mercoledì 18 febbraio 2009

A me mi pare e piace

A me mi non si dice è una delle frasi più fastidiose mai sentita. Quando lo sento mi vien da schiaffeggiare una vecchia maestra a caso, picchiarla degustibus, legarla, tagliarla in pezzi con un seghetto e poi darla in pasto ai maiali, ovviamente mentre è ancora viva.
E' il paradigma lowprofile del rispettare una regola solo perchè è una regola e non perché la regola serve a qualcosa. Perché sta male. Sta male se lo scrivi in un esame di linguistica.
Ieri Anna mi ha rivelato il verbo. All'Accademia della Crusca, probabilmente il più inutile degli istituti o forse un elemento irrinunciabile della nostra nazione italica, non sono così stronzetti e professoroni come crediamo, è gente tranquilla che sta lì alla finestra a guardar giù il mondo. Magari son lenti, ma ci arrivano. Ecco, l'Accademia della Crusca finalmente dice che a a me mi si può. Certo, in determinate occasioni e contesti, ma si può.
Tutto sommato però questo cambio d'opinione disorienta un po'. E' come se da un giorno all'altro si possono rubare i kinderbueno al supermercato.
Uahahahahaha (risata satanica), ed ora a noi: congiuntivo, veniamo a prenderti!!

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Non solo "a me mi", ma anche "ma però" ed altre cosette gustose sono consentite dalla Crusca!

Inoltre una somministrazione regolare aiuta la cacca.

Anonimo ha detto...

congiuntivo...? ai ferri!

Adriano ha detto...

a me la pubblicità del caffè sta sul cazzo