lunedì 31 maggio 2010

Vi siete chiusi dentro (o anche Piccole Porticine Scorrevoli per Uomini, please!)


La porta è chiusa e le chiavi sono dentro. La casa è svuotata, pulita e stirata. Un non luogo, praticamente. Il grosso della mobilia l'ha portato via il pickup che sembrava un autobus marocchino di quelli che vanno da un Marocco all'altro.
Il resto occupa per intero il pianerottolo e le scale. C'è giusto un sentierino sbarrato dalla monnezza davanti all'ascensore da cui nessuno potrebbe uscire. Intorno al sentiero interi quartieri di scatoloni, una Rio de Janiero (di cui io sarei il Cristo (che peraltro ha la stessa posizione da crocifisso che da redentore e non l'ho mai capito)) fatta di robe varie quantificabili in due viaggi di monovolume a star comodi. Per far di tutta questa roba un viaggio mi ci vorrebbe un portapacchi, o un risciò da trasporto col cinese che arranca bestemmiandomi in mandarino.
Ma il punto è che la porta è chiusa e le chiavi sono dentro. Le chiavi sono dentro e anche il pc acceso e anche il portafogli con dentro soldi e patente. Alessandro è in Toscana, al mare. Giorgio è a Vienna con la morosa, la padrona di casa (che peraltro non ha le chiavi) sta in Maremma e quella che mi sostituisce è irlandese e non l'ho mai vista, ma è a Barcellona. Quindi tutti quelli che hanno le chiavi della mia ormai ex casa sono in tanta mona e non torneranno prima di domani notte.
Quando penso a quello che farebbe un uomo penso a Rambo, però Rambo è un film e allora non vale come uomo. Se devo pensare a una persona umana penso al Barnabi. Penso che lui si calerebbe dal sesto piano al quinto non dico a mani nude che è pericoloso, ma con una corda sì. Si calerebbe non tanto per fare il figo o per il frizzo alpino, ma perché è quello che farebbe un uomo.
Io per me ho caricato la una parte della roba e l'ho portata da Fabbio, son tornato su e ho svuotato l'altra metà del pianerottolo in macchina e sono ridisceso. Scampato il pericolo domani andrò a Trento in autobus e con le mutande di Fabbio.
Domani sera invece devo andare a suonare in Val di Non con la vacca nonesa e poi la corriera. O trovare qualcuno che mi dia un passaggio fino al Gatto Nero, obiettivamente il posto rock piu' fico del Trentino. Per l'occasione suono con le Piccole Porticine Scorrevoli Per Gatti.
Se c'è qualcuno che ha voglia di salire da Trento sul presto, godersi la festa e poi riscendere sopportando le mie stronzate è un santo.

sabato 29 maggio 2010

La Virgen Protejida strikes back

Discreto pubblico, ti ricordi l'installazione La Vergine Protetta? (In fondo al post sulla blasfemia tra consanguinei di due anni fa)
La scultura fatta alla fine di questa pagina con Carolina.
E' risaltata fuori, più vissuta. Ormai tutt'uno con la protezione.
Niente da eccepire, per il momento ha funzionato.

giovedì 27 maggio 2010

TrasLOCO

La mia casa è il vaso di Pandora. In quattro anni sono stato come quello che parte bene al risiko. Mi sono esteso fin alla Camchakta e all'America del Sud della casa condivisa, stipando ovunque e celando cianfrusaglie raccolte chissà dove e anni orsono.
Adesso la pago tutta. E' un mese che una volta a settimana carico la monovolume di scatoloni come l'autobus di Fantozzi. Ora che ho già fatto quattro viaggi da qua alla soffitta in val di Non mi resta solo da portar su quattro scaffali, tre poltrone (compresa una a rotelle), quattro tavolini, tre sedie, anzi quattro, tutte le stoviglie, le spezie, le medicine, le erbe per le tisane, le tovaglie, due lampade, due comodini, otto cuscini, un cajon flamenco, l'aspirapolvere, gli attrezzi, i tappeti, le robe da vestire dell'estate, le scarpe, tutti i quadri (contati, sono ventitrè, di cui 20 di legno. Nel senso che pesano), una serie di pezzi di legno raccattati in giro (assi, rami del lago i Santa Giustina, cornici, il piano del tavolo del bar del rasta, cassetti e scatole di legno di quelle delle bibite di una volta), due abatjour, due bacheche, una riproduzzione adolescenziale di Quelo (di legno), lo scoiattolo del festival (di legno), il calendario di Mr. Wiggles, il mio primo ampli, i sacchi a pelo, la tenda, una scatola piena di acrilici, lo stendibiancheria, i portabiti, l'ultimo scatolone di libri, l'orologio da parete, le moleskine piene di robe, un ferro da stiro funzionante (mai usato) e uno di quelli vecchi, di ferro, una scatola delle scarpe piena di penne, una valigia piena di strumentini, il microonde, il tostapane, l'incubatrice degli yogurt, dei cd, pc, scanner e tutti i cazzi documenti di lavoro.
Ah, e le grappe. Speriamo non si rompano nel viaggio.

