lunedì 25 ottobre 2021

Ai nonesi interessa davvero diventare ufficialmente minoranza linguistica? Cosa comporta DAVVERO dichiararsi nones* ladin* al censimento? #ladinitànonesa


La mia sintesi pubblicata su Il Melo
La mini-sintesi pubblicata su Il Melo


IN ROSSO ALL'INTERNO DEL TESTO LE AGGIUNTE SUCCESSIVE ALLA PUBBLICAZIONE DEL POST, continuerò ad aggiungerle (con date) per alimentare il confronto.

[20 dicembre]
SIGLA!
Qui puoi leggere la storia dei popoli ladini, come antipasto.

Dal 4 otttobre al 20 dicembre è attivo (su internet) il censimento delle minoranze linguistiche in Trentino.
Queste sono le info date dalla provincia

https://www.youtube.com/watch?v=9ihukl8Ffyk&t=16s

https://bit.ly/3zB1tkY
La notizia praticamente non è uscita.
Alla provincia interessa poco, evidentemente.
Agli eletti nonesi in provincia boh (gli unici incontri finora li ha organizzati Il Melo e Il Brenz in Val di Sole).
Alle minoranze conclamate (ho detto ladini fassani?) non frega molto di dichiararsi minoranze (perché dovrebbe?). Tanto son già minoranza.
L'unico luogo in cui qualcosa si muove è la Val di Non. I promotori del censimento sono il mensile gratuito Il Melo e l'Associazione Rezia (emanazione e braccio armato, di penna, della celeberrima Caterina Dominici), che da decenni spingono per il riconoscimento della minoranza, l'uno attraverso articoli (che purtoppo sono più promozionali che analitici, ma qui mi vien da dire che ci sta, dato che portano avanti questa "battaglia" dichiaratamente), l'altra attraverso pubblicazioni (che non ho letto). La retorica comunque non dovrebbe essere diversa, perché Il Melo e Rezia condividono alcuni degli autori: su Il Melo c'è una pagina interamente gestita da Rezia. Sono realtà che in qualche modo tendono a sovrapporsi (e in ciò non c'è nulla di male). Altre due realtà che se ne occupano e priomuovono la ladinità nonesa (con meno potenza di fuoco, ovviamente) sono l'
Union Ladin Nonesa e l'associazione culturale El Brenz. La prima è un'entità retta da Massimo Paternoster, avversatore (poi redento) e poi grande appassionato della ladinità nonesa, studioso di lingue autodidatta, grande frequentatore di ambienti di lingue minoritarie la cui passione per la causa è nota e dichiarata da anni. La seconda ha organizzato per anni (prima dello stop covid) un concorso per canzoni e poesie in lingua nonesa, solandra, rabiesa e pegaesa che si teneva la domenica pomeriggio del festival Le Parti di Ricambio a Croviana (Val di Sole). Questo concorso è stato peraltro il mio primo sprone a comporre di più in nones, alcuni pezzi di No Hablo Ladino (il primo disco in nones della storia) sono stati composti originariamente per partecipare a questo concorso, quindi grande plauso allo sforzo organizzativo di Cristian Bresadola e Milena Comini.


Questo è l'evocativo documentario che El Brenza ha prodotto sulla ladinità



Questo è il pezzo che Maurizio Paternoster ha scritto sul censimento!

L'istanza che i promotori propongono è chiara. Mi permetto di sintetizzare il sillogismo alla base del ragionamento (preferirei riportare dei link ma su internet non c'è nulla a riguardo) ad uso di chi non è famigliare.

[20 dicembre: in fondo trovate materiale informativo dei promotori uscito dopo la pubblicazione di queste riflessioni (lo metto lì perché qui si perde il filo del discorso, ma vai pure a leggere/vedere prima di proseguire)]

Il nones (o come viene chiamato, il "ladino noneso" o "noneso ladino") fa parte della famiglia del ladino (così come solandro, rabies e pegaes). Questo è un fatto, suffragato da studi, praticamente incontestabile. Così incontestabile che lo dice anche wikipedia. Né a veder.
(Per chi non ne fosse convinto e avesse tempo di leggere, qui c'è una megaintervista ai più grandi esperti di ladinità nonesa al mondo, pubblicata su questo blog l'anno scorso, in cui compaiono interessanti contributi, compresi Cristian Bresadola,
Caterina Dominici e Massimo Paternoster di cui sopra).
I ladino-hablanti di Fassa sono riconosciuti come minoranza linguistica (da decenni ormai, per questioni storiche che non ci interessano) e pertanto la legge conferisce loro una serie di diritti volti a salvaguardare il patrimonio immateriale costituito dalla loro lingua.
Ergo
Anche i nonesi (cosi come i solandri, i rabiesi e i pegaesi) in quanto minoranza linguistica (non riconosciuta) hanno diritto a questi diritti.

