venerdì 25 marzo 2011

Gianfranco Panizza e il rock trentino

Pubblichiamo uno stralcio dell'intervento del nostro Gianfranco Panizza su L'Adige di oggi.

[...] non senza ironia [...] Tanta acqua è passata sotto i ponti nel frattempo ma il rock, con tutti i suoi parenti e cugini di primo, secondo e terzo grado [...] che vanno ai concerti, che commentano con passione la decisione dei Bastard Sons of Dioniso di [...] rimanere fedeli [...] . [...] il panorama della musica giovane in Trentino sta conoscendo [...] l'esperienza sanremese [...] per un numero crescente di interpreti e artisti che cercano spazio e visibilità [...] dobbiamo [...] «spingere» [...] dalle cantine [...]. Tre le cose che ci sembrano opportune: [...] semplificarev[...] i nostri artisti [...]. A me pare che [...] i gruppi trentini sia già molto [...] «inquinato» [...]; è importante continuare così, [...] prendere le decisioni giuste. Quello di cui abbiamo bisogno è [...] che [...] di questo o quell'evento si spengono[...] senza limiti di generi ed etichette [...].
Due in realtà le opere previste: la prima [...] potrà [...]; la seconda, [...] prevede[...] un adeguato spazio ristoro e quant'altro possa servire per ospitare [...] interni [...].
Una struttura [...] «a 360 gradi»; ben vengano [...] gli spazi [...] del genere [...], energia, talenti. [...] che [...] sembrano fare difetto ai giovani trentini. [...] Stiamo ora costruendo un collegamento stabile con [...] i musicisti più influenti del panorama italiano, [...] anche [...] compilation [...] assieme [...] per far sì che la musica trentina possa [...] avere successo [...] attorno a[...] case d'incisione,[...] altri media e così via. Dopodiché, ovviamente, le scelte ultime spettano sempre a[...]l successo di pubblico. A tutti i musicisti trentini che consumano [...] i cantanti [...]va il nostro incoraggiamento.
Franco Panizza

[...] alla Cultura

3 commenti:

Joe Barba ha detto...

se l'intervista fosse stata tre puntini di sospensione e basta sarebbe stata più pertinente

K.Brunnen ha detto...

Il riferimento alle "case d'incisione" è impareggiabile.
Mi ha fatto venire in mente il sindaco di Palomonte, quest qui: http://www.youtube.com/watch?v=B_OtyOE0V1g.
Lo spessore è più o meno quello... di più ampie respiro.

FazMadGuitar ha detto...

belle parole, eventi in grande e basta, ma non credo siano le idee giuste che porteranno ad un cambiamento culturale.

Quello che fa ricco culturalmente un territorio sono le persone di un territorio, i loro interessi, i loro pensieri, i loro desideri, il loro sapere, la possibilità di esprimersi: questo cresce quanto cresce la possibilità di fruire di arte, e la possibilità di fare e manifestare l’arte. L’arte stessa provoca uno stimolo nella mente delle singole persone, le fa crescere.
La strada per un Cambiamento sostanziale è lunga, e solo se la politica lo vuole sostenere poi i cittadini lo vivranno e lo faranno proprio.
Il problema è che non si può avere tutto; politicamente si fanno delle scelte, dare spazio alle band trentine, o dare voci alle persone che reputano i giovani, i fruitori di musica, i musicisti e le serate musicali solo come un fastidio. In più in questi anni la popolazione è stata sicuramente diseducata all’arte, alla musica; il panorama da noi è triste e sterile.
Dove e chi fa musica a Trento la sera? La musica (intendo musica come espressione originale artistica, non gruppi cover per intenderci, che mi perdonino, servono per imparare a suonare, per divertirsi, per dare un sottofondo musicale conosciuto ai fruitori di locali massificati, e che non spingono artisticamente e culturalmente da nessuna parte) ormai a Trento si può fare ed ascoltare solo in rare occasioni e spazi ai limiti: scantinati illuminati, spazi occupati autogestiti, occasioni organizzate dai singoli e da associazioni sui prati di montagna. Non prendo neanche in considerazioni le miriadi di concorsi, che mascherano con la possibilità di far suonare i gruppi, un’idea di arte competitiva sottopagata. Perfortuna esiste chi ci crede e si sbatte