sabato 2 aprile 2011

La fuga dei cervelli

Il reggae è bello, solare, positivo, veicola messaggi condivisibili e sostiene consumi naturali ed ecocompatibili, nonchè uno stile di vita scialla che il mondo dsarebbe meglio eccetera. Certo anche è che il reggae ha rotto il cazzo, come tutte le divise: il levare, le good bibratia, i dread, il chilum, non se ne può più e su questo non ci piove.
Non sono mai andato al Rototom ma è altrettanto sicuro che sia una megafesta coi controcò. E la festa, dai tempi immemori, è il rito più potente che c'è, per noi povere scimmie senza pelo. Anche in antropologia la festa e il sacro sono considerati concetti BFF. Quindi perdere un festone del genere è come se venissero i cinesi con dieci elicotteri cargo e si portassero via il Colosseo, per dire. Con la differenza che questo l'abbiamo mandato via noi.
Guarda qua, discreto pubblico, così ci autocommiseriamo il quanto basta.

2 commenti:

oscar ferrari ha detto...

è che a volte a perdersi qualcosa, ce la si gusta di più

bastian contreras ha detto...

Ma il reggae senza Babylon & ganja & Jah & robba positiva non sarebbe forse un mondo più bello e più migliore? Esiste?