Il ragionamento non fa una piega, no? Coi sillogismi c'è poco da discutere.
Il collegamento con il censimento di cui sopra è il seguente.
Se i nonesi si dichiarano di madrelingua ladina in massa (neanche in massa in realtà, basta il 15%) possono ambire ad essere riconosciuti come minoranza linguistica ladina.
La domanda sorge spontanea. Ma nel momento in cui ti dichiari non sei automaticamente minoranza? No. Tra l'autodichiarazione (il dire) e il riconoscimento (il fare) c'è di mezzo la politica... ehm volevo dire la provincia (il cosiddetto "mare").
Nei due precedenti censimenti (del 2001 e del 2011) i nonesi si sono già dichiarati minoranza, non proprio in massa ma a sufficienza. La provincia ha fatto a finta di nulla. Perché la provincia ha fatto finta di nulla? Per questo, questo e quest'altro motivo, chissenefrega, sono questioni su cui non abbiamo potere alcuno, quindi non ci soffereremo, ma così a occhio ci sono delle resistenze (Sarà la provincia che non vuole mollare altri contributi ai nonesi? Saranno i fassani che non vogliono condividere? O è colpa dei mocheni? Maledetti mocheniiiii! GOMBLOTTO ANTINONESOOOOOOOOOO). Per proseguire questo discorso però ci serve pensare che dichiararsi minoranza sia sufficiente per diventarlo.
Siamo minoranza linguistica e questo è un fatto.
Non ci basta esserlo di fatto? No, noi vogliamo anche essere riconosciuti.
Perché vogliamo anche essere riconosciuti?
Perchè se ci riconoscono abbiamo diritto a più diritti.
Ma quali sono questi diritti? In cosa consistono questi diritti?
Ci interessano questi diritti? E se non ci interessano, a chi interessano?

Questa è la domanda che nessuno pare interessato a farsi. O perlomeno tutti danno per scontato che questi diritti siano cosa buona e giusta. Ma dare per scontato non è sempre un buon ragionamento.
Comunque, no gi n'è problemi no. Vediamolo insieme.

Inciso importante: io sono nato e cresciuto in Val di Non, parlo correntemente nones (la lingua di mio padre), solandro (la mia madrelingua) e en zigol de rabiés (la lingua dei miei nonni materni), oltre all'italiano e un paio di lingue straniere. Scrivo in nones quotidianamente nelle conversazioni di watsapp. Scrivo in nones quotidianamente, lavorando alle mie canzoni (finora ne ho scritte una quarantina, ma continuoa  lavorarci). Ho pubblicato il primo disco in nones della storia. Ne ho altri due pronti, uno di pezzi originali in via di pubblicazione (2022), uno di cover in via di registrazione, più un paio di singoli che attendono di essere pubblicati. Ho creato (col mio bff) il primo gioco da tavolo in nones della storia e sto uscendo una serie di nuovi detti in nones che ho inventato sulla pagina instagram @instrabauz, che tratta in modo contemporaneo le lingue trentine (fighi loro!). Tutto questo orgogliosamente senza cercare sponsor o finanziamenti pubblici. In una regione dove la cultura vive solo di/grazie ai finanziamenti pubblici (spesso dati più a pioggia che con endriz) vi assicuro che si tratta di una scelta (molto) controcorrente. Forse anche un po' scema.
In linea di principio (in quanto nones hablante) e - volendo - anche per mero interesse personale (in quanto maggiore produttore valligiano di contenuti culturali in nones sul contemporaneo)(su questo credo non ci possa essere dubbio), dovrei essere in prima fila a combattere per il riconoscimento della minoranza linguistica. Ma comunque mi preme analizzare le conseguenze di questa chance che secondo i promotori dovrem(m)o darci.
E lo faccio non per fare il bastian contrari
, come mi capita spesso, ma per onestà intellettuale.
Fine inciso.

