venerdì 28 settembre 2007

La dignità del macchinone

Ricordo che all’Università la professoressa di psicologia ambientale era olandese (si chiamava pure Maas, casualmente) e un giorno ci racconta che, mentre in Italia tutti i docenti universitari raggiungono l’ateneo in macchina anche se vivono poco lontano, in Olanda chi arriva in macchina è solo un trombone inquinante antisociale e pigro ed è perciò maledetto (nel senso che se ne parla male). E non scherzava. Ho visto in TV qualche ministro arrivare in parlamento pedalando allegramente e preservare il mezzo con un lucchetto. L'ho visti addirittura togliersi un'antiestetica protezione per il pantalòn, come tutti i comuni mortali. Per quanto ne so io potrebbero essere dei magnati del petrolio che vogliono fare la bella figura ecologica, o usare le bici del fratello biciclettaio. Poi però mi rendo conto che questo è quello che un italiano pensa di chi fa le cose con coscienza: penso che ha (non "abbia", ha) la coscienza sporca. Se un potente si mostra così umano ("com'è umano lei!") deve senz'altro avere secondi fini, tramare infingardo nell'oscurità e poi ridere grassamente (come Malefix dei vecchi Acchiappafantasmi, non quelli con Slimer, quelli col gorilla). Probabilmente invece lui è uno convinto. magari non solo non usa le auto blu, ma magari il mezzo non ce l'ha neanche e lo fa per dimostrare agli altri che si può, che una nuova via senza l'oppreessione densa dell'oro nero é percorribile, affidandoci alle possenti leve madre natura ci ha dato, piú due ruote, una catena e una sella antiemorroidale. Fatto sta che a un ministro italiano non passerebbe neanche nell’anticamera. E nemmeno a un sottosottosegretario. Sembrerebbero dei pezzenti, e la dignità è una qualità che va ostentata.

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