Adesso non è che mi metto a far le sviolinate alla gente ma una preemessa va fatta. Vanja Zappetti da Bozen, Italien è uno che organizza concerti. A me mi arriva la mailing list ogni volta e ogni volta non ho la più pallida idea di chi sia quello che viene la prossima. Inoltrandomi nel link scopro poi facce note o gente cazzuta nell'underground, side project di gente cazzuta nell'underground e musiche che non farebbero la gioia di Mara Maionchi e fanno quindi la nostra. Ultimamente, oltre a essere quello che ha fatto venire nientemeno che i Zu a Bolzano, organizza concerti al Caffè del Teatro Cristallo. Qualche mese fa mi ha onorato con l'opportunità di aprire il concerto ai Dufus, un gruppo della madonna di New York. Si noti che questi concerti si fanno dalle 20.30 alle 22.30, come i film di quando eravamo boci. Neanche le nonne vanno a letto prima. Mi chiama ques'estate per organizzare La Notte degli Oscar, una serata in cui suono io, che mi chiamo Oscar, e Oscar Ferrari appunto. Oscar Ferrari io non lo conoscevo ma questi giorni mi son scaricato le sue canzoni. Che un cantautore così così nasca da suolo autonomista non te lo aspetti mai nella vita. (questo è il blog e qui ci son le canzoni e poi chi è Gino? Ma non è questo il punto). Io ero rimasto che si suonava sul terrazzo, come l'estate scorsa e l'inizio luglio, ma mi arriva rettifica. Vanja dice aè. magari in terrazza. sei poco aggiornato. saremo indoor, comunque divertiti. con tutteddue gli accenti eh...ciao bello Mi fa strano e mi faccio spiegare meglie:
breve storia della terrazza:
2008 giugno luglio agosto utilizzata no problem, autorizzata.
2009 a giugno vengono autorizzati giugnoluglio agosto - a luglio una vicina dal cognome importante si lamenta del volume (manda i vigili durante le prove alle 5 di pomeriggio, per capire il livello di esasperazione) e in breve le autorizzazioni per agosto decadono (per mancato rispetto delle norme di sicurezza, ahahah.) grosse polemiche su giornali, cultura giovanile vs città morta, solite robe.
effetti principali: ad agosto ho dovuto fare tutto indoor, insomma, e rimetterci una valanga di sghei, zozzo mondo porco. Quindi se hai voglia di pistolottare con gioia mi raccomando di non trattenerti... :)
Ma non finisce qui. un'ora fa mi chiama Vanja che dopo esssere intervenuti varie volte e avere anche fatto ritardare un concerto di un'ora per controllare le carte poi trovate tuttapposto, oggi, in barba all'onorata lentessa dell'amministrazione pubblica italica, han fatto una leggina nuova, l'annuncio è quel che segue: Niente concerti al caffè del teatro, nemmeno dentro, a porte chiuse a 40°. Il Comune sostiene che la licenza, valida negli ultimi 3 anni, di colpo non sia più sufficiente. Le serate nel foyer devono essere organizzate dal teatro e non da parte di esso (il bar, nella fattispecie). l che significa che la serata concerto di questa sera, l'ultima della stagione estiva, salta. Ma non salta la voglia di esserci e manifestare il proprio disappunto per una situazione tra il kafkiano e il gattopardesco. Vi prego tutti di non contattarmi personalmente, ma di commentare qui. Il telefono mio scotta, perdonatemi. E presentatevi al caffè, in serata, anche solo per 5 minuti di testimonianza, se ve ne frega qualcosa. Grazie per tutte le presenze durante l'estate, grazie per aver sostenuto il locale e nello specifico il sottoscritto in una situazione estremamente difficile. Vanja
Non mi sembra ci sia nulla da aggiungere. Giusto pistolettare, anche se non ci son cazzi, la penna non uccide più nessuno, Davide vs. Golia, Luigi Lo Cascio vs. Tano Badalamenti (niente meno che), l'innominato contro Renzino nostro che solo vuole sposarsi a Lucia, Juve vs. AlbinoLeffe quando era in serie B, Comune di Trento vs. Ale Cocca del Soultrain, Undertaker vs. WeeMan di Jackass, Berlusconi vs. Luttazzi, Big Fish vs. scatoletta di tonno biologico, same old shit. Adessso non è che vado avanti un'altra mezzora con metafore da nerd: uno grande vs. uno piccolo. Per quanto valga, non è che la tastiera ne uccida più della penna. In bocca al lupo, Vanja.
Non leggo un libro da quasi tre anni. Considerando che nei quindici anni precedenti ne leggevo svariati ogni mese o settimana la cosa pdovrebbe preoccupare. E' triste pensare che uno legge a manetta e poi comincia a scrivere e lì finisce di leggere. Nel frattempo ho avuto altro da fare prima di collassare al letto tutte sere. Le mie uniche letture sono state i cardini dell'informazione italiana: Internazionale e la Gazzetta dello Sport. Poi a volte Cronaca Vera e Rumore. Nientecchiù. Già da luglio avevo sulla panca di legno di fianco al cesso un libro che m’ha regalato l’abuelita Maria, Psicomagia di Jodorowski: ogni cagata due, quattro, sei pagine. Non che legga particolarmente veloce, me la prendo col comodo. Però leggere un libro sul cesso è un sacrilegio, non vale, è come farsi mezza sega alla volta.
Tutto questo fino a ieri. Da ieri ho ricominciato a leggere, signori, e lo annuncio con fierezza. Poi magari rismetto per altri tre anni. E quale miglior libro per ricominciare a leggere che il libro scritto da uno che sta per morire? Da uno che sulla porta scrive ogni ospite è indesiderato? Parlo de La fine è il mio inizio di Terzani. Non c'è storia inventtata che valga lla vita di qualcuno. Poi a me questo mi illumina sempre. Mi illuminano sempre, sti anarchici. E' ora di cambiare. Cosa? Boh. Le donne son più comode, cambiano pettinatura e il gioco è fatto.
Il nonno di un mio amico leggeva il giornale tutti i giorni. Dalla prima all'ultima lo leggeva. Poi lo richiudeva e diceva sempre I furbi i le scrif, i cojoni i le lec (per i forestieri I furbi le scrivono, i coglioni le leggono). Voi da che parte state?
Siccome è stato l'argomento di un terzo del tempo di tutti i telegiornali nell'ultimo mese e mezzo anche qui alla redazione del blog abbiamo deciso di parlarne. Per un mese il becero è stata la più ovvia quotidianità: genitori e figli che si rubano i soldi a vicenda, gente che si sputtana gli stipendi, gente che va in attacco d'ansia al momento dell'estrazione, pur sapendo che le probabilità sono quasi le stesse che Liv Tyler suoni a casa tua per chiedere del sale. Vabbè, si capisce, ma la cosa è stata spinta così all'inverosimile che per qualche giorno il Papa sembrava non avesse detto niente. Poi alla fine salta fuori che uno dei vincenti con la schedina da due euro due è pure un milionario. Allora pensi che dio finalmente esiste. E' un segno dell'altissimo purissimo levissimo che chi non ha soldi e li vuole spendere in modo stupido può sempre andare allo stadio, o a puttane se proprio se la vuole spassare.
Qui si lavora non c'è mica tempo per il fare i fighretti in internet. Ma a una dei pochi che s'è sbattuta (quasi) anonimamente per rendere più piacevole la tua adolescenza almeno un ciao e grazie bisogna metterlo. Ciao e grazie, Fernanda.
La rima è una cosa che fa (sembrare) la canzone figa. Ce ne son tante di figure retoriche che inghirlandano i testi delle poesie e delle canzoni. Tra queste la rima è quella più immediata, più semplice da usare e per questo più inflazionata.
Poi tra le rime ci sono le rime sulle tronche. Sono quelle con l’accento sull’ultima sillaba. Lo spagnolo ne ha un bel po’, l’inglese ne è pieno, c’è molta scelta, il francese è fatto solo di quelle. L’italiano ne ha pochine. Abusarne è facile, perché son poche. Ci si riduce sempre a robe tipo su/giù/più o se/me/te? Filano e fondono certo, come le sottilette, ma quanto hanno rotto i coglioni? Almeno quanto cuore/amore.
Per questo quelli che fanno testi in italiano dovrebbero avere un minimo rigore deontologico che ne limiti l’uso.
