domenica 30 novembre 2008

Connivenze/Coincidenze

I miei zii mi han lasciato l'incombenza (o il piacere) della loro casa mentre loro se la spassano in Tailandia. Tornano venerdì, o meglio tornerebbero, se l'aeroporto di Bangkok non fosse occupato dall'opposizione di governo. Mal che vada prolungano le vacanze, che disgrazia.
Caso vuole che mentre loro sono reclusi in vacanza qui in Val di Rabbi c'è la più grande nevicata da non so quanto, perlomeno da che ho memoria. Stanotte ho lasciato la macchina in paese e son risalito per un chilometro nella neve fino alle ginocchia. Poi di giorno passo il mio tempo a spalare. Quando ho finito di fare il giro ce ne son già altre due dita dove ho iniziato. Silenziosa come Silent Bob, implacabile come Schwarzenegger.
Questo è un aggiornamento scattato a mezzogiorno e un altro qualche minuto fa.

Mi sembra di essere quelli della Flainet, la squadra di Holly e Benji che aveva la maglia rosa come la Juve a volte, che viveva in montagna e si passavano il tempo a togliere la neve dal campo per poter allenarsi, col risultato che erano una squadra di mediani, corridori senza l'asso che avevano tutte le altre (a parte David Flanaghan, che era una buona ala, ma sicuramente non all'altezza degli altri.). Lì servivano per dimostrare la forza del collettivo mentre gli altri facevano palla lunga e pedalare. Comunque questo non c'entra.
A prescindere dalla Flainet, qui c'è dio che guarda giù e bercia e chi m'ammazza ammè?

martedì 25 novembre 2008

Il fulmine sbarluccicoso

Non trovavo parole per descrivere quello che abbiamo vis(su)to martedì scorso. Verona, Interzona, unica data italiana dei Lightning Bolt, con spalla gente più vecchia ma altrettanto controcazzuta come Ovo, duo theaterthrash o qualcosa del genere, e Zu, di cui abbiamo già scritto qui.
Dicevo, mai visto un concentrato così piccolo di energia. Questo è il video che meglio esplica.



Io ignorantemente non li conoscevo, è stato Johnny a consigliarmeli.
Una botta di vita, ma meno costosa. Anche i video non sono niente niente male.

Lightning Bolt

Live in Indonesia




2 Moro Moro Land




13 Monsters




Vile House




Dracula Mountain

lunedì 24 novembre 2008

Eremo con wireless

Da poco più di una settimanella sono confinato nella casa dei miei bisnonni in val di Rabbi (più precisamente qui). Un accogliente eremo con la wireless. Ho passato quasi due anni della mia vita qui ma mai d'inverno. Questo è il paesaggio di quando sono arrivato, rimirando San Bernardo e Ceresè dalla finestra della cucina.

Poi è successo qualcosa che ancora non mi so spiegare. Credo che di sopra stessero festeggiando qualche evento particolare in compagnia delle polverine che danno il buonumore. Forse qualcuno ha mancato di rispetto al sacro vassoio. Forse è entrato lo spiffero del nord. O più probabilmente il solito coglione (San Tommaso presumibilmente) ha starnutito al momento giusto e tutto il bendiddìo (è proprio il caso di dirlo) si è libbrato nell'aere celeste, più come in una scena di Matrix che in una boccetta col duomo di Milano, con gli occhi nella disperazione dei convivianti. Fatto sta che poi è caduto tutto, in preda a chissà quale forza di attrazione verso il basso. Il tutto nel giro di mezza rivoluzione terrestre.
Il risultato è questo.


Ciò mi rende (se possibile) ancora più isolato, considerando il fatto che se il sole non arriva - e lo farà verso l'epifania - la neve sbarluccicante mi terrà compagnia finchè non ridiscendo.

