Come dicevano i romani, o masa o migia!, o troppo o niente. Così capita che lo stesso giorno si impilino tre cose di importanza prioritaria.
1. l'unica data italiana dei Rage Against The Machine
2. la seconda sera del FagoFest! che ho visto concepire, nascere e crescere
3. il matrimonio di una grande amica a Roma, la Ceciozz, e il suo buon Raoul. (Certo che quando i pezzi pregiati vengono ritirati dal mercato così giovani un po' di rimpianto masculo ci solca le gote, ma che civuoffà?)
Devo dire che la scelta è stata tanto debita quanto facile, perchè il biglietto per i RATM è venuto prima ed era pure un regalo di compleanno del mio migliore amico.
Partenza con riserve comunque. Il revivalismo postadolescente supera di poco le riserve sulla validità artistica ma soprattutto etica di un tour senza album (e mettiamoci pure senza magliette con fogge diverse da pugno chiuso e che guevara). Quando poi arrivi e ti ritrovi come gruppo spalla il gruppo più inutile tra i gruppi famosi per i tatuaggi del cantante pessimo e pure stupido le riserve potrebbero pure aumentare. Certo, la gente non li cagava e lanciava oggetti contundenti un po' perché quando aspetti i Rage vorresti vedere gente che spacca, no il gruppetto quasi punk di un Sid Vicious contemporaneo. Già il primo ha scassato da mò, non ne sentivamo proprio il bisogno. Ah, si chiamano Gallows e metto il link solo perché vi rendiate conto di quanto siano inutili.
I Rage invece spaccano come sempre, spaccano per i soldoni ormai (non che prima li pagassero in sale), ma spaccano. Escono vestiti da AbuGrahib. Toccante ma pure facile se vogliamo, visto che a loro non l'ha messo nel culo nessuno. E alla fine Zack fa tutta una tirata politica che nessuno capisce perche parla veloce. Si capisce solo che la guerra è anche nostra. Grazie Zack. Le tue notizie di prima mano ci riempiono di fervore antimperialista. E tutti sti pugni chiusi, pareva che ci fosse un esercito pronto per la rivoluzione, e invece eravamo solo una massa di beceri col biglietto in tasca e la tv e la pappa pronta che ci aspetta a casa a gambe aperte. Averli visti dieci anni fa, cazzo, altro che, ci sarei cascato a piedi giunti nella menata del pugno e del fuck you i won't do what they told me. Me lo sarei goduto con più cuore e meno cervello.
Gran concerto compari! Ora a casa e lavorare, e se non avete intenzione di fare un altro album siete solo degli sfigati, degli sfigati col pugno chiuso. (e poi, mio buon Tim, com'è possibile che dopo 15 anni scazzi ancora il tempo del giro di basso di Bullet in the Head e mi costringi il buon Brad a rincorrerti come la vecchia col cane al parco? Come si fa? Meno tatuaggi e più prove, ecco).
Il bello è che un paio d'ore più tardi mi sono beccato pure tutto il concerto dei MoRkObOt alla FagoFest!. Ma quanto spaccano i MoRkObOt? Tanto. Du bassi batteria e via, macinando chilometri e foderando d'asfalto tutto l'orbe terraqueo. Meglio nei momenti spacconi che in quelli svaccati debbo dir, ma gran performanza. Marcio, il bassista, ha pure sfoderato la battutona finale, all'alba: sai qual è il gruppo metal preferito di mio nonno? I Pancera. Vabbè, a me fa ridere.
Per quanto riguarda il matrimonio invece, impossibilitato a marciare sulla capitale e ansioso di perdono, ho ripiegato su un regalino domestico super (artigi)anale che potete vedere qui.
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