colpo di scena degno del miglior Harmony. Al posto di gloria arriva un'incredibile semidea, o comunque un valido esemplare di femmina umana, che si posa sul divano leggiadra e come mamma l’ha fatta, con intenzioni facilmente intuibili. Nel frattempo però il nostro antieroe biondotopo si è lasciato trascinare dall'assenza di Gloria, la vera fonte del piacere, distruggendosi selvaggiamente in un rally di bagordi e fa quello che ogni degno antieroe é supposto di fare, ovvero non ce la fa. Non ce-la-fa.
Accampa scuse poco plausibili, biascicando che deve ritagliare le stelle per il presepe o, secondo altre fonti, persevera nel vizio ritagliandosi un altro pezzo di cartone magico. Il tutto si chiude cosí, miseramente, con un lento zoom out dove UT abbandona sfocato la dignité.

La morale di questa breve parabola è ben chiara. Essere al cospetto del ben di dio e non poter banchettare degnamente é condizione umanamente ed eticamente inaccettabile. Vedete ragazzi come ci si riduce ricercare il piacere nelle sostanze psicotrope?

Si finisce male. Si finisce impotenti di fonte alla forza della vita. Si finisce senza vigore masculo. Si finisce a perseverare nell'orrore per forza di cose. O a fare un album di duetti con Marco
disgrazia
Masini.

Ecco come si finisce!
Con le droghe.

Ad un'analisi piú approfondita si puó notare che il messaggio positivo (seppur l'esempio sia in negativo) agisce soprattutto a livello subliminale attraverso una melodia frufru, quelle che ti fanno l’occhiolino, e qualche rima e assonanza più o meno scontate (gloria-aria,mano-piano, storia-gloria, nebbia-rabbia, sale-sole, sole-amore, petto-ti aspetto) ma di facile presa. Provatela sul vostro cuginetto sconvolto. Dopo averla ascoltata la pupilla gli tornerá normale.
Dovrebbero metterla a palla nelle scuole, dovrebbero.
Non servirebbero più i cani antidroga. Gloria potrebbe permettere la liberazione dei cani antidroga. Ci pensi? Umberto Tozzi nominato Santo dei (ormai ex) Cani Antidroga.
Una favola a lieto fine.

Nessun commento: