venerdì 8 aprile 2011

FelixLalù loves MetalParty (o anche La vera storia di BastaRock)

La lettera di Nicola Fontana (Fonte per chi non lo chiama per nome e cognome) all'(assessore) Panizza ha provocato, qui e su facebook una serie di interventi tra il realismo e l'utopia. Si parla dei gruppi, dei megaconcerti sovvenzionati, dei locali che chiudono, ma anche chi trova il coraggio e spazio perché evidenziare una cosa che non c'entra un cazzo con l'argomento ma a cui evidentemente tiene.
Fai click sulla foto per leggere, che blogger maledetto me la mette solo così.


Allora, facciamo così, ad uso e consumo di tutti: di seguito la storia del libro BastaRock (che per chi non lo sapesse è questo) e i retroscena sull'ingiusta esclusione di MetalParty (e altre realtà) da tale pubblicazione.

Caro Anonimo,

lascia che ti racconti una storia. Due anni fa (o tre, non ricordo) i Bastard andarono in televisione e di colpo si comincio a parlare sui mezzi di stampa (sempre a sproposito) della scena rock trentina. Nello stesso periodo un'antropologa, Dalia Macii, si trovava a Trento a una presentazione di un libro storico sul Trentino. Si annoiava, come sempre ci si annoia alle presentazioni dei libri. Ha bevuto un paio di bianchi almeno, come sempre si fa alle presentazioni dei libri. Provata dall'esperienza ha provato a incalzare l'editrice dicendole che basta con questi libri sul passato, che il Trentino è adesso e adesso che il rock trentino era sulla bocca di tutti (sempre a sproposito) era ora di fare luce vera su quest'accozzaglia di gente. Un'editrice, Emanuela Zandonai, fiutò la possibilità di fare un instant book. Voleva guadagnar due lire? Certo, è la sua azienda, ma intanto i soldi per la ricerca, la grafica e la stampa li cacciava lei, e se va male son cazzi tuoi (anche perché mamma provincia è troppo occupata a organizzare megaeventi e marchette coi faccioni dei Bastard in prima fila). Questo si chiama, a casa mia, investire coraggiosamente, con speranza ma senza sicurezza di riuscire. Ella investì ste palanche sul fatto che alla gente italica potesse interessare un libro che, a partire dalla popolarità dei Bastard, raccontasse i rutti e le scoregge di tutti gli altri diseredati che suonavano con loro nei baretti. Sia chiaro, senza i Bastard in tv, BastaRock non sarebbe esistito. Allora l'editrice (così come i Bastard) dice va bene, ma come entriamo nei gruppi trentini? L'antropologa, con cui avevo fatto una ricerca per un museo, sapeva che in quel periodo avevo uscito il disco e mi stavo facendo il mazzo a suonare in ogni buco di culo del Trentino con gli altri gruppi della mia "elite". L'editrice voleva che facessimo noi che cazzo volevamo ma che per carità, niente biografie, nomi e cognomi, date di nascita,elenco dei concorsi vinti e a chi cazzo hai fatto da spalla alle 4 del pomeriggio. Questa è roba per i quotidiani locali, lasciamogliele. Serve una ricerca seria, sul campo (per questo l'antropologa, sguardo esterno imprescindibile, e il musicista (con formazione etnografica) come sguardo dall'interno).
Noi proponiamo una serie di temi riguardo la vita delle band come noi e lo chiediamo a tutti.L'editrice propone una trentina di gruppi. Io mi lascio prendere la mano, chiedo a quelli che conosco e ne pesco degli altri da myspace. Alla fine ne contatto cinquanta, più qualcuno che rifiuta. Aggiungiamo, già che ci siamo, interviste a una quindicina di persone attive nel campo della musica: l'abbiamo pretesa noi curatori quella parte lì, per spiegare cosa andava e cosa no secondo la gente che segue o propone la musica.
