Nel lontano novembre 2009, il Marco Fiemozzi (noneso di Denno ma residente al estero) (lo leggi
qui) mi manda una canzone dentro una mail col seguente titolo:
"This is an underwear-ripping song"
toi, sarà un segno del destino, ma stasera mi ha telefonato MNM. sarà
un altro segno del destino, ma gli fa male la gamba e non può muoversi
per più di 50 metri sullo spiazzal, ma Me Nona Lina è incazzata nera
perché non riesce a tenerlo fermo.
a parte questo, era un po' che ti volevo scrivere.
ti mando anche un'altra ascellata (con l'ordine di NON PUBBLICARE).
in pratica mi sono ispirato, o meglio inalato, a sbregamudande del
calibro di Vasco, Ligabue e soprattutto Portolan per narrare le
pulsioni emotive di un giovine che ama dell'amore puro, ma non può
comunicarlo per l'assenza nel suo idioma di una parola per dire "ti
amo". l'ho scritta mesi fa, ma poi per registrarla mi sono accorto che
dovevo imparare a cantare. non che abbia imparato.
Due i topos della nostra cultura e della nostra gente:
1) l'importanza della precisazione che non si è imbranati anche se non
si trovano parole e ci si abbandona a pulsioni emotive inutili ai fini
pratici (eccetto forse quello comunque tutt'altro che irrilevante di guzzàr)
2) sti ani visti come un'arcadia irripetibile nella quale ci si faceva
un culo così e non c'era tempo di pensare a tematiche da zittadini
come appunto l'amore), ma proprio in virtù di tale sforzo si apprezzava
il nettare stesso della vita.
Po' L'amor e i bacani l'e döi valori universali.
as usual, bye bye velvet pants