
La lingua è un dialetto con un esercito. La lingua è una fotografia immobile (o in carrozzina) di un momento. Una volta che la scrivi si ferma lì. Pensa all'inglese, che si scrive come si parlava molto tempo fa, e adesso è una sega perché la fonetica non corrisponde più alla grafia. La lingua è mezzo di comunicazione ma anche strumento di potere. Il dialetto è il cugino di campagna della lingua: sempre un po' più indietro con le mode, ancorato al paesello e vede la lingua come quella che sa, che gli insegna la vita di città, le nuove musiche, le nuove droghe.
Il dialetto va preservato? Boh: cinicamente: tutto deve morire, a partire dai nonni, quindi muoia anche il nonno dialetto.
Ma se vogliamo preservarlo come facciamo? Il dialetto è fluido, è l'acqua del fiume, mentre la laingua, quella scritta, quella codificata, la cristallizzazione del fiume, il triste fiume d'inverno. Se preservarlo equivale ad usarlo anche a dispetto della sua connotazione negativa (dialetto=ignoranza) è presto fatto. Basta farlo: morto chi lo fa, muore (giustamente) anche il dialetto.
Se invece vogliamo preservarlo come si fa con i dialetti del potere allora dobbiamo codificarlo, ma allora quale variante di dialetto teniamo? Ad esempio, come già detto in
altro post, in Val di Non
uovo si dice in 7 modi diversi. Qual è l'
uovo giusto? Qual è il vero nònes? Come lo dico per non sembrare uno sfigato che parla il dialetto del dialetto. Usiamo il dialetto del capoluogo? Ma se gli stessi capoluoghesi concordano il loro dialetto è il meno puro.
Mi giunge da Michele (a cui va un sentito grazie cumpà, onore al merito per lo sbattimento, ce ne fossero..) questo link per il riconoscimento della lingua nònesa.
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Dotti e linguisti inscrivono la nostra parlata nella sfera della ladinità. Mio padre direbbe che
no serve mia far i studi no. Io che non ne so niente non c'ho messo molto a notare che il ladino parlato assomiglia troppamente al nòneso dell'alta valle. Vuol dire che avrò più possibilità di farmi una ladina, un giorno.
Quindi io firmo. Io firmo tutte le petizioni che mi danno. Di solito l'effetto che hanno è ingrassare l'industria del riciclo della carta. Questa volta invece nessuna spesa in più per il pianeta.
Firma anche tu.
Ma a cosa serve riconoscerlo? Nessuno sa spiegare bene il perché. Una superficiale ricerca del Felix Lalù Institute of Giving Advice ha scoperto che il riconoscimento della lingua nonesa porterà infiniti benefici.
Riconoscere il noneso farà risalire lungo il torrente/fiume Noce soldoni sonanti dalla lasciva disponibilità della provincia per studiare la lingua, insegnarla eventualmente nelle scuole, far musei, doppia segnaletica, gare di poesia, composizioni musicali, tesi di laurea (in fin dei conti qualcosa potrei mungere anch'io) e magari una paginetta sul
L'Adige, per sentirci ancora più autonomi (oltre ai politici, che strumentalizzeranno ineluttabilmente il prezioso lavoro del nostro Michele).
Tutte cose che volendo si possono fare senza grandi spese e senza tante celebrazioni.
Che poi la gente che lo parla non riesca a leggerlo questo è un altro discorso. Andranno edotti>>>>>>>>more and more contributi, dear mother provincia.