sabato 15 maggio 2010

El me Trofeo Melinda

Domani ci sono le elezioni comunali in tutto il Trentino meno o quasi. Io steso medesimo sarò ai seggi a godermi i privilegi di un comune a lista unica ma in fondo chissene. Per l'occasione rispolvero una vecchia storiella.
El Barba Schaign (o Chel Malmostos) è un personaggio attraverso il quale ho scritto qualche racconto satirico coraggiosamente pubblicato qualche anno fa da NOS Magazine, la rivista delle Valli del Noce. Un tipo malmostoso, appunto, ovviamente un fiero beone che rilevava i cambiamenti che la modernità traeva seco. I racconti avevano sempre come titolo No l'è pu ......... da n'bot (non è più .......... di una volta). L'ultimo racconto, il quinto di una lunga serie di cinque, l'avevo mandato che era il 2005 e l'occasione erano le ultime elezioni comunali. Non era stato pubblicato. Cinque anni dopo il buon Alberto Mosca ritira fuori dal cassetto NOS quel racconto infarcito di banalità fin troppo evidenti e vvere e lo dà in pasto all'umane genti delle valli.
Ne riporto una versione rimaneggiata, riveduta e corretta, che i tempi di attenzione son calati in questo lustro.
A chi no capisce son cazzi suoi.

El Barba Schaign

El me Trofeo Melinda (Semplizi istruzion par deventar sindaco en Val de Non)

Ancia sto lustro è rivà l’ora de fargi la revision ai comuni, de dargi na resentada a sindaci e consiglieri. Can che mancia n’calche mes, se va dai uffici stampa, baristi e paruchiere, onniscienti come Nostro mSIgnore. Ge chel che è segur de venzer, chel che no puel ricandidar perché el ge su da mili ani che el manda avanti el prim bambo chel che sciampa e el fa n’aura lista e chel che giarues chela ma el già da farse avanti.

Prima de farse avanti però gi vuel farse zo en programìn. El mecanismo l’è pu o men compaign a chei grandi (così in cielo così in terra, i dis) ma n’ten paés puedes farte en calche cont da prima. Mi che n’ai viste tante me son tuèt la brigia de scriver zo le istruzion. Ala fin l’è po’ sol zinc comandamenti che i ha zamai fat nar su tanta zent:

1. Comunicar al mondo paesano la propria possibile spiza de candidatura

par sondar le reazion: se le prime diès persone (parenti compresi) le fa na bruta faza, lagiàr perder;

2. Zerciar zent da meter en lista.

Chesto l’è el momento pu strategico de tuti, che el merita dei sotto-comandamenti:

- recuperar la lista de tuti i votanti;

- dividerli tuti en insiemi de famiglie, o sottofamiglie (ci l’è importante no far caso ai cognomi, ma ai soranomi de famiglia, indicatori migliori de parentela, e considerar le feune sposade come votanti del so soranom, per comodità statistica);

- zerciàr en mez a ogni insieme en personaggio (ancia doi, ma sol se el scuerta autre sottofamiglie). Ge chel studà, chel sbeglon, el grande capo, el fiol del grande capo, el bacàn, chel de la pro loco. Se non gi n’è, almen na calche feuna da trat ent per far numer.

3. Dezider el nom

ci, a dir la verità, un val l’auter; la zent la ven fuer dal segio e n’zun se ricorda el nom de la lista. Basta sceglier (fante che ‘l paés el se clamia Nones) un a caso tra: Insieme per Nones, Uniti per Nones, Per Nones, Per un Nones Migliore, Nones Nazione; oppure i pu generici: Progresso, Comunità, Continuità, Sviluppo, Impegno Sociale (o binomi di, comeComunità e Progesso) basta che el vueia dir tut e n’got; oppure i pu folkloristici: Per la Fontana, Per el Ciampanil, Frazioni Unite, Tuti ‘n Piaza o In Alto la Taza ecc.. Se propi no se già voia de pensarge basta clamarlo Lista Civica, che l’è come el parsemol, ‘l va ben par tut.

4. Sceglier en logo

Na forma a caso, basta metergi ent en pom e en ciampanil.

