Da qualche mese canto negli Ananda Mida (pagina fb).
Che siamo questi qua
E' successo che loro avevano già il disco strumentale pronto (che era una bomba già così, peraltro). Ma volevano di più. A ferragosto Pablo mi manda le tracce, con la consegna di cantare in inglese e testi positivi (perché il disco fa parte di una trilogia diciamo hegeliana che il primo è positivo, il secondo negativo che non voglio sintetizzare, ma eccetera). In due settimane ne scrivo sei (probabilmente le due settimane più produttive della mia vita). La settimana dopo Pablo mi chiama e mi dice fighe vieni a registrarle. La settimana dopo scendo agli studi Go Down a Savignano sul Rubicone e le registro (e conosceo anche Max e Ale, che avevo visto negli OJM anni fa ma che non conoscevo). Così divento uno dei cantanti degli Ananda Mida. Figo no?
Il mese successivo faccio due concerti con loro a Innsbruck e Zero Branco (TV). Così, senza prove, solo sapendo le canzoni, sulla fiducia. Vanno bene e mi hanno aggiunto al gruppo Watsapp del gruppo, che vuol dire che fai parte del gruppo.
Cantare in un gruppo è figo perché non fai un cazzo. Al massimo carichi e scarichi gli strumenti. L'unica sbatta è aspettare che tutti gli altri musicisti facciano il soundcheck e poi salire per dire SaSa, sì mi sento nella spia e poi scendere. Poi sali sul palco, canti, sudi, poi scendi. Niente da montare, niente da smontare. Avevo sempre sottovalutato che pacchia sia fare il front man. Bella vita, ve la consiglio.
Poi negli Ananda Mida ci suonano musicisti coi controcazzi, oltre che bella gente.
Venerdì scorso è uscito il disco, che si chiama ANODNATIUS ed esce per la Go Down Records.
Tutti i titoli sono ispirati a "I racconti di Belzebù a suo nipote" di Georges Gurdjieff, una specie di professorone ballerino magnamusli che mi sono ripromesso di leggere e che Pablo, il chitarrista, sostiene che sia una figata, anzi "ti cambia la vita".
Prima siamo usciti con questo video della mia canzone KONDUR, che parla di uno che sta in piscina e sta benissimo ma vorrebbe ancora di più. In particolare, nuotare in una piscina fatta tutta di tette. Lo pensate sempre anche voi quando state in piscina vero?
Qui invece ascoltate tutto il disco (ora c'è il cd, poi a febbraio arrivera il vinile)
Le altre che ho scritto io sono:
ANULIOS
Che parla del complicato rapporto tra il sole e la luna.
ASKOKINN
E' la canzone sexy. Parla del profumo di una donna e dell'incapacità di toglierselo di dosso (o dalla mente)
OCCASION
Parla della possibilità di fare e rifare cose eccitanti col cellulare invece di andare in discoteca, ma non si capisce, perché certe parti son state cancellate ;)
Poi in concerto potrete sentire anche la mia versione (nel senso che nel disco sono state preferite le canzoni dell'altro cantante Filippo, che sono obiettivamente fighe) di
HEROPAS
Che parla di come far girare bene una serata
LUNIA
Parla di un gruppo di maschi che vanno a troie, perché il nome originale della canzone era, appunto, Puttantour
Ecco, suoniamo
il 30 dicembre al Sidro, il quartier generale della Go Down a Savignano sul Rubicone.
Altre date per il 2017 in arrivo!
Un paio di anni fa c'è stato un periodo in cui l'orso e il Progetto Ursus erano molto discussi.
In quel periodo ho scritto questa canzone che parla di una storia assurda e postmoderna su uno che ha incontrato l'orso. Ho fatto il video e lo tenevo lì nella speranza che prima opoi l'orso facesse qualche altro danno, ma probabilmente poi l'orso ha scelto di manetnere un basso profilo, e non si è più fatto vedere.
Ora che Dylan ha preso il Nobel, lo tiro fuori, perché son stufo di aspettare.
Eccolo.
Sotto il video il testo con la traduzione.
Per la traduzione delle didascalie in noneso nel video, dovrete chiedere a un amico che mastica.