Al più presto nuove nuove dal fronte.


domenica 23 novembre 2008

Basilico con gradi

Ho ritrovato queste ricette che consideravo perse. Non so se interessa a qualcuno, scriverle qui è un modo come un altro di non perderle definitivamente. Il liquore al basilico è molto buono, la grappa basilico e limone ancora di più. Chiedete pure a Fabbio, quant'è bbuono. Dopo essersene scolato un discreto quid (non tutto in una volta) il buon compare millanta da mesi di portare il vero basilico da Genova (e più precisamente dal quartiere del basilico, un po' come farsi portare il fango da Abano), tanto che noi, aspettando come coglioni, ci siam persi il basilico indigeno (che schifo!) e per quest'anno niente liquore al basilico. (Sì, è vero, una volta l'ha portato, ma il viaggio l'aveva smosciato, e sappiamo che il liquore pretende basilico macho)

Vabbè, ad uso e consumo di urbi et orbi, eccola, la ricetta, direttamente dal ricettario di Luisa, la mamma di Irene.

Liquore al basilico

- 1 litro di alcol a 95 gradi
- 80 foglie di basilico (mi raccomando, del medesimo quartiere di Fabbio)
- 700 grammi di zucchero
- 1 litro di acqua distillata

Preparare un infuso con l'acqua distillata quasi bollente e le foglie di basilico fresche.
Lasciar raffreddare e riposare per un giorno.
Filtrare e unire l'alcol e lo zucchero.
Aspettare due giorni, durante i quali agiterete spesso il recipiente.
far stagionare 4 mesi in cantina.


Grappa limone e basilico

- 1 litro di grappa
- 30 foglie di basilico
(mi raccomando, del medesimo quartiere di Fabbio)
- la scortza di un limone
- 5 cucchiai di zucchero

Mettere in un vaso le foglie di basilico fresche e cospargerle con lo zucchero.
Chiudere il recipiente, agitare un po' e lasciarlo riposare un giorno.
Versare la grappa sul basilico e aggiungere la scorza di limone.
Lasciare in infusione 4 settimane in cantina.
Filtrare e consumare dopo 2 mesi di stagionatura.



sabato 22 novembre 2008

E Rael sia

Proprio l'altro giorno si conveniva col compare Fabbio che di tutte le religioni c'è capitata la più comoda. L'unico sbattimento è andare una volta in settimana per un'ora in un posto dove c'è gente che conosci. E poi puoi anche comportarti male, tanto poi ti confessi e con qualche pateravegloria (da recitare anche internamente, sulla fiducia) tutto torna magicamente come prima. Pensa a un musulmano, che deve pregare ciunque volte al giorno, e nella direzione giusta se no non vale, non può bere, non può mangiare speck (quindi neanche un segalino con speck e formaggio), deve digiunare un mese anche se fa il muratore e una volta nella vita andare in un mega villaggio vacanze al caldo con la sabbia che ti soffia negli occhi. Questa è passione (nel senso del patire), questa è vera devozione. Poi il premio non è il supremo svacco del paradiso ma uno stuolo di femmine, vuoi mettere?
Io nella mia ignoranza mi tenevo comunque il cattolicumine: la macchina è stretta ma ha tutti i comfort. Poi ho visto la puntata de Il Testimone, il programma di Pif, sui raeliani (grande puntata, vedersela!). Rael si che è uno con la riga in parte. Lo rapiscono gli alieni, gli mostrano un mondo lontanissimo e perfetto, questo torna, dice hei, c'è un mondo perfetto di là. Facciamo una religione che bisogna cercare la felicità e facciamo l'amore libero! In terra, Maometto, in terra. Rael è uno furbo? Macchè, un genio, e pure gioviale (e ti credo!).





Per vederle meglio, qui.

venerdì 21 novembre 2008

Doppia Coppia!

E' bello quando scopri che due tuoi amici si mettono insieme.
La SubPop è l'etichetta per cui i Nirvana incisero il primo melvineo Bleach, gran disco, una roba tipo un carillon con una bella musichetta che va alla metà della velocità.
I Flight of The Conchords sono il mio gruppo preferito. Si autodefiniscono il formerly New Zealand's fourth most popular guitar-based digi-bongo acapella-rap-funk-comedy folk duo. Se i Tenacious D sono grandi, loro sono i Tenacious Z.
Ecco, se la fanno con la SubPop (sono molto oltre il limone), e questo è il primo video tratto dal loro album, Ladies of The World, una canzone d'amore per tutte le donne del mondo, proprio tutte. Il video rispecchia esattamente l'atteggiamento scanzonato/smarzo ma coi controcazzi dei nostri. Ci sono le scene in cui si vedono solo i piedi che fanno numeri coi pattini, altre in cui cantano ma si vede solo il busto come nei film smarzi o anche Autumn in New York, altre ancora in cui pattinano ma si vede che è malaccio. Le migliori son quando fanno le acrobazie e le loro facce son messe li col computer.

giovedì 20 novembre 2008

Ve lo ricordate il righello da 20?