Siamo a fine giugno di quell'anno lì. Io lavoravo in val di Sole e vivevo in val di Rabbi, la cui posizione centrale ti permette di raggiungere in tempi brevi qualunque sala prove del Trentino. Ne visitammo un po' quell'estate, di sale prove. In tutto quaranta gruppi intervistati, interviste da due ore l'una tutte da sbobinare parola per parola a letto, di notte, in pausa pranzo, di domenica e pure dei giorni di riposo presi apposta. Altre quindici interviste in chat e un'altra decina via mail. E quando hai tutte le interviste, pagine e pagine e pagine di word, è come quando hai comprato i colori e i pennelli, ora devi cominciare a dipingere. Tutto il materiale va riletto, più volte. Devi segnarti e control C e control V le frasi più memorabili. E quelle frasi memorabili poi le devi suddividere per categorie, spiegarle, lottare con Dalia per tenerle o buttarne una che a te piace un sacco. Poi le devi mettere in ordine, queste categorie, scegliere le foto tra tutte quelle invviate dai gruppi, devi spiegare il senso di ogni capitolo e mettere in ordine i capitoli per un libro di cui non c'è modello, non c'è precedente. E' così come ce lo siamo inventato noi, quindi nessun punto di riferimento se non come speri che venga. Il tutto consegnato a metà settembre.Quello che pochi sanno è che è finito nel libro è solo l'un per cento, forse, di tutte le interviste fatte. Tutto il resto è la fonda inutile del mio hard disc. Tempo di realizzazione: due mesi e mezzo. Non sei mesi, un anno, due mesi e mezzo, perché quando comincia il nuovo Xfactor dei Bastard (intendo il fenomeno mediatico Bastard, come detto prima, imprescindibile per la pubbblicazione) si dimenticano tutti e chi cazzo si compra un instant book sui gruppi trentini?
Se faccio il conto delle ore che ho impiegato dietro a quel libro non mi esce forse una paga da raccolta dei pomodori, se mi va bene da raccolta delle mele. Ma non è un problema. L'ho fatto volentieri, di fare di più per mettere dentro più gente che potevo e sinceraamente in pochi hanno ringraziato. Oggi non so se lo rifarei, ma allora ci tenevo.
Poi esce il libro, Bilo degli Attrito si incazza perchè non sapeva dei Bastard in sottotitolo. Ha perfettamente ragione, per lui essere asssociato coi Bastard è un'offesa e questo è perfettamente comprensibile per la sua storia. Io ingenuo l'avevo spiegato solo al suo bassista al telefono e a lui non andava bene e io non lo sapevo. Quindi senso di colpa per aver tradito un compare, e ammenda. Altri che mi vengono a dire che l'editore vuole far soldi coll'underground trentino (io non so, ma l'editoria non mi sembra proprio il campo in cui puoi fare i soldoni, al giorno d'oggi), gente che non si compra neanche il libro in cui è citata, che si lamenta per dieci euro (di cui peraltro io non piglio un cazzo di diritti, sia chiaro, essendo curatore e non autore) quando non ti ci ubriachi neanche, con dieci euro. Poi per promuovvere il disco organizziamo un tour, tentando di chiamare più gruppi possibili, uno sbattimento atomico (tutto aggratis) e c'è gente che ti caga ancora la minchia.
Il risultato è che quell'estate lì è stata la peggiore in assoluto di tutta la mia vita. Non sono uscito manco una sera (a parte quando suonavo), la tipa che frequentavo credo che in fondo mi odi ancora. Alla fine, nonostante l'estratto conto evidentemente più gonfio, ho giurato che mai più avrei scritto un libro, e anche se l'ho fatto e mi piace e mi pare una cosa buona e giusta e spero originale nella sua concezione, io non l'ho manco più aperto e non ho la minima idea di quanto abbia venduto perché mai più ho chiesto niente a riguardo .