Altro inciso: io il nones lo chiamo
nones, non lo chiamo noneso ladino, ladino noneso, ladino reto-romancio. Il cane lo chiamiamo Canis lupus familiaris come Linneo o lo chiamiamo ciaign (o direttamente per nome)? Ecco, ci siamo capiti. La differenza tra chiamarlo nones o noneso ladino sta nel cosa si ambisce, nel cosa si guadagna a chiamarlo diverso. Io lo chiamerò nones. Le parole che usiamo formano il mondo. Nel mio mondo il nones è nones e non ha bisogno di cognomi.
Fine altro inciso

Ultimo inciso: mi si potrebbe obiettare (mi è già stato obiettato in realtà) che essendo il nones mia madrelingua (non lo è) dovrei scrivere tutto questo in nones. Solo che io ritengo che le lingue siano diverse, hanno dei limiti e delle opportunità. Ci son delle robe che non so dire in italiano e so dire ad esempio in inglese
(es: hater, ecc) e in spagnolo (es: madrugar, ecc). Ecco, il nones ha una serie di parole che non so dire in italiano (es: gnao), ma sicuramente non è una lingua adatta per le questioni concettuali, mancano proprio le parole (mi è stato obiettato che ci sono, ma non ci sono). Quindi lo farò in italiano. Spero che i fan del nones capiscano e apprezzino almeno lo sforzo.
Fine ultimo inciso

Tornando a noi, i diritti cui avremmo diritto come minoranza linguistica sono i seguenti (li trovate a questa pagina della provincia), li analizzerò uno alla volta:

1. UN POLITICO

  • la garanzia di una rappresentanza ladina in Consiglio provinciale: il seggio ladino è assegnato in rappresentanza del territorio dei comuni ladini della valle di Fassa dove è insediato il gruppo linguistico ladino - dolomitico di Fassa;

Ci interessa avere un rappresentante politico in sola rappresentanza del noneso ladino? Quale utilità può avere? C'è bisogno? Direi assolutamente no. Non siamo una minoranza oppressa, siamo solo gente (tra l'altro tendenzialmente abbiente) con una lingua particolare. Non abbiamo bisogno che qualcuno ci difenda nelle sedi politiche.
O ci interessa solo perché ce l'hanno i ladini fassani? Sarebbe un po' infantile no? Non è assurdo/anacronistico che i fassani abbiano un rappresentante politico solo in rappresentanza della ladinità? La risposta è sì, totalmente, senza dubbio alcuno. Se qualcuno prova a dire il contrario è in malafede. Siccome il compagno di classe di mia figlia mangia tutti i giorni un krapfen a merenda (storia vera), devo anch'io darle un krapfen a merenda ogni giorno? Non posso semplicemente ritenere che hai dei genitori che non capiscono un cazzo (hai detto  provincia?) e darle una merenda decente?
Così o occhio questa parte della legge sembra fatta a tavolino per creare un altro posto in provincia per i politici nostrani e così a occhio NON dovrebbe piacerci per niente perché quei soldi lì li tolgono a qualcos'altro.

GIOVA AI NONESI? No, i soldi peggio buttati al cesso di sempre.

GIOVA A CHI? Un noneso/nonesa hablante percepirebbe un lauto stipendio per scaldare una sedia in nones. Uno su mille ce la fa, beato lui/lei.

PERCENTUALE DI NONESI A CUI GIOVA? Uno su 30mila.

REALE UTILITA' PER LA SALVAGUARDIA DEL NONES (da 0 a 10): Molto meno di 0

[24 novembre 2021]
Qui la questione è abbastanza esilarante. Non funziona, come credevo, che i ladini nonesi guadagnerebbero un politico. Funziona che il politico lo dovremmo condividere con i ladini fassani. Ovviamente siamo di più e giocoforza il politico che rappresenta la ladinità diventerebbe automaticamente nones (se la matematica non è un'opinione).
Dico esilarante perché quila questione si fa eminentemente politica, più che culturale e identitaria. Chi glielo fa fare al politico fassano di mollare la poltrona?
Così a occhio dunque una questione politica quale può essere il riconoscimento di minoranza linguistica, si scontra con una questione di politica, come spesso succede.
Dal Friuli mi dicono che comunque un rappresentante politico è qualcosa di positivo.
Così a occhio, ad oggi, la questione referente politico è più un ostacolo che un aiuto alla causa.


