Al cinema è tutto più grande. Non lo hanno inventato gli americani perchè al tempo erano ancora delle mezze seghe in via d'espansione ma poi c'hanno preso gusto. Al cinema i capolavori torcono il fiato,i bei film diventano capolavori e quelli meno belli migliorano. Anche le pubblicità migliorano e sono più convincenti. Tutte, a parte quelle regionali. Non tanto per l'accento trentino malcelato o le ambientazioni lowfi: pare che i pubblicitari trentini sembrano dimentichi di vent'anni di evoluzione dell'arte dello spot, come se noi fossimo ancora tutti qui a piantar patate e governar le vacche. La gente non vuole più essere informata, o riconoscersi nella scenetta: ora devi stupirla, e trasportarla in mo(n)di nuovi e barluccicosi. Quelle regionali invece sembrano fatte sullo stampo degli spot MulinoBianco degli anni '80: la scenetta con la gente che sorride. Ma chi ci crede più? Unico spot che funziona, quello di Marcello Carli, candidato per l'UDC alla presidenza del Trentino. Sarà stata la potenza del grande schermo, ma per un attimo ho pensato di votarlo. E non solo io.
Poi, per fortuna, è cominciato Non è un paese per vecchi.
Il film è un capolavoro. Non a livello del Grande Lebowski, tutt'altro tipo di storia, ma gran bel film. A parte il finale. Quando hanno riacceso le luci nessuno sapeva cosa dire, perché nessuno ha capito il senso degli ultimi cinque minuti. Solo uno ha detto Fantastico. Era per fare il figo con la tipina che si era trascinato per fare mostra del suo sapere. Perché sono sicuro che neanche lui ha capito. Dissimulare l'umana frustrazione del non capire con un esclamazione da cinefilo con le piaghe da decubito non è cool, amico. E' miserabile. Se poi per quell'esclamazione hai guadagnato punti e sei anche andato in meta allora hai fatto bene. Hai tutta la nostra approvazione. Non è un paese per vecchi è una gran canzone, lunga e articolata, di quelle con tanti strumenti ben amalgamati, ottimi solisti con stili diversi ma non troppo loquaci, con assoli e cavalcate di note. Che cresce mantenendo vivo il filo rosso sottostante, dura un bel po' ma non annoia. Tutto questo per tutta la canzone, quando tutto si ferma ed esplode in forme che non tornano. Non è John Zorn. E' solo il più becero del free jazz, quello del mi esprimo liberamente e se non capite o apprezzate siete degli ignoranti. Beh, sarò pure ignorante ma in musica come in cinema, il rapporto è a due regista-spettatore. Se il regista vuole masturbarsi il posto giusto è la sua cameretta.
Registi che non si capisce: sarete anche dei geni, e a volte vi apprezzo anche, perchè quello che fate è fantasticoso (Lynch ci campa da una vita) ma non siete fighi. Vi piace provocare sconcerto. E ammettetelo: è pure una via d'uscita comoda. Molto più difficile è invece chiudere una storia con stile.
Registi che non si capisce: le donne che amano non capire, e ve n'è fin troppe, ve lo succhieranno con sacra devozione, ma a me non la date a bere.
5 commenti:
anche a me nn la danno a bere.. intelletuali hè.?! così li chiamano?!
"..Wilma dammi la clava..!"
peccato che non c'ero! stasera cumnietti?
vista la tematica con cui elegantemente hai chiuso il post dovresti dire che non te LO danno a bere.
posso solo dire che intendevo LA semenza
quello che stavo cercando, grazie
Si, probabilmente lo e
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