Il sabato che non ti aspetti, a Trento. Quattro concerti quattro la stessa sera: Rosolina Mar e Nurse al Bruno, Supercanifradiciadespiaredosi al Paradiso, Dj berlinese + flauto spagnolo al Wallenda e festa mensile della Sonà, con Mamalbao et al.
Robe da angoscia della scelta, qui nelle Alpi.
La mia, di angoscia della scelta, mi ha reso esule. Così, con Fabrizia e David siamo scesi nella nerissima Verona a bordo della gloriosa Skoda, ascoltando modernità e parlando, con divieto di nòneso, dell'idea di organizzare un torneo di morra in una moschea. Tanto per metterlo nel culo alla Lega, che se lo merita. Sempre.
Premetto che sono cresciuto con i gruppi tupatupa, quelli del sudore che cola sulle prima file come una girandola da giardino, dove la condivisione degli umori non è solo metafora, dove la batteria non è solo il cuore pulsante della canzone, ma dà tono, stile ma soprattutto accenti alla canzone tutta.
Perchè gli accenti sono importanti: avete presente la gente senza accento alcuno? Io non li sopporto. Tanti si vergognano del proprio accento e tentano di sciacquarselo di dosso con la carta vetrata. C'è da capirli: certi accenti abbelliscono quanto un naso adunco. Ma gli accenti dicono da dove vieni e dove hai vissuto. Non sono cose di cui ci si libera senza scialanza. La gente senza accento parla neutro e diventa subito monotona.
La batteria è l'accento della canzone. Solo che nel frattempo il mondo di è evoluto e la batteria sembra dover fare la miserabile fine della lettera scritta a mano, sostituita da macchine più precise, meno ingombranti e che scoreggiano meno dei loro corrispondenti umani.
Ma andiamo con ordine.
My Awesome Mixtape
Ad aprire il palco ai più blasonati c'era questo nuovo gruppetto chitarra-tastiera-tromba-violino-voce. Devo dire che i ragazzotti la sanno lunga: non posso dire di aver sentito una canzone pallosa, le melodie sono azzeccatissime, non fanno cose nuove ma le rimesolano bene, cantano quasi tutti e sono coinvolgenti. Ma i ma sono ma pesanti e li vado ad elencare:
- forse sono io ad essere abituato ai gruppi indie come gente sporca e sudata, gente che non usa deodorante, ma questi sembravano saltati fuori dalle grucce, belli puliti e stirati, del tipo mamma esco a fare un concerto, mi stiri la mia maglietta degli Offlaga?
- con tutto il rimestare motivetti le canzoni sembrano tutte uguali, per quel che fanno violino e tromba, lo poteva fare anche una tastierina. Magari con gli anni faranno il passo in più ma per il momento no.
- le canzoni sembrano tutte uguali, sempre a palla, come se togliere fosse un disonore.
E qui esce proprio il discorso di prima. Se avessero un batterista invece della macchina il tutto sarebbe più fluido, e parrebbe più vario. Così sono solo il gruppo indie che fa molto bene la sua cosa ma si ferma lì. A me sembrano una via di mezzo tra gli At the Drive-In (e non per la chioma che il cantante non ha più) e Raffaella Carrà, per quello che può voler dire.
OfflagaDiscoPax
Si presentano con tutto il nuovo album più qualche vecchia (Kappler, Enver, Tono Metallico Standard, Tatranky e una Robespierre lieve), gli Offlaga: due musicisti poco più che venticinquenni attorniati di chitarre, bassi, tastierine e bottoni di ogni sorta, più un recitatore quarantenne con la panza e dall'aspetto ordinario, che recita immobile come una busto di Lenin. Recita con l'intensità e l'invasatezza di chi si dimena, ma dentro, Max Collini, alternando un cinico sorriso da Gioconda a sguardi da cavia da laboratorio Acme.
Anche loro sono sprovvisti di batterista, ma in questo caso la mancanza si fa sentire poco, che le basi sono varie, e soprattutto valide, di quelle con gli accenti cazzuti. Cambiano spesso strumento, quelli dietro, e tramano e ordiscono melodie semplici ma valide, con i crescendi e i scendendi nei punti giusti, che senza il cantato non è poi così facile. Condiscono la voce come l'aceto balsamico, con vigore e personalità. Non sto a parlare delle canzoni, che le sinossi non rendono. Che rispondano a verità ha anche poca importanza. Che riflettano e raccontino un ambiente spesso 70's e compagna neanche tanta di più. Sono racconti brevi, cicchetti di vita sinceri e poco autocompiaciuti, e questo ha già più importanza. Ho sempre creduto a chi non ti vuole insegnare niente. Più che un concerto un'esperienza: assistere a un reading del genere nel 2008 è speciale come ricevere una lettera scritta a mano.
Loro si che ce l'hanno, gli accenti.
Eccone un assaggio
La reporter e compare Fabrye ha pure fatto le foto.
3 commenti:
un tot di commenti in sto blog eh? superseguito
beh, se lo tenessi solo per essere superseguito dovrei smettere, come il 98% dei blog, ma non ho la gente col forcone che mi incita a scrivere
è solo il prodotto dell'ozio
ah, ps: grazie del commento, pregno
beh se lasciassi i commenti per essere pregni dovrei davvero credere nelle cavolate (cioè il 98% delle cose scritte) di sti blogghettini, ma non ho gente col forcone ce mi incita a scrivere commenti pregni, grazie a dio.
do you?
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