2. DIRITTO DI IMPUGNARE DAVANTI AL TAR

  • la facoltà di impugnare davanti al Tar di Trento (da parte dei consiglieri regionali, provinciali o comunali, a seconda della natura degli atti impugnati) gli atti amministrativi degli enti e organi della pubblica amministrazione aventi sede in regione, ritenuti lesivi del principio di parità fra cittadini di lingua italiana, ladina, mochena e cimbra residenti in provincia;

Questo punto, in linea di principio, sarebbe interessante. Rappresenta la possibilità, per una minoranza, di non essere discriminata in quanto minoranza. Ma qui non si sta parlando di una minoranza discriminata. Ai nonesi non viene impedito in alcun luogo di parlare nones.
Ma facciamo finta (per assurdo) che sia una misura utile attraverso una situazione plausibile. Un noneso finisce in tribunale. Rivendicando il suo status di minoranza linguistica esige di parlare solo in nones, pur parlando correntemente italiano (ok, fa un po' Alto Atice come situa). Il tribunale si organizza e reperisce un traduttore dal nones all'italiano e viceversa e il processo non è più lesivo del principio di parità. Chi ci guadagna? Il traduttore. Chi ci perde? La collettività.
Questa storia della minoranza ci sta sfuggendo di mano. Le minoranze sono discriminate perché sono più deboli (es: comunità lgbt, immigrati, disabili, ecc). Noi non siamo una minoranza debole. Questo mi pare fuor di dubbio. Quindi teniamoci anche questa possibilità, ma quando la useremmo?

GIOVA AI NONESI? Boh, sicuramente non serve a molto.

GIOVA A CHI? Alla futura
categoria lavorativa del traduttore dal nones all'italiano. Ergo, dinero per un altro tot minimo di persone che però, vabbè, potrebbero usare i loro talenti in altro modo.

PERCENTUALE DI NONESI A CUI GIOVA? 10/15 su 30.000

REALE UTILITA' PER LA SALVAGUARDIA DEL NONES (da 0 a 10): Dico 2 per non dire 0, sennò sembro troppo invasato.


3. TOPONOMASTICA

  • l’estensione della previgente disciplina statutaria di tutela e valorizzazione culturale dei ladini (compreso il rispetto della toponomastica e delle tradizioni delle popolazioni) anche alle popolazioni mochena e cimbra;

Ok, il diritto di chiamare i luoghi con i loro nomi originari è sacrosanto e su questo non si può che essere d'accordo. Anche a me piacerebbe che sul segnale di Casez ci fosse scritto anche Ciadiez (ai corrieri meno, sicuramente, ma chi se ne frega dei corrieri, no?). Ma mi chiedo: cosa vieta ai sindaci attuali di sostituire tutti i segnali monolingua con dei segnali nuovi "CASEZ + Ciadiez"? Niente. Immagino solo le palle di farlo. Suppongo che i soldi per l'acquisto di nuovi segnali (o l'aggiunta di una scritta adesiva) si possano reperire agilmente (ok, togliendoli ad altre cose più utili tipo i giochi ai parchi giochi, però così ci sentiamo più identitari). Poi adesso che i paesi saranno accorpati sempre più e avranno nomi nuovi creati ex novo ciò varrebbe solo per le frazioni.

GIOVA AI NONESI? Diciamo di sì, ma anche chissenefrega, possono farlo anche senza la minoranza linguistica.

GIOVA A CHI? Alle tipografie, suppongo
.

PERCENTUALE DI NONESI A CUI GIOVA? 10/30 su 30.000

REALE UTILITA' PER LA SALVAGUARDIA DEL NONES (da 0 a 10): 0 (sempre considerando il fatto che si può fare già ora, basta farlo)



4. NONES A SCUOLA

  • nonché la garanzia d’insegnamento delle lingue ladina e tedesca nelle scuole dei comuni della provincia di Trento dove sono parlati il ladino, il mocheno e il cimbro (art. 102 statuto).