Caro Anonimo, t'ho tirato una pezza, lo so, ma anch'io c'avevo dentro sta roba da molto tempo, che mai ho fatto roba per cui m'han rotto di più il cazzo in vita mia. Non è che ti ho raccontato sta storia per dire oh quant'è figo Felix Lalù, quanto s'è sacrificato per la causa perché a me della causa non me ne frega un cazzo. Volevo solo fare un lavoro con professionalità e già che c'ero dare voce a gente come me, a cui tocca rispondere sempre alle stesse domande degli stessi giornalisti. Quanto è babbo semmai, Felix Lalù, che poteva anche sbattersi meno, che tanto la merda sarebbe arrivata comunque.
In mezzo a tutto questo marasma è possibile che qualcuno sia rimasto fuori, dimenticato, ignorato (nel senso che non lo si conosceva). Io me ne assumo tranquillamente la responsabilità, faccio pubblica ammenda e mi prostro ai piedi di MetalParty gridando perdono come il migliore dei terroni per aver dimenticato il vostro sbattimento per la giusta causa del metal. Ma per carità, che mi si venga a fare piagnistei e accuse di lasciar fuori un determinato genere perché a me non mi piace, intanto è semplicemente ridicolo. Farlo in forma anonima è, se permetti, metal. Va bene che di metal in vita mia ho ascoltato solo i Pantera, Roots dei Sepultura il primo dei Korn, il primo dei SOAD, ora gli Shining e poco più, ma discriminarmi in quanto non metallaro (ovvero considerarmi un nemico del metal per presa posizione) mi pare ingiusto e immaturo. Ora so cos'è MetalParty, è cosa buona e giusta, gente che si sbatte per la gloria e ora pronto a rimediare. Porgo l'altra guancia, come la nostra tradizione democristiana impone. Siccome mio padre mi ha sempre detto che un uomo non si nasconde (soprattutto quando fa cazzate) e ci mette il nome, e pure la faccia, su quello che fa, io sono pronto a venire in qualunque luogo voi riteniate giusto che io venga, ci beviamo una birra in amicizia, spariamo cazzate come gente normale al bar, vi faccio una videointervista in cui mi raccontate di MetalParty, ci lasciamo stringendoci la mano e conoscendoci un po' di più, io torno a casa automunito, mi sbatto a montarla (che son ore e ore di lavoro ma ogni promessa è debito) e poi la sbatto su youtube (e parliamoci chiaro ragazzi, siamo nel 2011, a un libro youtube gli fa na pippa).
Attendo risposte. Se possibile in forma non anonima.
Con affetto
Felix Lalù

17 commenti:

Anonimo ha detto...

io non c'entro niente con metal party, mi scazzava semplicemente che no ci fosse dentro...e comunque a me sembra che tu abbia fatto un bel discorso ricco di stereotipi metallosi piuttosto fuori luogo...io mica ti ho detto di prostrarti al metallo e chiedere scusa ai manowar...ti ho solo fatto notare che hai tralasciato un aspetto importante della musica trentina e la cosa mi ha scazzato...e poi ammettiamo che ultimamente se una band suona un genere vicino al metal trova molte più difficoltà a farsi ascoltare che una band che suona mettiamo indie rock...ma non voglio assolutamente fare i discorsi questo è meglio dell'altro o metallari contro truzzi e indie...però ogni tanto si potrebbe pensare che il metal non è solo il ragazzino coi capelli lunghi che fa scale ai 200 all'ora o non è solo il coglione sbronzo con la giacca di pelle, ogni tanto è anche musica da ascoltare e magari anche da capire...bho...

Marcello Mairer ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Marcello Mairer ha detto...

Ma aspetta... Anonimo. Felix ti abbia dato una bella risposta, anche troppo generosa. Mi sembra ti sfugga un dettaglio. Il libro in questione, al di là di chi nomina o dei generi inclusi ed esclusi, racconta una storia, dipinge un affresco di un ambiente umano finora non rappresentato per quello che riguarda il trentino. Anche se non non si nominano i metallari, ma forse mancano anche i jazzisti e quelli che fanno folk e quelli dell'elettronica e i dj, anche se non suonano, quello che racconta è la vita e le situazioni che si vivono facendo il rock a livelli infimi come si fa in trentino.Faccio notare che gli unici professionisti sono proprio i Bastard, gli altri sono tutti dilettanti, qualcuno ha qualche idea buona, altri no. Penso che ogni musicista che suoni in una band, di qualsiasi genere e tipo,e abbia un minimo di esperienza di concerti possa ritrovarsi rappresentato in un libro come questo e farsi anche delle belle risate.

Per quello che riguarda il metal nello specifico non mi sembra un genere emarginato, ha un suo bel circolo e forse è il genere meglio organizzato a livello locale. Il problema semmai è che è chiuso in se stesso come genere e anche come mentalità, nonchè come orizzonte musicale.

Ayeye ha detto...

Marcello Mairer.