E' molto probabile che questa roba sia già passata su mille altri blog, da Beppe Grillo fino all'ultimo degli indignati, ma mi preme riproporre i videi-verità mediat(ic)a di Piazza Navona.





Questo per due motivi.
1. Perchè è bene ricordare. Ora che la maggior parte della gente ha una videocamerina in tasca, ora che il tubo è libero e accessibbile ognove e le immagini raggiungono più gente uno pensa che l'indignazione possa crescere. Invece no. Governo e polizia ti prendono per il culo come prima. La differenza è che ora le immagini ci sono, ma comunque le guardano solo gli indignati e quelli che guardano Annozero. Niente di nuovo sotto il sole dunque, ma già che ci siamo ricordiamo, che non fa (quasi) mai male.
2. Perché bacia manina che qualcuno s'è sbattuto a raccogliere e mettere le didascalie. Quindi grazie, massimo rispetto, somma ammirazione, grazie. Solo che a me m'ha scassato sto fatto del dividere sempre il mondo in due: i buoni/cattivi, fascisti/comunisti, cappuccino/macchiato.
Il TG2 dice che nel corteo ci sono studenti sia di destra che di sinistra, ma guarda caso quelli pestati non sono studenti o cittadini che manifestano pacificamente, ebbene sì, sono compagni.
Quelli che pestano non sono stronzi infami violenti boriosi senzaddìo e screanzati cittadini che (sotto lo sguardo orgoglioso delle forze dell'ordine) pestano altri cittadini senza motivo alcuno, punibili in quanto tali. Quelli sono fascisti. Non capisco. E' peggio un pestatore o un pestatore fascista? (Walter de Il Grande Lebowski direbbe che son meglio i secondi, perchè almeno hanno un'etica)
Il terzo video poi son solo immagini sacrosante ma con una canzone punk e fastidiosissima dei Los Fastidios che inneggia all'antifascismo. Io son riuscito a finirlo solo perché avevo grande motivazione. Che senso ha farcire sempre tutto di fazioni quando si vorrebbe che queste infamie senza colore dovrebbe vederle tutti anche mia nonna, anche mia cugina e la lattaia che ha chiuso?
Fascio infame/ti nascondi ed alle spalle mi colpisci con le lame/non ti fai vedere in faccia non serve a niente/con la tua puzza di merda ti distinguo tra la gente è una bella nenia, divertente, unisce ma ha rotto il cazzo anche a chi si sente di sinistra. Siamo sempre fermi al confronto masculo che si fa col righello da 20. E' da lì che è ora di muoversi.

venerdì 14 novembre 2008

Piquetitos + Felix Lalù - Pierpaolo Conte/Disco Disco Disco (split single)

Ferve l'attività domestica dello Studio di Registrazione La Ostia, in procinto di spostarsi sulle montagne. Stavolta è passata la compare Paola aka Piquetitos, recando seco una tastierona della Korg pesante quanto uno yankee di 13 anni. E proprio lo strumento obeso ci ha dato l'imbeccata sopra cui abbiamo aggiunto aggiunto aggiunto finchè le canzoni sembravano scoppiare non poterne più. Per i testi invece c'era pigrizia e poi il mondo è pieno di gente bulla che scrive no?
Per ora di cena La Ostia aveva già sfornato due pezzoni nuovi di pacca, due finte canzoni originali ma anche due finte cover.

Il primo pezzo si chiama Pierpaolo Conte. Il titolo nasce dalla contrazione di Paolo Conte e Pierpaolo Capovilla, gli autori dei testi. Adesso non è che sto li a scrivere quali canzoni, quale album, quale anno, ecc., non siamo nerd fino a questo punto. La canzone è che autunnale è dire poco.
La seconda si chiama Disco Disco Disco ed è molto più allegra, per fare da contraltare alla somma tristeza della prima. Fa molto circo, molto affrica anche. Il testo è del buon Vasco, dei tempi in cui forse le canzoni se le scriveva ancora lui. Forse.
Buon ascolto!

