lunedì 7 aprile 2008

Ieri a EcoArt #1

I clochard non vanno in vela, che serve moneta (possibilmente non) sonante. Questo è un dato di fatto. Tutti sono d'accordo, meno uno. Francesco Ghizzo, ingegnere da Conegliano Veneto, con il solo ausilio di un testo sulla vela e dell'osservazione, s'è ingegnato e si è inventato un sistema per applicare la vela su un canotto qualsiasi, il velotto. Ieri a EcoArt ci ha spiegato come funziona. Basta applicare la struttura e le due vele e si solcano le onde del vento, in culo a LunaRossa.
In mattinata si era anche andati a Revò a vedere la draga abbandonata sulla secca del fiume, ma pare che la draga, 52x8 metri di ferro e ruggine, che pare si possa velare. Poi si è recuperata la chiatta con cui va a zonzo e si è pensato a come velarla, per solcare i mari del lago da veri bulli. C'erano anche due ragazze dell'Università di Pisa che stanno facendo un progetto multimediale in valle. C'era anche il sindaco di Tassullo, interessato e in tenuta informale. Fa un po' strano vedere un sindaco che viene a guardare incuriosito e non a smorzare la curiosità parlando. Forse è la cosa più audace che possa fare un sindaco.
Al parlamento poi s'è parlato dei lavori da fare, di come convivere con feste formicaio proprio li accanto, se non dentro, la Citta dell'Utopia, di come collaborare e di come spiegare al variegato popolo del lago il progetto che si sta portando avanti e la filosofia che sta dietro.
Un piccolo esempio: c'erano dei pezzi di legno levigati dal lago e raccolti l'anno scorso col sudore delle gote, tutti con forme particolari ed evocative. Stavano accatastati ordinatamente in mezzo alla Città, divisi per grandezza, a disposizione e in attesa di collocazione. I campeggiatori ne hanno bruciato quasi la metà. Eppure si vedeva che non era legna da ardere, e il bosco è ne così pieno che ci inciampi, basta fare due passi in più. E' così difficile spiegare che uno stesso personaggio che ieri stava lì con noi ne ha usati alcuni per alimentare il fuoco del parlamento, sotto gli occhi di tutti. Me ne sono accorto solo alla fine perché ci ho visto un legnetto a forma di testa di cane che avevo già notato nella catasta. L'ho tolto dal fuoco con un calcio. Artur, il cane epilettico di Mirco, s'è pure bruciato con le braci.
Non ho saputo dirgli niente (all'uomo), che in effetti non è poi così ovvio. C'è da trovare modi. La strada è ancora lunga, ma la comunità è preziosa.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ciao!!! Che bello veleggeremo nell'oceano del lago!! Non vedo l'ora :D Dai che di legni artistici ne è pieno il lago ne troveremo tanti anche con il velotto!!
ciao ciao
Baby