5. dezider en programa

Chesto ‘mpar difizil ma ala fin puel eser el pu fazil de tuti, e se puel sintetizarlo en la triade:

- Soldi par strade e piaze;

- Soldi per cultura e tradizion, ovvero le asociazion, che la metà de la zent segur la g’è ent;

- Soldi par na calche ristrutturazion de vergot a caso.

Fatto? Ottimo.

Ades ariva la parte pu importante de la candidatura: el Tour dei bar. N’tei trei mesi prima dele elezion l’è importante armarse de en fegato de riserva e farse na tabela de marcia dei bar del paés (se l’è sol un l’è meio) e visitarli come minimo en bot ogni doi di (aumentando progressivamente la presenza n’fin a tut el dì en le ultime doi semmane), meterse ados el soriso pu perpetuo e armarse de se puel far e no ge ne problemi no, ma sopratttuto, pagiar da bever a tuti, de qualunque color, credo politico, famiglia, religion.

Dopodiché no resta che spetar, e sperar.

Inutile dir che sto ultim comandamento l’è chel che mi personalmente preferisi, chel che veramente giova al popolo, l’unico moment en cui domandargi vergot al sindaco e sozi dela bira no deventa en problema de burocratica insormontabilità; s'puel far tut che che s'vuel, ancia che robete che as domandà per zinc ani e no i t’a mai dat ora. Anzi ci no g’è nancia da domandar: ofre tut lori.

N’zì l’è na vita che ogni zinc ani me prepari ancia mi el me personale Trofeo Melinda, na corsa a: segui sui zornai le candidature, me segni i paesi sula mapa, elimini da subit chei che i già la lista unica (no serve ofrir da bever no, se i puel votarte sol ti), me segni i paesi con doi o trei candidature e el numer dei bar de ogni paés (con relativi orari e dì de chiusura) co’sti semplizi dati me calcoli el coeficiente de presenza de candidati.

El coeficiente +LV (= pu Litri de Vin) l'è en semplice parametro che indica la probabilità de poder scrocar vin a candidati e sozi l'è direttamente proporzionale al numer dei partiti (i sienziati i lo clama effetto abbondanza) e inversamente proporzionale al numer dei bar (effetto dispersione) e l'è dat da sta equazion ci (a prova de chinta elementare):

+LV (en te'n zerto paés)

uguale

NUMERO PARTITI

diviso

NUMERO BAR

Parlando potabile, pu candidati g’è e pu Litri de Vin sarà oferti, ma pu bar g’è e men probabilità g’è de giatarli. N’te sta maniera me fon na mapa de la Val de Non granda come tuta la paré, per ogni paés disegni tante o puece boze de vin a seconda del coeficiente +LV, n’zi giai sota man i posti da evitar e chei da tegner d’ocel, po’ me tai fuer dai zornai le faze dei candidati e le taci su’n sciartabel tipo fbi, me le studi dì e not n’fin che me le recordi tute (me fon ancia ‘nterogar da me neò chel pizol, come ale elementari, per ‘mpararli meio, en cambio den calche calìpo).

Chesta l’è sol la preparazion, dopo se pasa al’azion, che l’è el momento pu bel. Tuti i dì parti dale 6 del dopodisnar (e man man semper pu prest) e me dirigi n’tei bar con maggior coeficiente +LV, bevendo n’fin che l’oferente de turno ‘l torna a ciasa, lizier de portafoli. Vegni fuer dal bar, lizièr come l’anima de’n’ànzol, ma pu svergol, e von n’tel bar con alto +LV pu d’ausìn, e avanti savoia n’fin che no sera i bar.

Co’sta tecnica me garantisi na bala longia trei mesi, en baccanale eletorale da adunata dei alpini, tanto che chest’an la domengia de le elezion - el mesto ritorno ala normalità - no me son nancia desdromenzà e ai dormì n’fin al marti, e ala fin no po son nancia na a votar.

Gran pecià, perché sula scheda elettorale son a bon punto coi timbri.

Can che arivi a vinti i me dà la tovaia.

giovedì 13 maggio 2010

Il canto del ciglio di Granfranco Findut e Brodolfo


Il 13 maggio è il giorno che dovevo nascere io. Alla fine mi sono rotto e son uscito prima, come quando ho visto i Audioslave a un festival.
Trent'anni dopo il 13 maggio è ancora una data importante per me.
S'è già parlato del tragico evento. Ora l'ora è giunta, disgraziatamente. Dopo due mesi di morte annunciata muoiono Granfranco Baffato, Findut Poteidone e Brodolfo Sgangan.
Domani sera al Bruno Supercanifradiciadespiaredosi ci concedono il loro ultimo spettacolo insieme ed è già lacrimuccia. Torneranno certo, con altri nomi, altre batterie, altro tutto.
Chi non li ha mai visti è meglio che venga.
Chi li ha già visti sa cosa si perda.