Piquetitos Felix Lalu - Pierpaolo Conte/Disco Disco Disco (split single)


mercoledì 12 novembre 2008

Artigianato Rulez

Mi scrive il compare Matia (si con una t, e allora?). Viene da quei paesi veneti che reclamano autonomia, ma poi è partito per ammore per la Portogallia. Pare che la vita gli sorrida, niente di meglio. Mi scrive così:

uff che non posso mai sentirti liiiive

in un corso dell uni qui che si chiama officina di tecniche artigianali dobbiamo fare un oggeto in argilla basato nella tradizione portoghese

il mio artigiano di riferimento é lui: mi sembra di ritrovare incredibili somiglianze conle tue opere (opere si scrive con virgolette o senza?) é in pt ma credo si capisca ciaociao matia

Obrigado Matia, scoprire gente bulla è sempre un piacerone. Il tipo è uno con la riga in parte. Lui sì che sa che l'arte non è altro che l'artigianato inutile. Il vecchio Joaquim la sa lunga e fa le cose col cuore e coi coglioni, un po' per sè e un po' per il mondo.
Se ti piace ci sono un mucchio di artisti che fanno °*("opere")*° del genere. L'art brut è l'arte degli ignoranti, l'arte di chi se ne frega di sapere se fa arte o se si sta solo divertendo con le cose del mondo. Somma invidia per l'ignoranza.
Qui c'è un bel po' di roba.
So che sei abbastanza intelligente da sapere che il discorso del quello lo so fare anch'io non funziona tanto. Appunto per quello è difficile. Cosa certa è che te la godrai, e non poco, a farlo.
In bocca al lupo cumpà!
Un abrazo
Oz

p.: credo che il mondo giri così. opere si scrive con virgolette se l'artista non vende (per scelta sua o del resto del mondo), quando invece vende si scrivono senza: potere del sistema.
Nel mio caso credo si possa scrivere """opere""".

martedì 11 novembre 2008

Sega Evolution pro

Ma chi lo dice che gli oggetti non sono importanti, che non migliorano la vita? Dopo lo straordinario successo de il rosario elettronico, il Felix Lalù of Giving Advices, ha scovato l'oggetto che cambierà per sempre i tuoi momenti di comunione più intima.

(facciamo che se sei donna cambi il genere da sola, ok?)
Sei stufo di fingere che una mano (e per di più tua) sia una figa della madonna?

Sospetti che la signorina sexy che ansima come una cavalla dall'altro lato sia in realtà una cinquantenne frigida che fa la calza per un'amica del bridge?
Ritieni (anche se in disaccordo con la tua compagna) che l'amore a distanza non costituisca tradimento in sè?
Ti senti soli mentre ti masturbi?

Ecco la soluzione a tutti i tuoi problemi.

La Nintendo ha creato Oi e Oo, le sue nuove interfacce erotiche.

Create dalla Università Bauhaus di Weimar (la cazzo di Bauhaus? Bah) Oi ed Oo sono due interfacce plug and play da inserire nel controller della Wii: per lei a forma di vibratore e per lui a forma di anello. Queste due periferiche trasformano i movimenti della mano in sexy vibrazioni, anche a distanza di chilometri.

Non che si faccia meno fatica, ma sputaci sopra...

lunedì 10 novembre 2008

Thanks to be (Washington) DC

Io non c'ho mai creduto, ma l'escalation delle Lega mi aveva preoccupato, e non poco. Ero lilì per farmela in mano. Ma i trentini è gente prevedibile. Se da una parte hanno dimostrato di non essere diventati leghisti da un giorno all'altro (anche se la Lega ha preso più del PdL, azz), hanno comunque confermato di essere i democristiani di sempre.

