domenica 3 aprile 2011

Di quando una stronza gli parcheggiò sulla schiena


Descrizione della scena:
Un trentenne passeggia per il centro città. In cinque anni non ha mai passeggiato in centro di domenica pomeriggio. Per timore di che, si chiede. Oggi lo fa perché la farmacia di turno è quella di piazza duomo, invisibile sotto i portici, che deve comprare le droghe per la gola della sua donna. Effettuato l'acquisto (19 euro detraibili dalla dichiarazione dei redditi) passa di fronte a un'edicola aperta. Si ferma a leggere lo strillone con la prima pagina del quotidiano locale. La notizia è questa: un padre suo conterraneo che educa i figli col bastone e la carota, dove il bastone e la carota sono la stessa sostanza. Si pone delle domande sulle abilità educative di questo suo fratello di terra e pensa che in fondo ci sono violenze peggiori, ma legali, che vede continuamente genitori che hanno rovinato boci tra le mura di casa e nel rispetto della legge. Nel momento in cui pensa sente una botta dietro la schiena e cade in avanti come i giocatori accosciati nelle foto delle squadre di calcio. Pensa allo scherzo virile di un cumpà, che l'ha visto accovacciato come un culo (gli uomini non si accovacciano) (semmai si accosciano).
E invece non sono i tacchetti del cassano di turno a fargli assaporare il porfido di Albiano, bensì il paraurti grigio metallizzato di un macchinone grigio metallizzato che si ferma (per carità) solo dopo avergli tranquillamente parcheggiato sulla schiena. Ancora a terra il trentenne dà tre colpi sulla carrozzeria costosa del macchinone, per avvertire della sua umile presenza dietro il mezzo euro6. Si rialza e vede scendere dall'auto una cinquantenne bionda, evidentemente residente, che toglie un bambinodi cinque anni e dal sedile posteriore come fosse la borsa del Poli. Lui la guarda e poi guarda me cercando la salvezza che solo un'adolescenza dedita alle sostanze psicotrope potrà garantirgli.

Dialogo:
Trentenne: Signora, mi stava parcheggiando sulla schiena.
Cinquantenne: Non serve battere sulla macchina per questo.
T: Signora, le ripeto, mi è venuta addosso con la macchina. Uno scusa sarebbe bastato.
C: Non è comunque un buon motivo per battere sulla macchina. E poi non è vero. Ho guardato e non c'era.
T: Certo che non c'ero. Stavo leggendo lo strillone, ero accovacciato. E lei ha fatto retro sulla mia schiena.
C: Non è vero.
T: Signora, non la voglio fregare, non mi sono fatto niente. Ma porca puttana, bastava una scusa, è una questione di educazione.
C: Non è vero, lei non c'era.
T: E allora mettiamola così (rivolgendosi al figlio cinquenne): tua madre è una stronza e anche una maleducata. Un giorno ti ricorderai di quello che ti ho detto e penserai che avevo ragione.
(esce l'edicolante)
Edicolante: Allora, smettila di importunare la signora.
T: Le stavo dicendo che mi ha parcheggiato sulla schiena.
E: Se è successo veramente allora chiama i vigili, non importunare la signora.
T: A me bastavano le scuse, non me ne frega un cazzo dei vigili. Non mi sono fatto un cazzo, vabene? Comunque vaffanculo, e buona domenica.
(Il trentenne prende e se ne va. Si chiede se è meglio un padre che ti premia in sostanze psicotrope o una madre che si comporta maleducatamente nonostante l'evidente torto? Che ne dice Piaget, di questo? Che ne pensa Don Milani? Poi pensa che a volte è bene imparare come i cani e la sua prima esperienza di Trento by Domenica gli può bastare per almeno un altro lustro)

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Tutto ciò è fantastico.
Non il suv intervertebrale, ma il fatto che esista qualcuno che la pensi così. Rock on!

markus ha detto...

io una volta sono andato addosso al vigile con la panda.. avevo il vetro sporco e sto stronzo era in mezzo alla strada... tirite en banda no!?...

K.Brunnen ha detto...

grazie a questo tuo post mi hai fatto ricordare un memorabile articolo apparso su Cuore (sì quel giornale verde desinistra anninovanta), dal titolo inequivocabile "il Puttanone".
Dovrebbero metterlo nelle antologie delle medie, così educhiamo questi figli a sopravvivere nella giungladasfalto popolata da gentedimerda.
Recuperato sul maggico web, eccolo:
http://www.onemoreblog.it/archives/001681.html

Anonimo ha detto...

In piena ottica silviastra, tu sei il pezzente comunista, lei è la donna cogli zebedei, arrogante e menefreghista, sempre e comunque all'insegna del NEGARE TUTTO, SEMPRE E COMUNQUE (e perchè se gli ammacchi il suv, il marito la mena).Che dirti, amico che leggi accovacciato,speriamo nel pargolo, forse sarà tuo seguace un giorno.

Anonimo ha detto...

ti dico solo tre parole, che dovrebbero farti capire quant'è pericoloso il mondo:
volante. donna. bionda.

pero ha detto...

PorcoDIO che caora... ston mal a pensar a quant che l'è caora

sergio ha detto...

Mi na volta al semafaro rosso o'
supera'en pulman ,ai centra en
bigol de vigile,ma dit casso non te
mai vist, come? no,tociapa in
pieno...
Sergio.P.

Anonimo ha detto...

Orripilo, il figlio diverra' siguro collo stronzo tatuato in da core. Mamma+donna+suv uguale brambilla (nip remix)