Lo studio domestico battente bandiera argentina e Lionel Hampton ha visto il mastro Sergio brandire scientemente il suo dito di legno con la sacra pazienza di chi sa di consegnare ai posteri robba buona.
Imbastardire le cose dei altri è mestiere assai piacevole, diceva Popper. Io non mi son fatto problemi, nè ne sono stati posti.
Ho cantato "Buca la montagna" come quello nel coro della SAT che c'ha un po' giù la voce alla prima canzone ma poi si ripiglia (dopo però), "Bucalà" come Annarella dei CCCP e poi anche "Bucala bucala buca bucala bucala buca bucala bucala bucalà" come el Mono Loco, el cantante dei Macaco, anche se a me veniva tipo Jovanotti quando tenta invano di imitare el Mono.
Da qualche parte ho fatto anche qualcosa tipo Jello Biafra dei poveri ma ora non ricordo dove.
Poi ancora ho cantato "è così che mi ricarico", riferendomi alla masturbazione ma come se stessi vendendo un assorbente interno e "Ave maria piena di crack, ipocrisia cattolica" come l'avrebbe fatto un gruppo rock melenso wannabeMTV. Mi sono riscattato prontamente con vari "piena di crack" da coretto sberleffo oi, come fa Lars Frederiksen quando fa la seconda voce a Tim Armstrong, per finire con"a casa mia non c'è maria" con l'inutile enfasi di Piero Pelù e di quelli che fanno rock italiano male (ora, dico, dopo decenni dall'ultimo disco decente dei Litfiba), e anche un po' come Eros, mi diceva Dario. La ciliegina sulla torta è stata un'"ave maria" come l'avrebbero intonata i Tenores de Bitti ma anche come l'Aurora, la perpetua del mio paese di quando andavo a messa. Chierichetto never dies.
1 commento:
ahah descrizione perfetta delle voci che hai fatto!
E' un onore avere te fra le collaborazioni del disco!
Sbide
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