Che gli unici professionisti siano i Bastard è un'affermazione MOOLTO discutibile(per usare un eufemismo). I Bastard sono i più noti,sono bravi e hanno dei bei pezzi,ma per favore non diciamo che sono gli unici professionisti perchè è una grandissima fesseria e nemmeno che gli altri non hanno buone idee. Prendi i Supercani,i Vetrozero o Anansi ad esempio ( per fare tre nomi a caso). Anansi è un professionista a tutti gli effetti. A parte che vari "dilettanti" hanno una qualità molto alta e non sono professionisti solo perchè non ne hanno lo "status". Per il resto il problema in Trentino è proprio che non c'è mai stato molto contatto tra la scena "indie" e quella "hard rock-metal"; non so per quali motivi. Comunque si può sempre rimediare! Siamo ancora in tempo!

Rock on a tutti

Ayeye

Anonimo ha detto...

Professionista è chi fa qlcs pagato e vive di quello e basta. Se non sai l'italiano, studialo.

Ayeye ha detto...

Perchè non ti firmi anonimo?. Professionista nel post qui sopra pare inteso nel senso che "sono gli unici a fare musica per lavoro" e che quindi non ci sia nessun altro ad avere una certa qualità

Se vuoi insegnarmi l'italiano impara a scrivere in italiano e non da bimbominkia. Il significato di qlcs mi rimane oscuro

Ayeye o Enrico

alberto frapporti ha detto...

Dio mio ragazzi, mi sembra che si stia perdendo tempo a vedere chi ce l'ha più lungo e chi non lo ha! come diceva il buon marcello, se devo pensare a gruppi e situazioni non menzionate ne conto a bizzeffe, e sicuramente migliori di parecchi gruppi rock locali. capisco lo scazzo di non apparire, sicuramente fosse stato un lavoro di un anno il buon felix lalù si sarebbe sentito anche le mie critiche (costruttive, non di disprezzo, perchè ha fatto comunque un lavoraccio gratuito per pagarsi il paradiso)ma in due mesi e mezzo è già tanto non essersi limitati ai conoscenti. chissà, magari se le persone invece di guardarsi le punte delle scarpe girassero ad ascoltare anche altri generi (a me non piace particolarmente il metal ma in un anno avrò assistito in regione ad almeno cinque concerti) e non si confrontassero solo nella loro ristretta cerchia allora forse si potrebbero aprire migliaia di discorsi interessanti, riflessioni, confronti, chissà, anche collaborazioni (a me è successo, musica popolare e rock, come nel mio caso, non è proprio un abbinamento che detto così possa sembrare immediato, eppure sembra abbia prodotto cose interessanti, magari solo per pochi o solo a parere mio, ma ne sono felice, in fondo basta cercare il confronto...conoscere). detto ciò, se smettiamo di difendere il proprio orticello e si cerca di valorizzare tutta la musica, cercare di conoscere di più e esserci quando fanno quei pochi concerti, forse le cose potrebbero davvero cambiare. il resto, continuo a pensare, sono solo seghe mentali.

Anonimo ha detto...

No ayeye od Enrico, profesionista nel post qui sopra E' inteso "che sono gli unici a fare musica per lavoro" cioé nell'unico modo in cui può essere inteso, la qualità non centra una mazza. Uno può fare musica con le scoregge e venire pagato. Ecco, se vive di quello è un professionista. Meglio bimbo minkia (con la kappa da vero ggiovane) che ignorante. Apri un dizionario d'italiano valà...Io non mi firmo perché sono un cazzone proprio come te che non ha un cazzo da fare a qst'ora...P.S. qst vuol dire quest' se non c'arrivi

Anonimo ha detto...