NO CHE NO AI VIST L'ORS
(Cover di Bob Dylan/Guns'n'Roses/Katy Perry)
Testo di Felix Lalù con traduzione in italiano
Sul ziornal de sta domàn/Sul giornale di oggi
Su chei de l'an pasà e de chest'an/Su quello dell'anno scorso e di quest'anno
No se sa se l'è pu le os che le nos/Non si sa se crederci o no
Ma no se parla auter che de l'ors/Ma non si parla altro che dell'orso
Ma no che no ai vist l'ors/No, non ho visto l'orso
L'auter dì son nà sul mont/L'altro giorno sono andato nel bosco
No te nmazines nancia, ai encrosà l'ors/Non ci crederai, ho incrociato l'orso
El el mà vardà, mi l'ai vardà/Io l'ho guardato, lui mi ha guardato
Po' mi son na de cà, el l'è nà de là/Poi io sono andato di qua, lui di là
Son pasa zo ala malgia de Vervò/Sono sceso alla malga di Vervò
No gi credevi l'ai encontrà amò/Non ci credevo, l'ho incontrato di nuovo
Ai ciargià la dopia e g'ai sbarà/Ho preso la doppietta e l'ho sparato
L'hai porta a ciasa e l'hai magnà, e l'era bon/L'ho portato a casa e l'ho mangiato
E l'era bon/Ed era buono
Ma no che no ai vist l'ors/No, non ho visto l'orso
Sas el bel che che l'è/Sai cos'è il bello?
De la testa e el pel ai fat en tapè/Con la testa e il pelo ho fatto un tappeto
Cole giambe doi bele peze de speck/Con le gambe due speck
E col sacét ai fat en sacét/E con lo scriotot ho fatto un sacchetto
Ades la zent che veign a ciasa/Adesso i miei ospiti
La me domanda ndo che ai tuet tuta ca roba /Mi chiedono dove ho preso tutta sta roba
E mi sai che dirge/E io non so cosa dire
Perché no puedì dirge che ai copà e magnà l'ors/Perché non posso dire che ho ucciso e mangiato l'orso
Gi digi che l'ai crompà sul internet su orsi.com/ Gli dico che l'ho comprato su orsi.com
Ma no che no ai vist l'ors/No, non ho visto l'orso
Gi vuel nar en zo/Bisogna andare in su
Gi vuel nar en su/Bisogna andare in giù
Mi no sai 'ngot/Io non so niente
Ci no lo sa 'nzùn/Qua non lo sa nessuno
Atenti de dì/Attenti di giornio
Atenti de not/Attenti di notte
Segur no l'è pu/Di certo non son più
I bos-ci de'n bot/I boschi di una volta
Gi vuel nar en cà/Bisogna andare di qua
Gi vuel nar en là/Bisogna andare in là
Mi no sai che far/Io non so che fare
Se nar o se star/Se andare o restare
Se vues veder l'ors/Se vuoi vedere l'orso
E no farte mal/E non farti male
G'è el Dr. Berfaiter/C'è il Dr. Berfaiter*
Crompete el spray/Comprati lo spray
Ma no che no ai vist l'ors/No, non ho visto l'orso
*Per una disamina dello spray anti-orso del Dr. Berfaiter leggasi:
http://franzmagazine.com/2014/09/26/dott-berfaiter-spray-anti-orso/
https://it-it.facebook.com/berfaiter/
http://trentinocorrierealpi.gelocal.it/trento/cronaca/2014/09/06/news/il-dottor-berfaiter-e-lo-spray-anti-orso-1.9886475
L'avevo fatta live l'anno scorso al concorso Os Dal Nos.
Quattro anni fa a quest'ora mi sposavo con la Fra.
Per l'occasione lancio il video di DISCO (La canzone sul matrimonio).
Parla di un dj che si sposa una tipa conosciuta in discoteca.
E' evidente che non gli è andata bene come a me.
Ecco il testo
Felix Lalù
DISCO
Quando le ho chiesto la mano Ero fatto come un caimano Quando le ho dato l'anello Non ci stavo con il cervello
Il problema è che la soluzione è anche il problema Il problema è che il problema è anche la soluzione
Vado in disco Metto il disco Regredisco
Il matrimonio è così: Una banana nello scappamento di una macchina che sgasa Il matrimonio è così: Io ti do un bacio e tu mi porti via la casa Ho sprecato un bidet Quella sera ho sprecato un bidet E sprecare un bidet È la cosa peggiore che c'è
Vado in disco Metto il disco Regredisco
Il problema è che il problema è anche la soluzione
LO SPORT NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE (SPECIALMENTE QUELLA DELLE CRIATURE)
Ci sono dei vizi che alla lunga fanno male. A riguardo il mio
pensiero è allineato a quello del nonno di Little Miss Sunshine. In
breve, il nonno di Little Miss Sunshine sniffa eroina, perché gli va.
Mai stato un tossico, nè tantomeno un utilizzatore, ma adesso gli va. Il
figlio lo sgama, lo riprende come un bocia e lui si incazza zittendo
tutti con un ragionamento perfetto. Riporto tutto il dialogo perché non
manca di logica:
Sheryl (la nuora) : Si è messo a sniffare eroina. Frank (il figlio) : Come? Sniffavi eroina? Nonno Edwin: Sono vecchio! Frank: Ma quella roba ti uccide. Nonno Edwin: Lo so, non sono scemo. E tu [al nipote], stanne lontano, quando si è giovani è da pazzi farsi quella roba. Frank: E tu, allora? Nonno Edwin: “Io” che? Io sono vecchio, quando si è vecchi è da pazzi NON farlo.
