Ritorno a Maastricht e la cittá é piena di bandiere rosso-giallo-verdi. Ci sará un megafestival postnatalizio e rastafariano, essendo l'Olanda il paese piú rastafariano d'Europa. Un megafestival con spiaggetta e venticiello e sole, anche finti, e ritmi in levare e nuvole di fumi e good bibration.
E invece no, é solo la bandiera del carnevalecht dev'essere anche degno di nota, secondo le voci, con giorni e notti di bagordi collettivi e chiusura delle azziende, ma che io non vedró.
Se mi si concede un'osservazione che sarebbe meglio non concedermi, sembrano dimenticare, gli amici olandi, che il carnevale é il luogo dove succedeono tutte le cose che non possono succedere gli altri giorni,la negazione in atto dello stato delle cose. Tutto il contrario di quello che può rappresentare una bandiera. Il carnevale sono tutti i colori, non é che puoi prenderne tre e dire questi sono i colori del carnevale. E' come dire improvvisa ma solo con il Mi, il Fa e il Si. In fondo peró la coerenza é solo il pretesto che la gente che non vuole puntare il dito usa per puntarlo senza la spiacevole sensazione del sentirsi in colpa.
Dopo questa sparata da intellighentius posso togliermi gli occhiali da nerd e il sorriso stupido da sapiente e tornare a parlare di culo e di merda, e dell'anima che la conserva. In fondo a carnevale si divertiranno pure gli olandesi. Pare che la contraddizione intrinseca della loro tradizione non li turbi punto. O forse è proprio per questo che bevono veleggiando verso la perdizione. Me li immagino, lui vestito da san francesco ingroppandosi con furore biancaneve, entrambi nella sacra estasi carnevalesca, in un vicolo scuro dietro le mura, quando le cose cominciano a vibrare veramente, e san francesco di punto in bianco si ferma, estrae il dono del nonno farfugliand oin preda al semen retentum: "no... non possiamo, capisci... la storia dei colori del carnevale che ho letto su quel blog mi ha fatto pensare... non dovremmo farlo".
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