Ah, e poi sono pure i NoMeansNo.
No, dico, i NoMeansNo, miga Elton John.



Giovedì 13 maggio
CS Bruno - Trento

NOMEANSNO (Canada Legends)
www.myspace.com/myspaceiswrong

INVASIVES (Canada)
www.myspace.com/invasives

SUPERCANIFRADICIADESPIAREDOSI (Trento Legends)

www.myspace.com/supercanifradiciadespiaredosi

Apertura cs ore 20.00
Inizio live 21.00
Entry: 10 euro


lunedì 10 maggio 2010

La nostalgia

Quanto ci manca Dennis Lykzén! Non che il suo cantare da cantante negli (International) Noise Conspiracy lo schifiamo, ma vederlo coi Refused appendersi al microfono e stirarsi verso l'alt(issim)o per raschiare il fondo del polmone e spararlo fuori come le frecce dei persiani di 300 era altra cosa, altri tempi, altro paio di maniche.
Quel che rimane son quelli che arrivano dopo ma c'hanno l'urgenza bruta e l'aria che gli esonda dai polmoni. vedere questo di questi qui, che è comunque altra cosa, m'ha fatto venire la nostalgia.


The Ghost of a Thousand - Black Art Number One


Ah, è vero, dimenticavo, c'è la reunion.
Niente inediti, niente disco, solo concerti.
Bah. Quello che lo sa sempre prima di tutti dice cose che è meglio non leggere, che a poco vale il sapere quando fa male, che poi la nostalgia ti fa brutti scherzi.

mercoledì 5 maggio 2010

I Gogol Bordello ormai son dei poveretti

I Gogol Bordello son stati per un po' il mio gruppo del momento. Nati come gruppo da matrimoni per la gente dell'Est Europa a New York hanno esordito con un disco quasi hardcore. Erano come uno di quei calciatori che da giovani promettono bene ma si azzuffano si pettinano arruffati e a volte si dimenticano le indicazioni del mister e vanno a cazzo, combinando guai o inventando azioni di pregio. Non come Balotelli che è un poveretto ma quasi. Il secondo disco era pieno di canzoni al limite con la perfezione. E in concerto spaccavano veramente il culo (leggasi qua). Una stagione da campioni, assist importanti, qualche gol indimenticabile e speranze di spaccare il mondo una volta raggiunta l'eta migliore del calciatore (che di solito sono i 28 anni no? bah). I ventotto anni sono il terzo cd, quello in cui giochi da dio e fai girare la squadra. A volte invece ti vizi con qualcosa, sei già un fico quindi non ti serve allenarti e i tuoi compagni parlano più dei tuoi trick in allenamento che delle tue cavalcate solitarie. I Gogol Bordello son finiti qua. Il terzo era già era una mezza palla: un Ronaldinho che dopo essere stato Ronaldinho ma non per molto finisce al Milan, dove il suo sorriso fa ormai più che altro sorridere. E' uscito il quarto, giusto qualche giorno fa. Continuando con le metafore calcistiche ora i nostri compianti sono alla fase successiva. Quando ti si pigliano solo gli americani, o quelli di Dubai, dove la gente è solo contenta di vederti e ti basta toccare la palla di tacco anche se poi te la fregano come niente per farli venire nelle braghe. Giocare ti piace un sacco ma non è più la tua cosa. Qualche golletto stronzo in tutto il campionato lo farai pure, ma se sei un uomo dovresti rimpiangere i tempi in cui suonavi ai matrimoni dell'est a Nuova Yorke e non ti si filava nessuno.

