giovedì 27 settembre 2007

Diabolo d'un pedone

C’è una cosa che noti prima delle altre quando metti piede in Olanda. Prima dei canali e delle bici, prima dei mulini e degli zoccoli e di tutte le altre cose viziose che si narrano. La prima esperienza quotidiana fuori dal normale ti capita appena esci dalla stazione. Non è tanto l’esperienza quanto la sensazione che si prova a straniarti: quando sei in attesa di imboccare le strisce pedonali, le macchine si fermano e ti lasciano passare. Se poi tu, abituato a lasciarle andare (invero più per paura che per reverenza) fai segno che proseguano, loro rilanciano la cortesia come se fosse la cosa più ovvia del mondo e allora devi passare. Ecco, passare sulle strisce sapendo che l’automobilista non ti sta maledicendo (perché stai frenando la sua corsa contro i semafori, diavolo d’un pedone!) è una sensazione sconosciuta per noi italici. Calpestare le strisce in serenità è piacevole, sappiatelo. Che ti lascino passare succede anche in Italia, per carità, talvolta. Anzi diciamoci la verità, succede molto raramente. Da noi si presuppone che il passante possa aspettare finché la macchina sia passata. Invece qui hai la veramente precedenza, come, se ricordo bene, riportava ambiziosamente il Libro della Patente (che è la versione nostrana del Codice della Strada).

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