lunedì 27 settembre 2010

La solitudine dei numeri primi

(Siccome mi hanno detto di scriverlo: CONTIENE SPOILER. Non che succeda granchè)

Lui è timido, un genio con occhiaie da paura. Lei parla sottovoce e sua madre di lei le fuma in faccia. Non per sfida, c'ha i cazzi sua. Lui ha perso la sorella da piccolo. Non che sia morta e basta. L'ha persa proprio, come la canzone di De Andrè (lo sa che io ho perduto due figli/signora lei è una donna piuttosto distratta). Lei scia e si ferma a pisciarsi addosso e c'è la nebbia e il fatto che nebbia e neve siano dello stesso colore non aiuta a schivare gli alberi. Lui ha cambiato scuola perché ha delle cicatrici da paura che non si è fatto cadendo dalle scale. Lei è la zoppa della scuola e si capisce che c'è poco da ridere. Le compagne le fanno mangiare la caramella pucciata nella mmerda. Lui è appena arrivato e non caga nessuno, ha cose cui pensare. Si incrociano. Lui la guarda ma siccome ha cosecui pensare la ignora. Lei si innamora. A una festa con la disco a cui lui è andato per dimostrare ai suoi che non è un nerd autolesionista asociale pericoloso con delle occhiaie da paura lei prova a baciarlo. E' pure bella pur essendo zoppa (perlomeno da giovane). Lui niente. Lui schifa la topa. Non che sia culo, proprio la schifa e basta. Finisce il film che è ancora vergine. Con una panza da birra degna di un crucco a ottobre al lago di Garda. Ancora con delle occhiaie da paura.

1 commento:

k.brunnen ha detto...

hai descritto bene la trama, un riassunto del libro... ma del saccheggio a man bassa di inquadrature e trilli e nebbie torinesi alla darioargento ne vogliamo parlare? a me è sembrato che al regista (figlio di cicciobaffo) il libro gli faceva cacare, quindi l'ha buttata sull'horror per fare il piacione coi 'merigani.
ma un bel finalone da vero horrore, con lei che muore contorcendosi nel vomito e lui che vince il nobel e si butta dalla mle antonelliana, no?