martedì 4 febbraio 2020

La 8t - LA NEU



El Pero, il batterista che ha suonato sto pezzo, l'ha definita "una canzone alla Vasco con un giro alla Ligabue". Mi rendo conto che non sia il migliore dei biglietti da visita. Ma è una ballad, la ballad in italiano scomoda solo certi nomi (evito di avventurarmi nella disputa sul fatto che il Vasco degli anni 80 sia stato il più grande e rivoluzionario cantautore italiano di sempre al netto delle ballad) (perché vincerei in partenza).

In Trentino ci sono poche cose identitarie: abbiamo l'Impero Asburgico (quindi strudel, canederli, schuetzen, il tedesco, i vigili del fuoco volontari, ecc), la polenta, la lugiangia, la grappa. Che altro? Abbiamo la neve (o meglio avevamo, ma questa è un'altra storia). Sì, lo condividiamo con tanta altra gente nel mondo e no, non abbiamo 23 modi di chiamare la neve, ma di certo la neve fa parte della nostra identità.
Il ritornello è una frase del mio bisnonno Antonio Valorz, di Valorz, il posto meno soleggiato della poco soleggiata Val di Rabbi, quindi suppongo, uno dei luoghi abitati meno soleggiati e quindi più inculati del Trentino tutto. Quindi diciamo che di neve ne sapeva.
Il pezzo è una ballad onirica. La meraviglia che accompagna i primi piccoli fiocchi di neve, l'effetto kitsch delle luci di Natale e della neve (che la rendono una mirrorball quasi naturale), la voglia di uscire, l'alone di respiro sul vetro. Il grande dilemma che accompagna il risveglio dopo una nevicata, gli scenari che la neve dischiude. Perché la neve è come la festa. La festa è bella solo se ci puoi andare. La neve è bella solo se ci puoi fare qualcosa (guardarla, giocarci, scivolarci, pisciarci sopra, tirare palle alla gente), altrimenti è solo una gran rogna (spalare, scivolare, sbattere con la macchina, arrivare in megaritardo, non arrivare proprio, bestemmiare tanto). Alla fine il tutto diventa un discorso filosofico in cui anche la vita è come la neve. Il ritornello lo puoi leggere come vuoi: può essere un CARPE DIEM ma anche un PANTA REI o un LAGIA ESER. Decidi te, discreto pubblico. 
E pace se sembra un pezzo di Vasco.
A suonarla ho chiamato il mio chitarrista preferito, il mio batterista preferito (ancia se no l'è nones) (ma l'a enventà el fake nones) (che insieme sono i Nogaar) il mio bassista preferito (che è il maggior esperto di nones non nones di Piné) e la mia tastierista preferita. Val de Non All Star Rock Ballad Band!


Credist:
Mario Zeta Agostini: chitarra, voci
Felix Lalù: voci
Irene Bonadiman: tastiera, voci
Michael Pero Pancher: batteria
Jacopo Broseghini: basso





LA NEU
Can che tacia a flociar bas de not
L’è come star al cine
Sen za pronti coi bilieti
En zamai fat su i paneti
For-outra s-ciauda el fret na discoteca de falive 

El nas empontà ‘ntel vedro
La gola de nar fuer 

Perché la neu come la veign la va 
Puedes godertela ‘nfin che la g’è
Ma dopo ‘n puèc la va 

Po me ensogni de desdromenzarme 
Che ha flocià polito
Dré le tende sbara ent na lus
Che me rebalta tut el mus

Fuer l’è en mar fodrà de bata 
Che se magna ancia i silami 
I mistièri che se enmucla
E na os che dis

No sta nar a far la rota
Zapa su la slita e petete
Zo par el prim orbet sota ciasa
Tira bale a chei che encontres 

Trate zo ‘n la fres-cia come en mort 
Scrivi zo ‘l to nom con na pisada 

Perché la neu come la veign la va 
Pues godertela ‘nfin che la g’è 
Ma dopo ‘n puèc la va
La neu come la veign la va

La snases prima de sentirla 
Ma prima o dopo la va 



30 schei de neu
L’è asà per azitarte
30 schei de neu
L’è asà per engolfarte
El dì dopo
30 schei de neu
G’è chei che negia e che che se la beu 

Basta 30 schei
Te torna i ciavei 


Perché la neu come la veign la va 
Pues godertela ‘nfin che la g’é 
Ma dopo ‘n puèc la va
La neu come la veign la va

La puel ancia darte fastidi 
Ma prima o dopo la va 
Prima o dopo la va 

Traduzione
LA NEVE

Quando comincia a nevicare in paese di notte 
È come essere al cinema
Siamo già pronti con i biglietti
Abbiamo già preparato i panini

Di fuori scalda il freddo una discoteca di piccoli fiocchi
Il naso impuntato al vetro
La gola di uscire 


Perché la neve come viene se ne va 
Puoi godertela finché vuoi
Ma dopo un po’ se ne va 


Poi mi sogno di svegliarmi
Che ha nevicato forte
Dietro le tende spara dentro una luce 

Che mi ribalta tutta la faccia
Fuori è un mare foderato di ovatta 

Che si mangia anche le grondaie
Le faccende che si ammucchiano
E una voce che dice

Non andare a spalare
Acchiappa la slitta e buttati
Giù per il primo pendio sotto casa
Tira palle a chi incontri
Buttati nella neve fresca come un morto 

Scrivi il tuo nome con una pisciata 

Perché la neve come viene se ne va 
Puoi godertela finché vuoi
Ma dopo un po’ se ne va
La neve come viene, se ne va 

L’annusi prima di sentirla
Ma prima o poi se ne va 


30 centimetri di neve
È abbastanza per agitarti
30 centimetri di neve
È abbastanza per ingolfarti
Il giorno dopo
30 centimetri di neve
C’è chi ci annega e chi se la beve 

Bastano 30 centimetri
E ti tornano i capelli 


Perché la neve come viene, se ne va 
Puoi godertela finché vuoi
Ma dopo un po’ se ne va
La neve come viene, se ne va

Può anche darti fastidio 
Ma prima o poi se ne va 
Prima o poi se ne va

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