Ora manca solo sapere chi saranno le nuove tette da mungere. Chissà che non impari anch'io, invecchiando.
Bah


Ecco i risultati

giovedì 6 novembre 2008

Non è poi così negro

Ero davvero interessato a sapere chi avesse vinto. Così interessato che ieri manco mi ricordavo cazzo. E non è sarcastico, lo ero davvero.
Insomma alla fine ce l'ha fatta. Il primo negro alla guida dell'impero, come in Independence Days o qualche altro film che non ricordo. La realtà raggiunge la fantascienza, come con il cellulare, il controllo totale, la Wii, le macchine volanti, i viaggi nel tempo. Sarebbe bello se ci fosse anche Kuato.
Comunque, e mi sembra un'ovvietà, non è poi così negro come lo si descrive.
Good luck, cumpà. Come si dice in valle, ades corghe drè!

venerdì 31 ottobre 2008

El dia que vino Juan Saliquet

La vita è così. Ogni tanto esce la matta, a sconvolgere la mano.
Qualche settimana fa, durante la raccolta delle mele in Val di Non c'è uno fermo davanti al magazzino delle mele. Mi ferma con accento spagnolo e mi chiede se mi serve aiuto. Racimolo il mio castellano e gli rispondo a modino. Si chiama Juan, è madrilegno, ha superato la trentina da qualche primavera e cerca lavoro. Gli dico è dura, quelli dell'est ci fanno il culo a tutti noi latini, su e giù pei piòli. E a me mi serve nessuno dico, che noi si raccoglie in quattro, ma se vuoi c'è mia sòrrata lì al baracchino dove passano i campesinos che ti può mette na bbella parola. Gli dico chao, che in spagnolo si usa solo per accomiatarsi, que tengas suerte tio! Trova lavoro al mio paese. A fine raccolta incontra Rupi, un catalano che vive in Val di Non, che lo imbìta a casa sua. Juan defatica qualche giorno nell'unico pezzo di Spagna in valle. Un giorno gli racconta che ha conosciuto uno di Casez, con la barba, che parla spagnolo. Rupi tira fuori una mia foto e mi chiama. Il giorno dopo, ieri l'altro, Juan scende a Trento. Piove abbestia e lo porto con me all'agenzia delle entrate. Facciamo due chiacchie, scopro che è artista, dipinge. A Madrid non si vende granchè, dice, ha deciso di fare la raccolta per poi farsi un giro. Il Mantegna a Mantova, Firenze, forse Roma. Mi racconta della sua esperienza con le mele: il tipo l'ha fatto lavorare come un negro e l'ha pure pagato poco, bestemmiandogli dietro quanto basta e avanza. Però Juan è contento, la raccolta gli ha risvegliato le mani. Ha imparato la tecnica di raccogliere tre mele alla volta con la stessa mano. Io gli dico bella scoperta zio, qui i bambini lo imparano alla catechesi, ma lui è fiero, e ne ha ben donde. Alla fine l'ha pure ringraziato nonostante tutto, il capo stronzo. Rupi gli ha detto che sono musico, salendo in ascensore mi dice che gli piace cantare, improvvisare. Io gli faccio de puta madre hombre. Mangiamo un pasto italiano all'ora italiana e poi vediamo cheffare. Il tempo è veramente merda, piove come se dio avesse scoperto che c'è Divina candidato. Gli faccio dai proviamo a cantare qualcosa, è intimidito, allora tiriamo fuori la boccia di Jerez Fundaciòn che Demis ha portato per le registrazioni di She's in a coma. Ce n'è ancora tre quarti. Juan ha una voce della madonna e lo stile soulfunky che non t'aspetti da uno spagnuolo, lo piazzi lì a cantare e non si ferma più. Facciamo la base, canta qualcosa, poi ricanta qualcos'altro senza sentire la voce di prima e al finàl rimezcliamo tutto per vedere quello che salta fuori. Canto alla cieca, sperimentazione. Juan è così preso dalla cosa che fatta una canzone non ho neanche il tempo di salvare le tracce che mi incalza, versandomi chupiti ambrati di fuoco. Ci fermiamo solo cinque minuti quando stormi di uccelli neri spennellano il cielo come un buon effetto della DreamWorks, robe che è bello non lavorare così riesci a vederle e dan gusto alla vita. Alla fine della boccia lo Studio La Ostia ospita otto dico otto nuove tracce.

