sabato 22 novembre 2008

E Rael sia

Proprio l'altro giorno si conveniva col compare Fabbio che di tutte le religioni c'è capitata la più comoda. L'unico sbattimento è andare una volta in settimana per un'ora in un posto dove c'è gente che conosci. E poi puoi anche comportarti male, tanto poi ti confessi e con qualche pateravegloria (da recitare anche internamente, sulla fiducia) tutto torna magicamente come prima. Pensa a un musulmano, che deve pregare ciunque volte al giorno, e nella direzione giusta se no non vale, non può bere, non può mangiare speck (quindi neanche un segalino con speck e formaggio), deve digiunare un mese anche se fa il muratore e una volta nella vita andare in un mega villaggio vacanze al caldo con la sabbia che ti soffia negli occhi. Questa è passione (nel senso del patire), questa è vera devozione. Poi il premio non è il supremo svacco del paradiso ma uno stuolo di femmine, vuoi mettere?
Io nella mia ignoranza mi tenevo comunque il cattolicumine: la macchina è stretta ma ha tutti i comfort. Poi ho visto la puntata de Il Testimone, il programma di Pif, sui raeliani (grande puntata, vedersela!). Rael si che è uno con la riga in parte. Lo rapiscono gli alieni, gli mostrano un mondo lontanissimo e perfetto, questo torna, dice hei, c'è un mondo perfetto di là. Facciamo una religione che bisogna cercare la felicità e facciamo l'amore libero! In terra, Maometto, in terra. Rael è uno furbo? Macchè, un genio, e pure gioviale (e ti credo!).





Per vederle meglio, qui.

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