Questa è la questione più critica, che può davvero cambiare gli scenari futuri della Val di Non e della cultura nonesa.
Diamo per scontato che bambin* e ragazz* nonesi vogliano studiare il nones a scuola (non è scontato).
Diamo per scontato che
bambin* e ragazz* non nones hablanti vogliano imparare il nones (per niente scontato).
Diamo anche per scontato che, a parità di ore di lingua, sia più utile imparare il nones che non l'inglese o lo spagnolo (o l'arabo, o il cinese).
Diamo per scontato che in nones esista una letteratura che valga la pena di studiare a scuola (io sono un appassionato di poesia, ma a parte Carlo Piz, penna all'altezza di cantautori italiani poeticamente rilevanti, non mi è ancora capitato di leggere poesie in nones a livello della letteratura italiana o internazionale) (qui crocifiggetemi, anzi fatemi cambiare idea, per favore!).
Diamo per scontato tutto questo. La questione pratica fondamentale necessaria per arrivare a studiare il nones a scuola
(anzi qui vale proprio al pena di chiamarlo "ladino nones") è un processo lungo e tortuoso. Non basteranno il vocabolario nones e la grammatica nonesa (esistente, di Rezia). C'è una conditio sine qua non: serve innanzitutto decidere qual è il nones ufficiale. E qui vedo già gli scudi che (giustamente) si alzano. Essendo una lingua non scritta (o comunque molto poco) il nones ha una serie di varianti (io ho contato 13 modi di dire "uovo", ma le varianti maggiori saranno 4/6, così a occhio)(per non parlare del solandro: sarebbe un ladino a parte o solo un dialetto del nones??). Scegliere una variante e decidere che quello è la variante alfa, il vero nones, è una questione puramente arbitraria. Chi lo sceglie? La provincia? La Dominici? Rezia? Il Melo? Un referendum? Scritto o online? Un sondaggio facebook? Boh. Tra trent'anni saremo ancora lì a discutere. Questo processo per niente indolore, che chiamerò istituzionalizzazione del nones, comporta necessariamente dei pro e dei contro.
I pro sono che il nones viene finalmente scritto e quando una roba viene scritta non muore. Ciò impedirebbe la tanto temuta scomparsa o l'italianizzazione del nones (eventualità neanche così lontana dalla realtà: altre due o tre generazioni di gente nonesa che figlia con gente non nonesa, tipo me, e ciaone nones, davvero) (e zo a planzer).
Il contro è che il nones viene incasellato in una forma standard (variante alfa) e le altre diventano automaticamente i suoi dialetti (varianti beta) (con la conseguente perdita di tutta la sua varietà attuale, che comunque è tanta roba) (questa non è un'opinione, è un fatto). Mettiamo che uno di Coredo (che è una variante divertente col suo "uou", ma non diventerà mai la variante alfa) impari a scuola il nones alfa, poi in paese cosa parla? Il nones delle istituzioni, corretto, o il suo dialetto sfigato con le "uou"? Boh. Non so se ci pensiamo a ste cose. La varietà è una delle caratteristiche più interessanti del nones e non dico che andrebbe totalmente persa, ma la varietà e diversamente istituzionalizzabile.

[1 novembre 2021]
Nel frattempo ho avuto un colloquio con un esperto friulano.

In Friuli ad esempio è successo quanto segue (negli anni 90). Dopo il riconoscimento della minoranza di lingua friulana (variante anch'essa del ladino) è stato chiamato un esperto in linguistica basco, quindi super partes. In sostanza un team di esperti ha ricreato una forma originale di koiné (cioè una lingua comune) friulano ex novo, che è diventato IL friulano comune, di cui tutte le parlate sono diventate varianti. Questo friulano è diventato il furlan insegnato agli insegnanti, di conseguenza quello insegnato nelle scuole, così come quello parlato nei comuni e quello in cui bisogna sapersi esprimere se si vuole ambire ad occupare un posto nei luoghi pubblici.
Ciò ovviamente non impedisce alla gente di parlare il loro friulano locale, ma ha settato uno standard unico a cui riferirsi per la lingua scritta.
Può sembrare una misura drastica, ma immagino sia l'unica percorribile, per non incorrere in decenni di beghe di paese. Il nones non sarà più lo stesso, sarà un'altra cosa diversa, nuova, eppure vecchia.