ciao felix sono bilo,tanto per iniziare non scrivo mai a queste cose dei blog,ecc......preferisco sempre parlare a voce,ma visto che mi hanno raccontato questa cosa e mi hai chiamato in causa scrivo questo post in completa amicizia,ovvero non fate come i soliti trentini medi che poi partono con le cattiverie,ecc,o leggono solo quello che volgiono leggere.......
vorrei correggerti su una cosa a me non dà assolutamente fastidio niente dei bastard,anzi ognuno è libero di intraprendere la miglior strada che crede,ecc ecc...oltretutto non li conosco e neanche me ne frega qualcosa.....quello che mi ha dato fastidio felix (tranquillo i tradimenti nella vita sono ben altri) è stato il fatto della mercificazione della cosa,ovvero per un sacco di tempo ti chiesi come questo libro doveva uscire e per un sacco di tempo la risposta vostra è stata così "questo libro parla di tutta la scena,ecc in forma generale "compresi i bastard di cui sicuramente ne fanno parte mi auguro e per i quali non mi sono mai sentito offeso se fossero stati nel libro o accostati a me/noi,ma che scherziamo!!!!.,....due giorni prima o poco prima dell'uscita mi avete presentato questa cosa.......il titolo cita l'underground dei bastard sons of dionisio.......onestamente sarebbe stato più bello scrivere l'underground trentino (tutti compresi,metalparty,bastard,attrito,ecc ecc ecc)......inoltre felix aggiungo che alcune frasi riportate da noi sul libro non sono quelle che ci sono sul registratorino che hai usato durante l'intervista.....sai che noi su stè cose ci teniamo....tipo leggo che noi avremmo detto nel libro che abbiamo suonato con i sick of it all a milano.......in realtà noi avevamo detto che anche se suonassimo a milano con i SOIA la nostra attitudine non cambierebbe mai e sarebbe sempre la stessa......capisci non si parla di bastard o altre cose....qua tutti noi attrito pensavamo di uscire per una cosa e poi quando il libro è uscito era tutta un'altra.......cioè come è possibile che a me hai sempre detto che il libro si chiamava l'underground trentino.....non dirmi che non hai sempre saputo che poi si sarebbe chiamato in un'altra maniera e onestamente mi ricordo le tue parole quando mi hai riferito cosa ti aveva proposto il tuo redattore sul fatto di quanto era conveniente mettere il loro nome,questo a copertina già fatta....
comunque felix un abbraccio ti voglio bene non preokkuparti....invece di perdere tempo su queste cose qua dei blog o in battibecchi stupidi....organizziamo,suoniamo,aiutiamoci tutti.....ma veramente......di un libro se ne dimenticano tutti di una serie di bellissimi concerti o eventi vari se ne ricorderanno sempre tutti ma se fatti con unione e amicizia senza cattiverie........tutti compresi fosse per me.....

Anonimo ha detto...

dimenticavo......il mio parere è che tu avevi in mente una gran cosa...ovvero fare un libro del genere...il problema è che non te l'hanno lasciato fare come volevi.....questo è quello che penso perchè purtroppo certa gente non gliene frega nulla di quanto si sbattono alcune persone,ma sono interessate solo ai soldi e ai ricavati.....

bilo

blame ha detto...

concordo con bilo. alla fine è risultato una nuova commercialata che per vari/stupidi motivi ha escluso molte cose che alla fine contano ed hanno pesato molto piu di tante altre. nessuno te ne fa una colpa, ma è logico che se si fa 1 libro sulla scena trentina si prende tutta la fottuta scena trentina ;)
si parlava tra il resto di metalparty, oramai defunto, qualcuno ha pure detto che il rock'n'folk si è bloccato ed è vero. cmq, per 2 anni ha portato piu di 4000 persone a botta GRATIS ad un fest che in confronto il gods of metal dell'anno scorso è una pippa da sfigati, e sinceramente nn conosco altri festival rock che abbiano fatto tante presenza in trentino dal 1821 sapete? e nn è stato citato. felix MERDA! hahahah
cmq il buonismo che impera mi fa cagare eh.

Anonimo ha detto...

Ehi felix, dai un'occhiata qui


http://it.wikipedia.org/wiki/Cerchiobottismo

Tom Violence ha detto...

@ Anonimo (l'ultimo)
se si fosse trattato di cerchiobottismo metalparty sarebbe stato menzionato, magari solo di striscio per poter dire di averlo menzionato.
e poi Felix non doveva esprimere opinioni su quanto detto, ma solo documentarsi e riportarlo poi sul libro, quindi ecco un secondo motivo per cui non si può parlare di cerchiobottismo.

cq ha detto...

hei felix, cerchiastocazzo
spero di incontrarti prima o poi così mi dai la benedizione, c'è in giro la voce che vuoi diventare il santo protettore della scena trentina!

Felix Lalù ha detto...