Anita QuattroEver (Blog di PAPARISMO SPINTO) #20 CUBO D'ORO®, L'UNICA SALVEZZA PER NOI GENITORI In cui si illustra la trovata del dr.Berfaiter e della Provincia autonoma di Trento per ridare un po' di respiro a questi disgraziati chiamati genitori.
Bonucci ha scavallato i due anni e mezzo. E’ stata una sbatta condita di
grandi soddisfazioni e sonno, grande sonno. Dall’essere un “essere
fondamentalmente inutile” (il che si evince da alcune delle precedenti
disquisizioni: qui, qui e qui), adesso Bonucci (sul perchè mia figlia venga chiamata così, leggasi qui)
è una piccola bambina: si muove liberamente, coniuga tanti verbi (il
migliore è “vieno” per “vengo”), esprime desideri con garbo, descrive il
mondo e prende in giro. Certo è ancora molto corta, come è giusto che
sia. Non differenzia ancora bene la F dalla Q (dice “afua”, per acqua,
così come “fuà”, “fuando”, “fuattro”), per lei “ieri” è un momento
indefinibile nel passato e sono sempre le dieci a qualunque ora del
giorno (fino a qualche settimana fa erano le “setteotto”,
tuttattaccato). Ma ci sono stati momenti in cui ho rimpianto la
solitudine. In quei casi avrei fatto volentieri come mia zia.
Anita QuattroEver #19 LA PANZA DA PADRE In cui si svela che la gravidanza è una malattia così radicale che ammala di panza anche i padri.
Alle superiori ero magrissimo. Ero la persona più magra che conoscessi,
esclusi i boci dell’Africa. Mi si vedevano le costole attraverso la
pelle. Le braghe strette che andavano allora mi erano comunque
leggermente larghe. Avanzavo sempre un sacco di lacci di scarpa. Quello
che mi distingueva dai boci dell’Africa è che loro avevano la panza e io
no. Da adolescente sognavo la panza. Non quella dura dell’Africa,
quella molle era la panza da uomo, e io ero un bocia cresciuto (per di
più molto simile a un bocia dell’Africa). I miei amici più
post-adolescenti avevano la panza e io no. Loro avevano le maniglie
dell’amore e io non avevo nè le maniglie nè l’amore. Poi l’amore l’ho
trovato, mi mancavano le maniglie dove questo amore potesse aggrapparsi.
Una canzone sulla rivolta e una sull'estate, una sull'amore e una sul ricco Nordest, una sul matrimonio e una sul cantautore, un singolone e un testo impegnato, l'inno di un partito e un messaggio per un figlio, la vera storia delLa Canzone Del Sole e la storia finta di mio nonno che incontra il Diavolo. Un disco pieno sulla gente: gente col disagio, gente che prende il sole, gente che prende botte, gente minorile, gente drogati, gente di Milano, gente che spacca tutto, gente che se la mena, gente che lavora, gente che lavora le mele in Val Di Non, gente straniera che suona, gente straniera che nuota, gente che violenta, gente che fa del male a fin di bene, un sacco di (morti) male, i cantautori e gli zombi. Un paesello del disagio cantato dal giullare di corte sordomuto.
TESTI: Felix Lalù.
Eccetto:
“Tutti quanti vogliono sembrare meglio”: Felix Lalù, Johnny Mox
“Omar è nero”: Mogol, Felix Lalù
“Vai vai”: Felix Lalù, Bill Hicks (“It’s just a ride”)
“Pulp Alpestre”: Marco Fiemozzi
MUSICHE: Felix Lalù
Eccetto:
“Tutti quanti vogliono sembrare meglio”: Johnny Mox
CREDITS
(in ordine di apparizione)
Felix Lalù
chitarra, voce, cori, kazoo, schiocchi, kaossilator, fischi, piattini, maracas, stilofono beatbox, bicchieri, spada laser, fischietto per uccelli, sax di plastica, thunder drum
Jacopo Broseghini
Basso in “I gruppi americani”, “Dinamita”, “Gino”, “La coscienza sociale ai tempi di internet” Mani in “Cosa darei” Cori in “Cosa Darei”, “Gino”, “La coscienza sociale ai tempi di internet”, “Vai vai” Schiocchi e metallofono in “È il mio amore mio e si chiama Francesca” Chitarra in “Gino”, “La coscienza sociale ai tempi di internet” Flauto dolce in “Omar è nero” Moog in “Tutta Shanghai”, “Vai vai” e “Pulp alpestre”
Johnny Mox
Beatbox, organetto, voce in “Tutti quanti vogliono sembrare meglio”
Elli De Mon
Voce in “La coscienza sociale ai tempi di internet”, Chitarra e voce in “Tutta Shanghai”
Iacopo Candela aka Candirù
Guitalele, mani e cori in “Cosa Darei”
Simone Floresta
Voce in “Cosa Darei” e “Gino”
Sons of Anarchy (Puntata 5x11)
spezzone in “Gino”
Francesca Padovan
Voce in “È il mio amore mio e si chiama Francesca”
Gianni Mascotti
Tromba in “Dinamita”, Flicorno in “Gino”
Phill Reynolds
Voce in “Dinamita”
Tiziano Caio Mattivi
Voce in “Vai vai”
Michael “Pero” Pancher
Batteria in “Pulp alpestre”
Mirko Marconi
Chitarra in “Pulp alpestre”
PRODUZIONE ARTISTICA: Felix Lalù, Jacopo Broseghini.
