Su Beppe Grillo si può dire di tutto, partendo dall'impegnato populista fino al furbo (e al molto furbo). A me arriva la newslettere già da mò, e devo dire che a volte è molto interessante a volte una gran sega. Se n'è parlato tanto un mesetto fa e debbo dire che quello che lo ha analizzato più acutamente è daniele luttazzi, quello che ne ha parlato più intelligentemente è il buon johnny (hell) mox, mentre freddie nietsche (che è pure intelligente) ha fatto un po' troppo lo snob, dicendo che Grillo no perché è becero. Ecco, Grillo sarà pure becero ma serve eccome, purtroppo, perché come spiegava il saggio serial killer Kevin Spacey allo sbirro supponente Brad Pitt (Brad, quando imparerai a fare lo sbirro come John McLane!) in Seven "per attirare l'attenzione della gente non puoi più fargli un toctoc sulla spalla, devi colpirli con un maglio". E in questo senso due artisti (della comunicazione) come Daniele Luttazzi e Marco Travaglio (che sono, ahimè, molto più intelligenti e acuti di Grillo) sono toctoc sulla spalla, fin che hanno accesso a poche persone alla volta. Ma Travaglio diventa maglio rovente qui, e non sta al telegiornale, purtroppo. Sta al tanto vituperato (quanto ignorato) V-day. Quindi ben venga il V-day se, tra le populisterie salta fuori un po' di informazione.
Perché spiegare cosa succede in Italia è un po' come illustrare le parentele di Beautiful (quello stava con quella ma prima stava con la madre e allora è anche zio di sua figlia e poi si fa la figlia e allora è pure nonno di se stesso, ecc) come qui (parte 1 e 2).
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