Per questo il Felix Lalù Institute of Giving Advices ha brevettato e depositato un metodo infallibile chiamato Il computo delle tronche. Non suona tanto bene ma è quel che è.Io per me mi son creato un codice per valutare se una canzone è almeno passabile. Premesso che se non si usa almeno un’altra figura retorica all’interno di un testo e si pensa solo al senso si è degli sfigati. Non parlo solo di figure del suono (assonanze, allitterazioni e altre sorte) che fluidificano il testo, lo rendono più scorrevole e piacevole, ma anche di figure di senso (ossimori, metonimie, chiasmi e altre professorate), che son più fighe e difficili e ti fanno più pensare. E pure giochi di parole, ovviamente.
Prima bisogna estrapolare le rime tronche, metterle in fila e fare il conteggio. Se un verso con una tronca è ripetuto considerate solo le prime due del blocco (ovvero se poi c’è il ritornello e poi torna si considerano altre prime due)
Valgono menoUno e sono il male:
me, te, c’è, è, eh
che, se, e
tu, giù, su, più
ha, già, ma, fa, la, dà, sa, ha, città
sì, mi, lì,
di, so, no, ho, do, po'
(tu) sei, lei,
e anche
voi, noi, vuoi, puoi, suoi, poi
sai, mai, dai, fai, ormai, semmai,
tue, sue, tuo, suo, tua, sua, usate alla romana, dopo la parola cui si riferiscono
Dopola seconda ripetizione valgono menoDue
Valgono menoMezzo (perché la metà? Così. Non è che bisogna giustificare tutto):
robe auliche tipo sentor, afror, cantor e i verbi infiniti troncati (andar, sentir, ecc)
tutte le prime persone del futuro semplice (berrò, cambierò, ecc)
tutte le seconde persone del futuro semplice (avrai, vedrai, ecc)
tutte le prime persone del condizionale presente (vorrei, avrei, ecc)
tutte le terze persone del passato remoto (fuggì, volò, ecc.)
tutte le terze persone del futuro semplice (sarà, finirà, ecc)
Dopo la seconda ripetizione valgono menoUno perché perseverare è diabolico
Valgono Zero:
le parole che in italiano non sarebbero tronche ma si strascicano finchè lo paiono. Lo concedo ma se cominciano ad essere troppe, tipo più di due, stufano e salta il banco. Quindi la terza e la quarta valgono MenoMezzo e dalla quinta in poi è da esagerati e valgono menoUno.
Valgono mezzo i coretti lallallà perché non è che ci vuole un genio ma manco son scontati. e roba del genere. Dopo il secondo valgono Zero.
Valgono Uno:
tutte quelle che non appartengono a queste categorie, da bidet a bordeaux a lillà a risciò fino al tè e al caffè. Dopo la seconda ripetizione valgono Zero.
Alla fine tiri le somme e se il risultato è positivo c’è il placet della corte. Se è negativo occorre sbattersi e cercare altre vie. Anche cambiare pezzi di testo se serve, cosa per niente facile. Se il risultato è nullo le cose sono due. O non ne avete usate e siete bravi, o ne avete usate e allora la canzone è senza lode né infamia
Pubblico una classifica delle canzoni della Piccola Orchestra tratta dal bollettino mensile dell’istituto:
Le lu la lu (che=-1, doors=+1, spicegirls=+1, che=-1, gesù=+1, di=+1, felixlalù=+1, che=-2, de andrè=+1, vin brulè=+1, che=-2, pelù=+1, felixlalù=+1, lelulalù=+1, che=-2, kazù=+1, che=-2, want=+1, want=+1, want=o, want=0, belzebù=+1, più=-1, di=+1, felixlalù=0, lelulalù=1) = +7
Ora Pro Felix (jeanmichelbasquiat, florian egger, lallallallarallallà, lallallallarilli, lallallallarallallà, lallallallarillù, fabriziodeandrè) = +5
Sembra un pessimo risultato? Prendiamo qualche canzone dalla canzone italiana.
Prendiamo il capostipite, quella da cui tutte le canzoni melense sono partite. Bella canzone per carità, ma è stata la rovina della musica italiana.