Eccetto: “Tutti quanti vogliono sembrare meglio”: Felix Lalù, Jacopo Broseghini, Johnny Mox
REGISTRATO E MISSATOtra novembre 2014 e dicembre 2015 presso lo Wankers’ TBSOD Studio a Vigolo Vattaro da Jacopo Broseghini
Sei pigro e non hai voglia di uscire di casa per vedere un concerto? Non c’è problema, Felix Lalù ti vuole bene, discreto pubblico, e si prenderà la sbatta di venire a suonare casa tua.
Suonerà non solo per te, ma anche per tutti i tuoi amici.
Strumenti, strumentini e prodotti per la famiglia La Ostia li portiamo noi, ci basta solo una presa per la corrente per il nostro ghetto blaster.
Niente di amplificato, anzi qualcosa sì, ma niente di più potente di uno stereo domestico. Comunque niente che possa far incazzare la vecchia di sotto né la famigliola a lato. Si può fare praticamente ovunque e più il posto è piccolo e meglio è. Un concerto per pochi intimi o per folle oceaniche (questo dipende da quanta gente per metro quadro tu ci voglia stipare).
Calcolare quanto costa è semplice. Puoi anche fare i conti da te: vai su viamichelin.it, calcoli il costo da casa nostra (via Don Pio Zadra 1 Nanno - TN) a casa tua, lo moltiplichi per tre (arrotondando alla decina superiore, minimo 30 euri come la chiamata dell’idraulico).
Alle cibarie, alle bevande, ai buttafuori e alla gente ci pensi tu no?
Se la distanza tra casa tua e la nostra supera l'ora e mezza di viaggio forse è il caso che dormiamo direttamente lì. Che c’hai un posto sul divano per noi? Siamo in uno, massimo due, siamo puliti, silenziosi, gente che si adatta. Cosa aspetti? Scrivi a felix.lalu@gmail.com
Per chi non l'avesse inteso, il giorno dell'Epifania abbiamo uscito uno splittone con musici amici (la storia la leggi qua) (il disco qua). Ognuno ha messo due canzoni. Io ho messo le specie di cover che saranno nel disco. La prima è Dinamita (ne parlo qua). La seconda è Omar è nero.
Omar è nero nasce lontano. Quindici anni fa lavoravo tutta l'estate in un laboratorio di pelletteria artigianale che avevano i miei zii in Val di Sole. Facevo il garzone di bottega che diventava artigiano. Ogni estate, in concomitanza con i mercati mensili della al di Sole, i miei zii ospitavano una coppia di amici ambulanti che vendevano roba sudamericana, che si fermavano a dormire da noi. Nei periodi più intensi si venivano con loro dei ragazzi di bottega, i miei pari, diciamo.
In questo modo ho conosciuto Jacopo, che una dozzina di anni dopo ha prodotto il mio prossimo disco, e registrato queste due canzoni. Ma questa è un'altra storia.
Penso di essere il primo fan de La Cripta Crew. Con primo non intendo della prim'ora, ma quello più accanito. Ho ingrossato la conta delle loro visualizzazioni, ne ho parlato qua un tot di volte (anche se adesso vedo che i collegamenti a youtube non sono più validi, maledizione! Cmq adesso ti puoi guardare tutti i video qui), ho fatto un videoclip/documentario sulla Cripta (che è un luogo fisico, oltre che un luogo della mente), ho citato Mr. P in una canzone. Insomma c'è grossa stima.
Quando ho sentito questa canzone cantata da Mr. P ho pensato subito di farne una cover.
Quando ha chiuso la Locanda di Campagna di Lonato (BS), penso che a tutti quelli che ci sono stati e/o ci hanno suonato sia scesa una lacrimuccia (qui, qui, qui e qui i racconti di alcuni concerti lì e delle conseguenze).