Allora facciamo una roba

a me del rock trentino in generale non me ne frega un cazzo
me ne frega di andarli a vedere, sti gruppi, per vedere se spaccano o se fan cagare

non do benedizioni. non ho influenza sulla gente (e non mi frega di averla) c'ho solo un blog dove scrivo robe che alcuni leggono, un blog che la gente è libera di leggere come no. se scrivo cazzate basta smeettere di leggere no? è così che funziona
il libro ha scontenttato gente? bene. sinceramente ho rispetto solo di quelli che me l'hanno detto in faccia (come bilo ad esempio) e che mi hanno dato la possibilità di spiegarmi, se ci si era capiti male

ma poi sinceramente il libro è passato e me ne frega poco o un cazzo, anche se fa brutto

quel che conta è la ponta onta e la ponta onta sono i tre gruppi che porto in giro e la gente con cui condivido il palco e pure la gente che ti guarda e (come dice giustamente bilo) che quel che resta sono i concerti e non certo un libro e manco un blog
la gente che dal divano pontifica, critica, ne sa, si lamenta per robe di tre anni fa tipo essere rimasti fuori da un libro che disprezzano, che si firma anonimo e parla per metafore può farmi uno shampoo allo scroto

http://www.youtube.com/watch?v=x6YkEUPKEX4

max ha detto...

Puttana che cattiveria...
Pensavo di essere io l'ultimo stronzo del rock dei "veci" trentini... invece vedo che l'attitudine trentina al piagnucolismo è sempre accesa.
Tutti si diranno: ma chièl sto sfigà che interviene così? Savral tut lu...
Sono Max della Sonà e degli SdA... uno sfigato qualunque.
Anch'io voglio dire la mia: senza X Factor il rock in Trentino (Bastard compresi) sarebbe rimasto conosciuto solo in Trentino.
Anche se non mi piace il modo con il quale siamo usciti musicalmente verso il mondo, dico semplicemente che ci voleva (soprattutto per i ragazzi di Piné che se lo meritavano data la gavetta!).
Sul libro (visto che in questo post si parla di quello) credo che ovviamente tutto non poteva entrarci e le cose scordate sono parecchie. I vecchi gruppi che sono in stand by ma che a volte ritornano, non ci sono.
Io sono citato sotto i Putiferio invece che sotto gli SdA ed è perché gli SdA sono in stand by (veci punto e basta!) e non sono stati menzionati! Ma chissenefrega.
E' Naturale. Chi paga è l'editore e chi l'ha fatto (il Grande Felix) non voglio neanche pensare che abbia tralasciato qualcosa volontariamente.
Per fortuna che c'è stato il libro però, perché tante cose non si sarebbero sapute.
Forse chi è in giro sui palchi da 10 o 15 anni le sa, ma chi ha 17 anni e vuol suonare, Basta Rock è una gran finestra su quello che è stata la scena e le storie.
Sulla scìa di Basta Rock (visto che il nome è un po' rubacchiato dalla casa di Pietra ;-)), la Sonà sta organizzando una pubblicazione (in mente da anni) sul Rock nella Busa negli ultimi 20 anni.
Te n'avevo parlato Oscar e ci sentiremo ovviamente (o nostro guru!) ma lo dico già a tutti che chiunque vuole partecipare alla cosa (anche sol per dir che nel '91 aveva un gruppo figo magari metal tipo in una cantina a Varone) scrivete qui oltrasuoni@libero.it
Per chiudere sta pippa... credo che meno ciacere e più collaborazioni senza puzza sotto il naso tipica del Trentino, porterebbero la nostra scena molto lontano.... fino alle orecchie di Panizza.
Nessuno pensa ad un lavoro tipo in un consorzio o una cooperativa o na roba del genere che dia lavoro a qualcuno per fare da regìa o promuovere gruppi e eventi in Trentino. Sbattimento ce ne sarebbe ma chi lo vorrebbe fare di mollare il proprio lavoro e buttarsi in questo?
Pochi... ghe scommetto.
Io subito anche se c'ho un bel lavoro.
Però il mio rimarrà un bel sogno.... e ora sotto a chi mi sputtanerà!
Ciao
max

Anonimo ha detto...

Nel libro non hai inserito nemmeno i teroldeg stones, è palese che hai qualcosa contro il teroldego. Perché?Cosa c'è sotto? Ti paga lo spumante ferrari? vergogna.