lunedì 12 aprile 2010

Trento città dell'arte CoCoContemporanea VS Bansky Culo

A Trento siamo tutti bravi a farci i pompini a vicenda. Così quando si dice che a Trento c'è l'arte contemporanea mi vien da ridere. La provincia ci mette due lire e fa la galleria civica, che ha fatto anche cosette carine, per carità (e baciamanina che c'è) ma anche il monumento alla famiglia trentina, con dentro la famiglia media trentina (padremadrefigliofigliaeilcane) presentandolo come la roba più rivoluzionaria che si potesse pensare (certo, nella piazza dei tossici lo è, ma c'è modo e modo di migliorare la vivibilità di una piazza)(e poi pensa se poi i figli finiscono tossici, eheh. E' il rischio di celebrare i bambini prima che crescano). Poi Manifesta7, che ha fatto tante mostre ed eventi e cose (e pure una cosa di Blu a Rovereto che adesso abbattono, se non l'hanno già fatto). Pure qualche obolo per lo sviluppo delle gallerie che dovrebbero (o lo stanno già facendo) tirar su i Caravaggio, i Haring, i Gondry del doman. Ottimo. Arrivederci e grazie. Negli ultimi lustri sono apparsi anche i graffiti, pensa te. Solo che fan cagare. Non solo non abbelliscono, ma sembrano quelli degli anni ottanta a New York (a parte le robe dei The Bocias, tipo quelle che ci son qua dentro, quelle si, ce n'è di fiche). Certo da una terra che sforna continuamente gruppi hard rock anni settanta (massimo rispetto eh) è un passo avanti ma signori, vogliamo fare la città dell'arte contemporanea? Non ce lo possiamo più permettere. A me mi pare (e uso l'a me mi per questo motivo) che l'arte che brucia le anime non sia mai nata dentro alle mura. Io l'arte contemporanea (di tutti i tempi) me la ricordavo scomoda, audace, rischiosa. Son buoni tutti a far quadri e videetti, li faccio anch'io, ma chiamarli arte dai, lasciamo stare. L'arte deve dar piacere ma non basta, allora basterebbero i depliant della festa del vino. Dovrebbe dar fastidio ma non solo, allora basterebbero le tags con colori scelti a cazzo dei writers nostrani. Dovrebbe far pensare. Allora arriviamoci. L'uniche arte a Trento (da vedere eh, musiche è altre cose e altre discorsi) è l'orso del Bruno (solo la parete davanti però) e poi il graffito che sta davanti all'associazione ciechi (pensa te) in corso 3novembre, risalente a chissa quando che dice TRA CHI PARLA DI ROBA E CHI DI ROBA DA VESTIRE. Ecco, lì in mezzo ci sta l'arte contemporanea. Tutto sto pippone per dire che c'è gente al mondo che rischia. Alcuni diventano famosi non facendosi mai vedere, altri fanno i maestri, i grafici, i fruttivendoli. Non dico tutti, ma molti c'hanno la gloria, non quella delle copertine che serve per l'affitto e per i pompini, quella del'ho fatto cose che prima non avevano fatto. Come questi qui di questo film qua sotto che sta arrivando. Son sicuro che i graffitari di Trento sappiano di cosa parla, ma non è mai abbastanza. Non è mai abbastanza. Perché puoi ascoltarti mille, diecimila volte un disco di Jimi, ma potrebbe non servirti per riprodurlo fedelmente. Puoi anche riprodurlo fedelmente, ma potrebbe non servirti, perché nel frattempo in mille sono andati oltre. Usalo distruggilo ma facci qualcosa, no star lì all'inno americano a Woodstock, che Jimi stesso ci scatarrerebbe sopra se non fossse morto nel suo vomito. Questo non solo per rispetto tuo, ma anche per la gente che i muri li deve guardare tutti i dì (Sì, perché nel frattempo ero uscito dalla metafora musicale). Grazie

Banksy's Exit through the gift shop

4 commenti:

k.brunnen ha detto...

premesso che la stima che ho per l'arte contemporanea sta in classifica tra i testimoni di geova e i balli country, ma credo che le scritte dagli anarcoloidi sui muri siano molto più contemporary art dei sacchi di sabbia attorno al dante.
gli artisti contemporanei sono scoreggioni orgolgliosi delle proprie puzzette. e i critici le annusano.

Anonimo ha detto...

BEL post ricco! mi ci ficco! :)

ma al monumento alla famiglia trentina forse gli devono attaccare un cartel: "in memoria della famiglia trentina. R.I.P." che i monumenti tante volte li fanno ai morti

Anonimo ha detto...

Secondo me l'arte contemporanea è molto simile alla musica alternativa.Metti il primo pirla che urla dietro ad un microfono e diventa figo,metti il primo pirla che scoreggia in canottiera in cima alla Paganella dentro ad un megafono e diventa un eroe. Dario Turco docet!

shamalaya ha detto...

http://www.facebook.com/home.php?#!/pages/LOOK/162296505080?ref=ts

egli è di trento