mercoledì 20 febbraio 2008

Bellabissìna

In uno degli ultimi Internazionale una ragazza italo di origine indiana lamentava che il simbolo della svastica, che nella sua cultura d'origine è un simbolo di vita e di buon augurio, non si può usare in occidente, diciamo per ovvi motivi. E' giusto rispettare chi ha sofferto a causa di quel simbolo (o meglio a causa di chi su quel simbolo ci ha marciato) ma - concludeva - è un gran peccato. Hitler si è fregato la gioia della svastica come Berlusconi si è fregato l'urlo di tutti noi quando guardiamo la nazionale.
Lo stesso si può dire di certe canzoni del fascio, come Faccetta Nera. Presa senza considerarne l'accezione politica si tratta di una bella canzone, decisamente meglio di Bandiera Rossa (e fors'anche di Bella Ciao): è più circense e allegra e decisamente meno seriosa. Bella da cantare, ma pregiudizievole, anch'essa per ovvi motivi.
Prendi eia-eia-alalà, non vuol dire niente, eia-eia-alalà, e tutti dietro, è geniale. Questo discorso lo fa un fascista, in pellegrinaggio alla tomba del duce, ad Accio, il fratello fascio in Mio fratello è figlio unico. Come dargli torto? Magari il tipo che l'ha inventato non era neanche fascio, oppure era fascissimo, ma cosa cambia? La connotazione postuma non ne cancella la genialità. E per quanto sia dura ammettiamolo perdìo.

Tutto non tanto per rivendicare il diritto del funambolo di parlare di corda in casa dell'impiccato, quanto per giustificare l'affermazione che Gimme More di Britney Spears è una gran canzone, checché ne dicano i miei compari. Senza offese, il more vomitoso del ritornello è la cosa più metal che ho sentito dai tempi in cui Phil Anselmo aveva la voce. Madonna, che ne sa una più di Piero Pelù, e si ricicla camaleontica senza sbagliare un colpo, affidandosi a musichieri valenti, insegna. Sarà la saggezza trasmessa salla saliva.

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