LA OSTIA
Registrazioni Artigianali

è lieta di presentare:

JUAN SALIQUET y FELIX LALU'
LA TECNICA DE LAS TRES MANZANAS

(2008 - LaOstia°°2)

Juan Saliquet y Felix Lal� - La tecnica de las tres manzanas





Magari più avanti la metto da scaricare. Per ora ascoltatevela qui.

sabato 25 ottobre 2008

She's in a coma feat. Wice e Demis

Continuano le registrazioni del primo long playing de La Piccola Orchestra Felix Lalù. Il titolo è ancora in via di definizione: dopo il postmoderno AgroGroove e l'ambiguo Hai lasciato la porca aperta, il titolo provvisorio attuale è l'eretico Lalù c'ha dio in panchina, ma non è da escludere un'altra dozzina prima del definitivo. D'altronde manca poco, le registrazioni son quasi finite.
La cosa si è presto trasfomata in un Pavarotti & Friendz per magri. Non che escludiamo gli obesi, semplicemente nascondiamo le torte della nonna.
In questo video potete vedere i compari Wice (The Bastard Sons of Dioniso) e Demis (Absinth Effect), strappati alle rispettive e cazzute band per un duetto inedito, calati nell'accogliente atmosfera domestica del LA OSTIA STUDIO con una gustosa boccia di jerez e chiamati ad inventare un testo sulla base martellante di "She's in a coma".

martedì 21 ottobre 2008

Al ritmo di dio

Ti è mai capitato di sentirti solo mentre preghi?
E di recitare i misteri gaudiosi al posto di quelli dolorosi?
Senti che la tua litania non segue il vero ritmo di dio?
Il rosario classico ti sfugge dalle mani sudate?
Sei senza dita e non riesci sgranarlo?

Problema risolto cumpà. E' arrivato il Rosario Elettronico con cuffie!

Il Rosario Elettronico con cuffie, prodotto in Italia dalla ditta PREX, è un innovativo apparecchio di dimensioni ridotte, comodo e portatile.
Dotato di cuffie e tracolla, il santo rosario è recitato da una voce femminile e da un coro di persone che risponde.

Il rosario digitale PREX dispone di un pulsante per selezionare il giorno della settimana desiderato, ciascuno con i suoi misteri. Semplicissimo da utilizzare, il rosario elettronico può essere ascoltato come riflessione oppure si può rispondere alle Ave Maria come di consueto.
Per tutti, il rosario digitale è utile per chi viaggia, per chi vuole pregare in movimento (auto, treno,aereo, ecc.) ed è consigliato per anziani o ammalati.

Compralo qui


Grazie a Elena per la segnalazione

lunedì 13 ottobre 2008

Giorgio va pian, che l'è en vedro

Quando Lupin sta per morire Zenigata va in para e cerca in tutti i modi di salvarlo. Perché? Perchè non si può vivere senza la propria nemesi. Perché il gioco è nell'eterna lotta delle parti. Perchè anche quelli che odi sono un punto di riferimento. Cosa farebbe Tex in un mondo senza cattivi? Probabilmente si consegnerebbe al bricolage, ma questo non c'entra.
Se le rockstar muoiono è lo stesso, ci risparmieranno le cagate bolse della vecchiaia Quando invece sono gli stronzi a mancare per un attimo il mondo sembra più bello e giusto, poi invece scopri che è un peccato, perché vederli invecchiare ha un che di macabro e piacevole.
E poi con questi succede sempre che appena da morti son beatificati. Se in fondo questi leader dellìodio sono uomini con contraddizioni e scarti improvvisi e una vita vera, le loro versioni beate e santificate diventano oltremodo pericolose in mano alla folla sconsiderata e becera e in balia di delfini senza coglioni e spesso sfigati, allo sciacallaggio di una leadership grassa e vacante.
Mentre vedere Bossi post-ictus che parla con metà corpo è meglio che vederlo glorificato, Haider che si schianta andando a manetta come un James Dean crucco e xenofobo lo farà solo finire più in fretta sulle t-shirt commemorative.
Io non me la perdo.

giovedì 9 ottobre 2008

Blog Action Day 2008: Poverty

Il mondo si rivolta come un calzino. A WallStreet dove cagano i soldi dal culo l'han fatta fuori dal vaso, guadagnando vendendo i debiti della gente. Un paradosso? Un controsenso? Vai a dirlo agli autisti negri delle limusine, che adesso portano i turisti ugandesi in risciò per due nichelini. Niente paura cumpà, la Merica ci mette la pezzona.
Ma hey, non è mica abbastanza signori.