lunedì 3 maggio 2010

La Mano e la Voce

Ricapitoliamo.
Mi intrippo con l'antropologia dei giochi.
Scrivo una tesi sulla morra facendo il giro dei bar.
La studio come fosse una lingua.
I professori non ne capiscono una mazza ma non capendo mi smollano pure un votazzo.
Metto la tesi scaricabile a gratis perché è cosa buona e giusta.
A volte i giocatori mi trattano come quello che visto che ha scritto la tesi è anche bravo. Se non lo sono si offendono, dimenticando che nessuno che abbia scritto una tesi sul calcio ha mai vinto una Champions.
Mi chiama Anush Hamzehian, regista padovano che sta di casa dove tutto intorno è pioggia e Francia. (e sta pure partendo con un nuovo progetto, ancora più itinerante)
Si legge la tesi (tutta, dice), ne trae un documentario girato tra Corsica, Provenza, Trentino e Friuli in mezzo tante razze di morristi.
Ci affida la colonna sonora, a me e al buon Johnny Mox che incide delle figate da osteria, La Piccola Orchestra fa due canzoni sulla morra. Son questa e questa, ma prendono solo la prima, anche se la seconda ci stava appalla.
Anush arriva qua il maggio scorso, si gira tra Trento e la Val di Rabbi, scendiamo insieme in Friuli dove perdo e vinco ma soprattutto ciarlo con bella gente e mi disseto col nettare di lì.
Il film è pronto e si chiama "La Mano e la Voce" ("La Main et la Voix") e si può vedere solo al FilmFestival della Montagna di Trento.
Al Cinema Modena.
Martedì 4 maggio (domani) alle 21.30 e giovedi 6 alle 17.30.

domenica 2 maggio 2010

La Piccola Bottega degli Orrori del Sudafrica


Hai mai letto, discreto pubblico, La Piccola Bottega degli Orrori sul blog di Johnny Mox? Se non l'hai fatto, fattelo. Vi si narra di un discount popolato da normali freak di prima e seconda categoria. C'è "il garzone picchiatello con gli zigomi da pugile", poi "uomini delle corsie rachitici e con le unghie lunghe" e "cassiere con la faccia fuxia e occhi posizionati a caso sulla faccia" ed è la mia serie preferita. Situazioni di estrema familiarità si intrecciano con dissertazioni sui massimi sistemi e improbabili scambi di umori tra clienti e commessi.
Guardavo questi tre e me li vedevo dentro alla piccola bottega. Il tipo pieno di tatuaggi che apre lo yogurt, ne mangia due cucchiai poi ci si masturba dentro per poi richiuderlo con l'attack, la tipa che ti sorride ebete alla cassa anche quando le chiedi l'incasso indicandola con un'arma e il tipo grasso che si nasconde nel magazzino a farcirsi di merendine fatte di pane vecchio e striscie di pneumatici. Rispettivamente la verisone ClarkKent di Ninja, Yo-Landi e DJ Hi Tek.
Ecco, questi tre che ciondolano nel discount del quartiere parallelo al nostro ma in Sudafrica, son dei cazzo di geni, ignoranti quanto basta per essere passoni avanti svaccati su una panca a dare un nome e un senso alle nuvole che passano mentre aspettano passare il tuo cadavere.
Riporto un dialogo da un'intervista per capirci.
"Die fucking Antwoord"
"What does it mean"
"The Answer"
"Answer to what?"
"Whatever, fuck"
Sarebbe figo nella mia vita riuscire a far tre pezzi così: semplici al limite dell'imbarazzo, con versi taglienti come riffoni e un ritornello che se glielo fai sentire tua nonna lo canticchia ancora il giorno dopo. L'han già fatto in tanti. Certo, i più fighi. Se riuscissi a far, da solo, tre canzoni così potrei anche ritirarmi persuaso che non potrei mai fare di più e fare il Rimbaud dei poveri. Magari evitando di morire con una gamba sola.

Die Antwoord - Zef Side
(Non perdetevi i pezzi di intervista)



Die Antwoord - Enter the Ninja



Die Antwoord - Wat Pomp



Qua si ascolta tutte canzoni.

Grazie al Muco di Frutta per la segnalazione. Ti sono debbitore.

giovedì 29 aprile 2010

Quella de Le Tigre che sembra un uomo

Avere buoni spacciatori è una delle cose più importanti nella vita. Il ciocco del parco s'è portato via camionate di neuroni che ora mancano, nel computo dell'intelligenza mondiale. Qualcuno che ti dà le robe buone è fondamentale. Se fossi uno di quelli che si fa le seghe con le parole direi imprescindibile.
La Fabri è stata negli ultimi quindici anni uno dei miei maggiori spaccini di musica. Negli anni mi ha presentato Beck, i Sonic Youth, gli Urusei Yatsura, Jon Spencer e molti altri, più tutta la cricca delle Riot Grrrrl. L'ultimo sono i/le MEN che sono "quella de Le Tigre che sembra un uomo, una lesbica camionista e un uomo che sembra una donna. Il bello è , come per Le Tigre, la combinazione musica danzereccia/testi impegnati però sempre ironici".

