mercoledì 13 gennaio 2016

OMAR E' NERO (La nuova canzone del sole)


Per chi non l'avesse inteso, il giorno dell'Epifania abbiamo uscito uno splittone con musici amici (la storia la leggi qua) (il disco qua). Ognuno ha messo due canzoni. Io ho messo le specie di cover che saranno nel disco. La prima è Dinamita (ne parlo qua). La seconda è Omar è nero.
Omar è nero nasce lontano. Quindici anni fa lavoravo tutta l'estate in un laboratorio di pelletteria artigianale che avevano i miei zii in Val di Sole. Facevo il garzone di bottega che diventava artigiano. Ogni estate, in concomitanza con i mercati mensili della al di Sole, i miei zii ospitavano una coppia di amici ambulanti che vendevano roba sudamericana, che si fermavano a dormire da noi. Nei periodi più intensi si venivano con loro dei ragazzi di bottega, i miei pari, diciamo.
In questo modo ho conosciuto Jacopo, che una dozzina di anni dopo ha prodotto il mio prossimo disco, e registrato queste due canzoni. Ma questa è un'altra storia.

L'anno dopo Jacopo non c'era più. Il nuovo garzone era Omar, un diciottenne di colore. E quando dico di colore intendo proprio nero nero, tipo Weah, tipo senegalese, tipo Kevin Garnett. Così nero che al buio era il caso che sorridesse, per vederlo. Così nero che il suo capo gli cantava il ritornello della canzone del sole così com c'è scritto nel titolo. Era una semplice osservazione, forse non arguta, ma abbastanza da divertirli nelle infinite ore di mercati. Omar se la rideva e intanto pensava a come prenderlo per il culo a sua volta. Erano fatti così.
Io quella canzone lì l'avevo sempre odiata. Era la canzone che cantavano in spiaggia quelli che poi beccavano. Io non suonavo e comunque non beccavo un cazzo, per cui mi veniva più facile prendermela con la canzone che con le tipe o i tipi o, vivaddio, me stesso. Il ritornello cantato così fu un'epifania. Ora tutte le volte che l'avrei sentita non avrei pensato all'innocenza delle sue guance ma a Omar che è nero e, poichè nero, fa paura. 
Da allora cominciai a pensare diversamente alla canzone tutta. Fu allora che notai che alcuni passaggi erano tutt'altro che innocenti: "la cantina buia", "le tue corse, l'eco dei tuoi noooo", "mi stai facendo paura", "quante braccia ti hanno stretto, tu lo sai, per diventar quel che sei? che importa, tanto tu non me lo dirai", "le ombre e i fantasmi della notte sono alberi e cespugli" raccontavano una storia tutta diversa da quella che eravamo soliti pensare. O meglio, c'erano delle parti mancanti in quell'altra storia. Delle parti che andavano scritte. 
L'idea era di sfigurare la canzone più amata dal pubblico, di rovinare una cosa bella. Senza uno scopo in particolare, solo per il gusto di farlo. Proprio come fa Edward Norton/Tyler Durde in Fight Club. Quel giorno è incazzato nero con Brad Pitt/Tyler Durden. Va al Fight Club (e dove sennò) e sfida Jared Leto, il preferito dei discepoli di Brad Pitt/Tyler Durden. Dire ch elo monda è riduttivo. Prima Jared è così, bello e biondo:


Poi diventa così, biondo e sfigurato:


Allora perché non collegare Omar (che, ricordo, è nero) alla ragazza (che lo stesso Mogol chiama Chiara) che viene stuprata. A chi si dà la colpa sempre per gli stupri? Le statistiche dicono che di solito è un famigliare. La gente dice che sono gli uomini neri. E poi le è una donna. Può una donna essere stuprata senza averci messo del suo? Ti ricordi la sentenza dei jeans di qualche anno fa? Cmq la risposta è no. Una donna stuprata ci mette sempre del suo. Così fa Chiara, che si fa portare da un nero in una cantina sperando in un po' di dolce amore nero e invece... E cosa fanno gli altri neri lì intorno? Fumano le paglie più costose per passarsi il tempo, oziosi e a nostre spese. E quando possono bombarsi una donna bianca, lo fanno senza pensarci. Poi l'abbandonano in una strada di campagna, dove un contadino la vede solo perché i suoi seni bianchi spuntano dall'erba come funghi fuori stagione.


E' una specie di film gore, ignorante e tamarro, coi negri stronzi, la tipa troia e il contadino arrapato e con in locandina la nostra valletta più amata piena di sangue e sborra. Se lo guardi e pensi che sia successo davvero puoi anche rimanerci male. E infatti è successo, al bar dell'internet.














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