Il Felix Lalù Institute of Giving Advices ha preparato un piano di salvataggio.
L'occasione è il Blog Action Day 2008, che ha come tema la Povertà.


Blog Action Day 2008 Poverty from Blog Action Day on Vimeo.

Ormai i soldi sono out. Ormai i vucumprà, i senzatetto e gli zingari sono poveri obsoleti. Ci hanno già provato ad aiutarli, e non funziona. I precari sono troppi, non vale la pena. I ricchi sono i nuovi poveri. I brocker i nuovi hobo. Bisogna tornare ai cari buoni vecchi aiuti umanitari.
Hai una bottiglia di champagne avanzata dall'ultimo capodanno? Un barattolino di caviale che serbavi per la visita del capo? Tua moglie ha una pelliccia avanzata dagli anni 80? Un bambino negro adottato in Vietnam che non puoi più mantenere?
Combatti la nuova povertà! Invia questi beni di prima necessità ai nuovi poveri. Il Felix Lalù Institute of Giving Advices glieli consegnerà all'attico sotto il ponte di Brooklyn.
Un nostro collaboratore a progetto passerà sotto casa vostra il 15 ottobre a ritirare la merce. Fatelo pure aspettare, tanto non lo paghiamo a ore, eheh.

Prenotatevi qui sotto: scrivete cosa potete donare! Anche un misero Swatch Rolex può fare la differenza.

mercoledì 8 ottobre 2008

Firma anche tu per la lingua ladina nonesa solandra eccetera, non parlerai più un vile dialetto

La lingua è un dialetto con un esercito. La lingua è una fotografia immobile (o in carrozzina) di un momento. Una volta che la scrivi si ferma lì. Pensa all'inglese, che si scrive come si parlava molto tempo fa, e adesso è una sega perché la fonetica non corrisponde più alla grafia. La lingua è mezzo di comunicazione ma anche strumento di potere. Il dialetto è il cugino di campagna della lingua: sempre un po' più indietro con le mode, ancorato al paesello e vede la lingua come quella che sa, che gli insegna la vita di città, le nuove musiche, le nuove droghe.
Il dialetto va preservato? Boh: cinicamente: tutto deve morire, a partire dai nonni, quindi muoia anche il nonno dialetto.
Ma se vogliamo preservarlo come facciamo? Il dialetto è fluido, è l'acqua del fiume, mentre la laingua, quella scritta, quella codificata, la cristallizzazione del fiume, il triste fiume d'inverno. Se preservarlo equivale ad usarlo anche a dispetto della sua connotazione negativa (dialetto=ignoranza) è presto fatto. Basta farlo: morto chi lo fa, muore (giustamente) anche il dialetto.
Se invece vogliamo preservarlo come si fa con i dialetti del potere allora dobbiamo codificarlo, ma allora quale variante di dialetto teniamo? Ad esempio, come già detto in altro post, in Val di Non uovo si dice in 7 modi diversi. Qual è l'uovo giusto? Qual è il vero nònes? Come lo dico per non sembrare uno sfigato che parla il dialetto del dialetto. Usiamo il dialetto del capoluogo? Ma se gli stessi capoluoghesi concordano il loro dialetto è il meno puro.
Mi giunge da Michele (a cui va un sentito grazie cumpà, onore al merito per lo sbattimento, ce ne fossero..) questo link per il riconoscimento della lingua nònesa.
Dotti e linguisti inscrivono la nostra parlata nella sfera della ladinità. Mio padre direbbe che no serve mia far i studi no. Io che non ne so niente non c'ho messo molto a notare che il ladino parlato assomiglia troppamente al nòneso dell'alta valle. Vuol dire che avrò più possibilità di farmi una ladina, un giorno.
Quindi io firmo. Io firmo tutte le petizioni che mi danno. Di solito l'effetto che hanno è ingrassare l'industria del riciclo della carta. Questa volta invece nessuna spesa in più per il pianeta.
Firma anche tu.