lunedì 26 aprile 2010

M'han fatto la bici

Le bici son di tutti, si sa, come le polveri sottili.
Son come le corriere, come le stagioni: vanno e vengono.
S'ha da esser pronti a prenderle e poi ancora pronti a perderle. Poi ne trovi una che ha il rapporto giusto e il cestino davanti, ti ci affezioni, la bullizzi persino, e pensi che sia tua per tutta la vita. Poi arriva un nuovo studente in città, alla sera gli dolgono i polpacci e pensa che dovrebbe implementare la sua velocità tra uno spritz e l'altro. La trova una sera un po' alticcia e le rifà la verginità. Così è la vita. Bisogna accettarlo.
Mo te lo dico, bimbo: amigo, sei nuovo del giro, poi si impara, lo so. Una delle prime regole è che bisogna prendere quelle poco riconoscibili, senza nei, senza segni particolari. Puoi sprayarla finchè vuoi, ma se ti becco la mia vendetta sarà tremenda.

sabato 24 aprile 2010

Rise from the crypt

Dopo quasi due settimane di cattività si rischia veramente di diventare cattivi. Stamattina prima uscita sul mezzzogiorno, bardato come un vecchio, per non rischiare freddi. Da casa al Bar70, come un nonno and back again. Come ben saprete l'aria di Trento è l'aria meno di montagna che esista sul suolo autonomista. Beh, stamattina nella buca tridentina mi pareva di essere a quattromila metri. Ho preso boccate d'aria come un beone nel deserto, come se fossi stato per anni, chenesò, a Padova. Sapore vero, direbbero alla pubblicità. Ora capisco perché i milanesi si mettono le braghe alla zoava quando vengono in montagna. L'emozione è così forte che fai cose malate. Comunque non potevo mancare, perché stasera al Bruno c'è SuperMegaGangBand vol.4, con l'esordio assoluto de La Cripta Crew!
E chi se lo perde, perdìo.

mercoledì 21 aprile 2010

CopaCobain (Ho sempre voluto fare una metacanzone)

Uno pensa che fare una canzone sia una cagata. E spesso è vero. Ti metti lì, due accordi, due rime e il gioco è fatto. Se c'hai anche mezza giornata per registrarla nel giro di un giorno passi dall'idea alla realizzazione. In effetti molte canzoni del mio disco (tipo Poco Dio, El Fret, Cliff, La Fera dei Set, Tex, così come il testo di Tutta Shanghai) sono state fatte così: concepite la notte, assemblate e registrate la mattina. Massima resa, minimo sbattimento. Molto noneso come concetto, cantautorato take-away. C'è di che andarne fieri? Altro che, c'è gente che ci mette un anno a scrivere cinque canzoni. E magari con testi di merda.
Poi però la gente se ne accorge, dice che fai musica demenziale me tre tu non ci vedi niente di demenziale. Ci sono dei luoghi comuni sulle canzoni, delle pigrizie della mente che è ora di sfanculare.
Perchè se una canzone fa anche (sor)ridere non è un pezzo con riferimenti ironici, è demenziale.
Se fa piangere non è un pacco deprescio, è cantautorato.
Se non racconta niente non è insulsa, è introspettiva.
E cossì ci tocca sorbirci testi di merda da mattina a sera. Almeno quelli che scrivono in inglese si tolgono il pensiero di scriver testi decenti, che tanto non se li caga nessuno.
Un testo va valutato per la poetica, per le figure del suono e della lingua che uno impara a usare in anni di testi scritti di merda. E poi soprattutto un testo è quello che racconta. E' inutile continuare a mettere parole a caso o usare termini altisonanti solo perché fa figo. I grandi poeti mischiavano l'oro con la merda e così creavano i nuovi stili.
Uno almeno ci prova.
Finita la pippa, parlo di questo testo. La melodia esisteva, quindi da una parte sei avvantaggiato perché se la melodia spacca sei già a cavallo, ma dall'altra sei vincolato a sfruttare degli intervalli che non sono propri dell'italiano (tipo usare parole corte, rifugiarti nelle tronche, ecc.) ed è una sega, ma si fa.
Per tornare al discorso dell'inizio, c'ho messo dei mesi a metterlo insieme, tipo da agosto ad ottobre, c'ho fogli pieni di pezzi scartati e di quanto cantavo in macchina il giorno che ho deciso di coverizzarla non è rimasto niente di niente, a parte forse l'iniziale sì, come no.
Ciò non vuol dire che smesso col take away, anzi ho in serbo altre facilonerie cantautoresche, alla faccia di quelli che ai testi ci tengono.
Qua sotto c'è tutta la pippa precanzone e poi la canzone. Perchè non le ho divise? Perché non è un videoclip, la seconda parte senza la prima non serve a un cazzo.
Buona visione!

