giovedì 7 marzo 2013

CONCLAVE TOUR - Il sunto (Parte Prima - Galeter, Montichiari)

 

Giovedì c'è riunione di lavoro poi lavoro col disagio poi la prima data del Conclave Tour.
Giovedì prima di tutto questo carico tutto in macchina. Nell'ordine: sacco a pelo, borsa della roba da vestire, chitarra, due aste, ghetto blaster di mia nonna, portachitarra, scatolone delle maglie, ventiquattrore dei cd, poster del Conclave Tour. Manca solo la cassetta degli strumentini. Nella cassetta degli strumentini ci stanno: una loop station, un pedale verde, un padale rosso, tre cavi jack-jack, tre cavi canon-canon, tre cavetti, tre alimentatori, due riduzioni canon-jack, un ipod, un cavo jack-rcm con attacchi jack, un cappello da vecchio, un cappello da magnaciunghe e una mitra da cardinale, quattro tshirt per il live, un kazù, un'espansione per kazù mangiata da un cane a Schio, un maiale di plastica, una campana tibetana, un coso che fa i rumori dei film horror, una pila di ricambio e la copia del cd che devo dare al Marcio da un anno e mezzo (perché ha cantato in CopaCobain). Il Marcio vive in Spagna ma ogni tanto capita in valle. Mi sa che è meglio se glielo spedisco. Penso che anche gli squat hanno un indirizzo, ma temo non abbiano la cassetta della posta.

Comunque prendo in mano la cassetta degli strumentini di corsa, che c'ho la macchina parcheggiata alla bella napoli. La piglio da lontano e storto. Sento una di quelle fitte alla schiena che sai che non ti abbandoneranno. Dio mi ha punito. Te fai i soldi e ti fai le tipe sfruttando il mio brand? Io in cambio ti mando il mal di schiena. Sai cosa ti dico, dio, che io parto lo stesso, e arrivo fino a Roma dove decidono in nome tuo e poi anche a Viterbo dove l'ultima volta che l'han tirata per le lunghe a magnare e bere invece di decidere la gente viterbese li ha rinchiusi ("cum clave") (giuro, è vero), per dcostringerli a decidere. Siccome dentro c'era anzora da magnare e bere la gente viterbese gli scoperchiò il tetto, così abbestia. Senza magnare e bere e senza tetto i cardinali c'han messo un blitz, a decidere il papa nuovo.
Dieci ore dopo sono a Montichiari, dove Ruben organizza concerti. Ruben aveva la Locanda di Campagna, uno dei posti mejo che esistono. Ruben non è messo meglio di me. In questo posto fa anche il barrista-cameriere e la sala è da basso e lui è zoppo. C'ha il ginocchio messo male e fa il dottor House con una stampella stilosissima su e giù per le scale coi vassoi in mano.
Suonare lì è come suonare alla Locanda di Campagna, ma non c'è la Locanda di Campagna, quindi manca Frank Zappa il padre di Ruben, manca Gioele stai attento il fratello piccolo di Ruben, manca la birra artigianale, le opere enormi e inquietanti di Ruben e lo stinco di maiale e le altre bontà culinarie. Manca anche la menta al quadrato, quella che l'ultima volta ha ornato la fiancata della macchina da Brescia alla Val Venosta, e questo forse è un bene.
Quello che non manca è claque beona bresciana e la gaina che si tira su (a parte qualche bestemmia quando devo abbassarmi e la schiena mi ricorda il mio stupido (ma lucroso) battibecco con dio) (però in fondo ogni volta che bestemmio faccio pubblicità alla mia casa discografica quindi ci sta).
Dopo il concerto si ciarla e si consumano bevande con Silvio, che quest'anno tifa i Clippers (o qualunque altro che non sia Miami) (o era Giordi?), Elia, che diventa babbo i miei stessi giorni e Giordi (che lui dice che è colla y, ma io credo che in fondo sia colla i), con cui concludiamo che Rage Against de Bertoldi potrebbe essere un buon nome per mia figlia (lo scrivo alla Fra, la Fra non sente la necessità di rispondere).
La storia è questa: lui è in cassa integrazione, quindi c'ha poco daffare, io mi farò 1500 km in macchina da solo (e senza autoradio) (e col mal di schiena). La soluzione più ovvia è che Giordi diventi il roadie barra tour manager del Conclave Tour.
Dormiamo insieme, cioè nella stessa stanza ma in letti separati.
Mi sveglio che la gente in casa è sveglia da mò. Rebecca, la figlia treenne di Ruben e Silvia, c'ha una batteria giocattolo da paura e ha già visto un discreto tot di rocker puzzolenti aggirarsi con discreti postumi da Locanda per casa sua.
Latte e miele soli con biscotti, poi caffè. Saccheggio la cartella musica di Ruben e partiamo con Giordi il nuovo componente alla volta di Perugia.
Io mi chiamo Oscar. Con Lady Oscar intorno da bocia non ho avuto vita facile. Come uno che si chiama Silvio adesso. Giordi (con la y) come nome non se la passava male. A volte qualcuno gli chiedeva di De Andrè ma era poca roba. Dopo il remix tutto è cambiato. La gente ora sa. Ora ha anche lui un nome che gli scassano le balle. Giordi? Come l'impiccato? Cool.

Enogastronomia:
Panino al crudo, formaggio molle e zucchine.
Birra Menabrea, grappa bianca

Musica: La Piccola Orchestra Felix Lalù
Compari di viaggio:: nessuno
Casa di: Ruben (e Silvia) (e Rebecca)

Scoperta del giorno: La canzone della cacca


FotoSunto
(Casa di Ruben)











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