La canzone del sole (poi, tue, noi, no, mai, ormai, sei, dirai, noi, tuoi, me, me, poi, sai, noi, poi, no, mai, ormai, hai, sei, noi, tuoi, me, me, poi, noi) = -27 e forse meno, a contar bene
Poi la più pessima, del buon Baglioni (pace all'anima sua)
Questo piccolo grande amore (che, più, che, lassù, so, più, che) = -7
Ma proviamo con una canzone moderna, dei melensi moderni per eccellenza, i Negramaro:
Meraviglioso (giù, così, poi, te, eh, te, ah, eh, senza contare sole, amore e altre melenserìe) = -8
Ora volevo passare a Paolo Conte per dimostrare quanto fico è ma ahimè anche lui è spesso negativo. Questo ci dimostra che anche se il computo è negativo si può essere fichi, e Paolo Conte lo è. Solo che signori, prima di scrivere come Paolo Conte ne devono passare particelle di cocaina e viagra sotto i ponti.
Insomma fate anche voi la conta delle tronche!
Scoprirete se siete buoni cantautori, o se siete scarsi ed è meglio occuparsi solo della musica magari o del bricolage o allo stupro di gruppo, o anche a niente.
Ma intanto c’avete pensato.
Il metodo, ovviamente, vi è concesso in copyleft dal Felix Lalù Institute of Giving Advices.
Stava questa volta il Profeta come sempre appollaiato sotto il suo albero preferito in compagnia delle sue concubine, sorseggiando nettari inebrianti. Lo faceva in totale umiltà, non come un pappone qualunque o famoso, da bicchieri di boemia argentati oro. Egli era vizioso. Beveva lui e le sue concubine da semplici calici di legno, che il vizio è roba umile. Stava l'allegra compagnia orgiante aspirando nebbia da un otre ghiacciato con un braciere sulla cima e rendedo lode ridendo alla natura lasciva. Passava di là un villano con le palpebre pendule e le mani al bozzo. Era dilaniato da un dilemma cui non sapeva dare soluzione da giorni Da giorni cercava il Profeta nei suoi luoghi d'ozio preferiti. Ve n'erano molti, discreto pubblico. Ovviamente. Il giovane giunse trafelato al cospetto del baccanale. Dopo l'ultimo lungo respiro dall'otre, il Profeta concesse cordiale udienza al villano, espellendo nebbia divina dalla bocca e dalle nari inarcate. Il villano allora fece: O profeta, sollevami dalle mie pene. Sono giorni che ho un'impellente stimolo a rilasciare l'ano, ma ho anche sonno, e non so cosa scegliere. Il profeta si sciacquò la bocca con la sua acqua preferita, quella che la sua concubina preferita aveva guardato per un anno intero. L'acqua bella conteneva ora in sè tutte le virtù della lussuria, ma questa è un'altra storia. Sputò il profeta l'acqua sul suo stesso petto, facendola rivolare fino all'ombelico, e poi giù, dove scese impetuoso come un'alluvione nella foresta pubica. Seguì con sguardo divertito tutta la discesa liquida, poi alzò le pupille verso il villano. Questi lo fissava passeggiando senza muoversi. Dopo un lungo respiro sentenziò mio compare villano, ricorda che non è importante cosa si sceglie nella vita. L'importante è scegliere. Sempre. Ora vai e fà ciò che devi. Il villano illuminò gli occhi, sgranò le palpebre, proruppe in un gridod di gioia per la soluzione trovata, abbracciò il profeta che gli dava gran pacche sulle spalle, stando attento a non solleticare il suo intestino. Il villano fece per incamminarsi, quando il profeta lo fermò per dirgli l'ultima parola illuminata, come fanno sempre le scene dei film. Disse: Tuttavia, se posso consigliarti. Se puoi scegliere tra defecare e dormire, mio amico, caga. Il piacere è molto più grande e la soddisfazione è più facilmente raggiungibile. Per svegliarti riposato devi dormire almeno sette otto ore. Troppo sbattimento. Cagare dà un orgasmo invidiabile. Rendere al mondo il frutto del tuo corpo sarà quasi meglio della miglior scopata della tua vita da villano. Quanto a me, mi dovrò accontentare della preferita tra le mie belle. Addio, buon uomo. Detto questo tolse il viso di una delle festanti dal suo pube. Essa stava suggendo dal pube profetico l'acqua della bellezza con un ardore tale che il profeta non era rimasto indifferente. Il resto della storia va lasciata alle vostre malizie, suppongo.