Quindi conseguenza prima del riconoscimento della minoranza linguistica è la creazione di un UBERNONES, basato sulle parlate locali (alcuni dicono anche di un UBERSOLANDER), le quali diverrebbero di fatto delle varianti parlate dell'UberNones.


GIOVA AI NONESI? Diciamo di sì, ma con riserve riguardo l'istituzionalizzazione del nones.

GIOVA A CHI? A chi pubblica libri di testo sul nones (vocabolario, grammatica, sintassi, letteratura), a chi formerà gli insegnanti di nones (come non basta sapere l'italiano per insegnare italiano, non basta sapere il nones per insegnare il nones), ai futuri insegnanti di nones, ai ragazzi che vorranno imparare il vero nones.


PERCENTUALE DI NONESI A CUI GIOVA? Lavorativamente parlando, un centinaio di persone. Culturalmente parlando, TUTTI i ragazzi che impareranno il nones E (maiuscolo mio) saranno felici di impararlo (condizione necessaria) (impararlo per forza, come tante altre cose, non giova.
Quante belle robe ci ha fatto odiare la scuola? Chi ha letto I Promessi Sposi? Io sì, è pure bello, ma ce l'hanno fatto odiare così tanto a scuola che non lo vuole leggere nessuno. Comprensibile).
REALE UTILITA' PER LA SALVAGUARDIA DEL NONES (da 0 a 10): 8



5. SOLDI PER LA CULTURA NONESA

  • la garanzia statutaria di idonei stanziamenti provinciali per la promozione della tutela e dello sviluppo della popolazione ladina e delle popolazioni mochena e cimbra, sulla base dell’entità e dei bisogni specifici delle popolazioni (art. 15, terzo comma, statuto).

Tradotto dal burocratese nella vita reale, questo vuol dire più o meno: ci saranno soldi (stanziati dalla regione e separati dai soldi normali riservati alla cultura) e saranno elargiti a entità che sapranno produrre contenuti culturali (libri? siti? feste? festival? dischi? spettacoli teatrali? sagre? programmi radio? contest di poesia? di rap in nones?) a discrezione di chi li elargisce (la provincia? il comitato per la salvaguardia del nones?), il quale si darà dei criteri su chi ma soprattutto cosa promuova e tuteli meglio il patrimonio immateriale costituito dal nones.
Così a occhio, questa sarebbe l'unica misura indispensabile (non solo perché conviene a me). Come si tiene viva una lingua? Attraverso la creazione di contenuti culturali nuovi in lingua che la tengano viva e che si infiltrino tra le persone (tipo virus, ma figo).
Qual è il rischio qui? Il rischio sono i nonesi stessi. Per cosa sono conosciuti i nonesi in Trentino? Non per l'avarizia, quello è uno stereotipo. I nonesi sono conosciuti per essere i più grandi accaparratori di contributi della provincia. L'assessorato all'agricoltura (retto da una nonesa) ha varato una misura anticovid per cui i carri raccolta sarebbero considerati una misura di distanziamento sociale (già così fa riderissimo). Qual è la valle che ha preso più contributi (12K ciascuno)? Ovviamente la Val di Non. Ci sono fratelli che si sono venduti i carri raccolta a vicenda e hanno guadagnato così 12K a testa (storia vera), alla faccia nostra. Questa è la Val di Non per cui siamo famosi, non i castelli (purtroppo). Grandi lavoratori e furbi accaparratori di contributi.
Ma questa è la mia opinione, se venisse gestita bene e non uscisse la solita magnarìa come temo, la misura a livello ideale rimane comunque valida.

GIOVA AI NONESI? Sì.

GIOVA A CHI? Creatori di contenuti in nones, fruitori di contenuti in nones.


PERCENTUALE DI NONESI A CUI GIOVA? Tutti.

