sabato 9 febbraio 2008

Into the wild

Succede che un ragazzo di buona famiglia si stufa delle venalità, e dopo aver conseguito la laurea tanto agognata dai genitori aerospaziali, si libera di tutti i suoi averi e parte senza dire niente. Scopre l'ebbrezza della nullatenenza ed esplora la Merica, per finire sperduto e soddisfatto nei boschi turgidi dell'Alaska. Un romanzo di formazione on the road per niente beat. Il bello del film che il personaggio non è l'eroe idealizzato che ci si potrebbe aspettare, ma semplicemente un ragazzo che parte, trascinato da un idealismo sfrontato e ai limiti del fastidio. Armato di una tenacia edipica, tentando di scappare dalla civiltà ritrova il piacere perso nell'aridità delle cose solite (di un ragazzo di buona famiglia) sia nella solitudine del vagare hobo che in una serie di incontri che gli fanno capire che le cose solite sono ben altre. E poi il finale che non ti aspetti, che rende la vicenda ancora più succosa.
Succo per l'Alaska però, succo d'agrumo, mica azucar.

1 commento:

matia ha detto...

visto e apprezzato anche qui in pt da un pubblico internazionale(io e mia morosa hihihi)
tutto bene?
ciao