La Piccola Orchestra Felix Lalù
CopaCobain
FARE UNA METACANZONE


martedì 20 aprile 2010

La dieta della bella stagione

Cosa c'è di meglio quando anche in montagna arriva una briciola di primavera? Quella che esce il verde primavera, che i piccioni maledetti ti tubano sul terrazzo (bello no? ecco, poi succede questo), che le braghe e le calze diventano vestitini e la pelle delle ragazze finalmente respira. Cosa c'è di meglio quando succede tutto questo che ritrovarsi a letto che non riesci neanche a ruotare su te stesso dal mal di testa, che solo pensare di alzarsi fa male, che ti tocca chiamare la guardia medica al sabato sera (al sabato sera signori!). Eh, certo, febbre alta + mal di testa atroce = meningite, e oltre al male te la fai pure nelle braghe. Poi arriva la signora, fa tutte le prove del mondo e la soluzione è che c'hai tutto il muco del mondo bloccato nel cervello (non solo metaforicamente) e non scende perché c'hai la cervice del naso messa come il tubo della doccia di una casa di studentesse. Tutte coi capelli lunghi, ovviamente.
La soluzione è la dieta della sinusite. Cortisone a scalare, antibiotici possenti, mucolitico mattina pomeriggio e sera, antidolorifico quando il mal di testa si fa più male (di solito a mezzogiorno). In alternativa aerosol, se c'hai la macchinetta. UnaQuando ti ripigli al massimo ti guardi un film o qualche puntata, finchè non esce il messaggio che non volevi vedere e ti ritrovi, a quasi trent'anni, ad aspettare che arrivi sera per vedere Inter-Barcellona in streaming (qui) con una qualità video che in confronto PacMan è Avatar.
Ecco, la pelle delle ragazze, godetevela voi.

venerdì 16 aprile 2010

BUE/Compiti per casa (vol.4: 20 Fingers feat. Gillette)

Ma quali maestri del rock, del punk e del metal? Chi se ne incula di gente che s'è sbattuta per fare musica cazzuta e non guadagnare un cazzo.
Andiamo direttamente alla fonte. Gente che con idee merda ha fatto i soldoni. In breve, i BUE si trasformeranno in un gruppo cover di disco anni novanta.
Questa è la prima.
Datura, Usura, Snap e Scatman John sono avvisati. Arriviamo.

20 Fingers feat Gillette - (Don't Wanna) Short Dick Man

giovedì 15 aprile 2010

Tutto muore lì

Ok, è vero che ogni giorno muore gente che non ce ne frega un cazzo se non son parenti o amici o parenti di amici. Ogni giorno muore gente innocente (e non) in guerre di tutto il mondo. Ma finchè non schiatta l'amico il vicino o l'amico del vicino non ce ne frega un cazzo. Allora dobbiamo accontentarci delle morti della gente che pensiamo di conoscere. Son morti dolci. Uno si dispiace, si contrisce civilmente e tutto muore lì (da notare il giuoco di parole).
Per mesi niente. Ma sì, è morta Brittany Murphy, la topa di Mickey Rourke in Spun. E' morta di giovinezza, come Heath Ledger, ma chi la conosce. Niente, non muore nessuno, neanche un calciatore che negli anni ottanta hanno imbottito di merda per far cagare comunque, poi di colpo ne muoiono tre in una settimana.
Poi ti rendi conto che la vita è così, che Santi Licheri era veramente vecchio, era vecchio da sempre praticamente, ma un vecchietto simpatico, che Maurizio Mosca c'aveva la cirrosi da una vita (e aveva pure rotto il cazzo ma il fatto che muore te leìo rende di nuovo simpatico)(perchè s'è levato dal cazzo forse, col suo pendolino merda da bar sport) e che nessuno avrebbe detto che Raimondo così tranqui funky sarebbe morto prima dei mulinelli di gambe di Sandra.
Selavì

mercoledì 14 aprile 2010

Trasportatori di materiale fondamentalmente fertile è cosa siamo

Poi noi c'abbiamo questa visione giudaico-cristiana che tutto è costruito per noi uomi e invece no. Noi sfruttiamo la mela, cioè la fruttiamo con malizia, la mettiamo in batterie, la incateniamo con fil di ferro, la ingrassiamo col letame e col veleno poi la insacchiamo e la mandiamo per il mondo per comprarci lo yogurt la topa e il suv. Ma in fondo è la mela che sfrutta noi per portare in giro per il mondo i suoi semi. In questo modo viene cagata ovunque, già bell'e pronta nella nostra ovatta marrone. Un po' come la bamba da Caracas o l'oppio da Mumbai.

The Seed from Johnny Kelly on Vimeo.