REALE UTILITA' PER LA SALVAGUARDIA DEL NONES (da 0 a 10): 10 (al netto della magnarìa)


6. PRIMA I NONESI NEL PUBBLICO IMPIEGO

Questo non lo trovo nel link della provincia, ma è riportato nello specialone de Il Melo ed è una dei punti su cui la testata ha spinto. Questa sinceramente è la misura che più mi preoccupa. Più di quella del politico, che già è aberrante. PRIMA I NONESI nel pubblico impiego vuol dire che i figli/le figlie di Abdul o di Alban o di Marius, onesti lavoratori che hanno ingrassato contadini e artigiani nonesi, che magari hanno pure studiato e tutto, potrebbero finire dietro a qualche Gabriele o Sofia figli di bacani nonesi che in più hanno solo che sanno il nones. A me questo sembra inaccettabile. Nel pubblico impiego ci va chi lo merita, e magari sa parlare e scrivere italiano fluentemente (per niente scontato già ora), che poi è la lingua che parlano le carte delle amministrazioni. Sta roba che le carte debbano essere tradotte anche in nones è una misura che in nessuno modo può aiutare a velocizzare gli iter burocratici, che già son lunghi di per seè. Mi spiego: vogliamo che ci sia meno burocrazia? Aggiungere una lingua in cui si deve spiegare o scrivere un documento non può on nessun modo velocizzare la burocrazia.
Per non parlare del fatto che il burocratese ha una serie di lemmi che sono intraducibili in nones. Quindi cosa facciamo? Facciamo una task force per tradurli? Mi è stato detto che si farà così. Ma che senso ha? Boh.

GIOVA AI NONESI? Dal punto di vista economico sì, dal punto di vista etico poco.

GIOVA A CHI? A chi parla nones o chi è certificato, a chi tradurrà i lemmi del burocratese dal talian al nones.


PERCENTUALE DI NONESI A CUI GIOVA? Tutti quelli che vogliono avere dei vantaggi dall'essere nones*.

REALE UTILITA' PER LA SALVAGUARDIA DEL NONES (da 0 a 10): 5

In conclusione, le misure che il riconoscimento della ladinità nonesa attiverebbe  salveranno veramente il nones dall'oblio e lo arricchiranno (non solo economicamente) o siamo alla solita magnarìa in salsa nonesa? Probabilmente entrambi, con percentuali variabili a seconda della prospettiva.
A fronte di questa analisi, quante di queste misure sono utili alla salvaguardia del nones? Due su sei. Quante invece sono obiettivamente indesiderabili anzi nefaste? Altre due.
Se io mi dichiaro ladino da una parte ci guadagno io e ci guadagnamo tutti, dall'altra ci perdiamo tutti. Che si fa? Si vota volando sull'entusiasmo dell'identità condivisa ma turandosi il naso o si fa niente perché sarebbe bello ma anche no? Boh. Non starò qui a dirvi cosa farò io perché non interessa a nessuno.
A voi la scelta.
Ma almeno ora sapete a cosa andate incontro.

Ora mi piacerebbe che questa mia analisi venisse smontata punto per punto (e non attraverso accuse alla persona, come accaduto su facebook quando ho chiesto lumi), in modo da aumentarene la complessità e le prospettive.
Attendo considerazioni su felix.lalu@gmail.com o sui social.
Le pubblicherò tutte qui sotto, ad uso dei posteri.
Grazie mille in anticipo a chiunque vorrà contribuire.


[19 dicembre]
Nessuno dei promotori ha commentato nè rettificato quanto scritto qui sopra, ma nel frattempo hanno prodotto documenti online che vado a condividere.
 
Nel frattempo i promotori hanno fatto delle serate (a cui non ho potuto partecipare).
Qualche giorno fa hanno pubblicato il video di una conferenza online congiunta con:
- Massimo Paternoster (Union Nonesa Ladina)
- Cristian Bresadola (Associazione storico culturale linguistica El Brenz)
- Walter Marini (Rezia)

In sintesi si parla (nell'ordine) di:
- ladinità del noneso-storia del censimento
- legislazione sulle minoranze linguistiche
- questione politica sulla quantità dei ladini
- nessun rancore/mano tesa verso i fassani
-ladinità in Svizzera
-ripristino della toponomastica ladina
- amicizia con gli occitani
- importanza del censimento per il mantenimento dell'autonomia trentina
- nones e solander uniti nel ladino
- vantaggi del riconoscimento (in sostanza "un'autonomia all'interno dell'autonomia")
- progetti per il futuro delle associazioni (libri per bambini, pillole, filodrammatiche, ecc)
- importanza della bandiera.

Purtroppo l'audio è un po' rimbombante, ma il succo si capisce.
 
 

 
LA BANDIERA
 
 
Qualche settimana prima è uscita su Il Melo anche la promozione per solandri, rabiesi e pegaesi dell'associazione El Brenz. Eccola.







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