Ma a cosa serve riconoscerlo? Nessuno sa spiegare bene il perché. Una superficiale ricerca del Felix Lalù Institute of Giving Advice ha scoperto che il riconoscimento della lingua nonesa porterà infiniti benefici.
Riconoscere il noneso farà risalire lungo il torrente/fiume Noce soldoni sonanti dalla lasciva disponibilità della provincia per studiare la lingua, insegnarla eventualmente nelle scuole, far musei, doppia segnaletica, gare di poesia, composizioni musicali, tesi di laurea (in fin dei conti qualcosa potrei mungere anch'io) e magari una paginetta sul L'Adige, per sentirci ancora più autonomi (oltre ai politici, che strumentalizzeranno ineluttabilmente il prezioso lavoro del nostro Michele).
Tutte cose che volendo si possono fare senza grandi spese e senza tante celebrazioni.
Che poi la gente che lo parla non riesca a leggerlo questo è un altro discorso. Andranno edotti>>>>>>>>more and more contributi, dear mother provincia.

martedì 7 ottobre 2008

I sunti vol.7: ecco spiegato l'arcano di "Sono della Val di Non"

«È entrata subito nell'orecchio della gente che ci ascolta ai tendoni durante le feste paesane, ci è stato chiesto di inciderla per ascoltarla in automobile». La «Valium» ha dunque «ingaggiato» l'assessore provinciale Franco Panizza (compaesano di Portolan) come manager. Panizza ha contattato i vertici della Cassa Rurale di Tuenno Val di Non e l'Azienda di promozione turistica: «Perché non produrre dei dvd per promuovere la valle a livello nazionale?» «Non chiediamo alcun compenso - illustra Portolan, che di professione è agricoltore -, per noi l'importante è che il singolo venga distribuito il più possibile, in maniera gratuita poiché le spese sono coperte dagli sponsor. Ma l'obiettivo più ambizioso è far diventare «Io sono della Val di Non» la canzone che accompagna la promozione della valle resa famosa dalle mele. «La mia idea, che ho condiviso con l'Apt - svela Panizza - è di stampare dvd con percorsi cicloturistici ed enogastronomici che potrebbero diventare più interessanti agli occhi dei turisti, se accompagnati dal video musicale in cui tra l'altro si possono ammirare le bellezze storiche e naturali».
(L'Adige, 15/12/2007)

Vedi articolo originale

Grazie Igor Portolan
Grazie Valium Band
Grazie Franco Panizza
Grazie APT Val di Non

La Val di Non tutta ringrazzia

lunedì 6 ottobre 2008

Il pendolarismo dei puttanieri

Sabato davanti ad un locale solandro un tipo ava del suo Mercedes decappottabile e di come ha fatto tranquillamente il passo del Tonale un giorno che nevicava di brutto, tornando da Bergamo. Si era recato nella ridente cittadina lombarda in cerca di compagnia, letteralmente "a troie, o mejo al night".
Si dice dei puttanieri che abbiano una forte propensione al pendolarismo, per via del controllo sociale. Uno di Verona viene a Trento (e viceversa) così almeno non rischia che il collega o l'amico o peggio, il vicino di casa, lo becchi con le mani nella marmellata. Quindi donne e buoi dei paesi tuoi ma troie dei paesi suoi.
Si parla tanto dell'impronta ecologica, di camion che viaggiano vuoti e di quanto incidano sul riscaldamento globale. ma nessuno ha mai pensato ai puttanieri. Questi si fanno i chilometri solo per pocciare e tornare indietro, anche se la qualità delle professioniste autoctone è presumibilmente la stessa.
Come ovviare a questa fuga di capitale verso l'esterno? In che modo convincere gli indigeni a godere delle puttane nostrane (ancorchè straniere) in modo da non inquinare il pianeta?
Il Felix Lalù Institute of Giving Advices stavolta non ha nulla da proporre. Son cazzi loro. E anche nostri. E poi qui sui monti io non sputerei tanto sopra al riscaldamento globale, col freddo che fa.