Via ||| Ziguline

martedì 13 aprile 2010

A Tim Burton gli fa una pippa

Alice in Wonderland ti ha deluso? Ti capisco. Anch'io mi aspettavo più zinne. Ma non c'è problema. E' lontano il tempo in cui i porni erano smarzi e colle luci smarmellate. Anche il vecchio cazzo in culo ha dovuto cedere alle modernità.
Quindi ecco l'unica Alice che non vi lascerà insoddisfatti.


Sto cazzo di blog si taglia i video? Guardalo meglio qui.

Sul sito ufficiale trovi anche il trailer vero


lunedì 12 aprile 2010

Trento città dell'arte CoCoContemporanea VS Bansky Culo

A Trento siamo tutti bravi a farci i pompini a vicenda. Così quando si dice che a Trento c'è l'arte contemporanea mi vien da ridere. La provincia ci mette due lire e fa la galleria civica, che ha fatto anche cosette carine, per carità (e baciamanina che c'è) ma anche il monumento alla famiglia trentina, con dentro la famiglia media trentina (padremadrefigliofigliaeilcane) presentandolo come la roba più rivoluzionaria che si potesse pensare (certo, nella piazza dei tossici lo è, ma c'è modo e modo di migliorare la vivibilità di una piazza)(e poi pensa se poi i figli finiscono tossici, eheh. E' il rischio di celebrare i bambini prima che crescano). Poi Manifesta7, che ha fatto tante mostre ed eventi e cose (e pure una cosa di Blu a Rovereto che adesso abbattono, se non l'hanno già fatto). Pure qualche obolo per lo sviluppo delle gallerie che dovrebbero (o lo stanno già facendo) tirar su i Caravaggio, i Haring, i Gondry del doman. Ottimo. Arrivederci e grazie. Negli ultimi lustri sono apparsi anche i graffiti, pensa te. Solo che fan cagare. Non solo non abbelliscono, ma sembrano quelli degli anni ottanta a New York (a parte le robe dei The Bocias, tipo quelle che ci son qua dentro, quelle si, ce n'è di fiche). Certo da una terra che sforna continuamente gruppi hard rock anni settanta (massimo rispetto eh) è un passo avanti ma signori, vogliamo fare la città dell'arte contemporanea? Non ce lo possiamo più permettere. A me mi pare (e uso l'a me mi per questo motivo) che l'arte che brucia le anime non sia mai nata dentro alle mura. Io l'arte contemporanea (di tutti i tempi) me la ricordavo scomoda, audace, rischiosa. Son buoni tutti a far quadri e videetti, li faccio anch'io, ma chiamarli arte dai, lasciamo stare. L'arte deve dar piacere ma non basta, allora basterebbero i depliant della festa del vino. Dovrebbe dar fastidio ma non solo, allora basterebbero le tags con colori scelti a cazzo dei writers nostrani. Dovrebbe far pensare. Allora arriviamoci. L'uniche arte a Trento (da vedere eh, musiche è altre cose e altre discorsi) è l'orso del Bruno (solo la parete davanti però) e poi il graffito che sta davanti all'associazione ciechi (pensa te) in corso 3novembre, risalente a chissa quando che dice TRA CHI PARLA DI ROBA E CHI DI ROBA DA VESTIRE. Ecco, lì in mezzo ci sta l'arte contemporanea. Tutto sto pippone per dire che c'è gente al mondo che rischia. Alcuni diventano famosi non facendosi mai vedere, altri fanno i maestri, i grafici, i fruttivendoli. Non dico tutti, ma molti c'hanno la gloria, non quella delle copertine che serve per l'affitto e per i pompini, quella del'ho fatto cose che prima non avevano fatto. Come questi qui di questo film qua sotto che sta arrivando. Son sicuro che i graffitari di Trento sappiano di cosa parla, ma non è mai abbastanza. Non è mai abbastanza. Perché puoi ascoltarti mille, diecimila volte un disco di Jimi, ma potrebbe non servirti per riprodurlo fedelmente. Puoi anche riprodurlo fedelmente, ma potrebbe non servirti, perché nel frattempo in mille sono andati oltre. Usalo distruggilo ma facci qualcosa, no star lì all'inno americano a Woodstock, che Jimi stesso ci scatarrerebbe sopra se non fossse morto nel suo vomito. Questo non solo per rispetto tuo, ma anche per la gente che i muri li deve guardare tutti i dì (Sì, perché nel frattempo ero uscito dalla metafora musicale). Grazie

Banksy's Exit through the gift shop

domenica 11 aprile 2010

Fantasticare humanum est

Incidente aereo: decimata la classe dirigente polacca. Si terranno elezioni anticipate. Non faccio neanche la battuta, stiamo pensando tutti la stessa cosa.
(Mara Mazzoli)