Mi sa che ultimamente c'è un essere soprannaturale che mi tira brutti scherzi. Non perché il tre di agosto scrivo con addosso pile e camicia di flanella di mio zio. Neanche per i più calzettoni di lana. Succede che una cosa ti sembra una cazzata? Beh, poi ti ritrovi a farla. Contro ogni evidente coerenza. Non è come quando a te non è mai piaciuto il pistacchio e poi lo assaggi e da un giorno all'altro è buono. No, è più un discorso di coerenza di idee e azioni. Non che sia un patito della coerenza. preferisco il vizio, ma questo vale solo per me. Insomma fai cose che non vuoi senza non volerlo. Se lo dicesse Vasco in una canzone suonerebbe figo lo so. Insomma la storia è questa. Mi son sempre stati sul cazzo quelli che cantano in playback. Da piccolo mia madre mi ha anche detto che bisogna esser bravi a far playback. Poi ho smesso di credere e mi faceva cagare. Poi mi sono accorto che anch'io ho cantato in playback. Una canzone bellissima che mi serve la base e non la posso avere e allora l'ho messa su e ho fatto finta di cantare. Al pubblico l'ho detto dopo, non ho ben capito se se n'erano accorti o no. E' stato anche divertente. Ed era playback. Poi mi stan sul cazzo quelli che usano il leggio a suonare. Cosa ti costa imparartele, ste canzoni? E' uno sforzo troppo grande? Ti ricordi la sigla di Holly e Benji a memoria e non sai impararti le canzoni che vai interpretando? Sei un poveraccio. Questo mi dicevo. Ora sono io quello col leggio. Con l'unica differenza che non solo le canzoni degli altri che non ricordo, quelle le so a memoria. Ho difficoltà con le mie. Scrivo i testi troppo in fretta e dopo che la canzone è finita non la provo più, la faccio solo in concerto o agli amici, quindi non riesco a impararmi bene i testi. Questa però non è una scusa. Il leggio lo uso. Poi non capisco perché fare le cover. Certo è più semplice. Certo è meno rischioso. Certo è meno sbattimento. Certo i locali pagano esponenzialmente di più. Certo le tipe muovono il culo e si trasformano molto più velocemente in groupie o morose siccome conoscono già le canzoni. Cover- Originali 5-0. Fine primo tempo. Io non sono mai stato capace di fare le cover, sempre stato pessimo. E ora mi ritrovo che le due canzoni mie che la gente apprezza di più sono Sono della Val di Non e La morte del fabbro. Poi fai la fine di Marylin Manson che lo ricordano per Sweet Dreams. Non che sia il solo. Insomma tra una roba e l'altra faccio un pacco di cover anch'io. Dovrei dolermene. Un'altra cosa che non sopporto è quando trasformano le canzoni inglesi in italiano mantenendo metrica e melodia delle originali. Non si fa, di solito fa cagare. Il suono e gli accenti sono così diversi che se fai un testo in italiano su un testo inglese sei costretto ad usare un botto di quelle parole tronche infami che in italiano mancano, allora ti ritrovi come i Verdena, con canzoni piene di su-giù-più-di-me-te-stai-vai-c'è-se-noi-voi eccetera. Canzoni merda escono, ecco. O meglio belle canzoni con testi merda. Si sente che l'italiano non fila. Non fila. Sarà smepre meglio la versione originale. Con questo spirito ieri salendo da Trento a Rabbi mi son ritrovato a cantare un testo in italiano su una canzone delle Fonda Sisters, Everything you learned is fake and wrong. Le Fonda Sisters è il vecchio progetto di Gian dei Nurse e Claudio dei Mamalbao (qui ci sono i videi del concerto reunion dell'anno scorso alle Pecore Nere). Questa mi sa che l'ho ascoltata un migliaio di volte in quest'ultimo anno e mezzo. Grande pezzo. Fremevo dalla voglia di coverizzarlo ma è troppo bello. Allora il segreto è: quando non sai fare una cosa non farla, fai qualcosa di più stupido. Insomma stanotte mi son ritrovato a rifarla in italiano. Con la mia nuova DG20. Com'è venuta? Ora mi faccio cinquanta metri nell'autunno neozelandese di Rabbi, vado di là e vedo se me la ricordo. In ogni caso poi mi toccherà comunque scrivermela sul leggio cazzo.